// Gli articoli dell\'autore

Dario Gigante

Per Fucine Mute Dario ha scritto 60 articoli.
Nota biograficaNato nel 1982, Dario Gigante, una laurea in filosofia e un master in sceneggiatura, ha pubblicato due romanzi e firmato il libretto del Singspiel di Angelo Vitaliano "Alice. Flusso cosciente di musica e parole" (2017). Per due volte finalista, nel 2010 e nel 2011, al premio di critica cinematografica Alberto Farassino, ha vinto, sempre nel 2011, il premio europeo Young and Innocent. Ha collaborato con diverse testate web.

The importance of being Charlotte

Misteriosa, misteriosa e altera. Poche come Charlotte Rampling hanno saputo esaltare la trascendenza di una femminilità siderea, sfuggente, ostile allo svelamento, ambigua financo alla perversione e alla pravità. Di lei, si potrebbe asserire quanto Alberto Moravia diceva di Stefania Sandrelli, che, cioè, incedendo “sparge sesso”. Ma non una sessualità estuosa, al contrario. Volto iperboreo, d’androgina, […]

Carol. Amore in gentil cor prende rivera

The boredom decade. Partoriti nel maccartismo e spirati nel conservatorismo patriottico di Eisenhower, i Fifties d’oltreoceano hanno tramandato di sé l’effigie di un decennio di sclerosi socio-valoriale, un cocktail di perbenismo, sospetto, conformismo, pregiudizio e di spensierato e analgesico consumismo. Ma tutto ciò non significa che, sotto la superficie smaltata, non incubassero malcontenti o che […]

Irrational man. Estasi di un delitto

Dio è morto, Marx è morto e anche l’accademico Abe Lucas non si sente molto bene. Anzi, è letteralmente un rottame. Convinto che le teorie filosofiche di cui è studioso siano soltanto “masturbazione verbale”, che l’imperativo categorico kantiano finirebbe in frantumi impattando con la belluina realtà quotidiana, che gli anni consacrati alla militanza politica e […]

Dheepan. Vivere in fuga

Del pessimismo antropologico e del fatalismo sociale, a cavallo tra giansenismo e determinismo, che impregnano la sua visione autoriale, Jacques Audiard, mastro cantore di buone intenzioni amputate dalle circostanze e di riscatti morali interrotti, ha già fornito prove sufficienti e convincenti. In Tutti i battiti del mio cuore, a un Romain Duris pargolo di padre […]

Ritorno alla vita. Dramma della ritrosia

In molti, alla première berlinese e dopo, hanno arricciato il naso dinanzi all’ultima fatica di Wim Wenders. “An inglorious return to narrative filmmaking for the German master”, ha tuonato Variety, mentre i più clementi hanno borbottato di un’opera non del tutto riuscita. Certo, Every thing will be fine non eguaglia certi capolavori del colendissimo passato […]

Sangue del mio sangue. Hello, darkness, my old friend

Benché Sangue del mio sangue non sia il primo sfondone con cui Marco Bellocchio sporca la sua fedina registica, è ogni volta cordoglioso denunciare il misfatto di un autore tra i più baldi e significativi del cinema (inter)nazionale. D’altro canto, non è possibile sorvolare sulla supponenza o l’incuria con cui l’artista piacentino si limita, ormai, […]

Giovani si diventa. Josh & Cornelia & Jamie & Darby

Errare humanum est, e può accadere che anche un empirista del quotidiano, un semiologo della contemporaneità, un agrimensore della coscienza e un grammatico dei sentimenti scrupoloso e perspicace come Noah Baumbach cada in fallo, specialmente se tenta d’inerpicarsi, come nel caso in oggetto, sulle pendici di plot che si discostano da quella registrazione d’impercettibili moti […]

Jean Gruault. La vita è un film

Se, lassù in Scandinavia, l’Accademia reale delle scienze considerasse gli autori di copioni cinematografici al pari degli altri scrittori, pochi quanto quell’umanista maieutico, abissale, sardonico di Jean Gruault avrebbero meritato il Nobel. Perché la sceneggiatura, nelle sue mani, è stata lungi dall’assuefarsi ai vezzi del regista di turno o identificarsi con la destrezza tecnica nell’accompagnare […]

Youth. And now, the end is near…

Quando negli anni Venti Antonin Artaud, interrogato da René Clair, asseriva che l’unico genere di film che, a suo parere, godesse del diritto di esistere era “quello in cui tutti i mezzi d’azione sensuale del cinema” fossero impiegati, ignorava di provvedere un futuribile saggio monografico su Youth del più calzante esergo e di riassumere, involontariamente, […]

Mia madre. Il maestro e Margherita

Alla tetraplegia spirituale, creativa, esistenziale di soggetti che, a seguito di traslochi identitari più o meno ingenti, si trovano paralizzati dalle sue stesse paturnie, Nanni Moretti ha abituato il pubblico, allenandolo a rintracciare l’autore nel polivoco elenco di alienati interiori e sociali che abitano il suo cinema e poco importa se si presentino come un […]