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Scrittura

Non tirate pietre a questo cartello

Immagine articolo Fucine Mute

Non tirate pietre a questo cartello

Non tirate pietre a questo cartello
che si erge qui, in un campo pietroso
ad un tiro di schioppo dal mare
e dalla spiaggia che è un ammasso di ciottoli
da quando la sabbia è stata rubata per costruire,
e i pochi che perdono il proprio tempo lì,
canne alla mano, non prendono niente,
neppure una scarpa — tanto vale
bombardare le onde con delle palle da golf,
o guadare le acque trattenendo il respiro,
o chinarsi, come fanno, e afferrare una manciata
di ciottoli da tirare al cartello,
e ogni volta che lo centrano, applaudono
e si aggiudicano un’altra birra, specialmente
l’uomo che ideato il cartello,
che ha preso il pennello e ha scritto
“Non tirate pietre a questo cartello”
su un pezzo di legno alla deriva, che ha piazzato
in questo campo inutile, poi, ridendo,
si è avviato ballando verso la birreria.

Immagine articolo Fucine Mute

Il Vulcano

Quando ci telefonarono per dirci
che il vulcano stava finalmente eruttando,
buttammo un po’ di cose in una borsa –
il tuo miglior sari, il mio abito Armani –
afferrammo la scimmia e scappammo.

Per un attimo la macchina non voleva partire,
poi via, sferragliando giù per la strada di montagna,
il puzzo di zolfo nell’aria, tu bianca in viso al volante.
Quando prendesti una curva troppo velocemente
e la macchina quasi si ribaltò
la scimmia cominciò a strillare,
così canticchiai quella canzone country
che amava, voltandomi a guardare
se la lava ci seguisse
ma tutto ciò che vidi fu
un branco di asini che galoppavano,
ed il cielo pieno di corvi,
come se la montagna si stesse svuotando
di tutte le sue creature, e tutti,
inclusi noi, scappassimo via.
E quando hai rallentato
Ho poggiato la mia mano sulla tua e l’ho stretta,
pensando alla lava
che entrava in casa nostra
e si arrampicava sulle sedie,
trasformandole in sculture
che un giorno torneremo a guardare.

Immagine articolo Fucine Mute

Abbandonato

Dopo due giorni capì che stavano mentendo,
non avrebbero mandato nessuno a salvarlo,
era bloccato lì, per sempre, sulla luna
senza neanche un morto che gli facesse compagnia.
Perché avevano sovraccaricato il modulo di polvere e
                                                       [rocce
così tanto che non riusciva a decollare?
Quanti esperimenti potevano fare?
Quando avrebbe potuto rimpiazzare parte della
                                                       [polvere?
Guardò su verso la Terra, dov’era sua moglie.
Cosa le avrebbero detto? Altre bugie,
lo sapeva: I suoi figli non avrebbero mai saputo
che non era morto sotto una pioggia di meteoriti,
e nessuno di loro avrebbe visitato la sua tomba.
Non avrebbe neanche avuto una tomba!
Per contro pensò all’ultima volta
che lui e sua moglie avevano fatto l’amore,
al borsch che lei aveva cucinato
quella sera, la vodka che avevano bevuto.
Che stava facendo adesso? Sapeva
che lui le stava irradiando pensieri
attraverso le migliaia di miglia di spazio,
sperando che nel sonno lei gliene rimandasse
                                                      [qualcuno?

Immagine articolo Fucine Mute

Odore di pesce

Un odore di pesce invase la valle
e tutti i gabbiani si spinsero nell’entroterra.
Gatti correvano ovunque, fiutando.
Uomini controllavano il livello del mare.
Si sentiva qualcuno martellare.
Le chiese si riempirono per pregare per un po’ di
                                                      [vento.

Immagine articolo Fucine Mute

Sorseggiando Frascati
a Castel Gandolfo

Se arrivi con l’idrovolante sul lago
giù per la collina di Castel Gandolfo,
avrai il tempo di sederti nella piazza
con un bicchiere o due di Frascati
e lanciare occhiate furtive al palazzo del Papa,
alle due guardie svizzere all’entrata
con le loro picche e le uniformi clownesche,
e se resti seduto abbastanza a lungo
lui stesso potrebbe uscire
con un raffinato abito nero (Armani, non
                        [Michelangelo), con gli occhiali scuri,
le guardie del corpo dietro,
e gli farai cenno col capo quando si ferma
per un goccio di vodka,
poi si accomoda al suo solito tavolo
del ristorante sul lago che preferisce
a ogni altro, dove preparano quello che ha chiesto
                                                    [la sera prima,
dove nessuno gli si avvicina eccetto la figlia del
                                                    [padrone
che gli legge poesie di Goethe,
tre per sera, poi fa cenno ai sorveglianti che è ora
                                                    [di andare,
e ritorna subito a palazzo,
e se sei ancora seduto lì gli puoi dedicare un brindisi
                                                    [mentre entra.

Traduzioni Laboratorio di traduzione di Casa della poesia

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