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Fucinecorti

Eravamo in debito di una mensilità, ed eccoci oggi a rimediare con un numero speciale: definizione che ultimamente attribuiamo piuttosto spesso al numero in uscita, che, avrete notato, gode in misura sempre maggiore di una programmazione a lungo termine, se non di vere e proprie “aree tematiche” coese, così come intendiamo caratterizzare, senza pregiudicare la spontaneità che ci denota, il nuovo corso recentemente intrapreso da Fucine Mute.

Il sommario che avete davanti ai vostri occhi è, come promesso, una piccola rassegna dei tanti cortometraggi che, a partire dalla panoramica offerta a Trieste da Michele Sardina e Fulvio Sabia, stanno affollando i nostri archivi informatici andando ad accrescere di mese in mese le nostre proposte in merito.

Nella speranza che le suddette produzioni – più o meno “povere” in termini meramente economici, più o meno riuscite, più o meno fortunate nella circuitazione – ottengano adeguata visibilità presso manifestazioni e contesti festivalieri, ci permettiamo di mostrare i primi dieci esemplari di una razza che talvolta ama nascondersi, talvolta vorrebbe emergere, e che sicuramente non ottiene presso il grande pubblico quella riconoscibilità che meriterebbe, se non in rari casi che non possono, quantitativamente, essere testimoni attendibili di un’esigenza espressiva fatta di tanti compromessi tecnici e quasi nessuno sul piano etico, di sintesi e colpi di scena, di frammentazione o di inquadrature pacate e meditabonde. Una razza capace anche di slanci improvvisi e di risultati ammirevoli.

I Manetti Bros, vecchie conoscenze di Fucine e del Festival della Fantascienza di Trieste, lamentano nel numero settembrino di Internet News la carenza di una cultura del corto in rete in Italia, specie se il raffronto è con AtomFilms. Al di là di capire se l’utente italiano si è tecnicamente evoluto – i dati relativi alla sottoscrizione di nuovi contratti ADSL, specie in ambito imprenditoriale, sono sconfortanti, ma almeno le basse qualità del video dovrebbero essere ormai fruibili da tutti -, resta da puntualizzare cosa veramente si vuole dal cinema in rete. Viste le prerogative, è ovvio che la formula del corto resta la più plausibile per comodità di varia natura, ma è altrettanto vero che la sua filosofia va spesso al di là della mera fruizione tematica che presupporrebbe la suddivisione in categorie specifiche. Se i Manetti cercano un determinato tipo di attenzione, è forse vero che “Das Kleine Kaos” – su FM43 con Chiedo Asilo – produce documentari perché ritiene giusto portare a conoscenza di un pubblico, magari ristretto, le informazioni, magari scomode, non veicolate dai canali istituzionali, magari in malafede. Ma questo, se interpreto correttamente, ben prima di qualsiasi ricerca di canali distributivi: meglio sarebbe diffondere, ma è il rigore etico ad incentivare la cosa.

Sta di fatto che, qualunque sia l’atteggiamento nei confronti del pubblico, l’opportunità di risoluzioni orientate in tal senso da parte di chi opera nel tessuto culturale possono costituire una boccata d’ossigeno per un settore intraprendente e vitale, e al tempo stesso potrebbero rappresentare un’iniziativa editoriale percorribile da chi ritenesse possibile sostenere il rischio d’impresa correlato, sebbene il discorso sulle valutazioni di un simile investimento dovrebbe essere lungo e minuzioso.

Una proposta è comunque chiara: perché non agevolare la diffusione di produzioni indipendenti, di materiali altrimenti relegati alle rassegne e agli enti o associazioni culturali di buona volontà (che fortunatamente a Trieste non mancano), di venire incontro tanto a chi cerca nuove vie di diffusione quanto a chi ambisce a nuove possibilità di fruizione? Che magari vedremo di fare coincidere. E di estendere a più tradizionali iniziative di proiezione / incontro / rassegna, organizzate da noi o in collaborazione con altri. E ancora di sintetizzare in nuove formule linguistiche: so di averlo detto spesso, ma un’occhiata ad alcuni dei corti sarà la riprova che un video può essere girato anche con uno sguardo alle esigenze della rete nella scelta dei campi di inquadratura e dei piani di ripresa. Oppure non disdegnando soluzioni condivise dal site design d’avanguardia, vedere Black Empire. Che sia l’inizio di un cinema specifico?

Film “short”, sicuramente, ma non “piccolo cinema”, beninteso: assaggi di cinema grande, indipendentemente dal valore della pellicola / video / realizzazione digitale, perché chiunque abbia tentato di raccontare o di fare riflettere in pochi minuti sa bene quanto l’espressione fulminea di un concetto non lasci spazio a fronzoli di comodo, pena l’immediato invalidamento di tutta l’operazione, improvvisamente spogliata di qualsiasi attitudine alla sincerità.

Da Un chien andalou a MTV – il clip musicale e quello pubblicitario, perché escluderlo? – , dai corti d’autore (parlo dei ritorni al corto dei grandi registi; con tutto il rispetto, “Cortinametraggio” e “Maremetraggio” ci interessano, ma sicuramente un po’ meno) ai prodromi della nuova animazione “fatta in casa” dei Flash Movies – ci ritorneremo – , siamo di fronte ad una varietà impressionante che, non lo nascondo, vorrei conoscere meglio. Senza escludere chi rimane affezionato al corto e non se ne muove, quasi a farne un manifesto.

Una topografia apparentemente incerta, dietro la quale si cela tuttavia una insospettata coesione di intenti che merita, come minimo, l’iniziativa che intendiamo dedicarle a partire da questo numero, una sorta di sito nel sito fatta per dimostrare che Internet c’è ed è utile.

Prima di chiudere, due ringraziamenti doverosi, senza tralasciare la più sincera gratitudine a tutti gli autori coinvolti. Il primo a Massimo Giacon, che ci ha consentito, sulla fiducia e sulla base di un’amicizia comune (la galleria di arte contemporanea LipanjePuntin), la pubblicazione di Sexorcismo 2000. Il secondo alla sempre più brava, competente ed affascinante Martina Palaskov Begov la quale, sull’onda delle prime discussioni in redazione in merito all’apertura di “fucinecorti”, si è occupata della ricerca e della concessione del materiale con l’usuale carica che un po’ tutti le invidiamo. Ora Martina è a Venezia, per cui sapete cosa vi attenderà a breve. Poi volerà diretta alla terra d’Albione, ma l’Intervista Esclusiva al Famoso Attore e Regista resterà una sorpresa fino all’ultimo.

Nell’invitarvi ad inviarci i vostri corti, le vostre animazioni Flash, i vostri fumetti in rete, rispetto ai quali, come ci piace ribadire, manterrete la sacrosanta paternità, vi rimando direttamente a Martina (a cui piace firmarsi in minuscolo) e alla sua e-mail per i primi accordi del caso. Mi auguro la vostra partecipazione numerosa all’iniziativa, ne varrebbe la pena.

A tutti i musicisti e a chi gravita nell’orbita musicale annuncio invece che il nuovo responsabile della sezione è Fabrizio Garau, in compagnia della sua anima dark e di Jamil Ahmad.

Christian Sinicco, da tempo in odore di promozione, è invece il nuovo Caporedattore, sperando che il coordinamento di Pianeta Poesia (12-30 settembre 2002 a Trieste, in diversi luoghi della città) non ce lo porti via prematuramente, visto che pare alla frutta prima ancora che la manifestazione inizi. Ma è sempre così: il pubblico di un evento di certe dimensioni cammina sui resti degli organizzatori.

Scherzi a parte, tre “investiture” più che dovute, e quindi in bocca al lupo ad entrambi i tre, come si leggeva su un testo di marketing all’Università. Sempre meglio del “più maggiore” che troneggiava in prima pagina di Trieste Oggi, giovedì 29 agosto 2002 per amore di precisione e per chi non ci credesse.

E nel frattempo, per citare il nostro Valerio Bindi, sappiate che dal calore di queste fucine resterete abbagliati.

Alla prossima novità.

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