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Omnia

Six Feet Under, adattarsi sei metri sottoterra (II)

Malgrado si tratti di una testualità prevalentemente parlata, il lessico del corpus analizzato (adattamenti degli script di tre episodi della prima stagione della serie tv Six Feet Under) non rispecchia la varietà d’uso più tipica del parlato trasmesso: è evidente, viceversa, la ricercatezza espressiva.

Indicativamente, troviamo un numero modesto di genericismi (cosa, fare, grosso, bello ecc.), molto presenti nel parlato spontaneo. Numerosi sceneggiatori italiani fanno largo uso di alterati per trasmettere una simulazione del parlato colloquiale credibile; in alcuni casi l’uso del diminutivo e del vezzeggiativo è da ricondurre al lessico “familiare”, adattato cioè alla presenza in scena di bambini piccoli; in altri casi è solamente riproduzione del parlato spontaneo di registro colloquiale, come nei cosiddetti “diminutivi iperbolici” (pochino, attimino).  Ovviamente l’origine americana della serie preclude quei fenomeni linguistici prettamente nostrani (i suffissi in -etto/-a, o in –ino/-a), ma i testi delle sceneggiature prese in esame in questo lavoro si discostano da questa tendenza anche per ragioni stilistiche.

Non si registrano modi di dire regional-popolari, o luoghi comuni. Molti, invece, i casi di voci ricercate, termini ed espressioni settoriali: si hanno occorrenze volute di linguaggio “funebre” e religioso, e qualche esempio di tecnicismo in ambito medico (soprattutto nell’episodio “La zia Lilian”). Malgrado l’attenuamento del turpiloquio operato in fase di adattamento, si hanno molte “espressioni colorite” con finalità comico-satiriche. Frequenti i casi di lessico giovanile, che tuttavia non hanno il carattere di naturalezza propria del parlato spontaneo; l’attenzione allo slang da parte di Ball produce – negli adattamenti italiani – esclusivamente termini gergali legati all’ambiente dei tossicodipendenti.

Osserviamo, inoltre, che agli stranierismi sono preferiti termini italiani, anche in sostituzione di anglismi che sono entrati ormai a far parte del nostro lessico e in esso perfettamente integrati (ad esempio, nella fase di doppiaggio, si nota la preferenza per va bene al posto di okay).

Episodio "Funerale a luci rosse"

Massiccia è (prevedibilmente) la quota dei termini – escludendo quelli religiosi che riprendono le liturgie dei funerali – che hanno attinenza con l’ambientazione “funebre”. Vediamo un esempio particolare:

F & F – I – 12 (“Fisher & Figli” – Atto I – Scena 12)

Adattamento del dialoghista
RUTH: “Non saremo costretti a usare un cofano chiuso, mi auguro”

Scelta del doppiaggio
RUTH: “Non saremo costretti a usare un cofano chiuso, mi auguro”

Dato che la versione originale recita: “You don’t think we’ll have to have a closed casket, do you?”, ci troviamo di fronte ad un errore di adattamento lessicale: il corrispettivo in lingua italiana del termine inglese “casket” non è “cofano”, bensì “scrigno” e “bara” negli USA. Analizzando la battuta riportata di seguito – peraltro tratta dall’adattamento dello stesso script (“Fisher & Figli”) e già segnalata nella prima parte di questa indagine  nella quale il termine “cofano” è stato corretto in fase di doppiaggio, il caso preso in esame denota un’evidente irrisolutezza:

F & F – II – 15

Adattamento del dialoghista
DAVID: “Tuo marito è qui fuori in un cofano”

Scelta del doppiaggio
DAVID: “Tuo marito è di là in una bara.”.

Continuando con l’analisi lessicale, si riscontrano casi di traslati eufemistici e stereotipi per indicare la morte di una persona, ed emergono anche casi che segnalano la presenza di gergalismi ellittici (ad esempio il termine “servizio” per “servizio funebre”, o “carro” per “carro funebre”):

F L R – II – 10 (“Funerale a luci rosse”)

Versione adattata
DAVID: “Signora Murdoch, molte persone preferiscono la calma e la solennità di una chiesa, e San Bartolomeo è un luogo meraviglioso… Qui, tuttavia, troverà più facile personalizzare il servizio.”

F & F – I – 12

Versione adattata
RUTH: “Che non siamo in grado di gestire un restauro ad alto livello… Che non siamo fieri del nostro lavoro”

È piuttosto evidente che il termine “restauro” nella lingua italiana non può essere recepito come un tecnicismo, e neanche rientrare nell’insieme di quei termini concernenti il lessico “funebre”: sembra più legittimo valutarlo come un gergalismo ellittico che sta per “restauro della salma”. Non essendo il frutto di un adattamento viziato da un errore di traduzione[2], la difficoltà per la lingua italiana nell’adattare il termine preso in esame sembra derivare più da una questione legata agli usi e costumi: negli Stati Uniti la figura del “restauratore di salme” è una professione vera e propria, per il semplice fatto che l’esposizione della salma (per permettere agli amici e parenti del defunto di porgere l’ultimo saluto) fa parte di una prassi sociale consolidata. In Italia, non essendo consuetudine esporre la salma durante la cerimonia funebre (tranne in casi eccezionali, relativi a personalità di grande rilievo pubblico), non esiste una figura professionale equivalente.

Episodio "Funerale a luci rosse"

Dal settore del lessico medico si registrano diversi casi di tecnicismi:

L Z L – I – 13 (“La zia Lilian”)

Versione adattata
PARAMEDICO: “Vasto ematoma dello scalpo, con emorragia sotto controllo. Trachea in asse. Giugulari non evidenti. Al momento, le stiamo infondendo soluzione di Ringer lattato.”

L Z L – II – 10

Versione adattata
VERNON: “Qualche… manifestazione di emianopsìa?”

Nell’esempio che segue si nota un errore commesso in fase di adattamento: il nome di un farmaco (Advil) è stato sostituito da un francesismo (cachet) piuttosto datato: è inimmaginabile credere che un trentacinquenne come Nate lo userebbe in contesti reali.

L Z L – II – 10

Versione originale
VERNON: “Abnormally enlarged and intertwined blood vessels in your brain… Have you been experiencing any headaches?”
NATE: “Yeah, I get headaches, I take Advil, they go away.”

Versione adattata
VERNON: “Si può definire un ingrossamento anomalo dei vasi sanguigni del cervello… Ha avuto dei mal di testa, di recente?”
NATE: “Sì… Niente di che. Prendo un cachet e se ne vanno.”

Concentrato nelle battute dell’adolescente Claire, anche il lessico giovanile non appare particolarmente connotato; semmai, anzi, alcune espressioni suonano invecchiate o artificiose:

F & F – I – 3

Versione adattata
CLAIRE: “Mi hanno invitato a un casino di feste da sballo…”

F & F – III – 4

Versione adattata
NATE: “Sto alla grande.”

F L R – I – 2

Versione adattata
BRENDA: “Come stai?
NATE: “Una favola.”

F L R – I – 14

Versione adattata
GINNIE: “Non sono inchiodata in qualche lercio dormitorio, con la gente che fuma spinelli e mette sempre la musica a palla.”

 

Episodio "Funerale a luci rosse"

Non mancano alcuni accenni al campo sessuale (ma vedi anche oltre):

F L R – I – 15

Versione adattata
BRENDA: “Scusa tanto, se non sono una delle tue solite fighette senza cervello.”

F & F – I – 14

Versione adattata
CLAIRE: “Perché non fate che vince chi ce l’ha più lungo e la piantate?

Più significative alcune formazioni con prefissi:

L Z L – I – 4

Versione adattata
PARKER: “Sto organizzando una megafesta. Ti interessa?”

F & F – II – 6


Versione adattata

NATE: “Ti hanno cresciuta a base di psicofrottole…”

L Z L – I – 11

Versione adattata
NATE: “Chiunque altro sarebbe già scappato, dopo le psicocazzate che mi hai fatto sopportare!”

Le similitudini raccolte qui di seguito rinviano a un folklore televisivo-filmico di chiara marca statunitense:

F & F – II – 12

Versione adattata
CLAIRE: “E mi sento molto peggio di uno zombie.”

F & F – I – 8

Versione adattata
NATE: “Sei una strizzacervelli?”

L Z L – I – 4

Versione adattata
CLAIRE: “Ammetto che il tuo atteggiamento da Miss Perfettina ha i suoi vantaggi.”
PARKER: “Piuttosto, come va con il signor overdose?”

In altri casi, varianti diafasicamente marcate sembrano mutuate, semmai, da un repertorio cinematografico da serie poliziesca hard-boiled ormai annacquata:

F & F – I – 7

Versione adattata
CLAIRE: “Perché vedi, un autobus poco fa ha travolto mio padre e l’ha fatto… l’ha fatto secco.”

F & F – II – 4

Versione adattata
FEDERICO: “Con l’automatica, colpo in canna… Una palla in testa alla moglie, la fa secca, e poi si spara in bocca e tanti saluti…”

F & F – III – 2

Versione adattata
NATE: “Io la accetto e intendo onorare il vecchio bastardo…”

Alcuni eufemismi risultano infine francamente improbabili nella bocca di parlanti giovani:

F L R – II – 6

Versione adattata
BILLY: “Per Giove! / Ne hai fatta di strada.”

L Z L – I – 5

Versione adattata
BRENDA: “Ho una fifa nera.”

F & F – II – 12

Versione adattata
NATE: “Chi diavolo è quella?

L Z L – I – 10

Versione adattata
CLAIRE: “Allora, mandalo all’inferno.”

Ho annoverato come fraseologismi le frasi fatte non tipicamente “giovanili” e le frasi eufemistiche con doppio senso:

F & F – I – 2

Versione adattata

BRENDA: “Vuoi venire con me?”
NATE: “No, non ti preoccupare. Adesso arriva.”
BRENDA: “Che hai capito, Non intendevo in quel senso.”

F & F – II – 4

Versione adattata

FEDERICO: “E Vanessa è un’altra volta incinta.”
NATE: “Ti dai da fare, eh?”

F & F – II – 6

Versione adattata
BRENDA: “Volevo solo dirti che siamo quasi al lancio dei piatti.”

Qualche esempio di slang (legato all’ambiente dei tossicodipendenti):

F & F – I – 7

Versione adattata
CLAIRE: “È soltanto uno speed, non è vero? Ti prego, dimmi che non è crack. Perché stasera sto a cena con i miei e sarò già abbastanza allucinata, senza il bisogno di farmi con il crack.”

F & F – I – 12

Versione adattata
CLAIRE: “Non hai capito… Sono fatta… Stavo fumando della roba, quando David mi ha chiamato.”
NATE: “Mi dispiace per il tuo brutto viaggio, ma devi cavartela da sola.”

Casi di lessico erotico e turpiloquio:

F & F – II – 3

Versione adattata
FEDERICO: “…a preparare le stronzatine che Babbo Natale deve portare a mio figlio.”

F & F – II – 15

Versione adattata
NATE: “David… È uno sfogo. Chiudi quella bocca di merda.”

F L R – I – 7

Versione adattata
CHRIS: “Non è stato Oz a farti diventare una puttana.”

F L R – I – 18

Versione adattata
VIVECA: “Ti giuro che ho amato ogni uomo che ho scopato, mentre me lo stavo scopando.”

L Z L – Preludio

Versione adattata
MITZI: “Non sono mica Toro Seduto. Ci provi ancora e le taglio le palle, le strappo il cuore, metto tutto in un pacchetto e lo spedisco a mamma. È chiaro?”

L Z L – I – 10

Versione adattata
CLAIRE: “No, ma è assurdo… Ma che stronzo.”

Episodio "La zia Leslie"

E concludiamo con altri casi di evidente attenuamento lessicale:

F L R – Preludio

Versione originale
VIVECA: “Because I am one fuckin’ hot shit bitch, and he? Fuckin’ lucky to have me.”

Versione adattata
VIVECA: “Del resto… fortunatamente sono ancora un gran pezzo di donna. Ne trovo un altro quando mi pare.”

F L R – Preludio

Versione originale
VIVECA: “One good thing about this guy tonight… He’s got a big fat dick, and he fucks like a jackhammer!”

Versione adattata
VIVECA: “Il tipo di questa sera è uno schianto… Ce l’ha ancora bello duro e lo usa come fosse un martello pneumatico.”

F L R – I – 5

Versione originale
NATE:Oh, man! This chick [3] fucked a snake. This chick fucked like 30 guys at one time.”

Versione adattata
NATE: “Ma dai! Si è fatta un serpente! Ha fatto sesso con trenta uomini insieme.”


Nella terza e ultima parte sarà interessante notare l’incidenza delle scelte lessicali in lingua italiana sulla caratterizzazione dei protagonisti (Nathaniel, Nate, David, Claire, Ruth).

Note

[1]  Laura Nacci, La lingua della televisione, in Ilaria Bonomi, Andrea Masini, Silvia Morgana (a cura di), “La lingua italiana e i mass media”, Roma 2003, p. 86.
[2] La versione originale recita: “That we’re not equipped to handle a major restoration or that we’re not proud of our work”.
[3]  Da precisare che “chick” nello slang americano significa “pollastrella”.

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