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Francesco Rosi

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Nota biografica

Francesco Rosi, nasce a Napoli il 15 Novembre1922. Dopo una breve esperienza radiofonica e teatrale si accostò al cinema, scrivendo sceneggiature e lavorando con alcuni dei maggiori registi dell’epoca come Zampa in Processo alla città (1952), Antonioni ne I vinti (1953) e Visconti in La terra trema (1950), Bellissima (1952), Senso (1954). In queste collaborazioni sviluppò un forte interesse per la realtà e la vita politica e sociale italiana, interesse che lo guiderà nella scelta di soggetti di impegno civile e politico. Nel 1950 portò a termine Camicie rosse, lasciato incompiuto da G. Alessandrini, per esordire alla regia nel 1956, con La sfida, in cui affrontava il tema della camorra nei mercati generali di Napoli. Il film era svolto con le tecniche proprie dei film gangster americani. Nel 1959 diresse I magliari amara testimonianza sul malcostume di certa emigrazione italiana in Germania. Con Salvatore Giuliano (1961), raggiunse la sua maturità artistica e riuscì a ritagliare uno spazio lirico all’interno di un apparentemente arido film-documento su una delle vicende più torbide della storia italiana del Novecento. Con Le mani sulla città (1963), cronaca-storia del neorealismo nella decisa denuncia della speculazione edilizia a Napoli, vinse il Leone d’oro al Festival di Venezia. Questo premio sancì la sua definitiva consacrazione come uno dei più rappresentativi e interessanti registi italiani, confermata anche dalle sue opere successive come Uomini contro (1970), manifesto antimilitarista tratto dal romanzo di Emilio Lussu. Dopo i meno convincenti Il momento della verità (1965) e C'era una volta... (1967), tornò al cinema politico con Il caso Mattei (1972), che sollevava interrogativi inquietanti sull'oscura fine del fondatore dell’ENI, Lucky Luciano (1973) e Cadaveri eccellenti (1976), tratto dal romanzo Il contesto di Leonardo Sciascia. Di matrice letteraria furono anche i film successivi: Cristo si è fermato a Eboli (1979) dal capolavoro di Carlo Levi, Tre fratelli (1981), il film-opera Carmen (1984), Cronaca di una morte annunciata (1987) da Gabriel García. Márquez. Con Dimenticare Palermo (1990), riprese il filone che lo aveva reso celebre negli anni Settanta. Poco convincente è stata anche la sua trasposizione di La tregua (1997), dal celebre romanzo di Primo Levi.

fonte: mymovies.it

La politica dell’autore

In occasione di una retrospettiva quasi completa dedicata a Francesco Rosi — spiace constatare l’assenza ingiustificata de Il momento della verità, che tra i titoli meno visti del maestro maggiormente si presterebbe ad un utile ripensamento critico — la Scuola Nazionale di Cinema/Cineteca Nazionale si è fatta promotrice di un incontro tra il pubblico ed […]