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Cinema

La vita di un cortometraggio (I)

Immagine articolo Fucine MuteAd un certo punto del documentario dedicato a Federico Fellini e diretto da Damian Pettigrew Sono un gran bugiardo, l’immenso regista riminese afferma “Mi trovo a fare dei film per caso: qualcuno mi dà i soldi per fare un film, mi firma un assegno per un anticipo, io non ho voglia di restituire quei soldi e sono costretto a fare il film”. Questa semplice affermazione, ironica ed irriverente più che altro, nasconde dentro di sé un concetto invece molto forte in ambito artistico: la costrizione. Il genio spesso (come Fellini appunto, ma come moltissimi altri artisti in musica, scultura e pittura) ha bisogno di essere forzato per creare; la creatività spesso permette di essere realmente espressa solo se fatta uscire con la forza, come un animale che si nasconde nel buio e che è difficile da trascinare fuori alla luce. Le parole che il regista ha detto in quel documento-intervista mi hanno da sempre colpito molto e con il tempo anche io ne ho compreso il vero significato trovandomi a scegliere in libertà cosa fare nella mia vita.

Scrivere soggetti e sceneggiature per cortometraggi, come faccio io, spesso non implica per forza un desiderio ed una volontà tale da realizzarli poi effettivamente. Troppi fattori in una giovane vita fanno sì che un impegno di questo tipo possa essere messo da parte piuttosto che in pratica. Non vorrei essere frainteso sul principio di volontà, è chiaro che io, come moltissimi altri ragazzi, desidero fare cinema, e lo farei ogni giorno e con tutto il mio impegno se ne avessi la possibilità. Ma la sfortuna di essere giovani filmakers è che molti altri fattori, oltre al volere, entrano in gioco nella realizzazione di opere come cortometraggi e documentari. In primo luogo l’aspetto economico ha la massima rilevanza, per quanto ridotti grazie alla tecnologia digitale, i costi per la realizzazione di un progetto restano comunque alti, se non proibitivi nel caso di un’opera ambiziosa. In seconda battuta non deve essere sottovalutato il tempo che un lavoro simile richiede. Non è possibile creare un prodotto di qualità senza dedicargli nel momento in cui ci si mette all’opera tutto l’impegno e l’attenzione che merita, e per un giovane che svolge due lavori (come me) e vorrebbe, visti i 25 anni, anche divertirsi, non è un aspetto da sottovalutare.

Come per Fellini anche per me l’idea di costrizione ha aiutato a portare a termine un progetto che senza una scadenza probabilmente sarebbe ancora nel mio cassetto. Io nell’ultimo mese ho girato un cortometraggio. In tre settimane sono riuscito da solo a organizzare una piccola produzione e vivendo intensamente tutte le varie fasi, indipendentemente dal risultato finale, criticabile e opinabile nella maniera più totale dal pubblico, posso dire con certezza che è stato uno dei periodi più elettrizzanti della mia vita. In passato avevo già partecipato a piccole produzioni ma per la prima volta mi sono trovato al timone del comando, una situazione che mi ha portato a vivere responsabilità completamente diverse, una situazione in cui dovevo decidere cosa, quando e come. Dopo questo mese ho capito davvero, io che ho sempre prediletto stare davanti allo schermo piuttosto che dietro, perché ci sono così tanti giovani in Italia e nel mondo che vogliono diventare registi.

Quello in cui mi sono imbattuto è un impegno molto grande da assolvere e, come dicevo prima, senza una costrizione ed una scadenza spesso difficile da affrontare. Io una scadenza l’avevo, il termine di un concorso per cortometraggi a cui tenevo partecipare particolarmente. Quindi ho deciso di realizzare Si prega di spegnere i cellulari.

Immagine articolo Fucine Mute

Scrittura

La prima fase di costruzione di un lavoro simile va ricercata nell’intimità del proprio pensiero. Le persone abituate a scrivere: saggi, poesie e racconti, sanno di cosa parlo. Tutto parte da un’idea, un concetto, magari confuso o sfumato nel cervello, ma che magari su carta può trovare la propria identità e chiarezza. Anche in questo caso il tempo ha un valore importante, spesso il pensiero ha bisogno di essere maturo prima di essere sezionato, smembrato e ricostruito su carta in una storia di finzione.

Naturalmente oltre all’idea bisogna avere una conoscenza buona, non è necessaria assoluta, delle regole da rispettare nella stesura di un testo cinematografico. Si parte dagli aspetti visivi della creazione dell’opera sino a quelli contenutistici. Ci sono moltissimi libri che cercano in modo chiaro e schematico di porre le regole basi per permettere a chiunque di affrontare la fase di scrittura. Mi permetto di consigliare qualche testo che oltre ad essere molto utili al lavoro sono comunque opere interessantissime. Innanzi tutto cito Manuale di sceneggiatura di Luca Aimeri, edito dalla Utet. Questo volume, probabilmente il migliore in Italia nel genere, non tratta specificatamente della scrittura per cortometraggi ma permette un’ampia panoramica sulle tecniche e filosofie di scrittura cinematografica proponendo in modo chiaro e specifico le teorie di Vogler e Field. Come tutta la collana Utet cinema, di cui ricordo altri due volumi molto utili per arricchire la propria conoscenza nell’ambito cinematografico, Manuale del film di Tomasi e Rondolino e il volume di recente pubblicazione Lezioni di regia dello stesso Tomasi, il manuale di Aimeri è molto completo, dedicando più spazio ad una analisi calibrata e ordinata, lasciandone meno a riflessioni personali lontane dall’intento didattico dell’opera. Dei libri di scrittura creativa certamente vanno anche ricordate tre opere edite dalla Lindau; le prime due La sceneggiatura. Forme, dispositivi, modelli di Vanoye e Come scrivere un cortometraggio Cooper e Dancyger sono entrambe al livello del testo di Aimeri, ed in particolare questa seconda, trattando proprio l’ambito della scrittura breve risulta fondamentale per le competenze formative richieste. Tengo ad aggiungere solo un altro testo sempre edito dalla Lindau che tratta l’ambito della scrittura in modo personale e slegato da un principio assoluto di insegnamento. Scrivere un film di Ugo Pirro è un testo con un approccio molto diverso nei confronti del lettore, illustra come raccontare una storia narrandone lui per primo una. L’esperienza di Pirro e il suo modo di affrontare i problemi, raccontati sempre con grande sincerità e meraviglia stilistica, valgono quanto un testo didattico. Sfogliare le pagine di Scrivere un film è come leggere un romanzo di formazione, con un grande messaggio da trasmettere, la passione per lo scrivere.

Immagine articolo Fucine MuteIo il mio cortometraggio l’ho scritto in maniera istintiva, in un’ora non di più. Ho costruito un ponte tra i miei pensieri e lo schermo di computer che avevo davanti e senza scaletta senza nulla mi sono fatto trascinare dalla mia foga creativa ed in pochissimo tempo ho scritto quella che è rimasta la piattaforma strutturale dell’opera. Diciamo che non ho seguito molto i consigli e le regole che stanno alla base di una corretta scrittura, ma in questo caso non ho potuto fare altro che seguire il mio istinto narrativo. Solitamente per scrivere un corto compio un lavoro molto più meticoloso e misurato, dividendomi tra le varie fasi, dando modo di chiarirmi le idee e rendere più lineare e trasparente la narrazione. Si prega di spegnere i cellulari invece è nato così di botto come recitava Vincent Lindon in La crisi di Coline Serreau. Questo sta a significare che anche se sono state scritte delle regole non è necessario attenersi totalmente a queste, la creatività può sgorgare in tutti i modi possibili, l’unico momento in cui le cose devono essere fatte con precisione è nella scrittura finale di una sceneggiatura, dovendo questa essere esposta e quindi compresa da altre persone nel modo più chiaro possibile.

L’idea, invece, rispetto alla vera e propria scrittura, è maturata in molto più tempo, da diversi mesi studiando le teorie femministe di Simon De Bouivoir (citata apposta nel cortometraggio) e vivendo sulla mia pelle esperienze personali importanti mi sono avvicinato con un occhio obiettivo diverso alla sessualità femminile, arrivando ad una conclusione che potrebbe essere il sottotitolo al cortometraggio: Gli uomini e le donne pensano al sesso nello stesso modo ma con colonne sonore diverse.

Nel mio corto, di cui ho inserito la sceneggiatura più avanti per specifiche ragioni che puntualizzerò dopo, ho voluto parlare dei pensieri e dei rapporti umani che spesso intercorrono tra due ragazzi nel momento in cui devono affrontarsi per la prima volta nel approccio sessuale. Il testo nato per ironizzare e non per analizzare è stato enfatizzato sin dall’inizio, costruendosi su una visione realista (oppure no, dipende tutto dalla morale di ognuno) del pensiero delle persone. Il testo in parte è portato a criticare quelle che sono le canonizzazioni dell’essere che la società contemporanea impone ai giovani. L’universo mediatico, in particolare, continua a condizionare non solo esteticamente la vita delle persone ma ne manomette subdolamente anche il pensiero che volente o nolente resta infetto da questa voce consigliera costruita su stereotipi popolari. Come il mito dello stallone mediterraneo, sul modello Costatino e Daniele, più affascinante e conquistatore rispetto all’uomo nordico, anche per quanto riguarda i rapporti di coppia la società e la televisione (verrebbe da dire che sono la stessa cosa negli ultimi mesi) hanno costruito un forte bacino di apparenza e modi d’essere che hanno condizionato il vivere dei giovani, assoggettati dal dover fare quello che la situazione impone secondo certe regole. La soggettività da questo punto di vista perde molto del suo valore, perché l’uomo, essendo per natura imperfetto, ricerca sempre quel qualcosa che permetta di raggiungere quella perfezione che utopisticamente si vuole ottenere, e la televisione in questo accorre in aiuto con consigli diciamo eufemisticamente opinabili. Ho voluto giocare con due personalità stereotipate evidenti, dando al protagonista della storia una maschera di grande sicurezza (l’attore interpretato esteticamente è tutto fuorché un’icona ansiosa) e un animo al contrario estremamente agitato e alla ragazza invece il classico aspetto della giovane a modo che in fondo come tutte si relaziona al sesso in modo “naturalmente” seducente e possessivo.

Ho scelto come strumento simbolo di quella influenza mediatica di cui parlavo prima il cellulare, vero e proprio status symbol dell’ultimo decennio. Il telefonino nel mio cortometraggio ha un valore fondamentale, la prima scena si apre con il suono fuori campo di una suoneria, e l’ultima si chiude con lo stesso effetto, come a tracciare un percorso ad anello dal quale non si riesce a distaccarsi, e come in un movimento circolare si ritorna sempre allo stesso punto, quello di partenza.

Preproduzione

La preproduzione è una fase che può durare molto tempo finché resta passiva, cioè disinteressata. I primi passi per cercare di realizzare un lavoro equivalgono nel vedere cosa e come questo progetto può essere portato avanti, per questa ragione ho utilizzato il termine disinteressato, perché spesso è inutile crearsi troppe aspettative. Questa prima fase serve a capire come, nella pratica, lo sforzo può essere portato avanti, dopo di che ottenute le garanzie e le sicurezze (più che altro personali) si può passare alla fase preproduttiva attiva.
Questa operazione necessita di una grandissima attenzione e cura e a seconda del progetto può durare molto tempo. La mia preproduzione è durata solo due settimane perché il cortometraggio che ho scritto non richiedeva una ricerca di location, scenografie e attrezzature particolarmente difficili. Questa fase per la mia esperienza è stata quella più importante, perché mi ha permesso di interagire con ogni aspetto produttivo in prima persona e senza un aiuto organizzativo ho dovuto risolvere tutte le piccole difficoltà di gestione da solo. In questa fase, che come la scrittura rischia di essere solitaria, è invece fondamentale la comunicazione. Riguardo ad ogni aspetto, infatti, non bisogna mai fermarsi alla prima soluzione trovata.

L’organizzazione di un progetto simile è legata a quattro fattori: le persone, i materiali, le infrastrutture e il tempo. Per prima cosa bisogna trovare le persone giuste con le quali creare un feeling e alle quali lo scritto e il lavoro interessino veramente, creando stimoli si può ottenere infatti molto di più rispetto a persone che magari solo per prestigio prendono parte al lavoro. Nel mio caso le prime due persone che ho contattato e che ho fatto entrare nel progetto sono state Davide Carbonari, operatore e per il lavoro svolto anche aiuto regista, e Alvise Pasquali il direttore della fotografia. Avendo già avuto modo di conoscerli e lavorare con loro sapevo di potermi fidare della loro professionalità, subordinata ad un rispetto e ad un’amicizia che ci lega a priori.

Insieme a Davide ho organizzato una serata per provinare alcuni attori dello Stabile di Torino in modo da scegliere i protagonisti del corto e deciso insieme a lui di girare all’interno del suo appartamento. Con Alvise, invece, ho fatto un preventivo dei materiali da affittare per poter girare nelle migliori condizioni di luminosità. Nel momento in cui ho scritto la sceneggiatura ho cercato di renderla visivamente più semplice possibile, visto che questo progetto è stato autofinanziato dal mio sudato lavoro part-time in un call center. Ho preparato il lavoro in modo da dover girare nell’arco di una sola giornata per dare a tutti i ragazzi che chiaramente avevano altri impegni il modo di liberarsi solo per le ore di produzione e potendo così affittare il materiale per meno ore possibili. In questo lavoro organizzativo è fondamentale utilizzare tutte le conoscenze che si hanno per ottenere il massimo delle opportunità di scelta riguardo ad ogni situazione. Per ottenere i materiali ad esempio ho contattato moltissime persone e solo dopo diversi tentativi ho trovato il tipo di richiesta economica veramente vantaggiosa per le mie tasche.

Nel preventivo bisogna fare sempre molta attenzione a calcolare ogni tipo di materiale indispensabile al lavoro. Per esempio è fondamentale non sottovalutare l’uso dell’elettricità. Nell’elenco delle attrezzature vanno sempre inserite prolunghe, sdoppie e le riduzioni CEE italiane per poter collegare alle nostre spine i cavi della luce. L’elettricità è fondamentale anche per quanto riguarda la copertura di cui necessità la luminosità. Le case normali hanno solitamente 3 KW di disponibilità, quindi se si decide di utilizzare un’illuminazione particolarmente forte (se si lavora in pellicola è assolutamente fondamentale) bisogna richiedere all’Enel un allacciamento aggiuntivo che costa 150 euro al giorno. Lavorando in digitale e soprattutto in un ambiente di luce fioca io non necessitavo di luci a scarica superiori a 1000 Watt. Con una fonte di luce forte da 650 Watt e due da 300 Watt sono riuscito ad ottenere tutte le varianti che mi servivano con un carico quindi totale di meno di 2 KW. In questo modo ho potuto girare senza problemi a casa di Davide. Nel preventivo, consiglio a chi lo dovesse fare, di cercare sempre l’offerta migliore senza mai però eliminare del materiale che si pensa superfluo solo per risparmiare. Molti attrezzi che spesso alla fine del lavoro non vengono utilizzati comunque potrebbero essere sempre utili, due esempi sono i fustoni che permettono di lavorare con i proiettori e la fotografia dando ulteriore potenzialità all’immagine, e i polistiroli che nel caso si volesse giocare con una luce di riflesso si possono sempre rivelare utili.

Immagine articolo Fucine Mute

Per quanto riguarda la camera da affittare io ho optato per una SONY PD 150 R una delle più comuni semi professionali camcorder in circolazione. In rete in questi mesi sui siti di cortometraggi e di filmakers si sta svolgendo un grande dibattito su quale camera sia, tra le semi professionali, quella che ha il miglior rapporto qualità prezzo e quella che fornisce le prestazioni migliori. La sfida, sempre se così si può chiamare, è tra la SONY 150 che ho affittato io, la CANON XL2 e PANASONIC DVX 100. Preferisco non entrare troppo nel particolare analizzandone le varie differenze, mi soffermo solo a sottolineare il fatto che la SONY è quella più utilizzata, perché semplice da usare ed estremamente affidabile. La PANASONIC invece costa molto di più ma permette di essere collegata con un particolare sistema denominato PS technic, che monta le ottiche cinematografiche. Questa variante permette di moltiplicare le potenzialità dell’immagine ma ha una spesa di molto superiore all’affitto della sola macchina.

Un capitolo a parte merita la nuova SONY HDV, su quest’argomento si sentono opinioni molto discordanti, chi la ritiene per la qualità video un fondamentale passo avanti in ambito digitale, chi invece nel cambio di formato e nell’obbligatorietà quindi di abbandonare la piattaforma DV sia per l’acquisizione che per il montaggio vede il procedimento troppo complesso. Per quanto mi riguarda

penso che bisognerà aspettare ancora un po’di tempo prima di giudicare anche perché la HDV è entrata da poco nel mercato. Un’operazione utile da fare sarebbe sicuramente quella di affittare la camera per un pomeriggio per testarne le potenzialità e le reali differenze rispetto alla qualità digitale a cui siamo abituati.

Tornando alla mia preproduzione scelte le date, prenotati i materiali e trovata la location dove girare l’unico tassello mancate era legato al lavoro con gli attori. Questa parte è stata in assoluto per me la più interessante perché a differenza degli altri scritti che ho realizzato questo era quello in cui la parola e l’interpretazione avevano maggior importanza. Scelti gli attori, le prove che ho svolto con loro sono risultate molto importanti avendo lasciato loro massimo sfogo all’improvvisazione, abbandonando la mia vena narcisistica e lasciandoli liberi di modificare le battute del copione a loro piacimento.

A questo punto mi sembra utile inserire la mia sceneggiatura e subito dopo quella modificata e poi effettivamente utilizzata per girare.

LUI E LEI

di

Tommaso Caroni

1-INT.- Ingresso appartamento. NOTTE

 In un ingresso di appartamento oltre la porta si sentono le voci di due ragazzi. Mentre Lei cerca le chiavi di casa nella borsa, suona un cellulare

LEI (off)

(al cellulare)

Mmmm…pronto, si sono arrivata adesso, si si lo so lo attacco l’allarme. Si, notte, sì, ciao. Scusa erano i miei…ora entriamo subito eh, un secondo…le chiavi

LUI (off)

Ok

La porta si apre velocemente e due sagome entrano di fretta nel buio

2-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

 In una stanza ben arredata i due ragazzi si tuffano su un grande letto a due piazze posizionato al centro della stanza, le luci sono leggermente soffuse e la coppia incomincia a baciarsi appassionatamente.

LEI (off)

Dio non mi sembra vero di essere arrivata a questo punto…certo che bacia proprio bene eh…mm però chissà con quante sarà stato così, va bè non importa…e poi con sti occhi sto sguardo…mmmm

Cosa lo avrà fatto scattare prima per baciarmi in mezzo alla strada…boh meno male che oggi mi sono fatta la super depilazione totale, ah forse gli ha fatto colpo quella battuta che ho fatto su su eh…ma chi se ne frega

BACIO (musica di violini off)

LUI (off)

Ok ci siamo baciati e con questa sono 13,14…15 da febbraio, cazzo che annata…era da quando avevo 17 anni che non beccavo così. Non vedo l’ora di mandare un mess a Pier. Gli scrivo…mm tipo “castigata come da copione”…si magari…no no meglio non spacciarsela, gli dico solo che bacia bene, sì sì. Certo che però se riuscissi a fare anche altro…

LEI (off)

Mmm come sono contenta…però mmm…c’è uno strano retrogusto d’aglio, pfff poteva anche pensarci eh, e non mangiare le linguine a cena…va bè non importa…certo però che se ha l’alito così stasera chissà domani mattina…Ma cosa mi viene in mente…no no non lo faccio dormire quì…però è vero uno spazzolino in più ce l’ho…

LUI (off)

Mm, che strano sto formicolio al piede, non è che mi sto agitando, no no…e invece sì Signore lo sapevo, ecco l’ansia. Ok stai tranquillo respira come ti hanno detto…lasciati andare, stai sereno e pensa solo a lei…pensa a quanto è sexy e lo è sexy…si magari solo non troppo o non ancora…Allora memorizza: UNO lei è carina, DUE non ti vuole sposare, TRE prende la pillola e comunque al massimo ho i paracaduti nel portafoglio…sì sì goditi la serata ed amen…goditi la serata,ora me la ribacio duro…

BACIO (musica di violini off)

LEI (off)

Che veemenza non è che questo poi si fa strane idee,non è che non lo voglio, però facciamo finta che almeno non sia scontato…fingiamo un romanticismo degno del momento…pensa se tra un anno ricorderemo questa serata insieme a cena a Parigi…lui mi dirà che voleva fare l’amore con me e io gli dirò che non volevo ma che lui era unico e che…mmmmm

Chissà a cosa sta pensando ora…

Flashback (entrata veloce)

3-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

 Immagini velocizzate di un coito tra loro due (musica rock)

4-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

LEI (off)

Sì, si vede, è proprio un ragazzo d’oro(dolce,bravo) e poi a cena tutte quelle sue teorie su Simone de Beauvouir e la poesia di Garcia Lorca, si vede che è uno serio…

LUI (off)

Che seria sta canotta e con sto profumo… viene da staccargli il collo a morsi…certo si è preparata bene,anche lei sapeva che stasera era la serata giusta…

LUI le accarezza il viso con una mano

LUI (off)

Ma cosa mi viene in mente…lei è una brava ragazza, dai…pensa alla delicatezza con cui ascoltava le mie finte conoscenze filosofiche…è una a posto ci starà immaginando in un prato fiorito…

Flashback (entrata veloce)

3-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

 Immagini velocizzate dello stesso coito di prima (Musica soave)

4-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

LUI (off)

Figurati dai non farebbe mai sesso sfrenato stasera…però non resisto ora esagero, driblo e così…piano piano la mano lungo la maglietta delicato tocco la pelle e la infilo sotto…no no non posso…ho la mano tutta sudata magari è normale ma poi se pensa che sono uno agitato che si spaventa con un rutto…uno che non ci sa fare…merda…sono ad un bivio non posso tornare indietro e non posso fossilizzarmi sul bacio…cosa faccio cosa faccio?!?

BACIO (più agitato…sempre stessa musica di violini velocizzata)

LEI (off)

Certo che il ragazzo c’ha poca fantasia, va bene sti baci però…dai eh mi sono messa sta gonna apposta eh…forse a sto punto non gli piaccio…

Ecco ho capito non gli piaccio…sta tergiversando perché gli faccio schifo, l’ho baciato con poco trasporto…lo sapevo…ora mi bacia solo per farmi un piacere, gli faccio pena se ne vuole andare…

Cosa faccio, vado in bagno, no così magari pensa che torno nuda per lui…ci vorrebbe qualcosa, cosa…se solo quella rompipalle di Monica mi chiamasse…

scusa perfetta, al cell si risponde sempre…non ho azzerato i toni vero?…no no, ti prego Monica…squilla squilla

LUI (off)

Dio che situazione di merda ora, se solo Paolo mi chiamasse per dirmi che la Juve ha vinto…magari pure con due goal di Del Piero…così la finiamo con sto cazzo di imbarazzo, ma ti rendi conto di come la stai baciando, sembri che c’hai tredici anni, nooo…ho tutta la schiena sudata…ti prego Paolo chiama, squilla telefono squilla squilla

Le VOCI off si uniscono all’unisono

Squilla, squilla, squilla,squilla

I due cellulari suonano contemporaneamente.

LUI e LEI si staccano di fretta e rispondono al cellulare.

Il letto resta vuoto

dissolvenza in entrata

La tecnologia del nuovo millennio aiuterà le generazioni future
ISAAC NEWTON

Torniamo all’antico e sarà un progresso
GIUSEPPE VERDI

FINE

Prima di inserire la versione modificata preciso che il titolo nel momento in cui ho scritto la sceneggiatura la prima volta era provvisorio, per la verità è l’ultima cosa a cui ho pensato arrivati al montaggio. La frase conclusiva attribuita ad Isaac Newton in realtà è mia, nel cortometraggio finale ho sostituito il nome dello scienziato americano con una persona a cui devo molto nella vita: Giovanni Piras.

Ho colorato in rosso i passaggi che gli attori hanno modificato, adeguandoli alla loro ritmicità vocale e al loro stile. Ho molto insistito con loro sul fatto di utilizzare termini che solitamente pensano, usando così i loro punti di riferimento cerebrali e non i miei, dando loro la possibilità di recitare anche meglio su parole a quel punto familiari.

SI PREGA DI SPEGNERE I CELLULARI

di

Tommaso Caroni

1-INT.- Ingresso appartamento. NOTTE

 In un ingresso di appartamento oltre la porta si sentono le voci di due ragazzi. Mentre Lei cerca le chiavi di casa nella borsa, suona un cellulare

LEI (off)

(al cellulare)

Pronto, si, sono arrivata adesso, si si lo so lo attacco l’allarme. Si, notte, sì, ciao. Scusa erano i miei…ora entriamo subito eh, un secondo…le chiavi

LUI (off)

Ok

La porta si apre velocemente e due sagome entrano di fretta nel buio

2-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

 In una stanza ben arredata i due ragazzi si tuffano su un grande letto a due piazze posizionato al centro della stanza, le luci sono leggermente soffuse e la coppia incomincia a baciarsi appassionatamente.

LEI (off)

Dio non mi sembra vero…certo che bacia proprio bene eh…mm però chissà con quante sarà stato così, oh lascia perdere! Guarda che occhi e che sguardo…

Chissà cos’è che lo avrà fatto scattare prima per baciarmi lì in mezzo alla strada…meno male che oggi mi sono fatta la super depilazione totale, ah forse gli ha fatto colpo quella battuta che ho fatto…ah ma chi se ne frega

BACIO (musica di violini off)

LUI (off)

Ok ci siamo baciati e con questa sono 13,14…15 da febbraio, cazzo che annata…era da quando avevo 17 anni che non beccavo così. Non vedo l’ora di mandare un messaggio a Pier: “castigata come da copione”…si …no meglio non spacciarsela, gli dico solo che bacia bene, sì. Certo che però se riuscissi a fare anche altro…

LEI (off)

Mmm come sono felice…però mmm…c’è uno strano retrogusto d’aglio, pfff poteva anche pensarci eh, mangiare le linguine a cena…va bè pazienza…sì pazienza se ha quest’alito stasera chissà domattina…Ma cosa ti viene in mente mica lo fai dormire quì…be’ però uno spazzolino in più dovrei avercelo…

LUI (off)

Che strano sto formicolio al piede, non è che mi sto agitando, no no…e invece sì Cristo lo sapevo, ecco l’ansia. Ok stai tranquillo respira come ti hanno detto…lasciti andare, stai sereno e pensa solo a lei…pensa a quanto è sexy e cazzo se lo è… memorizza: UNO lei è carina, DUE non ti vuole sposare, TRE prende la pillola e comunque al massimo hai i goldoni nel portafoglio…sì sì goditi la serata ed amen…la serata, ehi guarda che è qui con te…

BACIO (musica di violini off)

LEI (off)

Eh che veemenza non è che questo si fa strane idee, cioè non è che non lo voglio, ma facciamo finta che almeno non sia scontato…cerchiamo di essere romantici…pensa se tra un anno ricorderemo questa serata insieme, magari a Parigi a cena…lui mi dirà che voleva fare l’amore con me e io gli dirò che non volevo ma che lui era unico e che…mmmmm

Chissà a che cosa sta pensando ora…

Flashback (entrata veloce)

3-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

Immagini velocizzate di un coito tra loro due (musica rock)

4-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

LEI (off)

uaQqqqqqaQuant’è dolce e poi a cena tutte quelle sue teorie su Simone de Beauvouir e la poesia di Garcia Lorca, si vede che è uno serio…

LUI (off)

Che seria sta canotta e con sto profumo… viene da staccargli il collo a morsi…si è preparata bene,anche lei sapeva che stasera era la serata giusta…

LUI le accarezza il viso con una mano

LUI (off)

Ma cosa mi viene in mente…lei è una brava ragazza, dai…pensa a come ascoltava le tue cazzate filosofiche…è una a posto ci starà immaginando sì in un prato fiorito…

Flashback (entrata veloce)

3-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

 Immagini velocizzate dello stesso coito di prima (Musica soave)

4-INT.- Letto della ragazza. NOTTE

LUI (off)

Figurati dai non farebbe mai sesso sfrenato stasera…però non resisto, esagero, così infilo la mano sotto la maglietta, tocco la pelle, piano piano, delicato…no no non posso…ho la mano tutta sudata magari è normale ma poi se pensa che sono uno agitato che si spaventa con un rutto…uno che non ci sa fare…merda…sono ad un bivio non posso tornare indietro e non posso fossilizzarmi sul bacio…cosa faccio cosa faccio?!?

BACIO (più agitato…sempre stessa musica di violini velocizzata)

LEI (off)

Certo che il ragazzo ha poca fantasia, va bene sti baci però…dai eh mi sono messa giù da gara apposta eh…non è che non gli piaccio…

Oddio e se non gli piaccio…magari fa così perché gli faccio schifo o l’ho baciato con poco trasporto…ecco lo sapevo…ora mi bacia solo per farmi un piacere, se ne vuole andare lo so…

Cosa faccio, vado in bagno un attimo, no così magari pensa che torno nuda per lui…ci vorrebbe qualcosa, ma cosa…se solo quella stronza di Monica mi chiamasse…sarebbe una scusa perfetta, al cell si risponde sempre…ah dio non è che ho azzerato i toni?…ti prego Monica chiama…squilla squilla

LUI (off)

Dio che situazione di merda ora, se solo Paolo mi chiamasse per dirmi che la Juve ha vinto…magari pure con due pere di Del Piero…così la finiamo con sto cazzo di imbarazzo, ma ti rendi conto di come la stai baciando, sembri un bimbo di tredici anni, nooo…ho tutta la schiena sudata…ti prego Paolo chiama, squilla telefono squilla squilla

Le VOCI off si uniscono all’unisono

Squilla, squilla, squilla,squilla

I due cellulari suonano contemporaneamente.

LUI e LEI si staccano di fretta e rispondono al cellulare.

Il letto resta vuoto

dissolvenza in entrata

La tecnologia del nuovo millennio aiuterà le generazioni future
GIOVANNI PIRAS

Torniamo all’antico e sarà un progresso
GIUSEPPE VERDI

FINE

Produzione

Terminate le mie quattro ore di lavoro il 4 maggio, fatidico giorno della produzione, verso l’ora di pranzo sono corso a ritirare i materiali che avevo prenotato. Sul Kangoo di mio padre (ricordatevi che spesso tutti gli attrezzi prendono molto spazio quindi munitevi di un veicolo grosso per il trasporto), mi sono dirottato a casa di Davide dove insieme a lui e ad Alvise per qualche ora in attesa degli attori abbiamo avuto la possibilità di giocare un po’ con la luce e provare varie alternative anche di posizionamento della macchina da presa. Queste ore preparative servono molto a comprendere quali possano essere i problemi da evitare nel momento di girare, per esempio di scarsa luminosità o per quanto riguarda materiali inadatti o insufficienti. Sempre molto importante avere una lampadina di riserva per ogni riflettore visto che queste, soprattutto se vengono lasciate accese per diverse ore, surriscaldandosi diventano fragili ed è molto facile si brucino. Io nel pomeriggio ho avuto un problema con il video assist (il monitor nel qual avevo la possibilità di vedere cosa inquadrava la camera), visto che la società dove ho affittato i materiali non aveva inserito tra i materiali il trasformatore RCA per il cavo da collegare alla macchina da presa. Questi piccoli inconvenienti, risolvibilissimi se scoperti per tempo, sono normale routine e non devono mai far cadere nel panico la troupe. Il lavoro infatti anche senza il cavo, recuperato in due ore, è proseguito febbrilmente, prima solo dal punto di vista tecnico poi con gli attori. Prima di girare, infatti, mi sono preso ancora due ore per provare in modo da non abusare troppo dell’attenzione e della concentrazione di tutti durante le riprese. Il lavoro che ho svolto con gli attori (Federico Bava e Roberta Calia) è stato molto impegnativo sin dalle prove. Letta la sceneggiatura ci si accorge subito che il loro lavoro è doppio e quindi doppiamente difficile, dovendo recitare davanti alla cinepresa solo con l’espressione corporea, dando invece massimo sfogo a quella vocale nella fase di doppiaggio (che racconterò dettagliatamente nel prossimo articolo). Per facilitare il loro compito li ho registrati in una delle prove vocali, facendoli esercitare molto prima di girare ascoltando il nastro con le loro voci. In questo modo hanno avuto l’opportunità di trovare il ritmo giusto e la corretta sincronia dei movimenti, indispensabile per la realizzazione ottimale del corto. Trovata la giusta sintonia, dopo una pausa di un’ora per cenare, con le luci e la camera già in posizione e gli attori pronti siamo passati alle riprese.

Immagine articolo Fucine Mute

Abbiamo incominciato a girare la prima scena alle 21.30 e abbiamo finito l’ultima alle 4.45 per un totale di quasi due ore di girato. Alla fine per le ultime riprese la troupe è rimasta piccolissima, anche il tecnico del suono in presa diretta Marcello Di Marino che mi ha aiutato anche nel montaggio, visto che non era più necessario il suo contributo, ha lasciato il set. Solo gli attori, Davide, Alvise ed io siamo rimasti a riprendere alcuni particolari di scena che in postproduzione possono sempre rivelarsi utili e i due flashback, divertenti da girare sotto ogni punto di vista. Abbiamo azzardato una fotografia più complessa sfruttando tutti i riflettori a nostra disposizione e utilizzando le gelatine orange e blue per creare tonalità di luce differenti. Nonostante la stanchezza anche gli attori hanno giocato un po’ truccandosi e vestendosi in modo da rendere più divertente ed eccessive le scene.

Il lavoro non si può dire che non sia stato massacrante ma anche estremamente divertente e stimolante. Personalmente sono molto soddisfatto di come sono riuscito a lavorare perché da ansioso e nevrotico quale sono, ho creato una splendida atmosfera di grande collaborazione e scambio di vedute, con tensioni e problematiche mantenute al minimo. Da set alla Woody Allen in cui pensavo di dover lavorare mi sono ritrovato dentro uno di Clint Eastwood, e questo indipendentemente dal valore del mio lavoro è stato l’aspetto che più mi ha soddisfatto.

All’alba, terminato il lavoro abbiamo rimesso tutte le attrezzature a posto lasciandoci felici e sovraeccitati dopo una lunga notte, di tensione e pressione ma anche di allegria, perché dopo questa esperienza non so davvero cosa ci possa essere di più bello se non fare e rifare l’esperienza che ho vissuto la sera del 4 maggio.

fine prima parte

Tommaso Caroni, redattore di Fucine Mute, ci racconta, attraverso quel che potremmo definire un diario di bordo, la sua esperienza con il cortometraggio al fine di narrare le difficoltà e le vicissitudini in cui ci si imbatte realizzando un corto.


Questo lavoro si articola in due parti. La prima racconta dell’approccio alla sceneggiatura, della fase preproduttiva “attiva” con la ricerca di location, collaboratori, i provini con gli attori e i vari preventivi per stilare i costi complessivi e i giorni di ripresa. Per poi finire con la fase produttiva, l’importanza di avere un piano regia ordinato e le continue difficoltà che ci si trova davanti e che in un modo o nell’altro devono essere superate.
La seconda – che sarà pubblicata nel prossimo numero – narrerà del lavoro postproduttivo: il montaggio video, il doppiaggio, la sincronizzazione audio e la color correction. Inoltre a corredo dell’articolo sarà pubblicato anche il video del backstage in modo che questa esperienza possa essere raccontata anche dalle immagini oltre che dalle parole.

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