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Musica

Enid

Il tema del vagabondo

Martin Wiese e Florian “Alboin” Dammasch su “Gradwanderer”, Romanticismo e Medioevo.

AlboinFabrizio Garau (FG): A mio parere, “Gradwanderer” è fortemente legato alla parola tedesca “Sehnsucht”. Potresti spiegarmi che significato riveste per te tale espressione?

Florian “Alboîn” Dammasch (FD): Per me ‚Sehnsucht‘ significa molto, è una parola molto poetica e romantica, con una connotazione decisamente duale. Ovviamente il desiderio è principalmente un tipo di fitta al cuore, se desideri qualcosa è perché non puoi averlo (almeno per il momento). Poi esiste un tipo di desiderio che non riesci nemmeno a nominare, magari un sottile anelito di tipo religioso, per esempio. Non dobbiamo dimenticare che ‚Sucht‘ significa essere dipendente da qualcosa o qualcuno, non ha una connotazione positiva.
D’altro canto, almeno per persone come me, ‚Sehnsucht‘ ha anche un aspetto dolceamaro, come la malinconia: fa male, ma ti fa anche sentire te stesso in modo molto più intenso. Preferisco provare un gran desiderio piuttosto che sentimenti quali odio, rabbia o il nulla…
Ciononostante mi chiedo come tu abbia trovato un nesso tra ‘Gradwanderer’ e ‘Sehnsucht’… è più una sensazione tua o esiste un motivo concreto?

FG: In “Gradwanderer” troviamo un’altra parola tedesca (molto) carica di significato: “Heimat”. Wanderer e “Heimat”… Perché questo soggetto ha sollevato il tuo interesse?

FD: Non dimentichiamo che stiamo ascoltando un lavoro tutto di Martin… ma non dirigeremmo insieme questa band se fossimo così diversi d’animo. Molto prima di fondare Enid mi ero già innamorato del Romanticismo tedesco, con musicisti come Schubert o Schumann, poeti come Brentano o pittori come C.D. Friedrich — il girovago e la patria (in tedesco per l’appunto ‘Wanderer’ e ‘Heimat’) sono qui due idee assolutamente centrali, non mere parole vuote. A me evoca un certo mondo migliore, mi piace immaginare la sensazione di girare attraverso il paese, senza automobili, senza strade, senza rumori né aria inquinata… è la mia immagine del girovago romantico, che erra attraverso il paese che può magari definire la sua ‘Heimat’. Tuttavia il suo focolare è ovunque e da nessuna parte, perché egli prova quella sottile ‘Sehnsucht’ di cui si è detto.
A proposito… immagino che le parole della canzone di Martin ‘Heimat’ abbiano un significato metaforico…”

Martin Wiese (MW): Alboîn ha visto giusto. Wanderer e Heimat sono in un certo senso termini contrari. Chi erra abbandona la sua casa, o ne cerca un’altra, è pervaso da una certa irrequietezza; una metafora molto romantica con cui i musicisti romantici identificano la loro vita in quanto artisti (per esempio, una delle sinfonie di Mendelssohn contiene una forma di motivo del vagabondo per strumenti in chiave di basso, Schubert tratta il tema del vagabondo non solo ma molto intensamente nella sua “Winterreise”, perfino Schumann lo evoca in alcuni suoi Lieder). Uso il termine “Heimat” come uno scopo contrario, quasi impossibile da raggiungere per il girovago. Le luci che egli vede nel testo di “Gradwanderer” sono definite come “Heimatzeugen”, che significa che indicano la casa, anche se essa è ancora molto lontana.

Martin Wiese

FG: “Sehnsucht” ha molto in comune con la letteratura romantica e, come il poeta romantico, tu sei affascinato dal Medioevo. Ne sonoconseguenza musicale le parti folk/medievali (se posso usare questo termine) del tuo album. Come componi tali parti? Da dove trai ispirazione o suggerimenti?

MW: Medioevo e Romanticismo spesso sono confusi, per così dire, senza motivo. In realtà, i primi poeti o scienziati romantici dell’ambiente universitario di Jena alla fine del XVII secolo (i fratelli Schlegel, Novalis, Tieck, Wackenroder) hanno riscoperto il Medioevo come un periodo diciamo mistico ed affascinante con tanti aspetti oscuri e spirituali, vaghi e indefiniti. Questo modo di vedere le cose è spesso definito romantico e così il Medioevo ha ricevuto un’investitura romantica non solo dalla contemporanea letteratura di massa. Dire che una musica suona medievale è comunque abbastanza pericoloso perché non sappiamo come fosse la musica 1000 anni fa. Lo possiamo solo inferire dalla musica folk contemporanea o leggere vecchi studi folklorici dei secoli passati. Non possiamo fare nessuna affermazione fondata sulla musica medievale. Al di là della musica liturgica di stile gregoriano, la tradizione di ars antiqua e ars nova ed il successivo, ben noto Palestrina, non sappiamo nulla del tipo di musica che al giorno d’oggi immaginiamo quando parliamo di musica medievale.
Ciò che penso è che canzoni come “Die Seelensteine”, che è effettivamente una storia fantasy in forma di ballata protoromantica, ti portino ad espressioni come medievale in senso primo o Medioevo. La musica stessa è influenzata dalla musica folk e potrebbe affondare le sue radici nella tradizione medievale del “Minnesang” o nell’antica musica celtica. Dire quali siano le mie fonti d’ispirazione… Direi la mia visione del mondo, che è effettivamente romantica. Come ha detto anche Alboîn, siamo persone che hanno un modo romantico di vedere le cose. Sono affascinato dal discorso emotivo, musica, letteratura, pensiero e sentimento in generale. Tutti i testi scaturiscono da questa visione e contengono la mia visione delle cose che altri non percepirebbero nemmeno…

FD: “Volevo solo far notare… ma cosa c’entra il Medioevo con il Romanticismo?”

FG: Per quanto attiene al tuo album precedente, hai mai preso in considerazione l’ipotesi di pubblicare un album acustico? O preferisci mantenere il tuo approccio eclettico?

MW: L’idea è alquanto allettante e potrebbe essere un’idea per il futuro. Non so come sarà il prossimo album. Adesso sono impegnato con altri lavori e vedrò cosa si presenterà durante l’estate e l’autunno…

FD: “Mi piacerebbe parecchio pubblicare un album acustico… Non potrei avere una gran parte in un tale progetto, ma è una bella idea!”

Southie

FG: Parlando di approccio eclettico… Da un punto di vista musicale, “The burning of the sea” è alquanto insolito per Enid (e per il metal). Com’è venuta l’idea di arrangiarlo in maniera così particolare?

MW: Ah sì, la parte R&B! Ero semplicemente interessato alla forma, la base di blues in 12 battute. Mi piaceva l’idea di trasformarla in stile metal ma era piuttosto difficile non farla suonare come un adattamento secondo cliché. Ragion per cui il testo doveva essere quanto di più tipico per Enid. Il tono triste del blues mi è stato d’aiuto nel comporre un brano organico nel testo e nel suono, composto di parti contrarie ma unite nello stesso scopo, per così dire. La storia sembra essere scorrevole, dato l’uso di alcune parole poco poetiche e poco veritiere, ma in realtà non lo è e ce ne si può rendere conto leggendo e ascoltando…

FG: Hai una voce particolare, epica e tormentata. Come hai imparato a cantare, autodidatta o…?

MW: Semplice talento! No, il talento da solo non ti porterà mai da nessuna parte. L’esercizio è necessario. Ho studiato canto fin dai 16 anni, un tempo adeguato per un giovane baritono. Poi sono seguiti svariati anni di esercizio e dal 2000 sono iscritto alla facoltà di musicologia di Detmold in cui il canto è una delle mie materie principali…

FG: Enid cambia costantemente formazione, tranne te e Florian.

FD: Sei un tipo sveglio! Sì, hai ragione, abbiamo spesso cambiato formazione, direi però non più di quanto faccia qualunque altra giovane band. Voglio dire, Enid come gruppo esisteva tra l’inizio del 2001 e la fine del 2003, e abbiamo cambiato formazione 8 volte, musicisti di session inclusi. Tenendo in considerazione la storia particolare di Enid, è ancora sopportabile, almeno per me.
Nel caso in cui continuassimo ad avere problemi con i musicisti, continueremmo solo io e Martin, immagino. In qualche modo siamo il nucleo del gruppo e ENID non potrebbe esistere senza uno di noi due. Tuttavia, spero che questi cambiamenti finiscano…

Martin WieseFG: Cosa puoi raccontarmi della vostra collaborazione artistica?

FD: Nulla, non c’è alcuna collaborazione artistica. Martin scrive tutte le musiche e i testi da solo. A volte gli do qualche idea su che tipo di canzone fare (dal punto di vista dell’atmosfera, per esempio), ma questo succede sempre meno con ogni album. Il mio ruolo nella band è piuttosto strano, ovviamente suono la chitarra, ma mi occupo anche dei contatti, dell’etichetta, del sito, e così via. Sono la parte organizzativa, mentre Martin ne è la parte creativa, e, come puoi vedere e sentire, funziona al meglio così!

FG: Il leggendario gruppo cult austriaco Summoning ha più di un legame con Enid. Puoi dirne qualcosa di più ai nostri lettori?

FD: Bello che tu definisca i Summoning un leggendario gruppo cult… però per me non sono né leggendari, né cult, è solo che sono austriaci e io li adoro! Al tempo in cui ebbi l’idea di fare una musica simile (1997), conoscevo Silenius solo da un’intervista che gli avevo fatto. Più avanti, nel 1998, io e Martin lo abbiamo incontrato durante un giro a Vienna. Nel corso degli anni l’ho intervistato qualche volta e qualche casuale contatto anche con Protector; compro regolarmente i loro lavori (tranne l’ultimo orribile MCD) e posso dire che sono tra le poche band che riescono ad essere un po’ diverse ad ogni nuovo disco, restando però sempre ad un livello veramente alto.
Speriamo che un giorno lo si dica anche di Enid…
Musicalmente parlando, l’ultimo album che avesse tenui paralleli con Summoning è stato ‘Abschiedsreigen’, ed era il 2000. Nessuno seriamente coinvolto in questa scena musicale può affermare che Enid e Summoning abbiano un suono simile o che si rubino le idee l’un l’altro. Direi che questa persona sarebbe completamente fuori di sé!
Hm, ora che ci penso… la struttura della loro band è un po’ simile alla nostra, ma solo un po’. Mi pare non ci siano ulteriori elementi in comune.

FG: Ultima (e pure un po’ polemica) domanda: sinceramente, apprezzo sia la musica, sia i testi, ed il modo in cui si fondono. L’unico problema, per me, è che, da un punto di vista politico, il tutto mi sembra un po’ conservatore…

FD: Devo essere sincero, sfortunatamente non è una bella (ed è effettivamente polemica) conclusione a quest’ottima intervista. Gli Enid non  sono mai stati politici in nessun modo. Non conosco nessuno di più ‘solamente artista’ di Martin e me. Non ricordo di aver mai fatto alcuna dichiarazione politica in un’intervista. E, soprattutto,‘Gradwanderer’ sicuramente non dà nessuna indicazione di essere un album a sfondo politico.
In generale, la politica non interessa per nulla… Ok, ho nostalgia di atmosfere e tempi antichi, ma sicuramente non in quel senso. Forse sono una persona po’ conservatrice in qualche misura, ma sono anche altrettanto progressista. Non puoi trarre simili conclusioni dal semplice fatto che abbiamo usato termini come ‘Heimat’ e ‘Wanderer’ nell’album… non ha senso.

Ciononostante, apprezzo tantissimo la tua intervista, ti ringrazio moltissimo! Visita per favore www.enid-webrealm.de!

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