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Omnia

E perché non…

Immagine editoriale Fucine MuteLe dimissioni di Maria Giovanna Elmi dalla carica di Presidente del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia aprono un periodo di incertezza, poiché da questo ruolo dipendono anche i finanziamenti e di conseguenza l’attività e la sopravvivenza del Teatro.
La decisione era nota, ufficiosamente, al Sindaco Dipiazza già due mesi fa, ma non è bastato il preavviso a trovare una personalità adeguata all’incarico. Abbandonando per una volta la pretesa di politicizzare ad ogni costo la cultura, sebbene le nomine in questo caso siano di natura politica, una gestione affidata a Cristina Benussi – già Vicepresidente e oggi Presidente pro tempore – potrebbe rappresentare  una soluzione percorribile.

Cristina Benussi è docente di Letteratura Italiana Contemporanea all’Università di Trieste.
Allieva di un grande intellettuale, Giuseppe Petronio, con cui si è laureata (peraltro con una tesi sul teatro futurista) e formata, ha intrapreso una carriera importante, costellata di riconoscimenti, di partecipazioni a convegni in Italia e all’estero, di collaborazioni prestigiose.
È autrice di saggi (numerosi, tra cui: Il romanzo d’esordio tra immaginario e mercato, con Giulio Lughi, del 1986 o l’originalissimo Scrittori di terre, di mare, di città del 1998 ai quali andrebbero affiancati i saggi su Moravia, Calvino, e quelli specifici su Trieste: da Italo Svevo a  Fery Fölkel, da Giani Stuparich a Bobi Bazlen passando attraverso gli studi sull’ebraismo e sulle minoranze culturali della città) e di interventi che hanno sempre suscitato un’ampia discussione non solo accademica ma anche sulla grande stampa.
È stata allo stesso tempo e continua ad essere impegnata anche nelle grandi e piccole battaglie culturali cittadine, con la vocazione del critico militante che si assume le proprie responsabilità anche al di fuori dalle ribalte, sostenendo giovani autori, scrivendo prefazioni, presentando libri e partecipando a dibattiti pubblici.

Pinocchio - Ugo Pierri

In una situazione come quella attuale, che dovrebbe vedere la città di Trieste e la Regione unite per costruire il proprio futuro e per rifornire di strumenti e di innovazioni i campi dell’arte (e non solo i campi dell’arte, pena la decadenza e la recessione a cui assistiamo in molti ambiti) affinché essi possano testimoniare la nostra cultura, osserviamo invece come si preferiscano persone non radicate sul territorio; certo, validi professionisti, ma la città non può continuare in questa congenita mancanza di fiducia e riconoscimento nei propri intellettuali, nei propri artisti, nei propri poeti, preferendo piuttosto candidature che – come ha ben sottolineato Roberto Canziani in un articolo apparso su “Il Piccolo” il 1 maggio scorso  – non sono altro che specchietti per le allodole, nuvole di fumo celanti spesse volte una fattiva mancanza di sostanza.
Confermare Cristina Benussi alla Presidenza del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia potrebbe essere un segnale: un’apertura nei confronti di coloro che, pur aperti alle sfide globali della contemporaneità, vivono pienamente un territorio mettendo al servizio di esso la propria esperienza, la propria professionalità, la propria passione.

Quindi: perché non gli intellettuali della Regione alla guida dello Stabile?

Lista degli 89 firmatari (in ordine alfabetico)

Giorgio Amodeo
Giovanni Austoni
Enrico Baravoglia
Silvana Barbacci
Matteo Benassi
Stefania Bertolino
Maja Blagovič
Giacomo Borruso
Angela Borruso Salvi
Maria Campitelli
Carla Carloni Mocavero
Mauro Caselli
Tullia Catalan
Riccardo Cepach
Paolo Cervi Kervischer
Giovanni Damiani
Matteo Danieli
Gianna Danielis
Roberto Dedenaro
Lisa Deiuri
Peppe Dell’Acqua
Barbara Della Polla
Mario de Luyk
Claudio De Maglio
Marco Dogo
Luisa Fazzini
Angela Felice
Elsa Fonda
Paolo Fonda
Mario Fragiacomo
Walter Gerbino
Marina Giovannelli
Edoarda Grego
Federica Guerra
Alberto Guiducci
Veit Heinichen
Patrick Karlsen
Boris Kobal
Marko Kravos
Kenka Lekovich
Pierpaolo Levi
Giuseppe O. Longo
Giulio Lughi
Enza Maier
Alessandra Malacrea
Gilda Manganaro Favaretto
Umberto Mangani
Renato Manzoni
Laura Marchig
Alessandro Marinuzzi
Predrag Matvejevic
Paolo Maurensig
Francesco Micelli
Marija Mitrovic
Gabriella Musetti
Luigi Nacci
Gloria Nemec
Michele Obit
Boris Pahor
Piero Paoletti
Annamaria Percavassi
Janko Petrovec
Ugo Pierri
Furio Pillan
Rosella Pisciotta
Corrado Premuda
Juan Octavio Prenz
Enrico Protti
Rita Ravalico
Melita Richter Malabotta
Tatjana Rojc
Francesco Russo
Giacomo Scotti
Graziella Semacchi Gliubich
Fulvio Senardi
Marina Silvestri
Christian Sinicco
Pietro Spirito
Gabriella Tonon
Vittorio Torbianelli
Luciano Troisio
Ornella Urpis
Barbara Vatta
Luisa Vermiglio
Luca Visentini
Marino Vocci
Dimitri Waltritsch
Maurizio Zacchigna
Diego Zandel






Cristina BenussiCristina Benussi insegna Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Trieste. Si è occupata prevalentemente di problemi relativi alla cultura novecentesca, sia per quanto riguarda gli aspetti storico-sociali (L’età del fascismo, Palumbo, 1978, L’età del neorealismo, ivi, 1989, Il carteggio Benco – D’Annunzio, Lint, 1998) che di epistemologia narrativa (Il punto su Moravia, Laterza 1987, Introduzione a Calvino, ivi, 1986 e 1996, cura dell’edizione “i classici Feltrinelli” di Senilità, 1991 e 92 e della Coscienza di Zeno, ivi, 1993-94). Se da una parte é sempre stato forte l’interesse per l’aspetto folosofico delle elaborazioni poetiche (Negazione e integrazione nella dialettica di CArlo Michelstaedter, Ateneo e Bizzarri, 1980 e L’esistenzialismo nella cultura italiana tra le due guerre, in “Lingua e Letteratura”, 1993), dall’altra è stato anche considerato, come testimoniano numerosi interventi, il problema della ricezione del testo nella società di massa. In bilico tra questi due momenti si è posto il lavoro, scritto in collaborazione con Giulio Lughi, Il romanzo d’esordio tra immaginario e mercato, Marsilio 1986. DA qualche anno sono prevalenti gli interessi di natura antropologica, applicata all’esame delle diverse tipologie e strategie narrative: Scrittori di terra, di mare, di città. Romanzi di mare tra storia e mito, Pratiche 1998 è ilo volume in cui è sfociata una ricerca impegnata ora sul riuso del mito classico nella letteratura italiana. In collaborazione con Giuseppe Zaccaria ha scritto una guida Per studiare la letteratura italiana, Paravia 1999. Collabora a numerose riviste, nazionali ed internazionali.
Sta ora occupandosi di cultura del territorio, con studi specifici sui testi dell’esodo e delle minorities, nonché sulla letteratura di genere.

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