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Omnia

Oro nero, eroi veri e decrepitezza morale

Ken Saro-WiwaA volte è utile, per conservare un po’ di fede in questa umanità corrotta ed erosa quanto la Terra su cui poggia i piedi, ricordarsi che sporadicamente ci viene trasmesso qualche segnale di speranza. Data la loro rarità, è nostro dovere rammentarli e diffondere il loro messaggio.

Gli ultimi decenni del secolo da poco concluso ci hanno lasciato ben poco, a parte la colonizzazione economica delle grandi corporation alla ricerca sfrenata di nuovo carburante per alimentare un altro giro di questo nostro grande circo.

Ma una storia da ricordare e portare dentro di noi ci è stata donata. È la storia di Ken Saro-Wiwa, poeta e attivista Nigeriano, arrestato e ucciso nel 1995 a seguito di alcuni sgarri alla forse più potente industria mondiale: quella petrolifera.

Saro-Wiwa era un membro della tribù degli Ogoni, il cui habitat e le cui tradizioni risalgono fin dall’alba dei tempi nel delta del fiume Niger. Come è noto, questa è una delle zone più ricche di petrolio dell’Africa. Tale ricchezza non è passata inosservata dalle grandi compagnie internazionali attive nell’Oil&Gas, le quali non hanno fatto attendere la loro usuale caccia all’oro nero con scarso interesse verso i diritti delle popolazioni autoctone e dell’ambiente.

Le immagini che ci sono note delle operazioni di tali compagnie sono solitamente riferite a luoghi come il Texas, il Mare del Nord piuttosto che l’Alaska, in cui le attività di estrazione e raffinazione vengono svolte nel rispetto delle popolazioni locali e dell’ambiente circostante. Ciò è dovuto primariamente ai forti vincoli su salute e sicurezza imposti dai paesi di riferimento. Così, anche se disgrazie ed incidenti non sono mancati, la loro percentuale rientra in una sorta di normalità, un errore calcolato.

Il discorso purtroppo cambia quando le risorse vengono trovate in paesi del tutto privi di legalità, sicurezza e libera informazione. Se a ciò aggiungiamo l’instabilità politica e la corruzione endemica, possiamo facilmente dedurre che queste grandi multinazionali hanno ben poco vantaggio nel rispettare dispendiosi protocolli di sicurezza e attenzione ad ambiente e salute.

In questo background si inserisce la storia di Ken Saro.

Murales dedicato a Ken Saro-Wiwa

Il poeta nigeriano, membro fondatore del Movimento per la sopravvivenza del Popolo Ogoni (MOSOP), si era da sempre schierato contro gli abusi ambientali provocati dalle compagnie petrolifere presenti in Nigeria, proponendo anche una condivisione dei profitti con le popolazioni locali, teoricamente reali proprietarie di quelle terre e quindi anche delle materie prime sottostanti.
In particolare, la sua opposizione si era rivolta verso una delle sette sorelle: la Royal Dutch Shell (conosciuta in Italia semplicemente come Shell) accusata di violare abitualmente diverse norme di protezione ambientale.
Specificatamente, tra le tante ragioni di insofferenza vi era la scarsa manutenzione degli oleodotti con frequenti perdite di petrolio nell’ambiente e la pratica indiscriminata del gas flaring (ovvero l’eliminazione tramite combustione dei gas di scarto nell’ambiente). Il tutto portando avanti, paradossalmente, una campagna mediatica mirata ad enfatizzare la forte sensibilità ambientale dell’azienda.

Queste pratiche, in sé dannose, si sono rivelate ancor più nocive in quanto messe in atto in una zona ambientale caratterizzata da grande biodiversità e dalla presenza di una popolazione (quella degli Ogoni) che ha da sempre basato il suo sostentamento sulla natura circostante al delta del Niger.

Manifestanti contro la Shell

L’attivismo di Ken Saro si è sempre espletato in modo pacifico, non violento, usando armi come la poesia, il giornalismo d’inchiesta e l’informazione diretta.

La Nigeria rappresenta uno di quei paesi della costa occidentale africana in cui la ricchezza incredibile di risorse naturali collide con un grado di sviluppo sociale ed economico estremamente precario e difficile. Lagos, per esempio. è per popolazione la seconda città africana dopo Il Cairo, con un tasso demografico tale per cui è previsto che diventerà una delle Top Three (dopo Tokyo e Mumbai) in pochi anni. Viene spesso descritta come la più caotica città del mondo, con un traffico inimmaginabile ed una criminalità stellare. Anni fa, quando si credeva ancora alle favole delle Cenerentole sub-sahariane veniva preannunciata come una delle metropoli trainanti la resurrezione del continente nero. Quello che è possibile notare oggi è solo la forte disparità sociale e l’assenza di una vera speranza per il futuro.

Ken Saro agiva in questo contesto ed è in questo contesto che venne arrestato dalla polizia nigeriana e sommariamente processato ed ucciso per impiccagione. Dopo breve, fu noto a tutti il coinvolgimento di Shell in questo crimine la quale si lavò le mani con un risarcimento economico.

In questa sua celebre poesia è sintetizzato il suo messaggio di coraggio e resistenza:

La Vera Prigione

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un’intera generazione
È il poliziotto che corre all’impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L’inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
È questo
È questo
È questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.

Poster contro la ShellPer molti l’esempio di quest’uomo trasmette motivi di speranza e fede nel futuro dell’uomo e dell’Africa.
Ma se la figura di Ken Saro è senz’altro positiva e la sua uccisione lo ha reso un martire immortale, è altrettanto doveroso rammentare che la sua battaglia è finita schiacciata dalla morsa di corruzione e avidità in cui imprese occidentali e governi locali sono ormai attanagliati.

È dunque davvero un segnale di speranza?

L’uomo sembra diretto in una folle corsa verso lo sfruttamento totale del pianeta con poco rispetto per luoghi e genti. Ed in fondo di Ken Saro rimane un grande ricordo, un esempio morale apprezzato da molti, ma nei fatti la sua amata terra natia non ha subíto migliorie e la folle avidità dei suoi mandanti ha ottenuto ciò a cui mirava senza serie ripercussioni.
Cinicamente, al di là di quanto romantica possa apparire la sua storia, tutti sembrano essersi voltati dall’altra parte e anche se nessuno lo ammette, stanno tutti attendendo che questa vicenda si ripeta con nuovi Ogoni in Angola, Guinea Equatoriale, Libia o Algeria…

Commenti

Un commento a “Oro nero, eroi veri e decrepitezza morale”

  1. gracias por recordarme que este mundo puede ser mejor , pero el cambio esta en nuestras manos y no en la de nuestros gobernantes.

    Di axel jaroslavsky | 21 Marzo 2012, 17:09

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