Con un titolo così azzeccato, la mostra su Hugo Pratt, alla Pinacothèque de Paris fino al 21 agosto, evoca un altrove spaziale, il viaggio, e un altrove mentale, l’immaginario. “Le voyage imaginaire de Hugo Pratt” racchiude quindi i due elementi essenziali del racconto di Corto Maltese – perché sulla sua figura si concentra la mostra.
Il viaggio innanzitutto, perché i fumetti concedono al lettore l’immersione in luoghi lontani ed esotici, o resi esotici anche se vicini. La Venezia di “Favola di Venezia”, per esempio, non é di certo quella conosciuta dai turisti, ma un luogo fluttuante nell’immaginario dove s’incrociano logge segrete, riti millenari e marinai in cerca di tesori che forse non esistono. L’immaginario è dunque il secondo elemento essenziale nell’opera di Pratt, perché Corto Maltese ci offre, sì, un viaggio, ma un viaggio immaginario e nell’immaginario. I riferimenti sono sempre a luoghi, fatti e personaggi della memoria collettiva. I pirati, il voodoo, le dune del deserto o i monoliti celtici, sono tutti topoi letterari o cinematografici che leggendo Hugo Pratt ci sembra di respirare e toccare. Il fumetto, allora, è il mezzo più appropriato per rendere concreto questo viaggio, farcelo assaporare in un movimento mentale che cerca l’esotismo e la lontananza nelle immagini evocative e nelle parole letterarie dei personaggi.
“La nostra appartenenza al mondo delle immagini è più forte, più costitutiva del nostro essere che non l’appartenenza al mondo delle idee” sostenenva Bachelard a proposito del potere evocativo dell’immaginario e, vice-versa, del fondamento immaginativo del reale. È, quindi, normale che Corto Maltese sia un condensato di esperienze biografiche del suo autore – l’Abissinia, Venezia, Buenos Aires, l’isola di Pasqua – e di luoghi e personaggi immaginari.
Se, dunque, i colonnelli britannici e le truppe tuareg nel Sahara hanno delle divise perfettamente dettagliate e realistiche, le atmosfere del deserto e delle isole nel Pacifico evocano i grandi romanzi d’avventura. Pratt si ispira direttamente a Melville, Stevenson e in larga parte a Conrad, con i suoi mari sterminati, i gabbiani e i tramonti. Il personaggio principale fa le veci del lettore, portandolo a viaggiare con lui in questi luoghi reali e di finzione. Il suo nome è allora un riferimento all’essere “svelto di mano” in spagnolo, corto, e al Falcone Maltese, come afferma Hugo Pratt in una bella intervista proiettata alla mostra parigina. Con la divisa della marina mercantile, Corto Maltese è un personaggio che incarna anche il suo autore. Non un eroe dei fumetti americani, ma una figura mediterranea, elegante e gentile (maltese: mediterraneo, ma britannico). L’acquerello è poi il mezzo di espressione più adeguato per uno come Hugo Pratt, la cui biografia è legata inscindibilmente a Venezia. L’acqua, dice, è un elemento essenziale per un veneziano. I suoi disegni hanno allora la consistenza e volatilità di un tramonto in laguna, dove le luci cambiano in pochi minuti modificando rapidamente il paesaggio.
La mostra parigina è dunque una celebrazione di questa figura mitica che ha avuto la capacità, fondandosi su altri miti, di costruire il proprio. Corto Maltese è entrato nell’immaginario collettivo evocando le avventure che lo contraddistinguono. Dopo la retrospettiva su Hugo Pratt al Grand Palais nel 1985, la Francia, dove gli scaffali delle librerie hanno tanti album di fumetti quanti libri di narrativa, rende dunque nuovamente omaggio a questo grande maestro veneziano. Suddivisa in sezioni che si riferiscono a diversi temi, la mostra tratta quei luoghi esotici, o quelle situazioni fantastiche, narrate dai viaggi di Corto Maltese. Attraverso un centinaio di acquerelli, spesso mai esposti prima, si mostrano i grandi temi dei fumetti di Pratt. Le isole e gli oceani, il deserto, un’intera sezione sulla Ballata del mare salato (la prima avventura di Corto, stampata nel 1967) e poi le donne di Corto, perché Hugo Pratt sottolinea che il suo personaggio non poteva averne una fissa, per non perdere il pubblico femminile. Le eroine di Corto, belle e pericolose, sono allora lo specchio dei luoghi dei suoi viaggi, l’inglese Pandora, la siberiana Shanghai Lil, la strega Bocca Dorata o la veneziana Hipazia.
A Grandvaux, vicino Losanna, dove Hugo Pratt è morto nel 1995, una statua di Corto scruta il lago e sembra guardare verso Venezia. Come se Corto Maltese, quel personaggio che è un condensato di tante figure immaginarie, si fosse alla fine incarnato nella memoria collettiva.
Le Voyage imaginaire de Hugo Pratt è una mostra che ha luogo alla Pinacothèque de Paris dal 17 marzo al 21 agosto 2011.
Hugo Pratt è forse il più più noto tra i disegnatori e sceneggiatori di fumetti italiani. Nato a Rimini il 15 giugno 1927, è morto in Svizzera, sul lago di Losanna, nel 1995. La sua vita è stata movimentata quanto quella del suo immaginario eroe, nonostante la linea tra realtà e esagerazione nei suoi racconti autobiografici sia difficile da individuare. Ha vissuto in Abissinia con la famiglia fino alla Seconda Guerra Mondiale. É poi tornato a Venezia, nel dopoguerra per poi trasferirsi in Argentina dove inizia una carriera da disegnatore. Vivrà in Brasile, frequentando l’Amazzonia e il Mato Grosso. Dopo esser passato da Londra e gli Stati Uniti, di ritorno in Italia, nel 1967 lancia la figura di Corto Maltese con Una ballata del mare salato. Tra gli altri fumetti, si possono citare Gli scorpioni del deserto e alcune collaborazioni con Milo Manara. A Venezia si può’ visitare la Casa di Corto, dimora e museo dedicati a Hugo Pratt, a Cannaregio, in Rio Terà dei Biri.
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[…] confezione corrispondono poi la qualità degli autori e delle storie. Fra i primi sono da ricordare Pratt, Battaglia, Toppi, Crepax, Micheluzzi, Milazzo, D’Antonio, Gattia, Galleppini, Polese, […]