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Giovanni Testori

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Nota biografica

Giovanni Testori è scrittore, drammaturgo, pittore, critico d'arte, poeta, regista, attore. Nato il 12 maggio del 1923 a Novate Milanese, ha seguito sin da giovanissimo la propria natura creativa e tumultuosa. Già a 17 anni collaborava ad alcune riviste del GUF con articoli di critica d'arte contemporanea. Sono gli anni in cui nasce una stretta amicizia con i pittori di Corrente: da Guttuso a Morlotti, Treccani e Cassinari.
Dal 1952 diviene allievo prediletto di Roberto Longhi che ne difese strenuamente il modo coinvolgente e appassionato di leggere la storia dell'arte. Dall'alunnato longhiano nascono i celebri scritti sull'arte del cinque-sei-settecento lombardo-piemontese: da Martino Spanzotti e Gaudenzio Ferrari a Cerano, Tanzio da Varallo, Daniele Crespi, Cairo fino a Ceruti e Fra Galgario.
Spetta a Vittorini il merito di averlo lanciato come scrittore, pubblicando nel 1954 la sua prima opera di narrativa, Il dio di Roserio, nella collana i Gettoni di Einaudi. Seguirà poi il ciclo de I Segreti di Milano che si apre con le due raccolte di racconti Il ponte della Ghisolfa e La Gilda del Mac Mahon, in cui Testori racconta di una Milano periferica povera e umana.
Al nome del Piccolo Teatro invece è legato il primo grande esordio come drammaturgo: La Maria Brasca venne portata in scena nel 1960 con la regia di Mario Missiroli e una straordinaria Franca Valeri. Gli anni 60 sono poi segnati dal sodalizio con Luchino Visconti: tre racconti de Il ponte della Ghisolfa costituiscono l'ossatura della sceneggiatura di Rocco e i suoi Fratelli. Visconti curerà la regia di due opere testoriane: L'Arialda (1960), e La Monaca di Monza (1967). Fu proprio lo scandalo per la presunta oscenità de L'Arialda a far conoscere Testori al grande pubblico.
Gli anni 70 si aprono al Salone Pier Lombardo: Franco Parenti, a partire dal 1972, porta in scena la Trilogia degli Scarrozzanti (Ambleto, Macbetto e Edipus) e i Promessi sposi alla prova con la regia di Andrée Ruth Shammah. Nel 1977 la morte della madre segna l'inizio di una nuova fase della vita dello scrittore, segnata dal monologo Conversazione con la morte, portato in scena dallo stesso Testori l'anno seguente. L'incontro con la Compagnia dell'Arca di Forlì porterà alla messa in scena di Interrogatorio a Maria (1978), Factum Est (1981) e Post Hamlet (1983).
Gli anni 80 sono invece nel segno di Franco Branciaroli: con il grande attore e con il regista Emanuele Banterle Testori fonda la Compagnia degli Incamminati. Tra i momenti culminanti del rapporto Testori - Branciaroli massima risonanza ebbero In exitu (1988), con la memorabile rappresentazione alla Stazione Centrale di Milano e Verbò (1989), in cui al Piccolo Teatro andava in scena con Branciaroli lo stesso Testori. Altro importante frutto dell'esperienza degli Incamminati è la messa in scena dell'Erodiade (1984) con Adriana Innocenti.
Dal 1975 era iniziata la collaborazione di Testori con il Corriere della Sera: dopo alcuni articoli di critica d'arte ed editoriali d'argomento etico, Testori aveva preso il posto di Pasolini come commentatore controcorrente e dal 1978 era responsabile della pagina artistica.
Nal 1991 si ammala di un tumore che lo costringerà per molti mesi in ospedale, fino alla morte avvenuta il 16 marzo 1993. Sono comunque anni d'intenso lavoro che portano alla stesura di numerose opere teatrali. Tra queste l'ultima e più importante è I Tre lai. Una sorta di testamento letterario, in cui l'autore dipinge in tre monologhi (una sorta di terna dantesca) la vita di tre eroine da sempre amate dallo scrittore: Cleopatra, Erodiade e la Madonna. L'opera, pubblicata postuma, è stata messa in scena dalla Compagnia dei Magazzini, per la regia di Federico Tiezzi e con la straordinaria interpretazione di Sandro Lombardi. Un nuovo allestimento per l'Edipus nel 1996 e per l'Ambleto nel 2001 ha confermato la compagnia dei Magazzini, ora nominata Lombardi-Tiezzi, come la più importante esperienza teatrale testoriana post-mortem.

A rischio della vita

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