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Cinema

Maurizio Nichetti

Honolulu Baby

Abbiamo intervistato Maurizio Nichetti a Trieste, a margine della rassegna “Filmakers”.

Gianfranco Terzoli (GT): Lei è a Trieste per presentare il suo nuovo film, “Honolulu Baby”. Ci può raccontare brevemente la trama della pellicola?

Maurizio Nichetti (MN): è sempre una storia che parte della realtà, parte da una situazione reale per poi raccontare qualcosa di fantastico, ecco, però sempre legata a una realtà contingente. Per cui mentre in “Ratataplan” questo ingegnere era alle prese con questa assunzione in una multinazionale che non lo prendeva, a distanza di anni si trova con un problema opposto, cioè alle prese con un licenziamento e cerca di non perdere il posto di lavoro.

GT: Quindi anche un po’ lo specchio dei tempi, in un’epoca in cui la disoccupazione resta uno dei problemi sociali più sentiti…

MN: Sì, diciamo che il mercato globale ci mette un po’ a confronto con queste problematiche e l’ingegner Colombo si ritrova al centro di una situazione di questo tipo. Naturalmente, poi, la affronta come affrontava vent’anni fa i problemi della disoccupazione giovanile, alla sua maniera, per cui tutto finisce bene, insomma.

GT: è un film ricco di effetti speciali…

MN: Be’, lo è come lavorazione, nel senso che tutta la post-produzione l’abbiamo fatta in digitale; non lo è come apparenza, perché poi la bellezza di questi effetti speciali è che sono invisibili, o cioè così almeno dovrebbe essere per il grande pubblico, nel senso che non è un film di astronavi, di fantascienza o di mostri, ecco. è un film dove l’effetto speciale di integra con le riprese vere e tutta la virtualità dovrebbe assolutamente passare inosservata.

GT: Una domanda interessata. Come vede il futuro del cinema rispetto al mezzo Internet, se a suo avviso c’è la possibilità che qualche nuovo autore emerga proponendo dei corti su questo mezzo, cioè la rete.

MN: Ma guardi, lei se conosce il problema sa che al momento ci sono delle limitazioni di memoria e di trasmissione delle immagini in movimento, come lunghezza, per cui tutto lo sviluppo dei corti via Internet di 30 secondi, un minuto, un minuto e mezzo dipende proprio dall’impossibilità delle fibre ottiche di mandare situazioni più lunghe. Io credo che questa sia una situazione assolutamente passeggera, cioè nel senso che tra qualche anno si riusciranno a trasmettere anche i lungometraggi via Internet, via rete e questo rivoluzionerà completamente la distribuzione del cinema, ecco. Al momento, ovviamente, ci sono queste sperimentazioni che sono molto interessanti e che vanno guardate con grande attenzione.

GT: Lei non è un grande presenzialista, non capita spesso di vederla in trasmissioni televisive. è una sua scelta, ritengo.

MN: No, no, diciamo che io fortunatamente ho sempre avuto molto da fare e sono sempre — diciamo così — o impegnato in un film da realizzare o occupato in qualche altra attività. Diciamo che le ospitate televisive quando capita di farle per la promozione di un film o finalizzate a qualcosa possono anche andar bene, se no è un lavoro; è un lavoro che per farlo bisogna avere molto tempo libero, ecco.

GT: Mentre lei preferisce impiegarlo dedicandosi alle sue produzioni…

MN: Be’, direi che in questi anni ci sono state talmente tante novità a livello tecnologico, talmente tante cose — pensiamo al DVD, alla Rete, a Internet — che occupano completamente, perché se si vuol rimanere aggiornati diciamo che di tempo ne rimane poco. Al di là del lavoro.

GT: Il cinema in televisione, adesso che ci sono tutte queste tv a pagamento, ha subìto dei danni da questa massiccia offerta, da questo proliferare di tv “on demand”?

MN: Ma guardi, sarei falso se dicessi di no. Diciamo che lo spettacolo cinematografico è andato in crisi con l’avvento della televisione; poi adesso con le televisioni tematiche, con i canali a pagamento, con le offerte di anteprime di pay tv, ovviamente la gente si sta abituando sempre di più a starsene a casa che venire nelle sale.

E’ logico che la televisione abbia creato una crisi dello spettacolo cinematografico in sala e sarà sempre peggio, perché con l’alta definizione, gli schermi piatti, la possibilità di farsi e riprodursi in casa una qualità molto alta, diciamo che lo spettacolo cinematografico verrà sempre di più visto in casa. Questo è un dato di fatto. Possiamo anche rimpiangere romanticamente la vecchia sala però direi che con la polverizzazione delle multisale e tutte le sale da 100 posti che si sono ormai oggi, il grande concetto della sala da seicento-settecento posti che faceva vivere una situazione collettiva è in po’ scomparsa. Per cui, tra andare in una piccola sala e vedere su un piccolo schermo cinematografico un film e guardarselo a casa propria su uno schermo piatto a definizione digitale penso che il futuro sarà più dell’home video che del cinema in sala.

GT: E lei pensa di proseguire il suo lavoro andando in questo senso?

MN: Ma guardi, il cinema è sempre cinema, cioè io lavorerò sempre nelle storie raccontate con le immagini; certo che l’interattività che dà un DVD o una tecnologia di questo tipo è molto stimolante. Probabilmente il futuro sarà pieno di sperimentazioni di questo tipo.

Crediti

Anno: 2000
Data uscita: 23/03/2001
Nazione: Italia
Distribuzione: Mikado
il sito ufficiale del film

Regia: Maurizio Nichetti
Sceneggiatura: Maurizio Nichetti Giovanna Carrassi Richard Clement Haber
Fotografia: Saverio Guarna
Scenografia: Lorenzo Baraldi
Costumi: Donatella Cianchetti
Montaggio: Massimo Germoglio

Leggi: la recensione di  Franco Montini

Guarda: il trailer | l’intervista

CAST

Margherita   Maria de Medeiros
Alberto Colombo   Maurizio Nichetti
Christiane   Jean Rochefort
Marilda   Paulina Galvez
Mariana Aguillera

Trama
Alberto Colombo è un ingegnere petrolifero sposato con Margherita, donna in carriera. La loro vita è monotona, finché un giorno Alberto viene mandato in una missione impossibile all’estero, o meglio a Melancias, un paese sperduto. In realtà Melancias nasconde qualche segreto più o meno gradevole che sarà svelato ad Alberto Colombo da Christiane, unico uomo sopravvissuto in quel luogo ai confini del mondo. Nove mesi trascorre Alberto a Melancias: in nove mesi possono accadere tante cose.

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