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Omnia

Carne da carta

Pordenonelegge 2009

Locandina Pordenone LeggePordenonelegge ha festeggiato quest’anno il suo decimo compleanno. A settembre l’ospitale cittadina friulana si è tinta di giallo e nero, i colori del suo Festival ormai più importante e rappresentativo, battezzato dai suoi ideatori — il direttore artistico Gian Mario Villalta, Alberto Garlini e Valentina Gasparet — “il festival del libro con gli autori”.
I percorsi tematici di questa decima edizione sono stati come sempre vari e hanno spaziato dalla letteratura alla poesia, dalla scienza alla storia, passando per attualità e filosofia. Un’offerta ancora una volta ricchissima che ha consentito agli appassionati di costruirsi un vero e proprio programma su misura — a volte frutto di scelte sofferte! — abbandonando le formule preconfezionate e seguendo i propri amori di carta.

Da mercoledì 16 a domenica 20 settembre, in 34 diverse location del centro storico, infatti, sono stati oltre 160 gli incontri allestiti. Molti dei quali con nomi di spicco della letteratura italiana ed internazionale: da David Lodge e Fred Pearce a Torben Guldberg, dagli ospiti d’eccezione come lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua o i filosofi Slavoj Žižek e Peter Sloterdjik, al Premio Pulitzer Elizabeth Strout, a Jostein Gaarder che ha presentato la sua ultima produzione Il castello dei Pirenei (Longanesi).

Affollatissimi sono stati gli incontri con l’attesa Margaret Mazzantini, neo vincitrice del Premio Campiello grazie alla sua ultima opera Venuto al mondo (Mondadori); con l’irresistibile Daria Bignari, scrittrice agli esordi ma affermata conduttrice televisiva, con Enrico Brizzi e Marcello Fini, che hanno raccontato il proprio appassionante pellegrinaggio, divenuto un libro pubblicato da Ediciclo Editore: La via di Gerusalemme. In cammino da Roma alla Città tre volte santa. Gli appunti di viaggio firmati dall’autore di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, sono qui accompagnati da una solida guida pratica redatta sul campo e dalle immagini originali di fotodiario. Assieme al suo compagno di strada Marcello Fini, Brizzi ha raccontato ai presenti i momenti più belli ma anche quelli più sofferti, rispondendo alle domande più curiose, snocciolando dettagli tecnici e rendendo il pubblico partecipe delle sue riflessioni senza mai dimenticare humor e ironia.

Altro ospite che ha incantato il pubblico è stato il magistrato-scrittore Gianrico Carofiglio, autore ormai di culto, maestro nell’arte di architettare storie gialle, dove il dubbio, i valori della laicità e un avvertito umorismo sono il pendant di una lettura scandita da felici colpi di scena.
A Pordenonelegge sono intervenuti anche i romanzieri che hanno reso avvincente l’ultima edizione del premio Strega, il vincitore Tiziano Scarpa, protagonista con Antonio Moresco di un dialogo sulla letteratura e sulle sue potenzialità nella realtà imprendibile dei media e della parola di consumo, e Antonio Scurati, autore che utilizza con abilità numerosi registri linguistici per affrontare la contemporaneità.
Dialogo inedito è stato quello fra Mauro Corona e Carlo Sgorlon, due icone della letteratura italiana, che si sono confrontati sui temi che da sempre attraversano i loro libri: il mito, la fiaba, l’amore per la natura.

Ai problemi dell’economia, legati agli assetti del nuovo potere mondiale, si è dedicato Edward Luttwak con una lectio magistralis. Roberta Einaudi e Ginevra Bompiani, discendenti delle più importanti famiglie dell’editoria italiana, tra ricordi e realtà del lavoro, ci hanno regalato invece le proprie riflessioni su come è cambiata e come si porta avanti oggi una delle più antiche e belle passioni: stampare e curare libri.
Si sono presentati al pubblico in veste letteraria Flavio Oreglio e Neri Marcorè, capaci di entrare con intelligenza nei paradossi sociali e politici della nostra realtà mentre Luca Scarlini e Elio (senza Le Storie Tese), hanno offerto una inedita lettura di testi poco visitati del futurismo internazionale a cento anni dalla nascita del movimento.

Daria Bignardi Pordenone LeggeIntrodotta e commentata da Valentina Gasperet, Daria Bignardi ha presentato il suo primo libro Non vi lascerò orfani, edito da Mondadori. È una simpatia che corre sottopelle quella che si prova ascoltando la giornalista e conduttrice televisiva. Quasi un’empatia che ti permette di percepirla come la vicina di casa che, con grande umiltà, ma anche con quel pizzico di ironia capace di strappare un sorriso, ti racconta dei suoi lutti familiari, aprendoti a un dolore comunissimo, ma non per questo meno sentito.

È questo che il suo libro racconta: del dolore dei figli per la perdita di un genitore, un dolore che è diverso a seconda dell’età in cui lo si affronta. “Non importa che tu non viva più in casa dei tuoi, che tu ti sia fatto una vita, che abbia una famiglia tua” — racconta l’autrice “A vent’anni soffri, moltissimo, ma sai che lo supererai. A quaranta è un dolore più straziante e più forte perché più sentito e lacerante, è una morsa che non ti si staccherà dal cuore”. Da questo lutto familiare la Bignardi parte per presentare la sua famiglia, una famiglia qualunque — come lei la definisce — ricca di bizzarrie e incoerenze, ma anche di piccole quotidianità che sono in grado di farti sentire parte di un qualcosa.

“La prima difficoltà — racconta l’autrice — è stata iniziare a parlare di me stessa, soprattutto pensando di fare qualcosa che risultasse spiacevole a mia sorella”. In realtà è stata proprio quest’ultima che, utilizzando una formula cara a Giannarosa (la madre), l’ha esortata a procedere in questo suo lavoro: “vai avanti senza guardare ”, le ha risposto.
La madre viene descritta come una donna drammatica, ossessiva, impaziente, spesso eccessivamente ansiosa e caratterizzata da “uno sguardo impreciso sulle cose”. Cose che spesso faceva, appunto, senza prestare la dovuta attenzione, proprio come quando cucinava l’arrosto che, però, risultava un vero e proprio capolavoro.
Quello della scrittrice è un dialogo che corre dalla sua famiglia, con lei e la sorella bambine, al suo menage di genitrice del quale ci racconta piccoli aneddoti, svelandoci di essersi scoperta a sua volta un po’ come la madre: eccessivamente ansiosa.
Un’opera che, sfidando il tema, risulta non tragica né triste quanto piuttosto appassionante nella sua completezza, commovente nella sua autenticità, tenera nel suo mettere a nudo i sentimenti e persino comica nel raccontare spaccati di vita familiare.

Sempre sul versante delle storie familiari, due altre graditissime ospiti sono state Rosetta Loy, autrice in grado di percepire il mondo che si sgretola coltivando un senso di universale compassione, e Giuseppina Torregrossa che racconta i più intimi segreti della femminilità e dell’orgoglio di generazioni di donne siciliane. Ancora racconti al femminile con Letizia Muratori e Sandra Petrignani, scrittrici capaci di trasmettere il senso della caotica vita sentimentale di oggi, nella quale gli affetti vivono di strappi e tormentosi ritorni. E sempre gli affetti sono stati al centro dell’incontro tra Pino Roveredo e Francesco Piccolo, che hanno puntato lo sguardo soprattutto sul trauma di essere lasciati e di lasciare la persona amata.

pubblico numeroso a Pordenone Legge

Altro attesissimo appuntamento a tinte gialle è stato quello con Giorgio Faletti, scrittore di best sellers internazionali che fanno propria la lezione della migliore letteratura noir d’oltreoceano. L’autore ha occupato il palco senza bisogno di presentazioni. Lunghissima la fila di pubblico in coda per entrare nel teatro dove era programmato l’appuntamento. E con il suo passato da cabarettista, Faletti, che si è conquistato un primato nel panorama letterario internazionale con milioni di copie vendute, non ha avuto bisogno di aiuto per intrattenere i presenti in sala. La serata è stata dedicata alla presentazione dell’ultimo successo editoriale dello scrittore: Io sono Dio, edito da Baldini Castoldi Dalai. Un ritorno al thriller, che mette al centro della vicenda raccontata una giovane detective newyorkese e un reporter dai trascorsi turbolenti, alla caccia di un terrorista psicopatico che fa esplodere palazzi.

Faletti, col consueto sarcasmo, ci ha tenuto ad assicurare che non si tratta né di una biografia di Berlusconi, né di una sua autobiografia. Il pubblico non ha perso l’occasione per rievocare i precedenti successi dell’autore, che con Io uccido si è conquistato un primato mondiale. Dal suo primo libro, come Faletti ha concordato, di strada ne è stata fatta parecchia, anche in barba ai tanti scettici che da principio non riuscivano a vederlo come un vero e proprio scrittore. Restano una spina nel fianco, è lui non l’ha negato, tutti coloro che ancora oggi non lo credono il vero autore dei suoi testi. Molti l’hanno accusato infatti di pagare qualcuno affinché li scriva per suo conto. Ma la sua abilità di comico non è mancata neppure qui, dando ai presenti lo spunto per altre risate, quasi a voler ricordare che lui la stoffa dello scrittore a 360° ce l’ha eccome.

Tutto “esaurito” anche per Jostein Gardeer, autore norvegese già conosciuto per Il mondo di Sofia, best seller da 25milioni di copie, che si ripresenta al pubblico con un nuovo romanzo Il castello dei Pirenei (Longanesi editore). Con la consapevolezza di chi sa tenere gli ascoltatori appesi alle proprie parole, lo scrittore ha iniziato a raccontare e a raccontarsi con simpatia nell’incontro a Pordenone. Variando il tono della propria voce in maniera inaspettata, ponendo a sua volta domande agli interlocutori, dosando bene pause e sorrisi, ha dimostrato grande disinvoltura, ampliando gli orizzonti del discorso ma senza dimenticare di promuovere il suo ultimo lavoro.

Nella sua nuova avventura editoriale, Gardeer narra la storia di Solrun e Steinn, una coppia poco più che ventenne che, travolta dagli eventi, si dice addio in un albergo affacciato su un fiordo. A trent’anni di distanza, quell’uomo e quella donna si ritroveranno, per una bizzarra coincidenza, in quello stesso luogo. Dopo questo incontro, tra i due inizierà una fitta corrispondenza e-mail attraverso la quale si racconteranno le rispettive vite, diverse ma sottese ad una passione condivisa. Due visioni diametralmente opposte, due universi paralleli e apparentemente inconciliabili: ateo e materialista quello di lui, più spirituale e umanistico quello di lei.

Un romanzo leggibile attraverso due voci profonde e accattivanti che, raccontando la loro storia d’amore, riusciranno a parlare di destino, del caso ma anche ad affrontare alcuni dei grandi interrogativi dell’esistenza. Questa la chiave di lettura che caratterizza lo stile di Gardeer, autore che da sempre ama confrontarsi con temi quali filosofia e religione. Indagando, quasi fossero un gioco intellettuale, i sentimenti più profondi dell’animo umano, lo scrittore riesce ancora una volta, con grande sensibilità e riconosciuta maestria, a toccare e conquistare il cuore dei suoi lettori.

Dopo lo straordinario successo dello scorso anno, infine, Massimo Cirri e Natalino Balasso hanno riproposto carnediromanzo, un creativo rave letterario in grado di conquistare e coinvolgere anche il pubblico più letterariamente negato che si possa immaginare. Grazie a un sapiente caos organizzato, i due esuberanti conduttori hanno preso in mano la situazione, con grande pazienza e senso dell’umorismo, arrivando in qualche modo a buttar giù uno strampalato canovaccio senza mai perdere verve.

Cirri & Balasso Pordenone Legge

Pordenonelegge
Festa del Libro con gli Autori
dal 16 al 20 settembre 2009

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