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Omnia

Dalla cellulosa alla celluloide

Dalla cellulosa alla celluloide, con la speranza che il successo in libreria non sia che un assaggio di quello al botteghino. Il cinema italiano (ma non solo) – anche per far fronte ai tagli previsti al Fondo unico per lo spettacolo – tenta di sopravvivere alla crisi economica globale stringendo un patto di ferro con la letteratura.

Set cinematografico all'aperto con Pippo Mezzapesa

La filosofia è semplice, il compromesso dignitoso: rischiare meno, cercando la garanzia di un incasso in grado di coprire i costi di produzione, ma senza trascurare la qualità. Alla fine ci guadagnano tutti: i produttori in termini di sicurezza degli investimenti, gli scrittori perché il film allunga la breve vita editoriale del romanzo, e anche il pubblico, che non deve rassegnarsi a un’offerta fatta di sole commedie adolescenziali e “cinepanettoni”.

Così il 2009, cinematograficamente parlando, sarà l’anno dei film tratti dai libri. Due quelli che hanno concorso per l’Oscar: Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher, basato su un racconto breve di David Scott Fitzgerald, e il pluripremiato The Millionaire di Danny Boyle, tratto dal romanzo di Vikas Swarup Le dodici domande. La tendenza non risparmia registi e scrittori affermati. Se all’estero Spike Lee prepara Start, tratto da un libro sul trattamento riservato agli afroamericani durante la seconda Guerra mondiale, e la britannica Emily Young si è cimentata nella trasposizione di Veronika decide di morire di Paolo Coelho (nelle sale Usa dal 6 marzo scorso e presto anche da noi), in Italia Gianni Amelio firma Il primo uomo, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Albert Camus.

Locandina dle film Il caso dell'infedele KlaraNon è nuovo alle trasposizioni cinematografiche di romanzi Roberto Faenza – suo Sostiene Pereira, tratto dal libro di Antonio Tabucchi – che è tornato nelle sale italiane con Il caso dell’infedele Klara. Thriller psicologico ambientato tra Praga e Venezia e liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Michal Viewegh, il film racconta la storia di un giovane musicista, geloso della fidanzata, che assume un detective per scoprirne i segreti. I protagonisti sono Iain Glen, Claudio Santamaria e Laura Chiatti. Pare non ci sia più la Chiatti – per motivi di sovrapposizione d’impegni – nel nuovo lavoro di Alessandro Piva, che arriva a sette anni da Mio cognato e dopo una parentesi dedicata alla fiction televisiva: il suo Chirurgia d’urgenza (produzione Taodue) sarà in tv, su Mediaset, a breve.

Anche Piva guarda alla letteratura, con un impegno doppio. Appena finite le riprese di Henry – così i neri di New York chiamano l’eroina nell’omonimo romanzo di Giovanni Mastrangelo (Einaudi) a base di droga, sesso e sangue – ha già pronta la sceneggiatura di Apocalisse da camera, romanzo d’esordio del fratello Andrea (Einaudi). Si parla di Elio Germano per il ruolo del protagonista: un giovane assistente universitario, figlio di papà, che scambia buoni voti in cambio di compiacenza sessuale da parte delle studentesse più carine. Con questo film, che non uscirà prima del prossimo anno, l’atteso ritorno dei fratelli Piva a più di dieci anni dal “caso” cinematografico di La CapaGira.

Locandina del film Il paese delle spose infelici«Il film tratto da un libro – spiega Mario Desiati, scrittore e direttore editoriale di Fandango libri – è sicuramente un progetto più facile da sviluppare perché c’è già un soggetto, un potenziale pubblico e un potenziale gradimento. Certo, questo non basta a parlare di successo assicurato, perché poi entra in gioco anche la riuscita o meno del lungometraggio. Quanto a spettatore, personalmente ho difficoltà a leggere un romanzo dopo aver visto un film. Ma non faccio testo: è provato che i film tratti dai libri aiutano quei libri a vivere qualche anno in più nelle collane editoriali».

Desiati è uno degli autori italiani coinvolti nel sodalizio cinema-letteratura. Sarà il ventinovenne Pippo Mezzapesa – già David di Donatello nel 2004 con il cortometraggio Zinanà e protagonista della Settimana della critica del Festival di Venezia, l’anno scorso, col docudrama Pinuccio Lovero. Sogno di una morte di mezza estate – a tradurre in immagini il suo Il paese delle spose infelici (Mondadori). La storia è un triangolo amoroso sullo sfondo della Taranto degli anni Novanta, tra i veleni dell’Ilva, le morti in fabbrica e le gesta surreali – ma vere – del sindaco dell’epoca, Giancarlo Cito.

Ma non finisce qui. Nell’arco dei prossimi due mesi, doppia uscita. Nelle sale ci sarà Questione di cuore di Francesca Archibugi, tratto dal romanzo d’esordio dello sceneggiatore Umberto Contarello (Feltrinelli), e Generazione mille euro di Massimo Venier. Quest’ultimo racconta la storia di Marco, un laureato in Fisica che riesce a malapena a pagare l’affitto dell’appartamento che condivide con un amico. È tratto dall’omonimo romanzo di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa pubblicato nel 2006 da Rizzoli.

Concluse da poco le riprese di altri due film a base letteraria. Alle Carceri nuove di Torino, Renato De Maria ha allestito il set del contestatissimo La prima linea, ispirato al romanzo autobiografico La miccia corta di Sergio Segio. È Riccardo Scamarcio a vestire i panni di Segio, quel “comandante Sirio” che fu tra i fondatori di Prima linea, una delle più compatte organizzazioni armate di sinistra negli anni Settanta.

Copertina del libro Lo spazio bianco edito da EinaudiA Napoli, invece, Francesca Comencini lavora su Lo spazio bianco, tratto dall’omonimo romanzo di Valeria Parrella (Einaudi), che lo scorso anno si è aggiudicato il premio letterario Città di Bari. Protagonista è Maria, (Margherita Buy), un’insegnante quarantenne single che partorisce al sesto mese di gravidanza una bimba, Irene. Vivrà i successivi tre mesi in ospedale, al fianco della piccola, in una sorta di limbo: quello “spazio bianco” in cui Irene lotta, in bilico tra la vita e la morte.

Non è ancora un film ma lo diventerà. Da tenere d’occhio il romanzo del bolognese Gianluca Morozzi: Colui che gli dèi vogliono distruggere (Guanda). È l’unico lavoro italiano selezionato per far parte dei dodici libri “ad alto potenziale cinematografico” di Breakfast and books. L’evento si è svolto all’ultimo festival cinematografico di Berlino per favorire l’incontro tra editori, che hanno presentato i loro migliori prodotti, e produttori internazionali, che ne hanno potuto opzionarne subito i diritti.

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