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Oriana Fallaci

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Nota biografica

Oriana Fallaci nacque a Firenze nel 1929, negli anni del potere mussoliniano. Durante la giovinezza, lo stato politico e sociale dell’Italia ebbe un notevole influsso sulla sua vita, così come la figura del padre, un liberale contrario alla corsa al potere di Mussolini. Quando l’Italia decise di entrare attivamente nella Seconda Guerra Mondiale, Oriana Fallaci aveva poco più di dieci anni. Unendosi al padre nel movimento clandestino di resistenza, divenne membro del corpo dei volontari per la libertà contro il Nazismo. A quattordici anni, ricevette un riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano per il suo attivismo durante la guerra. Il conflitto finì nel 1945 e di lì a poco, Oriana avrebbe deciso di diventare una scrittrice. Molti sono i ricordi della figura paterna, e poi il ricordo della madre, cui s’intrecciano i giorni trascorsi insieme a Panagulis, cui la scrittrice è stata legata sentimentalmente. Oriana Fallaci iniziò la sua carriera di giornalista con un articolo di cronaca, ma le sue doti spiccate le valsero in fretta degli incarichi importanti. Presto cominciò ad intervistare figure politiche di rilievo e a seguire gli eventi internazionali. Ha lavorato per il settimanale «Europeo» e collabora con altre testate, sia in Europa, che nel sud America. Ha intervistato figure del calibro del direttore della Cia William Colby, il primo ministro pakistano Ali Bhutto, l’Ayatollah Khomeini dell’Iran, concentrandosi sul loro ruolo di figure dominanti nel sistema politico internazionale. Tra le sue interviste politiche più famose quella con il segretario di stato americano, Henry Kissinger, quella con Federico Fellini e Sean Connery, Yassir Arafat e Von Braun. Il fine della sua scrittura, secondo quanto lei stessa ha riferito, «è quello di raccontare una storia con un significato, non certo i soldi». Il suo luogo di lavoro è spartano. E' una scrittrice molto lenta e riscrive ossessivamente. Tra i suoi scritti si ricordano  Lettera ad un bambino mai nato (1975); Un uomo (1979), scritto in seguito alla morte del suo compagno Alekos Panagulis; Insciallah (1990), in cui scrive la storia delle truppe italiane stazionate in Libano nel 1983; Sesso inutile (1961); Penelope va alla guerra (1962); Se il sole muore (1965). I suoi libri sono stati tradotti in trentun paesi. Consegnandole la laurea ad honorem in letteratura, il rettore del Columbia College of Chicago la definì: «Uno degli autori più letti ed amati al mondo». Seppure di origini fiorentine, Oriana Fallaci risiede tuttora a New York: «Firenze e New York sono le mie due patrie», racconta lei stessa. Sull’onda dell’emozione suscitata dagli attentati terroristici compiuti in America l’11 settembre 2001, con una lettera inviata al direttore del «Corriere della Sera», Ferruccio De Bortoli, Oriana Fallaci ha varcato la soglia di una ritrosia caparbia, che durava da tempo.

Lettera a Pier Paolo

[…] Diventammo subito amici, noi amici impossibili. Cioè io donna normale e tu uomo anormale, almeno secondo i canoni ipocriti della cosiddetta civiltà, io innamorata della vita e tu innamorato della morte. Io così dura e tu così dolce. V’era una dolcezza femminea in te, una gentilezza femminea. Anche la tua voce del resto aveva […]