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Palcoscenico

L’A.C.A.D. di Udine e il XXII Festival Internazionale “Omaggio al Balletto”

Udine — Teatro Nuovo

Un’ora prima dello spettacolo il palcoscenico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine risuonava di passi concitati e ordini perentori: atrio ferroviario, piazza d’armi, cortile scolastico nell’ora di ricreazione.

“Scusa, la signora Rinaldi?…” domando a Frankie, il capomacchinista del Nuovo.

“E’ qui, no è là, l’ho vista un attimo fa!”

Vado verso un angolo del palcoscenico stracolmo di ragazze e ragazzi tra i dodici e i vent’anni, intenti ad una turbinosa parata militare. Una voce penetra quella allegra confusione. Chiama: “Milano, Gradisca, Udine, Parigi e scandisce un due tre quattro… chissà che matto convoglio sta per arrivare.

È la voce di Sirene Rinaldi, ma non la vedo, è da qualche parte su un ponte di comando, mi arrampico sulla torre luci. Mi sento afferrare per le spalle, mi giro, è Lamberto, il “luciaio free lance, gli occhi di brace e i capelli corvini.

“Che fai qui?”, mi domanda abbracciandomi.

Addio Sirlene, ho capito, non è il momento, speriamo che l’accredito di Fucine funzioni anche per le foto di back-stage…

Mi installo nel mio angolo preferito, dietro la seconda quinta di destra, fra una cassa acustica e i tagli dei riflettori da 2000 in batterie di cinque pezzi, una colonna dietro ogni quinta laterale.

Virgilio, mio figlio di sette anni, monta il treppiede e scarica dalle borse le macchine fotografiche, vorrebbe rimanere con me. No possible. Frankie lo spedisce in platea, dalla mamma,e mi circonda di nastri biancorossi da lavori in corso. Non si sa mai, nel buio, che non precipiti qualche ballerina in uscita plastica o plani un danzatore dall’ampia falcata.

Le manovre sul palcoscenico si fanno più ordinate: Vienna, Gradisca, Torino un due tre quattro, tutti assieme, inchino… La voce di Sirlene è ora più pacata, si dissolve la tensione nell’aria, ci siamo! Un lavoro difficile, i saluti, ci vuole precisione, rapidità, idee chiare e facilmente memorizzabili..

Il palcoscenico di colpo è un deserto, i gruppetti dei danzatori ben ordinati ai lati,, una passata di straccio umido sul tapis de danse,un ultimo controllo alle luci, un timido sound-check.

Della signora Rinaldi neanche più l’ombra. Sarà per un’altra volta, evidentemente bisogna rimandare ad un’altra occasione.

Il Festival

Il XXII Festival Internazionale “Omaggio al Balletto” è organizzato dall’Associazione Amici della Danza fondata nel 1977 a Udine, in seno al Piccolo Teatro della Città di Udine, il quale vanta oltre mezzo secolo di solida attività ed è uno dei “motori” della vita culturale di questa città,, attraverso la sua rivista Udine Teatro, lo stretto rapporto con il Teatro Verdi di Trieste, l’organizzazione di spettacoli, la scuola, gli stages, i saggi, le battaglie per la costruzione del Teatro Nuovo e la ristrutturazione del Palamostre.

L’ACAD è anche promotore di viaggi culturali, che testimoniano la volontà di aprirsi al mondo internazionale dell’arte e farsi da ponte tra gli udinesi e il panorama artistico europeo.

Nella serata “Omaggio al Balletto” del 24 marzo scorso, abbiamo potuto constatare (e fotografare) come questa vocazione si traducesse in realtà. Abbiamo visto affiancati nel repertorio classico e contemporaneo giovani promesse della danza, provenienti dalla regione, da alcune città italiane e europee. Facciamone qui un rapido elenco.

La scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Vienna, che ha eseguito un vorticoso passo a due dall’emblematico titolo “Lampo”, ideato dal cosmopolita coreografo Nicolas Musin. Il Conservatorio Nazionale di Parigi che ha lasciato il segno con un emozionante “Balliamo à l’italienne” coreografato da Ruxandra Racovitza e Gigi Caciuleanu provenienti dall’Opera di Bucarest e molto attivi in Francia.

L’Accademia Srednja Glasbena e la Balena Sola di Lubiana, che hanno affrontato i temi della contaminazione fra balletto classico e contemporaneo. La Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, anch’essa con un duplice repertorio, classico e contemporaneo di cui abbiamo ammirato la tecnica degli interpreti. Il Piccolo Teatro della Città di Udine, con Alone e Pas de quatre, coreografia di Nicoleta Josifescu, insegnante stabile all’ACAD e grande specialista dei repertori classico e di “carattere”: quattro ballerine in tutù nero e coroncina di diamanti, moltiplicazione del personaggio di Odile nel Lago dei Cigni, in un’elegante sinergia di soluzioni ballettistiche. Il Teatro Hamlyn, di Firenze con Divertissements e il Centro Studi Danza di Firenze con Allegro Brioso. Lo Studio Danza Narcisa di Torino con una preziosa Dance des Artistes, eseguita da giovanissimi e ben preparati allievi. Danzarteatro di Padova con un brano di sapore accademico, Les deux variations. Il gruppo Danzaevento ha presentato una parte dello spettacolo Sigizia, coreografato da Cynthia Gangi, insegnante di contemporanea presso l’ACAD. Questo lavoro ha vinto il primo premio assoluto al Concorso Pasolini di Casarsa.

Infine ancora una collaborazione a livello regionale, quello tra la Ginnastica Triestina guidata da Doriana Comar e il Cenacolo Arabesque di Ronchi con le “Villi in camicia di forza” tratto dalla Giselle di Mats Ek. Inconfondibili qui lostile e l’energia di Doriana, in cui si sente l’impronta forte e rigorosa della scuola di Martha Graham. Le ragazze hanno dato il massimo aggiungendo una fresca dinamicità alle tremende esigenze coreografiche. Cosa domandare di più alla danza? 

Via Faedis

Lasciatomi alle spalle Danceproject ed esaurito questo mio personale bisogno di ricordare Iannis Xenakis, sono tornato a Udine in cerca di Sirlene Rinaldi.

Nimis, Faedis…sono i luoghi della grande guerra, del terremoto in Friuli,. Qui, in questa sognante periferia profumata di tigli e oleandri, l’aspra montagna è rimasta nostalgicamente nei nomi delle vie. In via Faedis ha sede il Piccolo Teatro e l’Associazione Amici della Danza. E qui, nella pace rassicurante delle villette immerse nel verde e nel silenzio estivo, ho trovato Sirlene Rinaldi, a colloquio con Nicoleta Josifescu. Questa — mi son detto — è la prima linea della cultura teatrale udinese. Questi non sono soldati, sono generali che non riposano mai, intenti a studiare un nuovo piano di azione, una nuova strategia. Fanno vita da trincea, assediate da un nemico da Deserto dei Tartari.

La formidabile organizzatrice friulana e l’indomita coreografa rumena- per me che vedo l’aura delle persone- emanavano un bozzolo di luce creativa. Ecco due “light bringers” carlsoniani.

Troppo tardi per ritirarsi, per non interrompere quell’intesa famigliare che si nutre dei grandi ideali.

“Cosa pensa, signora Rinaldi, della situazione della danza nella nostra regione? Lei sa che la rivista francese Les Saisons de la danse in un lungo articolo su l’Etat de la danse en Italie ci relega a regione inesistente, di cui non si ha notizia?”

Ci guardiamo negli occhi. è una donna giovane, energica, concentrata nel conseguimento dei suoi obiettivi. I suoi occhi sono gentili, fermi, un po’ severi. Vestita semplicemente, con un abito che rimanda ad una mai tradita vocazione contadina, mi guarda come chi trova in soffitta una pianta dimenticata di geranio, che non si sa se tentar di trapiantare o buttare nel pacciame.

“Vede, ci sono troppi finti professionisti, troppa gente che si improvvisa e spaccia lavori mediocri o dilettanteschi per danza… Così la gente si fa della danza un’idea sbagliata e non s’interessa più a quest’arte.”

“E del corpo di Ballo del Teatro Verdi?” (videointervista a Giuseppe della Monica realizzata per Fucine nel mese di giugno da Giorgia Gelsi).

“Il corpo di Ballo del Teatro Verdi, lo conosciamo bene, lo conoscono tutti! Un gruppo dalle grandi potenzialità e di grande professionalità, purtroppo sottoimpiegato in ruoli da comparsate durante le opere, poco più che comparse, camerieri, figure di contorno.”

A questo punto la mia anima triestina si è ribellata. L’ultimo spettacolo realizzato da Giuseppe della Monica “Le città Invisibili” e “Le cinque Stagioni” si avvaleva di bellissime coreografie di Luciano Chinnito con musica originale di Marco Schiavoni. Forse la più importante produzione del Teatro Verdi in questi ultimi anni. Qui a Udine non l’ha visto nessuno. Come Tango, lo spettacolo precedente con una brillante coreografia di Giuseppe della Monica. Qui a Udine lo hanno visto soltanto i bimbi delle elementari, al Palamostre, alle 11 del mattino, per la distribuzione dell’ERT. C’ero a quella matinée per suore e bimbi dai sei ai dieci anni d’età. Nonostante i battimani e gli schiamazzi ad ogni buio, mai la milonga mi è sembrata così malinconica, o, piuttosto, deprimente. è vero! Qui a Udine come a Trieste tutti conoscono e nessuno conosce… La cultura internazionale cede facilmente a quella del campanile. Le grandi compagnie che passano per Trieste, Bolšoi, Tokyo Ballet, Marijnski, Carolyn Carlson sono le caselle del gioco di Monopoli con cui i grandi operatori culturali s’inchinano alla logica spartitoria dei bordereaux, dei sostegni agli scambi con l’estero, alla scalata al FUS. Il tutto raramente coinvolgendo sponsors privati e senza riuscire a stabilire un rapporto con il pubblico che vada oltre all’interesse per il grande nome o la grande occasione. Per Light Bringers di Carolyn Carlson c’erano molti posti vuoti in platea. Anche questo è un record, negativo.

Sirlene Rinaldi invece non si arrende a questa logica. Ha una figlia, Federica Rinaldi, che è guest star nei principali teatri europei. Una vera beniamina dei pubblici di Germania, Austria, Croazia… Ho rubato due fotografie, riproducendole con la digitale da immagini trovate nella segreteria dell’ACAD.

In settembre Federica, assieme ad un’altra étoile della danza rumena, Doina Andronache, terrà uno stage di danza classica accademica e di “sbarra a terra” presso l’ACAD di Udine (tel. 0432470918).

Ed ha anche un altro sogno nel cassetto, che sono certo si tradurrà in realtà! I dirigenti dell’Aterballetto, dopo il successo riscosso da “Sogno di una Notte di mezza Estate” di Mauro Bigonzetti, (musiche di Elvis Costello, scenografia di Fabrizio Plessi, luci di Carlo Cerri e costumi di Guglielmo Capone), rappresentato due volte al Giovanni da Udine il 21 e 22 maggio, hanno promesso a Sirlene una prima mondiale….

Tanti…. ohps, siamo in teatro. Un grande “in bocca al lupo” a Sirene Rinaldi e a quelli dell’ACAD!…

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