1
Tu che ti allontani nelle mattine della terra
filtri dalla pietra
alla sabbia intrisa del sale della notte
muta
segui il soffio del vento fino al varco del suo fulcro
qui
dimentichi ombre che cadono con lieve pendio
mentre foglie di vite giallastre fitte di punti
giungono al vano dell’oblio
o
a lato nella vampa dell’odore delle rocce
sorprendi la tua voce tramontante
che si innalza
in un primo segmento
insanguinato
così le pietre si stringono
nell’insinuarsi della luce
dove
i percorsi della tua era pagana
nascono
la quiete
non toglierà
il respiro
di coloro che passarono di qui.
26.5.1988
2.
Ben venga la roccia che si consolida ebbrezza
o spande febbre
ben venga una famiglia che unisce l’occhio al delirio
Se avessi saputo
di girare tra le volte
e l’illuminante legge del mare
se fossi stato certo
di percorrere il sentiero della stirpe
ad una svolta fuggente
sarei venuto ai morti con i miei riti
avrei detto allora
l’occulto della voce è la mia compagnia
È una riga che sta tra le righe
dal biancore frantumato
che invoglia
un tessuto di deliri
i morti si sono riuniti
in una notte marina
e hanno spartito
il freddo con le tenebre.
1.6.1988
3
È la pietra lontana che illumina le feste
sento i bisbigli
del suo inizio
che accompagnano la gloria di perdere un inizio
all’alto delle palme ho lasciato
non curante
il mio volto
vedo le onde di questo mare
risalire alle grotte
per forare la quiete del fiore del gunbaz nell’utero
[dell’eternità
la sabbia
si estende lì come collina
con il vuoto
do forma alla sua forma
un bracciale di donna
persiste nell’attimo del brillio
tra pietra
e pietra
le grida dei bambini
ripetono
la danza della morte.
6.6.1988
4.
Una lingua nei luoghi di queste rocce
intraprende la sua svolta
chi é solo non carpisce la sua solitudine
con essa può solo risalire le onde
e in un sommesso segreto….
si china
come fosse
nel sonno dei tempi
appartiene alle onde nel più estremo dei suoi elogi
quando la voce è attratta
dal corpo intarsiato
dai venti
e dai sismi del mattino sui volti dei viandanti
da uno stato a un sospiro
e da un sospiro a uno stato
vi sono sussurri
passeggeri
che involano i cigni colmi di quiete
verso la quiete
una distanza assolata
traccia
l’odore delle vecchie razze
nell’armonia del passaggio.
9.7.1988
5.
Un bagno di fuoco
viaggia
negli arti del corpo
come lama penetrante
le tue mani sono salde nell’appiglio del vuoto.
Nei tuoi polmoni
anfratti incrinati di un fiore
non raccontare a nessuno i tuoi finali,
sopporta l’ardore della sospensione
prendendo in consegna il mare
lì sono le barche, e presso di te
quel che rimane di pietre e tronchi
andare sarà il tuo inizio
là dove terminano i brindisi
potrai asciugare l’aria viziosa degli astanti
che dalle loro sedie
dove giacevano i respiri spingevano
i loro discorsi
un istante
poi un’altro
l’arcipelago splende
vai
verso il tuo fuoco
o il tuo mare
fin d’ora
portato allo svago
le tue mani
bevono una maledizione
prepara il tuo viaggio
per abbracciare
il sangue
avvertito da un sussurro maturo
e lascia
sulle pietre
un elogio funebre
dialogo d’annegati.
6.
Escono dal sonno
le nubi sono cortine
che passano sui confini e le superfici del muschio
là, le vecchie torri di controllo
languide
sostenute dalle rocce
il ragazzo dal volto grazioso
portava un muro di vino
tutto è pronto
il turbante di lino
l’altare
il candelabro di pietre lavate
tra poco
la recitazione aprirà
la porta di una cupola
e le ragazze con l’henné
irromperanno
con forza
dov’è il desiderio,
veterani
che si fanno la barba
forse
anche si pettinano
e ridono
non vedo il mio volto tra loro
forse finirò lì
tra le loro mani
osservo le onde
che alzano un velo
di spruzzi
e scompaiono.
13. 7. 1988
Traduzioni: Laboratorio di traduzioni di Casa della poesia
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