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Scrittura

Le tribolazioni di una cassiera

Copertina del libro Le tribolazioni di una cassiera
Titolo: Le tribolazioni di una cassiera
Autore: Anna Sam
Anno di pubblicazione: 2008
Titolo originale: Tribulations d’une cassière
Traduzione: Luisa Azzolini
Editore: Corbaccio
Collana: Dalla parte delle donne
Pagine: 182
Prezzo: 12,60 Euro
ISBN: 9788879929925

Il mio nome è Anna, ho ventott’anni, una laurea in lettere e un’esperienza della vita particolare e banale al tempo stesso. Ho lavorato otto anni nella grande distribuzione, prima per pagarmi gli studi e guadagnarmi l’indipendenza economica, e poi, non riuscendo a trovare un lavoro nel mio campo, per diventare, come si suoi dire elegantemente, hostess di cassa. Una cassa. Che non mi consente grandi scambi tranne i bip che emette con regolarità quando passo allo scanner i diversi articoli. A forza di sentire questo rumorino sarei potuta diventare io stessa un robot. D’altronde i rapidi incontri con i clienti non è che aiutino proprio a sentirsi vivi. Ma fortunatamente il contatto con i colleghi ci ha sempre aiutato a ricordare che apparteniamo anche noi all’umano consesso.

E poi, un giorno, ho deciso di raccontare il mio lavoro e di prendere nota di tutti i piccoli incidenti che accadono quotidianamente nella vita di una cassiera qualunque. All’improvviso, ho cominciato a guardare con occhi nuovi la gente che sfila dietro il nastro della cassa e a considerare diversamente l’universo della grande distribuzione: ho scoperto un mondo infinitamente più vario di quanto non pensassi.

Ci sono clienti facili e altri meno facili, i ricchi e i poveri, i complessati e gli “sboroni”, quelli che ti trattano come se fossi trasparente e quelli che ti dicono buongiorno, i fanatici che smaniano in attesa dell’apertura e quelli che sistematicamente aspettano l’ora di chiusura. Ci sono quelli che cercano di rimorchiare e altri che insultano. Chi osa dire che nella vita di una cassiera non succede mai niente?

A forza di vivere situazioni simili, mi è venuta voglia di condividerle. E allora eccovi qualcuna di queste storie, quelle che mi hanno toccato più da vicino. Ma è giunto il tempo di prendere il vostro carrello e di entrare nel supermercato. Le porte stanno per aprirsi! Buona passeggiata!

A chi, dopo aver fatto la spesa al supermercato, non è capitato di dimenticare la faccia della cassiera prima di arrivare a casa? Non sono luoghi comuni: siamo spesso abituati a ignorarle, e loro ci hanno fatto il callo; a trattarle come fossero un tutt’uno con la loro cassa, mentre loro tentano di insegnarci educatamente che sono delle persone; a usarle come capro espiatorio per i prezzi alti o, peggio ancora, se quello che cercavamo è terminato, quando loro non non hanno nessun potere in materia o, più precisamente, nessuna colpa; persino a non salutarle, mentre loro lo fanno, ugualmente e cortesemente.

Una cassiera di nome Anna Sam ha iniziato la sua personale ribellione contro il sistema e l’esercito di consumatori tiranni e capi dispotici attraverso un blog. Nato quasi esclusivamente per restare a galla dopo una giornata passata a sopportare il biiiip di centinaia di prodotti, caissierenofutur.over-blog.com è ben presto diventato famosissimo e cliccatissimo in Francia. L’effetto secondario di questo esperimento nella rete è stato riuscire a dar voce a tutte le “hostess di cassa” del mondo, facendo sì che molti clienti, dopo averlo letto, le guardassero con occhi diversi o iniziassero persino a trattarle un po’ meglio.

Alle soglie dei trenta, l’autrice ha già trascorso otto anni della sua vita a fare la cassiera in Francia, prima per pagarsi gli studi, per necessità poi. Su consiglio dei lettori ha tratto dal suo blog un libro che in patria ha venduto decine di migliaia di copie e anche in Italia sta riscuotendo un discreto successo.

Anna Sam, la cassiera scrittrice

Ironica, divertente e anche un po’ graffiante, l’opera di questa giovane scrittrice è unica e si distingue per la genuinità e l’accuratezza con cui descrive fatti e situazioni, nonché vizi e virtù di molti clienti tra cui, con una buona probabilità, potremmo anche riconoscerci.

Difficile pensare che fare la cassiera sia un lavoro da sogno, ma chi questo mestiere lo fa di professione sa esattamente di cosa lamentarsi. A volte le madri ammoniscono i figli dicendo loro che, se non si daranno da fare a scuola, potrebbero finire a fare gli operai o, alle figlie, le hostess di cassa. Uno spauracchio che può funzionare, ma è importante ricordare che non è esattamente carino dirlo proprio davanti a chi operaio o cassiera lo è davvero…

Dopo aver letto questo libro sarà impossibile andare a fare la spesa con lo stesso spirito e leggerezza di prima. Sono convinta che tutti ci impegneremo a pronunciare un “grazie” e un “arrivederci” in più e che, magari, faremo perfino un saluto cordiale. Allo stesso modo, sarà difficile dimenticare alcuni numeri che riguardano la quotidianità di una cassiera — pardon — di una hostess di cassa. Parliamo, ad esempio, della quantità di parole, sempre uguali, che in media una del mestiere pronuncia ogni giorno: 250 Buongiorno, 250 ArrivederciBuonaGiornata, 500 Grazie, 200 Ha la carta fedeltà?, 70 Il suo codice per favore, 70 Può riprendere il bancomat, 30 I bagni sono là, e molte altre frasi altrettanto prive di poeticità.

Poi ci sono altri numeri, ugualmente interessanti, che tanto significano nella vita di una cassiera. Sono i 15-20 articoli passati al minuto, i 700-800 registrati all’ora, i 21mila — 24mila registrati alla settimana, gli 800 chili di merce sollevati ogni ora, le 96-120 tonnellate alla settimana e così via. Un bell’allenamento per queste donne (il 90% di chi fa questo lavoro appartiene infatti al gentil sesso!), tale da rendere impossibile dire che, nel loro caso, sia stato perso di vista il vecchio detto “mens sana in corpore sano”. Sanno bene come tenersi in forma, e lo fanno senza spendere neppure un centesimo degli 850, preziosissimi, euro netti che rappresentano il loro stipendio mensile. E che, sicuramente, non le ripagano dello stress a cui sono sottoposte nei giorni di grandi saldi o dei rush pre-festività.

Eppure nella vita di una hostess di cassa sono moltissimi gli elementi che secondo l’autrice meritano di essere analizzati. Ad esempio le tipologie di capi che si potrebbero potenzialmente incontrare nel corso del lavoro: da quello super efficiente a quello eternamente insoddisfatto; dal “capo-dio” a quello “obiettivo-sorriso”. Tutti minuziosamente descritti con il proprio corredo di pregi e difetti che tanto li rendono cari e/o odiatissimi alle nostre protagoniste.

Non potevano mancare neppure loro — i Clienti! — senza i quali le nostre hostess non avrebbero ragione di esistere. La cosa più incredibile è che sono numerosissimi e ognuno di loro ha, senza eccezioni, il suo posto speciale nel cuore di una cassiera. Solo alla categoria dei clienti-ladri l’autrice ha dedicato un intero capitolo. Alcuni sono davvero bizzarri e, a modo loro, divertenti: come il fine parlatore, la coppia che litiga, l’occultatore, oppure il centometrista e il manipolatore di codici a barre. Esistono, però, anche altri tipi di frequentatori di casse che si meritano uno spazio dedicato, e sono i “clienti buoni affari”. Con una volontà di ferro e una lista della spesa che include esclusivamente articoli dotati di sconto speciale o rientranti nel “tre per due”, la maggior parte delle volte finiscono per acquistare prodotti che non piacciono né a loro né ai rispettivi familiari.

Per non parlare, poi, delle due coppie immancabili nella vita di una cassiera. C’è “la coppia di apertura” che, se il supermercato apre alle 9, è davanti all’ingresso (incurante del tempo) già alle 8.25 e attende — dopo aver parcheggiato la macchina nel posto migliore e recuperato il carrello con le ruote meglio allineate — di potersi fiondare fra le corsie per arrivare prima alla cassa. Naturalmente, se alle 9.08 la saracinesca dell’uscita non è ancora alzata, se ne va sbuffando. E c’è poi la versione opposta e complementare, ossia la “coppia di chiusura”: quella che, a supermercato chiuso e luci praticamente già spente, sta ancora facendo la spesa con aria candida e rilassata e che, se gentilmente invitata a raggiungere la cassa, non risparmierà ingiurie e insulti.

Anna Sam abbandona il supermercato

Con Anna Sam il viaggio tra le corsie del supermercato continua senza soste. Conosceremo le 3 FAQ della cassiera, come: “dov’è il bagno?” o “non ha un sacchetto?” e, quella in assoluto più antipatica e irritante, “è aperta?”. Per quest’ultima, se la cassiera in questione ha un po’ di esperienza ed è abbastanza intraprendente, potremmo sentire persino una replica divertente.

L’autrice ci fa poi scoprire le varianti di divise adottate dalle diverse catene di supermercati. Si passa dallo stile “glamour”, con tanto di tailleur scuro e foulard a fiori, a quello da “Nonna Abelarda”, composta da gilet e gonne/pantaloni con pinces, taglia XXL; dalla moda alla “contadinella”, adatta solo per chi è in gravidanza avanzata, a quella da “clown”, con colori sgargianti o fioroni; toccando infine lo stile “low profile” con polo, gilet senza maniche o T-shirt dei colori del marchio (ovviamente solo fino al primo lavaggio). Doveroso il percorso per conoscere i cosiddetti “articoli imbarazzanti”, come la carta e gli assorbenti igienici, i profilattici o i dvd porno. Questi articoli, salvo rari casi, sono gli unici in grado di fornire alle nostre protagoniste dei momenti, seppur brevissimi, di svago e divertimento. L’abilità, ovviamente, consisterà nella capacità di sorridere con la dovuta discrezione.

Se, arrivati a questo punto, il nostro cuore è chiuso in una morsa di tristezza al pensiero che la vita di una cassiera è assolutamente poco gratificante, potremo tirarci su il morale ricordando che esiste comunque qualcuno o qualcosa in grado di rendere migliore la loro giornata. Si tratta degli amati colleghi o dei clienti gentili, ossia gli unici che le fanno sentire parte del genere umano. E del loro migliore amico, il nastro trasportatore, preziosissimo marchingegno che, il più delle volte, consente loro di tirarsi fuori dai guai e di vendicarsi dei clienti che le maltrattano.

La fotografia di una quotidianità fatta di minuscole nevrosi e spesso di maleducazione ma, soprattutto, di piccolezza umana. Una scorpacciata di informazioni, dettagli, piccoli aneddoti più o meno divertenti che contribuiranno a far capire al lettore che cosa passa per la mente di una cassiera. Nel suo stile da diario sarcastico, il libro di Anna Sam saprà certamente regalare qualche risata e, si spera, qualche spunto di riflessione a tutti coloro — e chi non lo è? — che sono clienti di qualche supermercato.

Le tribolazioni di una cassiera ha permesso alla sua giovane autrice di uscire dall’ombra e farsi conoscere e amare dal pubblico dei lettori. Resta naturale chiedersi se la fortuna della scrittrice si sia esaurita con questo primo successo editoriale o se di questa bretone appena trentenne si sentirà nuovamente parlare. Per il momento, intanto, Anna Sam col suo best seller ha potuto permettersi il licenziamento.

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