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Fumetto

Riccardo Federici

La nouvelle star de la BD Italienne

Schizzo realizzato da FedericiRiccardo Federici appartiene alla razza dei Manara, dei Liberatore, dei Sicomoro: il suo grandissimo talento ha dovuto trovare uno sbocco in terra di Francia per poter esprimersi al meglio e vedersi riconosciuto.

Il suo stile è minuzioso e rigoroso, eppure non mancano né uno spiccato gusto per l’interpretazione più espressiva e talvolta surreale di certe situazioni né, cosa più importante, una grande capacità di raccontare per immagini in sequenza.

L’ho conosciuto a Lucca l’anno scorso, dov’era ospite di L’Aventure, libreria romana specializzata in pubblicazioni francesi: era presente con i due volumi de La Madone de Pellini, scritti da François Riviére (lo stesso di “Riviére & Carin” e “Riviére & Floc’h”, per intenderci). Dopo questo primo lavoro, è attualmente impegnato sulla serie Les Enfers, un ambizioso progetto scritto dal prolifico e popolarissimo sceneggiatore belga Jean Dufaux, un autore che sul mercato francofono può essere considerato secondo solo a Jean Van Hamme in quanto a successo (“$erial killer”, li chiamano). Il primo episodio di Les Enfers era stato disegnato nientemeno che da Paolo Eleuteri Serpieri ed è intuibile quante difficoltà abbia avuto la Delcourt a trovare un degno successore al padre di Druuna.

Quest’anno a Lucca Federici non presenta nulla, lo incontro casualmente come visitatore durante la presentazione della mostra dedicata ad Aldo Di Gennaro.

Luca Lorenzon (LL): Vuoi parlarci dei tuoi esordi? L’anno scorso se non ricordo male mi avevi detto che sei riuscito a metterti in contatto con gli addetti ai lavori grazie a Giancarlo Caracuzzo.

Riccardo Federici (RF): Sì, il primo contatto è stato con Giancarlo Caracuzzo il quale mi ha spronato a prendere la strada del fumetto e mi ha presentato una persona, un editor, che mi ha preso poi con sé. La cosa che mi colpì è che mi propose subito tre storie, disse “scegli tu”. Rimasi molto colpito, perché appunto venivo dal nulla e già mi facevano scegliere le storie. Scelsi questo [indica il volume che si appresta a dedicare a Bernardo Di Vincenzo], la Madonna del Pellini.

Copertina di La madone de PelliniLL: Si tratta della rielaborazione di materiale preesistente se ho ben capito.

RF: No, non proprio, in realtà ci sono dei personaggi presi dalle opere di Henry James, lo scrittore americano della seconda metà dell’Ottocento, però è principalmente un’opera di fantasia.

E da lì appunto è cominciato tutto, abbiamo iniziato questa avventura pur con un po’ di stranezze all’inizio.

LL: Che tipo di stranezze?

RF: Mah, innanzitutto lo sceneggiatore mi lasciò, sparì. Le ultime otto pagine del secondo libro le ho dovute riscrivere io perchè il finale era allucinante, e quindi fummo costretti a rivedere la cosa. Con l’approvazione dell’editore, ovviamente.

LL: Ma non è una situazione ideale per un disegnatore essere lasciato libero dallo sceneggiatore di disegnare quello che gli pare?

RF: No, almeno non nel mio caso perché io sono molto rispettoso di quello che fa il coautore e allora se mi trovo a dover affrontare dei problemi sento lo sceneggiatore e vedo come possiamo fare, come è successo ad esempio col libro che sto facendo adesso.

LL: Quello scritto da Dufaux?

RF: Sì, in cui c’è questo personaggio che si scopre il velo e ha queste scritte arabe che gli scorrono sul viso. Un’immagine molto bella. Poi queste scritte volano, si posano su dei personaggi e accadono dei miracoli: il problema che mi posi io, che forse sono un po’ fuori di testa da questo punto di vista, è: come facciamo a far vedere queste parole che scorrono sul viso? Perché Jean Dufaux scrive anche per il cinema e quindi ha questa visione cinematografica, delle immagini in movimento.

Tavola a fumetti dell'autore

LL: Se non sbaglio scrive anche romanzi, per la televisione…

RF: Sì, scrive di tutto. E allora pensai a come risolvere questa cosa e mi venne in mente di farne una sequenza intera, ma poi pensai che era meglio di no, perché una scritta araba secondo me un lettore occidentale potrebbe non capirla subito: cioè, una “A” che cammina è una “A”, è riconoscibile ma una scritta araba è meno facile, allora mi sono inventato che invece di scorrere sul viso apparivano delle scritte luminose e quindi questo viso diventava incandescente e poi le stesse lettere apparivano sugli altri personaggi che venivano miracolati.

Ne parlai con Dufaux e lui mi lasciò fare.

LL: Questa storia di cui parli è quella che aveva cominciato Eleuteri Serpieri oppure è un’altra?

RF: Sì, Les Enfers. Non mi chiedere perché Eleuteri Serpieri non ha proseguito perché non lo so.

LL: Adesso sei ancora impegnato con questa storia o stai lavorando ad altro?

RF: Adesso sto lavorando a questo progetto che ha iniziato Eleuteri Serpieri e per me come potrai capire è stato un onore essere scelto come sostituto, quando me l’hanno proposto l’ho subito accettato ben volentieri.

Dettaglio di una tavola di FedericiLL: Chi è l’editore?

RF: Delcourt, prima veniva edita da Laffont che però poi chiuse il suo settore BD e i diritti li acquistarono quelli della Delcourt. Io in realtà dovevo fare un’altra storia, tratta da un libro che in Francia è andato fortissimo, un romanzo giallo ambientato nella seconda metà del Settecento, poi però non si misero d’accordo con l’autore per i diritti e quindi è andata così.

LL: Come ti trovi con gli editori francesi, in questo periodo in cui molti ne stanno parlando male? Anche qui in fiera ho sentito alcuni commenti…

RF: Mah, io credo che l’editore in sé e per sé come tutti gli imprenditori fa quello: deve far soldi. Quindi, ahimé, pensa a quello fondamentalmente. Io devo dire di non aver avuto grossi problemi, grosse difficoltà, con l’editore, giusto ha avuto da ridire per una copertina che ho fatto di recente perchè all’inizio andava benissimo, l’ha approvata, poi alla fine mi dice “no, guarda, non si capisce bene l’ambientazione…” Era già consegnata, pagata e tutto e adesso mi trovo a doverla rifare e poi sono stato folle, perché ho voluto farla olio su carta, quindi c’ho messo due settimane per disegnarla!

LL: Di solito lavori con gli acquerelli?

RF: No, mischio tutto questo che mi passa per le mani a seconda di quello che mi serve. L’acquerello no, però, non lo gradisco, non mi piace moltissimo.

LL: Quindi problemi economici con gli editori per il momento non ne hai avuti?

RF: No e spero di non averli mai.

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