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Scrittura

Andorra. Ritorno a Cameron

AndorraSia lodata Adelphi, che dopo aver distribuito nelle librerie, lo scorso anno, Il weekend, lo splendido romanzo del 1994, prosegue caparbia nell’indagine sull’opera giovanile di Peter Cameron stampando Andorra, pubblicato negli Stati Uniti nel 1997. E accostare i testi con il senno di poi, con in mente le direzioni imboccate dalla narrativa dell’autore, non è privo di utilità. Anzi, è perfino divertente, per le similitudini nelle quali ci si imbatte. Una poetica, d’altronde, si può anche ricostruire a ritroso. E le affinità di Andorra con l’ultimo libro di Cameron, Coral Glynn, pungolano i polpastrelli (e le meningi) dei lettori. Come Coral, anche Alex (o, come Alex, anche Coral…), arrivato in un luogo che non è casa sua (ma, in fondo, accadeva qualcosa di analogo anche in Quella sera dorata), verrà imbrattato, forse per l’innata diffidenza verso i forestieri, da sospetti nefandi. Fatti di sangue si consumano in ambedue i romanzi. E, per emanciparsi dall’ipoteca di reità che sembra gravare su di loro, tanto Alex, quanto Coral, sono costretti a una fuga tempestiva e ingloriosa. Mentre, a corredo del plot, si accavallano situazioni e figure molto familiari ai frequentatori abituali di Cameron, dal marito omosessuale in piena crisi di coscienza e d’identità agli episodi funesti (qualcuno che si è suicidato c’è sempre) che aleggiano nell’aria come mementi esistenziali. Tuttavia, diversamente da Coral Glynn, Andorra è scritto in prima persona, come Un giorno questo dolore ti sarà utile, con il quale condivide l’intonazione diaristica e la sottile manipolazione che il punto di vista del protagonista-narratore pratica sugli eventi. A scapito dell’oggettività. Ma esiste forse una verità oggettiva?

“Tanti anni fa lessi un libro ambientato ad Andorra e l’idea del paese che ne ricavai mi rimase talmente impressa che quando, costretto dalle circostanze, dovetti ricominciare in un posto nuovo, mi fu immediatamente chiaro dove andare”. Ed è così che, per l’appunto, Alex Fox, via dalla California, giunge ad Andorra. Località che, dalla torre dello sfarzoso hotel Excelsior, dove il giovane alloggia, sembra paradisiaca. Tutto appare lieto, nello staterello tra Spagna e Francia: ogni ospite è considerato un cittadino, ogni abitante svolge sei ore a settimana di servizio civile volontario, le diseguaglianze sociale sono state livellate, nel corso del Novecento, da politiche all’avanguardia. Alex stringe amicizia con Ricky e Ricky Dent, due coniugi (omonimi) australiani, e con le donne della famiglia Quay, una potente dinastia locale, rappresentata ora dalla sportiva matriarca Sophonsobia e dalle figlie Jean e Nancy. Segreti, confessioni, altarini, coinvolgimenti carnali, intrecci emotivi e umani finiranno per destabilizzare, in men che non si dica, l’equilibrio (mai) raggiunto. Perché ogni personaggio, compreso Alex (anzi, soprattutto Alex) è inseparabile dal travaglio che lo lacera interiormente e lo imprigiona nelle stanze oscure del passato. Le catene della colpa. O soltanto della sventura, anche se soltanto si fa per dire. Tutti sopravvivono aggrappati, loro malgrado, a un amore marcito nel cuore o a un lutto devastante o a un tormento che non smette di condizionarli. La situazione precipita, poi, quando Alex, senza che nessuna imputazione gli venga formalmente contestata, percepisce di essere sospettato dalla polizia dei delitti di due uomini che il mare ha restituito senza vita. Anzi, di essere già stato designato come responsabile.

Peter Cameron accanto alla copertina

Andorra mostra così il rovescio della medaglia. Il locus amenus assume connotazioni distopiche, inviluppando il personaggio principale in un incubo vagamente kafkiano. Il Paese troppo presto idealizzato si rivela per quello che è: una dimensione ostile e ineffabile, le cui leggi scritte celano, sotto il guscio del benessere e della (falsa) felicità, regole assai più ferali e arcaiche. Ed ecco Alex solo contro il sistema e l’arroganza impalpabile ma mortale del potere. Solo come, a suo tempo, Giovanna d’Arco, affrescata sulle pareti della camera dell’Excelsior. Aiutato soltanto dalle poche persone benevole che gli è capitato di incontrare, tutte, però, troppo calate nel mistero delle loro esistenze e del luogo per rivelare interamente se stesse. D’altro canto, il libro ambientato ad Andorra che il narratore lesse è Crewe train, di Rose Macauley, una che, a detta dell’anziana Mrs. Reinhardt, uno dei personaggi più notturni e fantasmatici del romanzo, Andorra non la conosceva per niente. Ed è, infatti, un’Andorra reinventata dalle fondamenta, quella che descrive Cameron, in cui la capitale non è Andorra La Vella, ma l’immaginaria La Plata; e se i Pirenei dominano, con la loro mole, l’orizzonte settentrionale, la città è bagnata dalle salate acque pelagiche (sic).

Non è, d’altronde, con lo spirito del geografo che lo scrittore americano incunea la sua storia in quella zolla d’Europa. Andorra è come l’Uruguay di Quella sera dorata. Un posto abbastanza esotico da poter esasperare a dovere lo spaesamento del protagonista. Che, smarrendosi nell’incomprensibilità di territori sconosciuti, si smarrisce dentro se stesso. Fino a ritrovare, là dove l’aveva occultata, una mostruosità non meno abietta degli accadimenti che rischiano di stritolarlo. E nel giocare con Alex come il gatto con il topo, l’autore è indubbiamente bravo. Come nel disvelarne i segreti. Andorra è, più di tutto, un romanzo psicologico, che veglia (e oltrepassa) il confine poroso tra la normalità e la sua negazione. Un romanzo di Peter Cameron, se non si fosse capito.

Bibliografia di Peter Cameron

Coral Glynn, Farrar, Straus & Giroux, New York 2012; trad. it. Coral Glynn, Adelphi, Milano 2012
Paura della matematica, Adelphi, Milano 2008 (raccolta di sette racconti a partire dal 1986)
Someday this pain will be useful to you, Farrar, Straus & Giroux, New York 2007; trad. it. Un giorno questo dolore ti sarà utile, Adelphi, Milano 2007
The city of your final destination, Farrar, Straus & Giroux, New York 2002; trad. it. Quella sera dorata, Adelphi, Milano 2006
Andorra, Farrar, Straus & Giroux, New York 1997; trad. it. Andorra, Adelphi, Milano 2014
The half you don’t know, Plume, New York 1998
The weekend, Farrar, Straus & Giroux, New York 1994; trad. it. Il weekend, Adelphi, Milano 2013
Far-flung, HarperCollins, New York 1991
Leap year, Harper & Row, New York 1990
One way or another, Harper & Row, New York 1986; trad. it. In un modo o nell’altro, Rizzoli, Milano 1987

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