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Musica

Cranes

Serenità

Pordenone, Venerdì 25 ottobre, Deposito Giordani: I Cranes di nuovo in Italia per una stupefacente performance. L’intervista con la cantate Alison Shaw è stata raccolta poco prima del concerto.

Fabrizio Garau (FG): Dopo un periodo di quattro anni avete pubblicato un nuovo album, Future Songs. In coincidenza con l’album, il 2001 e il 2002 hanno visto diverse vostre esibizioni dal vivo, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Qual è stata la risposta dei fan?

Alison Shaw (AS): Penso sia andata bene! C’è stato un lungo intermezzo tra questo album ed il precedente, perciò è stato piacevole andare di nuovo in tour e allo stesso tempo scrivere canzoni. Ci siamo sentiti i benvenuti ovunque abbiamo suonato questo e lo scorso anno. La gente ci ha fatto sentire i benvenuti.

FG: Ci sono delle differenze tra i fan?

AS: Sono un misto tra chi ci conosceva dagli album precedenti e chi ha ascoltato solo quest’ultimo, cosa che per noi rende piuttosto interessante il suonare in posti dove non lo avevamo mai fatto prima per gente che non avevamo mai incontrato. è ovviamente bello che ci siano persone di cui sappiamo avere già il sostegno.

FG: L’ascolto di Future Songs mi ha suggerito serenità, fiducia, melanconia. Quali parole vengono in mente a te, invece?

AS: Mi sembra una descrizione azzeccata! “Serenità” è bella perché credo che stavamo cercando di raggiungere uno stato, una sorta di pace interiore, mentre scrivevamo le canzoni. Alcune delle immagini sono prese dalla natura… dal cielo, dal mare, dal sole, dall’alba e dalla notte; è dura citare una sola di queste cose. Penso che prese nell’insieme le canzoni possiedano un particolare vibe lungo tutto il corso dell’album e che sia meglio ascoltare l’intero disco, piuttosto che una o due canzoni soltanto… Ti puoi fare un’idea complessiva dell’album, se lo ascolti per intero!

Alison and Jim Shaw

FG: I Cranes collegano con personalità e originalità due generazioni musicali, che in comune hanno l’uso dell’elettronica: la prima è rappresentata dai The Cure e dagli Einstuerzende Neubauten negli anni Ottanta. Nei Novanta ci sono Boards of Canada e Portishead. Sei d’accordo? E, se sì, mi racconti qualcosa riguardo a questo legame?

AS: Quando abbiamo iniziato, ascoltavamo industrial come Einstuerzende Neubauten. Credo che ciò che stavano facendo era decisamente sperimentale, specialmente tra la metà e la fine degli anni ’80. Siamo sempre stati interessati alla sperimentazione in musica. Dal punto di vista ritmico, gli Einstuerzende Neubauten usavano strumenti ‘fisici’, come batterie dal suono molto percussivo che, se paragonati a certa musica elettronica moderna, danno luogo a ritmi praticamente identici, se non che la musica moderna usa drum machines e batterie computerizzate. Perciò credo che ci sia una connessione tra industrial e drum’n’bass o un certo tipo di techno.
Come ho detto, abbiamo cominciato ascoltando industrial e, come sai, siamo stati in tour con i Cure nei primi anni ’90… Penso che tutto ciò che fai ti influenzi indirettamente. Non avevamo programmato il tour con i Cure, che è veramente piovuto dal cielo, davvero inaspettato! Ma data la sua lunghezza — otto o nove mesi — ha indubbiamente influito sulle nostre vite e probabilmente le cose sarebbero comunque andate così, ma sta di fatto che a causa di quell’esperienza abbiamo finito per prendere una strada leggermente diversa. Più di recente, ascolto cose come Boards of Canada e Sigur Ros… Immagino quindi che sia tutto un insieme delle diverse cose che abbiamo ascoltato.

Immagine articolo Fucine Mute

FG: Avete fondato un’etichetta discografica:la  Dadaphonic. Qual è il significato di questo nome? Che caratteristiche dovrebbe avere un gruppo per suscitare l’interesse della vostra etichetta?

AS: Il nome viene da una delle prime canzoni da noi scritte, “Dada 331”, di cui abbiamo preso “Dada” aggiungendovi “Phonic”. Vorremmo espandere l’etichetta, in modo da lavorare con altri gruppi. Ciò che per noi un gruppo dovrebbe avere è l’originalità, di alcuni aspetti della musica o delle personalità del gruppo, ossia qualcuno capace di essere se stesso… Se dai a dieci persone le stesse tre note da suonare, ognuno le suona in modo diverso, per cui si può sempre essere originali, anche con lo stesso identico strumento. Ma suonale a modo tuo, non copiando il modo di suonare di qualcun altro, e puoi esprimere qualcosa di autentico di te stesso!

FG: Il vostro rapporto con Sartre, quello dei The Cure con Camus, i testi di gruppi come Joy Division o Nick Cave and The Bad Seeds: cosa ci poui dire a proposito della relazione tra darkwave ed esistenzialismo?

AS: È una buona domanda, perché ci sono connessioni, altroché!
Non lo so, forse solo per il fatto che devi imparare il francese! Per me personalmente, si trattava di dover imparare il francese e leggere quel tipo di libri. Credo ci debba essere un’empatia, una sorta di territorio comune tra ciò che tentiamo di scrivere in quanto musicisti e ciò che in altre generazioni si sarebbe cercato di dire attraverso la letteratura. Alison ShawDavvero non abbiamo pianificato un “progetto Sartre”.
Jim aveva scritto della musica dal sound particolarmente strano. E come probabilmente sai, abbiamo letto alcuni estratti dell’opera di Sartre sopra la musica, e la cosa ci ha veramente coinvolti. Per più o meno due mesi, non volevamo fare altro, ci eravamo fatto prendere dal mondo della commedia e stavamo cominciando a visualizzarlo, e credo che fu questo a condurmi ad un interesse per la recitazione. Nel 2000 e nel 2001 partecipai infatti ad un corso di recitazione a Londra, e mi divertii a leggere un sacco di commedie, lavorare ad alcune scene ed anche a recitare in alcune di esse. Era qualcosa che non avevo mai fatto, qualcosa che mi ha cambiato… Qualcosa di diverso dalla musica!

FG: Ritorniamo a Future Songs. Alla fine di Fragile, si sente il motore di una macchina. Questo mi ha ricordato immediatamente l’immagine che avete scelto per la copertina dell’album. C’è un rapporto tra le due cose o è solamente una coincidenza? Comunque, cosa simboleggia l’immagine in questione?

AS: L’immagine di copertina è un’immagine a caso che Toke, il ragazzo che ha curato la copertina, ha fotografato da una finestra d’albergo di New York guardando giù verso la strada. Ci ha dato da guardare alcune foto e, arrivati a quella, sia io che Jim abbiamo entrambi detto all’istante: “Ci piace questa!”.
C’è questa idea di un’auto, un oggetto o una persona che viaggia nella notte, che sembrava adatta allo spirito dell’album. Per quanto riguarda il motore dell’auto alla fine di Fragile… Quando stavamo registrando a casa di mio fratello, abbiamo lasciato un microfono fuori tutta la notte e quello del motore dell’auto era uno dei suoni registrati. C’erano così pochi suoni provenienti dalla strada! Volevamo solo pochi suoni veramente reali, così come le canzoni che stavamo realizzando con gli strumenti. Volevamo qualcosa che fosse a tutti gli effetti parte dell’ambiente, sono pochi, piccoli secondi… e non so perché!

Future Songs front and back cover

FG: In generale, quanto sono importantiu l’artwork e l’iimagine (l’immagine pubblica, the look, l’estetical) per voi?

AS: L’artwork dell’album era davvero importante per noi, specialmente poiché avevamo dato vita alla nostra etichetta e volevamo conferirvi una certa impronta estetica. Perciò eravamo contenti di lavorare con Toke e Michael, che abbiamo incontrato attraverso il loro sito. Un sito davvero bello chiamato “Kaliber 10000“. Eravamo davvero soddisfatti del lavoro che avevano fatto per noi. Hanno realizzato anche il nostro sito.
Così come appariamo sul palco, allo stesso modo la nostra immagine non è particolarmente legata alla presenza fisica. è più un qualcosa che ha a che fare con ciò che c’è nelle nostre teste, credo, e a ciò che effettivamente suoniamo. Non presentiamo un’immagine “teatrale” di noi stessi sul palco, quanto piuttosto le persone che siamo e i pezzi che suoniamo.

FG: Per quanto riguarda i testi, in Fragile dici: “fragile, but not fear at all”. In The Maker of Heavenly Trousers aggiungi “I just made up my mind”; è possibile considerare tutto questo come un affermare la propria maturità, o più semplicemente una sorta di equilibrio interiore?

AS: Abbiamo scritto i due brani in momenti diversi… In Fragile ciò che tentavo di dire è che ognuno di noi ha una sua fragilità: il che non significa necessariamente che tu debba crollare quando le cose crollano, perché puoi ancora avere la forza di tenere le cose in piedi e di andare avanti a fare ciò che fai nella vita senza avere paura che possa andare storto o che le cose precipitino. Suppongo si tratti di parlare a noi stessi, cercando di trovare il modo di proseguire. In The Maker of Heavenly Trousers, mi pare il finale della canzone sia ottimistico… Be’, forse questa è maturità, o almeno così spero!

Alison Shaw

FG: Dalle major labels come la BMG all’autonomia: sulla base della vostra esperienza personale, è difficile per una band mantenere la propria libertà creativa all’interno di grandi case discografiche?

AS: Sì, penso lo sia. Quando abbiamo firmato per la BMG, eravamo parecchio liberi, perché in Gran Bretagna lavoravamo per una sotto-etichetta chiamata Dedicated che ci ha dato libertà per i primi due album, ma anche questo era tutto previsto. Non appena finisci un progetto devi andare in tour. Nel momento in cui il tour è finito devi tornare in studio, perché c’è la scadenza di ottobre o novembre o di chissà quando! All’inizio non ci importava perché avevamo parecchie energie, volevamo scrivere e scrivere e scrivere… Ma poi la pressione commerciale è iniziata a montare. La grande etichetta si aspetta che tu proceda e quindi devi fare il pezzo da classifica, e se girano il video, poi premono perché passi in televisione, ecc. Non eravamo certo interessati a tutto questo!
Eravamo arrivati ad un punto che non volevamo: cambiare la musica che scrivevamo per il solo scopo di rientrare in certi schemi.
Ne avevamo abbastanza e non volevamo continuare così. Così abbiamo smesso e non sapevamo se continuare davvero. Volevamo solo aspettare che si calmassero le acque.
Abbiamo smesso di lavorare con la BMG e fu un sollievo, perché non era un granché alla fine, e tutto cominciò a diventare strambo! Poi, per un paio d’anni, abbiamo fatto altro. Io mi sono trasferita a Londra e ho seguito i miei corsi di recitazione e Jim ha fatto il produttore per altri. Poi abbiamo incontrato John — il nostro nuovo batterista — e abbiamo gradualmente raggiunto il punto in cui volevamo rimetterci a scrivere. Abbiamo nuovamente trovato dei suoni che ritenevamo interessanti. Ed è stato l’inizio di un intero nuovo mucchio di canzoni!

Jim Shaw, Cranes — London UK — Hyde Park — July 27th 2002 (with The Cure and Mogwai)

FG: Conoscete i The Cure molto bene: ci puoi parlare delle impressioni che hai ricevuto dal loro ultimo album, Bloodflowers, che rappresenta una sorta di ritorno al loro passato musicale? In altre parole, questo disco mi ricorda molto i loro primi lavori, penso a Pornography o Disintegration. Tu come la pensi?

AS: Sì, credo abbia quel vibe… Quando abbiamo suonato con loro lo scorso luglio è stato interessante perché hanno suonato molti pezzi da Pornography and Faith e dai vecchi album, ma poco da Disintegration. Erano più concentrati sui vecchi pezzi… Hanno un repertorio incredibile, e penso sia sempre interessante vedere i Cure. Eravamo tutti dell’opinione che la loro esibizione era stata grande come sempre. Robert ha questa voce forte, che ci impressionò sebbene non li vedessimo da cinque anni. Per cui è stato bello vederli di nuovo.

Cranes:


Jim Shaw
chitarre, 
basso, batteria,
programming 

Alison Shaw
Voce, chitarra, basso

Paul Smith
Tastiere, chitarra, basso

Jon Callender
Batteria e percussioni


Discografia scelta


Future Songs
© 2001
Dadaphonic / PIAS / Virgin


EP Collection: Vols 1 & 2
© 1997
Dedicated / BMG/
Arista / PIAS


Population Four
© 1997
Dedicated / BMG /Arista


La Tragédie d’Oreste et Électre
© 1996
Dedicated / BMG /Arista


Loved
© 1994
Dedicated /BMG /Arista


Forever
© 1993
Dedicated / BMG /Arista


Wings of Joy
© 1991
Dedicated / BMG / RCA


Self-Non-Self EP
© 1989 
Bite Back!
(Re-issued by BMG in 1992)


Cranes su internet: 


www.dadaphonic.com
Sito ufficiale dell’etichetta fondata dai Cranes


www.starblood.org


Cranes fan

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