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Franco Giraldi

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Nota biografica

Franco Giraldi nasce a Comeno, in provincia di Gorizia l'11 Luglio 1931.
Dopo aver fatto il critico cinematografico dell' Unità, si accosta al cinema "vero" alla fine degli anni '50 lavorando come aiuto regista in molti film impegnati (tra gli altri segnaliamo Uomini e Lupi (1956) di Giuseppe de Santis e Lepoldo Savona, Giovanna (1955) di Gillo Pontecorvo, Un ettaro di cielo (1959) di Aglonico Caradis, La strada lunga un anno (1957) e La Garçonniere (1960) di Giuseppe de Santis, Il Gobbo (1960) di Giuseppe Lizzani, Laura Nuda (1961) di Nicolò Ferrari e Tiro al piccione (1961) di Giuliano Montaldo) e dirigendo molte seconde unità di film di grande successo, fra cui Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone. Esordisce nella regia con alcuni western-spaghetti, ironici e di buona fattura, ma, ben presto abbandona il genere per dedicarsi a film più impegnati e, dal 1973 lavora soprattutto per la Televisione.
E' stato anche attore in due film horror di Bruno Mattei, L'Inferno dei morti viventi (1981) e L'Altro Inferno (1980).

Dal testo omonimo di Dacia Maraini, Giraldi dirige con un'attenzione particolare rivolta ai sentimenti, alle pulsioni (la violenza sia essa brutale o ambigua), alle emozioni (paura e gioia), alla complessità insomma del sé e alla fatica di viverlo.
Nel cast, tra gli altri, Valeria Bruni Tedeschi, Sonia Bergamasco, Gabriele Lavia.

Franco Giraldi, critico cinematografico e documentarista triestino, esordì nel cinema commerciale come aiuto regista e, nel '66, come regista nel western all'italiana "Sette pistole per i Mac Gregor". Dopo altri film del genere si fece notare per "La bambolona" (1968) gustoso e acuto ritratto d'una crisi esistenziale, venato d’ironia non priva di amarezza, e per "Cuori solitari" (1970), un'altra commedia di costume psicologicamente approfondita. Ma è con "La rosa rossa" (1973) e con "Un anno di scuola" (1977), realizzati entrambi per la televisione, che il suo acume psicologico e la sua delicatezza nel descrivere un ambiente e un'epoca trovano i giusti toni del dramma sentimentale raffinato e stilisticamente prezioso. (G. Rondolino, "Dizionario Bolaffi del cinema italiano").

Film per il cinema e film per la televisione

Fu Tullio Kezich, verso la fine degli anni Sessanta, a chiedermi se volevo fare un film per la Tv. Era, mi pare, un racconto di Rigoni Stern che mi piaceva molto. Io ero però, a quel tempo, agli inizi della mia carriera di regista, e mi accingevo a girare La bambolona, il mio primo film […]