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Musica

Alessandro Tedeschi

Netherworld

Alessandro Tedeschi è la mente del progetto Netherworld e dell’etichetta Glacial Movements. L’idea alla base di entrambe le avventure è molto semplice, cioè rappresentare paesaggi ghiacciati e pressoché immutabili per mezzo della musica ambient e dei field recordings. Nonostante un campo d’azione in apparenza così ristretto, Alessandro sta ricevendo moltissime critiche positive.

Tedeschi su un monte al tramonto

Nel 2007 ha pubblicato a nome Netherworld un disco dal titolo Mørketid (in norvegese significa “periodo buio dell’anno”, quello in cui a quelle particolari latitudini non c’è mai luce, nda), che ha stupito per la sua capacità di trasmettere una sensazione di pace per nulla scontata in un disco collocabile in quel sottogenere dell’ambient chiamato “isolazionismo”. Questo risultato è stato ottenuto — come da copione — con pochissimi elementi messi in loop, ma anche con suoni cristallini, un gioco intelligente sul volume dei suoni stessi e col valore aggiunto delle registrazioni “in loco”.

Nel 2008, invece, ha condiviso per l’etichetta Fario uno split-cd coi Nadja, band drone/doom canadese in grado di espandere le distorsioni e i feedback di chitarra a tal punto da non avere legami con la forma-canzone e avvicinarsi alla creazione di paesaggi sonori: il titolo, Magma To Ice, è ingannevole, perché in realtà si comincia col ghiaccio di Netherworld — qui reso anche manipolando frammenti di musica classica — che viene fatto evaporare da quell’esplosione di elettricità che è il sound dei Nadja (anche in questo caso si tratta di un’idea molto basilare, ma realizzata alla perfezione).

Copertina album like a snow riverGlacial Movements, poi, è un’etichetta il cui catalogo si sta progressivamente popolando di nomi importanti della scena ambient/industrial/sperimentale. Esempio eclatante è la pubblicazione di Like A Slow River, nuovo disco a nome Lull di Mick Harris, uno dei musicisti più influenti degli ultimi anni: è stato parte dei Napalm Death (assieme a Justin Broadrick, che poi darà vita ai Godflesh e agli Jesu), dei Painkiller (con John Zorn e Bill Laswell) e degli Scorn (in realtà da anni ormai suo progetto solista). Lull è il progetto col quale Harris, dallo stile sempre scarno e minimale, realizza soundscapes immensi e statici, monumenti alla profondità del suono: l’uscita per l’etichetta di Alessandro fa credere proprio di trovarsi su di un ghiacciaio e — per via dell’uso particolare delle basse frequenze — fa percepire al corpo stesso di chi ascolta che qualcosa d’infinito (e inquietante) là sotto si sta lentamente (e da sempre) spostando.

Non solo, dunque, Alessandro rende interessante il “concept ” dietro al suo progetto, ma riesce a coinvolgere attorno alla sua idea guida anche altri artisti da tempo conosciuti e rispettati. Abbiamo cercato di capire come fa e ne abbiamo approfittato per dargli un po’ più dello spazio di una recensione.

Fabrizio Garau (FG): Quando è nato il progetto Netherworld nella tua testa e quando hai pensato di poter gestire un’etichetta tutta tua?

Alessandro Tedeschi (AT): Ho sempre sentito dentro di me l’esigenza di dare una spiegazione ai miei pensieri e alle visioni che di continuo mi frullano nella testa… con il tempo ho capito che il miglior modo possibile era quello di descriverli attraverso il suono e, nel 2004, ho dato vita al mio progetto Netherworld, con il quale, attraverso la composizione di musica ambient “isolazionista”, mi avvicino ai miei pensieri più nascosti. Ho sempre creduto di avere delle buone capacità di relazionarmi con il mondo e le persone che mi circondano, di avere delle idee sane e la mente libera e aperta. È per questo motivo che ho creato la Glacial Movements, una nuova realtà discografica Italiana che mi auguro riceverà (sta già avvenendo) la meritata attenzione a livello globale.

FG: Ciò che fai viene spesso associato al dark ambient, ma in Mørketid ho trovato momenti di beatitudine sconosciuti a Lustmord et similia. Due domande: mi sono sognato la beatitudine? Netherworld parte da ascolti industrial /dark ambient o ha fin dall’inizio un background più vasto?

Copertina album morketidAT: Mørketid è stato il mio punto di svolta musicale. Con quest’affermazione intendo dire che le mie prime uscite erano molto improntate sull’aspetto più oscuro delle mie visioni. Ora, invece, con il suono sto dirigendomi verso sensazioni di pace e isolazionismo (che per me non è sinonimo di oscurità). Mørketid è la descrizione di quiete che ho sentito dentro di me durante il mio viaggio in Norvegia. Quindi la mia risposta alla tua prima domanda è che questo senso di beatitudine che hai colto è presente nell’intero album. Ascolto musica ambient (con tutte le sue sfumature) da quando avevo 14 anni, ma i miei gusti vanno anche oltre e spaziano dalla musica classica al country fino ad arrivare all’elettronica e al minimalismo.

FG: Mørketid contiene field recordings raccolti (coerentemente col progetto) in Norvegia. Mi è rimasta la curiosità su come mai tu abbia voluto inserire anche le voci dei norvegesi, perché — è un fatto meramente soggettivo — la presenza umana mi è sembrata quasi di troppo.

AT: Posso capire e ovviamente rispetto la tua interessante osservazione. Durante il viaggio in Norvegia, alla scoperta dei ghiacciai, dei fiordi e dei piccoli paesi incontrati lungo il percorso, ho sentito l’esigenza di catturare, oltre ai field recordings, anche le voci della gente alla quale chiedevo informazioni sul termine mørketid. Quello che si sente (solo in alcuni brani del cd) sono quindi cose correlate al mørketid, che ho poi leggermente trasformato per assemblarle all’interno delle altre registrazioni. Ho voluto creare un lavoro coerente dall’inizio alla fine.

FG: Nello split con Nadja manipoli campioni di musica classica per creare il tuo paesaggio ghiacciato. Sin da quando esiste la possibilità di campionare, la musica classica è stata benevolmente saccheggiata e sfruttata in più forme. C’è qualche artista in particolare che ti ha fatto scoprire questo modus operandi?

Copertina album RapoonAT: L’unico esempio di manipolazione di musica classica che posso menzionare è quello di Biosphere in Shenzou, ma non ho assolutamente preso da qui lo spunto per eseguire lo split Magma To Ice con i Nadja. Come dicevo, la musica classica è stata sempre presente nella mia vita e ho sentito che forse le mie atmosfere potevano brillare di luce diversa attraverso l’uso di frammenti classici. Vorrei precisare che ho usato solamente pochissimi secondi di un paio di brani che ho nella mia collezione. Tali frammenti sono stati manipolati e resi praticamente irriconoscibili.

FG: Nadja è uno degli ormai numerosi progetti in ambito metal estremo che in certo modo si avvicina al drone, all’ambient e al noise attraverso la chitarra elettrica. Si tratta di qualcosa che ti interessa? Cosa trovi oggi di innovativo nel tuo genere?

AT: Ad essere sincero non riesco proprio a trovare interesse nel genere drone/noise costruito attraverso l’uso di chitarre elettriche. Odio il rumore fine a se stesso, apprezzo invece molto chi, con la chitarra, fa cose più atmosferiche ed estese verso l’infinito. Nel genere ambient è difficile trovare qualcosa di veramente innovativo. Molto è stato già fatto in passato, tuttavia ci sono in giro per il mondo ancora artisti che hanno qualcosa di nuovo da dire e che aspettano solo l’occasione per uscire dall’anonimato.

FG: A chi, utilizzando un luogo comune, dice che l’ambient è poco varia, a chi ti contesta che circoscriverla ulteriormente “a una stagione” è ulteriormente limitante, cosa rispondi? Con la famosa storia che gli
eschimesi hanno moltissimi modi per dire neve? È solo questione di punti di vista quindi?

AT: Io credo che la musica ambient vada ascoltata molto attentamente. Se lo si fa in questo modo,attraverso un buon impianto HI-FI (non il PC!!) e in un ambiente tranquillo, ad ogni ascolto del cd si possono percepire nuovi suoni e nuove delicate variazioni che all’inizio non sembravano esistere. Questa musica non è uguale al pop, al rock o ad altri generi, e i suoi effetti sulla psiche umana possono essere veramente devastanti (nel senso positivo del termine). Non è assolutamente limitante! Anzi, dico invece che ha la possibilità di aprire nuove porte nella nostra mente. Il problema è che sono poche le persone che realmente hanno lo spirito giusto per aprirle.

FG: Parliamo dell’etichetta Glacial Movements. Lo chiedo sempre a tutti, a beneficio di futuri label manager: c’è qualche problema pratico o burocratico che ti ha fatto impazzire?

AT: Direi proprio di no. Bisogna solo avere le idee chiare su ciò che si vuole fare, avere un progetto ben saldo in mente e fissare più obiettivi da raggiungere. Io seguo queste semplici regole e devo dire che sto raccogliendo i frutti del mio lavoro. Indubbiamente non è facile perché faccio tutto da solo ed ho già un lavoro che mi impegna per 8/10 ore al giorno. Ciò nonostante, riesco a trovare sempre il tempo da dedicare a Glacial Movements, anche se, a volte, devo rinunciare ad altre cose… ma questa è una mia scelta.

FG: Dal punto di vista artistico, invece, sembra tu abbia la grande capacità di individuare e convincere grandi artisti a collaborare con te: di recente hai pubblicato il nuovo disco di Mick Harris come Lull, un lavoro di una profondità difficilmente eguagliabile. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu.

Copertina albumAT: Grazie! Ne sono ovviamente convinto anche io. È indubbiamente uno dei suoi migliori lavori. Appena ascoltai i primi secondi di Like A Slow River era chiaro che Mick aveva interpretato alla perfezione quello che gli avevo chiesto di fare per Glacial Movements. Mi sono sentito subito travolto da questo gelido fiume che mi trasportava lentamente verso quei luoghi freddi e glaciali che io tanto adoro. Ho seguito passo dopo passo la composizione dell’intero cd consigliando e incoraggiando Mick quasi quotidianamente. Con questo lavoro è nata anche un’amicizia tra me e lui che produrrà, in futuro, una possibile collaborazione Netherworld /Lull.

FG: Diamo spazio anche ai progetti futuri dell’etichetta, dunque, visto che altre figure importanti si stagliano all’orizzonte.

AT: Sì, in futuro produrrò grandi nomi ma anche artisti meno noti. La mia agenda è composta da artisti del calibro di Thomas Köner, Paul Schütze (un altro attesissimo ritorno dopo anni di silenzio!), una collaborazione a nome Troum/Aidan Baker e sono in ottimi rapporti con William Basinski e Loscil. Per i nomi meno noti (ma validissimi) vedranno la luce il trio svedese Skar e il russo Closing The Eternity. Credo che avrò pochissimo tempo libero!

Netherworld – Discografia


Magma To Ice – Nadja/Netherworld – Fario Records CD 10 – 2008
Kall: The Abyss Where Dreams Fall – Mondes Elliptiques – 2007
Morketid – Glacial Movements Records – 2007
Hallucinations– Taalem – 2007
Six Impending Clouds – Gears of Sand – 2005
Otherworldly Abyss – Umbra Records – 2005
Firmament In Obscurity – Umbra Records – 2005
Eternal Frost – Umbra Records – 2004
Hermetic Thoughts – Umbra Records – 2004


Glacial Movements – Catalogo


VV.AA. Cryosphere
Netherworld Morketid
Rapoon Time Frost
Oophoi An aerial view
Lull Like a slow river


www.glacialmovements.com

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