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Palcoscenico

Walter Mramor

In palcoscenico dalla provincia alla città

Immagine articolo Fucine MuteRiccardo Visintin (RV): Questa è una intervista importante: lo sono tutte, ma questa forse lo è ancora di più, perché rincontriamo (era il 15 ottobre del 2000) Walter Mramor, che è stata la prima persona intervistata per Fucine Mute (da Riccardo Visintin, la prima intervista in versione audio / video con Gianrico Tedeschi e Marianella Laszlo, ndr), e che ritorna con lo stesso bellissimo spettacolo che è “Le Ultime Lune”.
Allora Walter, cosa è successo in questi due anni e mezzo?

Walter Mramor (WM): è una domanda complessa: questi due anni e mezzo sono stati carichi di lavoro, di attività e anche di tante soddisfazioni.
Abbiamo debuttato, come sai, con “Le Ultime Lune” più di due anni fa, e chiudiamo oggi la nostra tournée. Non è detto che lo spettacolo non riprenda, visto il grande successo che ci ha portato, ad oggi, alla duecentotrentacinquesima replica. Evidentemente quel debutto a cui tu hai assistito ad ottobre ha portato fortuna, e naturalmente questa è stata una grande soddisfazione per me ed anche per gli “Artisti Associati” che dirigo, perché è stato un successo teatrale clamoroso, grazie al testo di Bordon, e alla grande interpretazione di Gianrico Tedeschi e di Marianella Lazlo.
Oltre a questo, abbiamo messo in scena uno spettacolo nuovo, il “Medico per forza” di Molière, una farsa, uno spettacolo molto divertente, che fa un po’ da contraltare a questo che invece è più serio. Tra l’altro, combinazione vuole che lo spettacolo in questione debutti tra qualche giorno al Teatro Cristallo, proprio qui, a Trieste. Poi lo spettacolo di Molière chiuderà la sua stagione a Roma al Teatro Eliseo che è uno dei più grandi teatri d’Italia.
Quindi l’attività degli “Artisti Associati” è andata alla grande, e naturalmente, essendone io il presidente, non posso che essere contento. Lo sono maggiormente anche perché, visto che mi hai chiesto cosa è successo in questi due anni e mezzo, ho avuto anche il riconoscimento a Gorizia, nella mia città, di direttore artistico del ristrutturato Teatro Giuseppe Verdi, che dopo undici anni di restauri ha riaperto finalmente al pubblico.
Ho collaborato alla stesura della prima stagione teatrale e musicale, ed ora mi sto accingendo a preparare quella nuova.

RV: Hai anticipato la mia seconda domanda: stavo riflettendo prima di venire qui che si parla tanto della difficoltà di fare teatro, di aprire dei teatri e portare in scena dei testi (belli, innanzitutto), facendo entrare il pubblico nelle sale.
Tu sei la dimostrazione che ciò si può fare, se si vuole…

Immagine articolo Fucine MuteWM: Be’, “si può fare” è un po’ semplicistico, nel senso che tutto si può fare se si vuole, cioè in tutti i lavori bisogna metterci molta costanza, molta forza e passione, ed anche molta competenza.
Non sempre ti va bene, ma questi due anni sono stati per me degli anni fortunati, che penso segneranno una parte della mia attività culturale e della mia vita. In questi anni di lavoro che ho diviso con Gianrico Tedeschi, un grandissimo attore con il quale ho un rapporto importante, ho vissuto dei momenti dai quali imparo continuamente.
C’è anche la soddisfazione di aver pensato a degli spettacoli che poi hanno funzionato. Quindi forse c’è dell’intuito. E poi questo riconoscimento del Teatro di Gorizia, che non mi sarei mai aspettato, e che mi fa molto piacere, perché è un po’ riconoscere la nostra regione.
Negli ultimi dieci anni ho lavorato moltissimo in Friuli-Venezia Giulia, ma avevo lavorato molto poco nella mia città, vuoi perché c’erano delle altre cose, vuoi perché il teatro era chiuso.
Ed ora ritrovarmi nella posizione di direttore artistico, mi rende onorato oltreché preoccupato, perché devo lavorare molto, e fare bene il mio lavoro… Voglio che il pubblico del teatro di Gorizia, oltre che quello di Cormons, che dirigo da tanti anni, trovi soddisfazione nel venire a teatro, e che in esso riconosca uno spazio culturale importante della città.

RV: Noi stiamo parlando da Trieste, una città con una forte tradizione teatrale. Credo che sia una sfida per persone come te, che il teatro lo vivono in maniera così forte, così appassionata — anche poetica e con molto lavoro alle spalle — non fare opera di evangelizzazione delle masse, per portare il teatro anche nei paesi più piccoli nei quali ce n’è uno solo, e quindi un minor numero di spettacoli a disposizione.
È importante e tu lo fai da anni, portando degli spettacoli che provengono anche dalle grandi città …

WM: Certo, ho cercato di portare dei grandi eventi e delle serate in esclusiva.
Questo è importante, perché a me fa piacere che oltre i goriziani e gli altri cittadini della nostra provincia vengano anche altre persone a conoscere il nostro teatro, e mi piace che questo luogo diventi un punto di riferimento soprattutto, ma non solo, per la città, e che richiami il pubblico da fuori in modo da far conoscere la città anche agli altri.

RV: Mi presti, di nuovo, lo spunto per l’ultima domanda. Oggi finisce questa tournée importante: ne abbiamo parlato diffusamente, “Le Ultime Lune” lo conosciamo, è uno spettacolo bellissimo, chi non l’ha visto lo vada a vedere ché ne trarrà giovamento. Il futuro di Walter Mramor, immediato e non, anche nelle velleità, nel senso buono del termine, e nei progetti che si vorrebbe vadano a buon fine?

Immagine articolo Fucine MuteWM: Io sono molto concreto. Innanzitutto devo preparare le stagioni teatrali dei teatri che dirigo, e poi individuare con Gianrico — e per una grossa parte l’abbiamo già fatto — la nuova attività teatrale per fare insieme delle cose nuove e belle, che spero il pubblico continui ad amare.
E poi naturalmente voglio pensare un po’ anche alla mia vita di tutti i giorni. Oggi sono passato da Barcola (il lungomare triestino, ndr) ed ho visto che la gente riesce a trovare il tempo per fare una passeggiata. Io, è da tanto che non ci riesco e vorrei farlo.
Vorrei bilanciare il mio lavoro con delle attività di studio e di riflessione, perché ciò aiuta a crescere.
In definitiva vorrei trovare un po’ di tempo da dedicarmi, questo è il mio desiderio, anche se l’obiettivo principale rimane quello di rispettare gli impegni presi che si concluderanno nel mese di settembre, quindi non mi muoverò fino a quella data.
Però mi piace pensare di vivere in maniera serena, in maniera equilibrata…

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