Autore: Tony Sandoval
Editore: Tunué
Anno: 2012
Prezzo: € 22,00
Pagine: 224
Formato: 17x24cm
ISBN-13: 978-88-97651-35-4
Seck non conduce una bella vita. Rimasto orfano, vive assieme allo zio e al cugino Samuel, che non perde occasione per maltrattarlo e incolparlo delle sue malefatte. Dopo l’ennesima umiliazione, lascia l’unico tetto che gli rimane e si avventura verso Mulia, cittadina più al nord, dove progetta di ricongiungersi con il suo vecchio amico Rojo, con cui anni prima suonava in una band. Il piano in realtà non è proprio farina del suo sacco, perché gli viene suggerito da suo padre: uno scheletrico Tetro Mietitore che solo Seck può vedere e sentire.
Arriva a destinazione nel momento più propizio visto che la band di Rojo, i Kraneus, sta per partecipare a un concorso rock che il leader (confessa a un giornalista) sarebbe sicuro di vincere se solo avesse ancora il suo vecchio amico e la sua voce sul palco.
Con i Kraneus, Seck non trova solo il successo e la vecchia intesa con l’amico, ma incontra perfino l’amore. La cosa, però, non è destinata a durare. I nomi, i paesaggi e le atmosfere ci fanno capire che la storia si svolge in un paese sudamericano, o forse spagnolo, ma a quanto pare la scena del rock è sin troppo simile a quella norvegese di Burzum e del Conte Grishnakh: umiliati dal loro trionfo, i componenti di un gruppo rivale decidono di dare una sonora lezione ai due leader dei Kraneus, ma ci mettono troppa enfasi. Con il corpo esanime di Seck che precipita nel fiume si conclude il primo tomo di Nocturno.
La seconda parte stupisce per il brusco cambiamento di tono che assume la vicenda. Se nella prima parte dominava un’atmosfera sognante e vagamente surreale, da pagina 115 in poi la realtà (la cronaca addirittura) prende il sopravvento, e ciò che resta di Seck se la vede nientemeno che con un metodico serial killer. È una fortuna che Tunué abbia optato per le pubblicazione intégrale di Nocturno, perchè così il lettore italiano non deve aspettare un anno come quello spagnolo per sapere chi e cosa è in realtà “Nocturno”, rivelazione che viene fatta appena a pagina 147.
Da qui comincia una sorta di mito di Orfeo ed Euridice al contrario, in cui il morto/non-morto Seck vaga nel mondo dei vivi cercando inconsciamente l’amata Karen. Anticipare il finale sarebbe un delitto di cui non voglio macchiarmi.
Tony Sandoval è uno di quei rari artisti che possono vantare al contempo una personalità molto spiccata e riconoscibile e un grado di eclettismo che cita e omaggia varie fonti riconoscibili. È ascrivibile alla prima un certo gusto per le figure tondeggianti mentre per quel che riguarda il secondo si avvertono piuttosto chiaramente le influenze di Carlos Nine, di Gipi, di Mattotti, dei manga, forse anche di Dave McKean e chissà, se ho ben interpretato le figure di pagina 108, persino di Simon Bisley.
Dal punto di vista delle tecniche impiegate, sembra di trovarsi di fronte a un Fernando Fernandez più razionale e posato, che, invece di cambiare stile a ogni vignetta come in Zora, segue dei criteri precisi nel rappresentare in maniera diversa i singoli sviluppi della trama e i piani della realtà (o le atmosfere) in cui si svolgono. La morte/non-morte è un universo sfumato di grigio, la convivenza con lo zio è rappresentata con secchi colpi di matita, l’incontro con Rojo viene reso con colori primari e brillanti, l’arrivo prematuro dell’autunno è annunciato da pennellate digitali dense e materiche, a simulare la pittura a olio o a gouaches… Ogni diverso contesto ha insomma un suo particolare codice rappresentativo pur se il tratto di Sandoval rimane sempre fedele a se stesso con pochissime derive più realistiche a seconda della necessità.
È difficile a credersi, ma per una volta il lavoro creativo fatto alla tastiera del computer non pesa troppo sulla resa finale delle tavole (impreziosite, oltretutto, dalla carta patinata lucida su cui Tunué le ha stampate) e riesce quasi a raggiungere la qualità e la resa dell’acquerello o della tempera. Quasi. Infatti, occasionalmente Sandoval ricorre ai “veri” acquerelli, e la differenza si nota eccome.
Non inganni il veloce riepilogo che ho fatto sopra della trama: pur raccontando una storia di dannazione, violenza e morte, Nocturno ha anche dei momenti solari e alcuni passaggi sono addirittura divertenti. E non si tratta di humor nero.
Come molti suoi colleghi di tutto il mondo, anche Tony Sandoval ha dovuto raggiungere la Mecca dei fumetti, la Francia, per poter realizzare e pubblicare le sue opere.
Nel 2001 esordisce nel natio Messico con Tinieblas, comic book pubblicato da Shibalba Press che narra le avventure di un luchador. Per il resto, vive la trafila purgatoriale cui sono sottoposti tanti aspiranti fumettisti, che si barcamenano con la grafica mentre scalpitano per far vivere su carta i personaggi e le storie della loro immaginazione.
Nel 2005 si trasferisce a Parigi: alla fine dell’anno uscirà per Paquet il volume Vieille Amerique, e da allora si impone come fumettista arrivando addirittura a ottenere una nomination alla selezione ufficiale del Festival di Angoulême nel 2012 con Doomboy. Autore eclettico, passa con disinvoltura da uno stile e da una tecnica all’altra di pagina in pagina, e alterna al fumetto il lavoro per l’illustrazione.
Il suo blog più aggiornato è http://losmonstruosdetony.blogspot.it/
Fortunatamente i suoi fumetti non sono così macabri come alcuni titoli lascerebbero intendere.
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