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The Protagonist

Beauty in Darkness

Immagine articolo Fucine MuteDovreste conoscere Magnus Sundström alias “The Protagonist“: artista è un termine abusato oggigiorno, ma può esserne la sola descrizione. Il suo album “A Rebours” è considerato come un’opera che trascende “sia spiritualmente sia musicalmente la mediocrità della maggior parte di ciò che passa per industrial music in questo periodo”, proprio come recitava il comunicato stampa del disco.

Cercatelo.

Fabrizio Garau (FG): “A Rebours”, il titolo del tuo album, proviene da un romanzo di Joris Karl Huysmans (“Controcorrente” o “A ritroso” i titoli delle edizioni italiane, ndr).
“Des Esseintes” — il nome del tuo side project — è anche il nome del protagonista di questa storia.
Ci puoi spiegare perché sei così attratto da questo libro?

Magnus Sundström (MS): Ebbene, possiede alcune affinità con me, in particolare riguardo all’alienazione dalla società e all’affetto per l’arte, la musica e la letteratura. Mi sono creato un mondo artificiale tutto mio, anche se attualmente preferisco interagire con altri artisti. Des Esseintes è un personaggio affascinante con una visione straordinaria. È una persona di elevate qualità, orgogliosa, cose piuttosto rare al giorno d’oggi. Continuamente, Des Esseintes deve confrontarsi con i demoni interiori, e la sua mente contorta ha i propri interessanti modi per risolverne le sfide.

FG: In questo libro, Jean Floressas Des Esseintes comincia col nichilismo e finisce (forse) con la religione. Percepisci questi due aspetti nel tuo album?

MS: L’album non è collegato tematicamente alla storia, rappresenta piuttosto un omaggio all’essenza stessa della storia. Si potrebbe dire che è il mio “A Rebours” personale, in cui rendo omaggio ai miei autori preferiti, artisti e compositori, mentre esploro la mia interiorità. Come Des Esseintes, sono alla ricerca di qualcosa, mentre assimilo visioni altrui, siano esse nichilismo, cattolicesimo o qualsiasi “ismo” del caso.

FG: Sembra che la tua musica abbia un effetto catartico. Se è così, cosa personalmente hai tentato di esorcizzare?

MS: Penso di avere gli stessi problemi di chiunque altro, ma la differenza risiede nei modi in cui li percepisco e cerco di risolverli. Tutti noi abbiamo i nostri demoni, bisogna solamente riconoscerli e affrontarli nel modo più appropriato. Potrei anche essere un caso limite, poiché ho la tendenza a vedere le cose in bianco o in nero. Quando compongo, rivivo una certa emozione o un certo evento nella mia mente e il fatto di tradurli in musica può risultare catartico. Deve essere così, anche se a volte è doloroso.

FG: In “A Rebours” troviamo una suggestiva interpretazione musicale di “Imitation”, una poesia di Edgar Allan Poe. Sia Poe sia Des Esseintes erano considerati dalla società come dei solitari, degli outsider. Hai un particolare interesse nei confronti di questi eccentrici personaggi ?

MS: Il motivo principale è che anch’io mi considero parte di questi solitari ed outsider. Non rientro veramente in nessuna categoria e vengo spesso definito eccentrico. Potrebbe essere il reciproco interesse nel deviato e nel disturbato, così come il fatto che la nostra creatività ci fa desiderare la solitudine.

FG: Ancora un’altra domanda “letteraria” suggerita dalla tua musica: cosa significa per te la parola “decadenza”?

MS: La decadenza per me è il considerare l’immaginazione quale unico limite al proprio modo di vivere. Come fare il bagno in una vasca riempita di caviale beluga o accendere un sigaro con un biglietto da 100 dollari. Fare ciò che si vuole senza pensare alle conseguenze, vivere ogni ora come se fosse l’ultima.

FG: Il nome del tuo progetto è preso da una canzone dei Dead Can Dance. Ci parleresti del tuo rapporto con questa canzone e in generale coi Dead can Dance?

MS: L’affermazione non è del tutto corretta, ma naturalmente la canzone dei Dead Can Dance mi ha aiutato a definire il progetto. Dopo tutto, Des Esseintes è Il Protagonista di “A Rebours”. Volevo far pensare gli ascoltatori, e The Protagonist può essere interpretato in molti modi diversi. La cosa più importante è porre l’accento sul carattere epico della mia musica. E ovviamente sono stato notevolmente influenzato dai Dead Can Dance in quel momento. Prima di conoscere la loro musica, i miei brani erano molto elettronici e ruvidi. Sono stato completamente sopraffatto dalla loro interpretazione della musica classica, ed improvvisamente sono sorte nella mia mente oscure sinfonie per orchestra. Credo che la canzone “The Protagonist” fosse il loro primo passo verso “Toward the within”, abbandonando i confini tradizionali della musica rock. Mi sta molto a cuore.

FG: IDead Can Dance pubblicarono un album dal titolo “Spleen et Ideal”. Come questa band, sembra che tu sia interessato a giocare con gli opposti: il tuo è un mix di industrial e musica classica. Perché sei alla ricerca di questo “Matrimonio del Cielo e dell’Inferno”?

MS: Deve esserci il Male per permettere al Bene di esistere. E deve esserci un equilibrio tra di loro. Vi è sicuramente bellezza nell’oscurità, e credo che gli opposti e le contraddizioni siano una necessità nella mia vita e nel mio lavoro. Poiché la mia musica è un riflesso delle mie disillusioni, è più che naturale che entrambi i lati vengano esplorati. L’oscurità è sempre presente.

FG: Personalmente sto aspettando il prossimo album di “The Protagonist”. Potresti raccontarmene qualcosa?

Immagine articolo Fucine MuteMS: Sto lavorando al seguito di “A Rebours”dal 1997, ma non ho bisogno di accelerare i tempi. Il processo creativo riguarda soltanto me, ma alla fine si tradurrà in qualcosa di concreto. Un po’ di tempo fa, ho inciso alcune spoken word che verrnno musicate al momento opportuno. Tra gli artisti ospiti vi saranno Jonathan Grieve di Contrastate che interpreta William Blake. Veramente un bel disco! La musica si è fatta più oscura e potente. Ce ne sarà qualche brano nel prossimo EP con brani scritti per il “Giulietta e Romeo” del Teatro Reale Drammatico di Svezia. Spero che sia pubblicato prima della fine dell’anno.

FG: Hai fondato un’etichetta discografica: la “Fin de Siècle Media“. Qual è il concept che vi sta dietro?

MS: L’idea alla base è semplicemente quella di presentare la musica che mi ispira. Sono stati pubblicati finora due miei sette pollici tematici ed uno split dieci pollici; continuerò a collaborare con amici ed altre persone che condividono le stesse visioni. Non è un progetto commerciale, ma un altro canale per esprimermi. Non pubblicizzo la casa discografica perché ritengo che chi è veramente interessato, lo scoprirà da solo in qualche modo. Aspettatevi almeno una pubblicazione ogni tre mesi a partire da agosto.

All photos by John Gripenholm

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