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Cinema

Non sono il Messia, lo giuro su Dio! (II)

II. Analisi del film: temi, figure e traduzione

Immagine articolo Fucine MuteBrian è una parodia, intesa nel senso comune del termine. Ma è anche un pastiche, un travestimento burlesco, un movimento continuo verso il “basso” materiale e corporeo. Illustri studiosi come Bachtin e Genette hanno trattato queste forme retoriche e questi generi cercando di isolare le loro singole caratteristiche, e la stessa analisi vorremmo fare noi al nostro oggetto, visto che in letteratura, come in natura, la maggior parte degli elementi non si presenta allo stato puro ma in legame con altro. Come giustamente puntualizzava Propp parlando del comico, “[…] in pratica le manifestazioni del comico non sono separate l’una dall’altra: lo facciamo qui per chiarezza d’esposizione, ma esse sono strettamente legate tra di loro, così che spesso non è possibile dire a quale aspetto della comicità si riferisca questo o quel caso particolare. Essi si riferiscono a più aspetti.”[1]

La particolare natura del comico, come giustamente ci ricorda un proverbio, non consente di sostenere per molto tempo (o molte pagine) l’effetto divertente di una battuta o di uno sketch senza che vi sia un calo di tensione nell’uditorio, ed allo stesso modo non si può usare sempre lo stesso procedimento per provocare il riso: un bel gioco dura poco, come ben sanno anche i bambini, e prolungarlo equivale a stufarsi e a non divertirsi più. La varietà è dunque ciò che è richiesto ad un’opera che si presenta come foriera di riso o di divertimento, e per ottenerla è giocoforza utilizzare più forme retoriche, anziché una soltanto.[2]  <TUTTAVIA, Genette chiarito ha come sé, a generi dei costituire possano non o potuto abbiano burleschi travestimenti e parodie che significa questo[3], ma si tratta in genere di esperienze molto limitate ed appartenenti per la maggior parte a tempi e gusti già abbastanza lontani dai nostri, anche se le sperimentazioni e le innovazioni letterarie del secolo che è appena trascorso hanno battuto anche vie del genere, ostentando testi di provocatoria rottura con i caratteri tradizionali in generale, e del comico in particolare.

Il materiale che è venuto a galla scavando nelle pieghe del film è talmente vasto e multiforme, che sarà difficile catalogarlo e presentarlo ordinatamente senza cadere almeno qualche volta in confusioni e confluenze, e senza cedere alla tentazione di fare qualche riferimento a, o delle citazioni dal Flying Circus. Mi scuso in anticipo di questo, ma certi collegamenti incrociati, parlando dei Monty Python, non sono proprio evitabili.

L’ordine che ho voluto dare a queste osservazioni parte dai temi ricorrenti nel film, per poi procedere all’analisi delle figure linguistiche e visuali che vengono usate per produrre gli effetti comici, le quali saranno da mettere in relazione anche a quanto sarà esposto nel capitolo III sulla figura del Messia (pag.131).

La modernità e la complessità del Messia in Brian sono degli aspetti che mi stanno a cuore, ma che hanno bisogno di tutti gli elementi per essere argomentati, e pertanto le rinvio alle conclusioni (capitolo IV, pag. 158).

II.1 I temi

Brian di Nazareth è un film ricco di allusioni, parte evidenti e parte nascoste, com’è nello stile dei Monty Python, e spesso i rimandi e le citazioni, anche abbastanza colti, non sono messi in risalto bensì inseriti quasi distrattamente nel discorso filmico, come se ci capitassero per caso. Non è da sottovalutare il fatto che siano tutti passati per delle facoltà in cui lo studio mnemonico ha una parte non indifferente: legge, medicina, letteratura, storia e scienze politiche.

Talune di queste allusioni si ripresentano nel corso del film varie volte, tanto da costituirne dei temi portanti. Mi sembra di poterne individuare svariate, ad iniziare dalla costante contrapposizione Giudei contro Romani, che si vorrebbe tradurre in una lotta politico-religiosa degli oppressi contro gli oppressori, salvo poi rivelarsi inconsistente di fronte alla potenza romana; lo stesso popolo ebraico del tempo di Gesù, che nell’immaginario collettivo ci si figura come strettamente ligio ai precetti morali e religiosi dell’ortodossia ebraica, qui viene rappresentato come potrebbe essere una nazione che dalla povertà si ritrova dopo un “boom” economico ricca e benestante e di conseguenza presenta moralità e costumi rilassati e ben poca propensione alle ristrettezze.

Immagine articolo Fucine MuteIl sesso è un altro argomento caro ai Monty Python, che proprio in questo campo hanno rotto parecchi tabù televisivi e di pensiero in Gran Bretagna, parlandone apertamente in svariati sketch: è memorabile la censura-autogol della BBC, che tagliò la traccia audio dello sketch Summarize Proust Competition (III / 5) del Flying Circus nel punto in cui il concorrente interpretato da Graham Chapman, elencando i proprio hobbies, pronunciava la parola masturbating, che tuttavia si intendeva benissimo dal labiale, provocando, se possibile, un supplemento di ilarità nel pubblico. Dopo di questo, alla televisione inglese si capì che sketch del genere era meglio non censurarli del tutto. La libertà di parola su questo argomento venne trasferita anche nei film, in special modo ne Il senso della vita (Monty Python’s The Meaning of Life, 1983), ma anche in Brian si nota nel linguaggio fortemente moderno, svincolato, che crea una certa incongruenza con l’ambiente storico.

Ciò che invece non sembra essere un anacronismo è il motivo del naso: si sa che fin dall’antichità, ed in tutto il medioevo, nelle feste e nelle forme letterarie che si sono tramandate, il naso è stato sempre un quid pro quo, un segnaposto significante in realtà il membro maschile (o qualità/difetti riguardanti il medesimo, come la lunghezza, la brevità…).[4] Nel film il nostro organo per l’olfatto è inteso proprio in questo senso, per prendere in giro e per abbassare le persone che se ne ritrovano uno di foggia particolare, oppure di misura spropositata e quindi ridicolo (i “nasoni” — “bignoses”).

Direi di cominciare ad inquadrare questi temi partendo da ciò che dà il La al film, sarebbe a dire il parallelismo della storia di Brian con quella di Gesù, i punti in cui le loro storie si avvicinano o si toccano, i loro tratti comuni.

II.1.1 Gesù detto il Cristo e Brian detto Brian

Quello che i Pythons hanno cercato a tutti i costi di evitare, è stato rifare una delle n-volte-già-viste vite di Cristo. I problemi di lavorazione e di finanziamento hanno notevolmente accentuato questa già presente volontà iniziale, e ritengo pertanto inadeguato e ingiustificato ormai classificare il nostro film come una parodia della vita di Cristo. Restano nondimeno dei riferimenti al personaggio Gesù, che dovevano essere fatti per spiegare allo spettatore i luoghi di svolgimento della situazione, l’ambientazione, il tempo. Sono dunque presenti, ma nel più lieve e rispettoso modo possibile.

I riferimenti più diretti e visibili alla vita di Gesù lungo il film sono quattro: all’inizio, prima ancora dei titoli di testa, si vedono i tre Re Magi entrare in Betlemme di notte, in cerca dell’infante da glorificare indicato loro dalla stella cometa. Entrando in una stalla, trovano la madre di Brian, Mandy, seduta accanto alla mangiatoia dove dorme il suo piccolo, e immaginano conseguentemente di essere arrivati nel posto giusto. Terminate le lodi e le donazioni e usciti dalla stalla, scoprono che più avanti, in un’altra stalla, illuminati a giorno dalle loro aureole, li attendevano i componenti la Sacra Famiglia nel “più grossolano stile da cartolina natalizia, completa di bimbo lucente e cori di angeli”[5]. L’inquadratura della Famiglia non dura più di cinque-sei secondi.

Appena dopo la sigla del film con i titoli di testa, c’è il Discorso della Montagna, un pezzo classico di ogni film su Gesù. È ragionevole pensare che qui i Monty Python abbiano voluto prendersi gioco dei classici del cinema hollywoodiano, con le loro pompose messinscene dominate dalla figura spettacolare del Salvatore, classici come The Greatest Story Ever Told (La più grande storia mai raccontata, 1965) e King of Kings (Il re dei re, 1961)[6]. Gesù è ben visibile soltanto all’inizio del movimento di macchina, che progressivamente allarga il campo fino a comprendere tutta la folla accorsa ad ascoltarlo; alla fine si vede male ed in lontananza, e le sue parole sono malintese e coperte dai discorsi degli astanti. Le sue parole restano sempre in sottofondo, mentre nell’ultima fila si discute su come mai siano “beati i panificatori.”

Il terzo riferimento è la marcia dei crocifiggibili [sic] verso il luogo dell’esecuzione. Mentre passano in bell’ordine lungo le vie della città, cercando di non sfigurare (come da ordine dell’ufficiale romano), tra loro c’è un condannato che, all’offerta d’aiuto per dividere il peso della croce ricevuta da un buon passante, non perde tempo lasciandogli tutta la croce e fuggendo a gambe levate prima che un ufficiale romano si accorga del tutto:

SAINTLY PASSER-BY: Let me shoulder your burden, brother. Uh.

ALFONSO: Oh, thank you.

SAINTLY PASSER-BY: Uh. H– hey!

PARVUS: Oh, hey! What d’you think you’re doing?

SAINTLY PASSER-BY: Ah, i– it’s not my cross.

PARVUS: Shut up and get on with it!

MR. CHEEKY (laughing): He had you there, mate. Didn’t he? That’ll teach you a lesson![7]

Immagine articolo Fucine Mute

L’ufficiale crede che il passante sia un condannato e gli intima di riprendere la marcia e di non fermare il gruppo. Questo ovviamente è un “finale diverso” dell’episodio che ci tramandano i vangeli. Secondo Matteo (XXVII, 32), Marco (XV, 21) e Luca (XXIII, 26), Simone di Cirene — questo è il nome del passante — fu costretto dai soldati romani a portare il peso della croce, perché Gesù non ce la faceva. Giovanni invece non fa menzione di quest’uomo, sostenendo che Gesù si avviò “portando la croce” fino in cima al Gòlgota senza alcun aiuto (XIX, 17). Resta il fatto che il crocifiggendo del film dei Monty Python assomiglia pericolosamente al Gesù cinematografico-televisivo di Zeffirelli (Gesù di Nazareth, 1977), con barba e capelli lunghi e scuri, e faccia asciutta, scavata. Non c’è nessun nome, nessun riferimento, soltanto un viso molto simile a quella che è l’iconografia tradizionale, popolare di Gesù, e l’ironia è compiuta, con questo gioioso fuggiasco che risponde “Oh, grazie” e molla il suo fardello e la sua condanna al primo buono di cuore che capita (e che poi sarà effettivamente crocifisso):

PARVUS: Right. Next!

SAINTLY PASSER-BY: Ah, look. It’s not my cross.

PARVUS: What?!

SAINTLY PASSER-BY: Um, it’s not my cross. I was, ah, holding it for someone. Um–

PARVUS: Just lie down. I haven’t got all day.

SAINTLY PASSER-BY: No, of course. Um, look. I hate to make a fuss–

PARVUS: Look.

SAINTLY PASSER-BY: Uhh–

PARVUS: We’ve had a busy day. There’s a hundred and forty of you lot to get up.

GREGORY: Is he Jewish?

PARVUS: Will you be quiet?!

GREGORY: We don’t want any more Samaritans around here.

PARVUS: Belt up!

SAINTLY PASSER-BY: Uh, will you let me down if he comes back?

PARVUS: Yeah. Yeah, we’ll let you down. Next![8]

Il quarto ed ultimo riferimento alla vita di Gesù è naturalmente la crocifissione. Tutti i vangeli riportano che egli fu messo a morire in mezzo a due persone già issate sul posto (Matteo XXVII, 38; Marco XV, 27; Luca XXIII, 33; Giovanni XIX, 18), i Sinottici (Matteo, Marco e Luca) specificano che si trattava di ladroni. In ogni caso, Gesù è al centro della scena, mentre Brian deve dividere il palco con altri centotrentanove condannati (lui è il centoquarantesimo che serve a fare il “numero tondo”), e palesemente la sua vicenda perde immediatamente d’importanza, mescolata nella massa. Sappiamo che i Romani “[…] used crucifixion as a common punishment and such mass executions occurred as a matter of historical fact”[9], quindi l’esecuzione di massa del finale non vuole presentarsi come un falso storico che intenda sminuire artificiosamente la vicenda di Gesù, bensì come una fine abbastanza comune, per l’epoca, per una persona che in fondo non ebbe nessuna importanza nella storia, cioè Brian.

Altri riferimenti più indiretti sono contenuti nel discorso improvvisato di Brian davanti alla folla nello Speakers’ Corner dei profeti. Dopo aver provato col discorso sui gigli nei campi, che probabilmente aveva udito durante la predicazione di Gesù sul monte ma, causa la lontananza forse non ne aveva colto il pieno significato, tenta un’altra parabola:

BRIAN: Uh, well, the birds, then.

EDDIE: What birds?

BRIAN: Any birds.

EDDIE: Why?

BRIAN: Well, have they got jobs?

ARTHUR: Who?

BRIAN: The birds.

EDDIE: Have the birds got jobs?!

FRANK: What’s the matter with him?

ARTHUR: He says the birds are scrounging.

Immagine articolo Fucine Mute

BRIAN: Oh, uhh, no, the point is the birds. They do all right. Don’t they?

FRANK: Well, good luck to ’em.

EDDIE: Yeah. They’re very pretty.

BRIAN: Okay, and you’re much more important than they are, right? So, what are you worrying about? There you are. See?[10]

Vediamo bene che i contatti con la storia narrata nei vangeli sono pochi e servono più che altro ad attribuire a Brian le stesse velleità di uno dei tanti Messia presenti in quel tempo, che appunto come quei tanti sarà destinato a non lasciare traccia di sé. Le predicazioni (forzate dagli eventi e non certo premeditate o volontarie), i presunti miracoli (frutto di misinterpretations) e le benedizioni alle folle (in realtà delle esortazioni a non seguirlo e a pensare con la propria testa) sono appunto peculiarità dei presunti salvatori, dei profeti, dei Messia. Ma tutte sono travisate, perché il film non ha nessuna pretesa di serietà, o meglio, non ha nessuna pretesa di raccontare delle verità in modo serio. Brian stesso non è un Messia, ma un cittadino giudeo medio, combattuto in un rapporto amore-odio verso i conquistatori-civilizzatori romani, costretto dagli eventi a fingersi Messia e poi forzato dai seguaci (ed inseguitori) a continuare la messinscena.

Gesù è stato coinvolto dunque solo indirettamente, per rispetto sincero e perché per ogni comico la sua figura ha sempre rappresentato un grave impedimento: “[…] Every time Christ would make an appearance, the laughter stopped.”[11] Per l’esigenza del riso, altrettanto forte quanto la paura della denuncia per blasfemia, Gesù dunque doveva starsene il più possibile lontano dall’azione di Brian.

II.1.2 Giudei contro Romani

MANDY: Well, Brian…your father isn’t Mr. Cohen.

BRIAN: I never thought he was.

MANDY: Now, none of your cheek! He was a Roman, Brian. He was a centurion in the Roman army.

BRIAN: You mean… you were raped?

MANDY: Well, at first, yes.

BRIAN: Who was it?

MANDY: Heh. Naughtius Maximus his name was. Hmm. Promised me the known world he did. I was to be taken to Rome, House by the Forum. Slaves. Asses’ milk. As much gold as I could eat. Then, he, having his way with me had… voom! Like a rat out of an aqueduct.

BRIAN: The bastard!

MANDY: Yeah. So, next time you go on about the ‘bloody Romans’, don’t forget you’re one of them.

BRIAN: I’m not a Roman, Mum, and I never will be! I’m a Kike! A Yid! A Hebe! A Hooknose! I’m Kosher, Mum! I’m a Red Sea Pedestrian, and proud of it![12]

“Bloody Romans” è l’offesa, molto inglese, che viene tributata ai Latini varie volte nel corso del film. Indubbiamente l’idea di fare di Brian, un “sangue misto”, un cospiratore politico prima, ed un leader religioso poi, è un bell’emblema di quali siano veramente le contraddizioni prese di mira nel film. Al Colosseo di Gerusalemme (in realtà quello di Cartagine) Brian, venditore di “rich imperialist tit-bits”[13], incontra il gruppetto rivoluzionario del Fronte Popolare di Giudea e chiede di unirsi perché è stanco della dominazione romana in Palestina:

BRIAN: Can I… join your group?

REG: No. Piss off.

BRIAN: I didn’t want to sell this stuff. It’s only a job. I hate the Romans as much as anybody.

PEOPLE’S FRONT OF JUDEA: Shhhh. Shhhh. Shhh. Shh. Shhhh.

REG: Stumm.

JUDITH: Are you sure?

BRIAN: Oh, dead sure. I hate the Romans already.

REG: Listen. If you really wanted to join the P.F.J., you’d have to really hate the Romans.

BRIAN: I do!

REG: Oh, yeah? How much?

BRIAN: A lot! [14]

Di fronte a tanta determinazione, la sua domanda è accolta dal gruppo, che sembra solidamente fondato su un coeso sentimento anti-romano, ma subito vengono a galla le beghe parrocchiali con altri gruppi rivali, se possibile più striminziti ancora, che poco si addicono ad un gruppo intenzionato a far crollare l’Impero Romano:

REG: Right. You’re in. Listen. The only people we hate more than the Romans are the fucking Judean People’s Front.

P.F.J.: Yeah…

JUDITH: Splitters.

P.F.J.: Splitters…

FRANCIS: And the Judean Popular People’s Front.

P.F.J.: Yeah. Oh, yeah. Splitters. Splitters…

LORETTA: And the People’s Front of Judea.

P.F.J.: Yeah. Splitters. Splitters…

REG: What?

LORETTA: The People’s Front of Judea. Splitters.

REG: We’re the People’s Front of Judea!

LORETTA: Oh. I thought we were the Popular Front.

REG: People’s Front! C-huh.

FRANCIS: Whatever happened to the Popular Front, Reg?

REG: He’s over there.

P.F.J.: Splitter![15]

La prima azione intimidatoria del compagno Brian è essa stessa ridicola: scrivere “Romani andate a casa” sul muro del Palazzo di Pilato. All’abbassamento della presunta azione rivoluzionaria ci pensa il centurione di pattuglia nei dintorni, trattando Brian come uno scolaro indisciplinato e poco studioso, interrogandolo proprio come si fa a scuola. Ma è proprio la punizione inflitta da questo stesso ottuso Romano che ingrandisce a dismisura l’affronto fatto all’Impero da un gruppuscolo insignificante, che non potrebbe mai portare a compimento tante grosse minacce. Vale la pena di riportare tutto il dialogo, anche se forse l’apprezzeranno a pieno soltanto coloro che non sono proprio digiuni di latino:

CENTURION: What’s this, then? ‘Romanes Eunt Domus’? ‘People called Romanes they go the house’?

BRIAN: It– it says, ‘Romans, go home’.

CENTURION: No, it doesn’t. What’s Latin for ‘Roman’? Come on!

BRIAN: Aah!

CENTURION: Come on!

BRIAN: ‘R– Romanus’?

CENTURION: Goes like…?

BRIAN: ‘Annus’?

CENTURION: Vocative plural of ‘annus’ is…?

BRIAN: Eh. ‘Anni’?

CENTURION: ‘Romani’. ‘Eunt’? What is ‘eunt’?

BRIAN: ‘Go’. Let–

CENTURION: Conjugate the verb ‘to go’.

BRIAN: Uh. ‘Ire’. Uh, ‘eo’. ‘Is’. ‘It’. ‘Imus’. ‘Itis’. ‘Eunt’.

CENTURION: So ‘eunt’ is…?

BRIAN: Ah, huh, third person plural, uh, present indicative. Uh, ‘they go’.

CENTURION: But ‘Romans, go home’ is an order, so you must use the…?

BRIAN: The… imperative!

CENTURION: Which is…?

BRIAN: Umm! Oh. Oh. Um, ‘i’. ‘I’!

CENTURION: How many Romans?

BRIAN: Ah! ‘I’– Plural. Plural. ‘Ite’. ‘Ite’.

CENTURION: ‘Ite’.

BRIAN: Ah. Eh.

CENTURION: ‘Domus’?

BRIAN: Eh.

CENTURION: Nominative?

BRIAN: Oh.

CENTURION: ‘Go home’? This is motion towards. Isn’t it, boy?

BRIAN: Ah. Ah, dative, sir! (Centurion draws a sword) Ahh! No, not dative! Not the dative, sir! No! Ah! Oh, the… accusative! Accusative! Ah! ‘Domum’, sir! ‘Ad domum’! Ah! Oooh! Ah!

CENTURION: Except that ‘domus’ takes the…?

BRIAN: The locative, sir!

CENTURION: Which is…?!

BRIAN: ‘Domum’.

CENTURION: ‘Domum’.

BRIAN: Aaah! Ah.

CENTURION: ‘Um’. Understand?

BRIAN: Yes, sir.

CENTURION: Now, write it out a hundred times.

BRIAN: Yes, sir. Thank you, sir. Hail Caesar, sir.

CENTURION: Hail Caesar. If it’s not done by sunrise, I’ll cut your balls off.

BRIAN: Oh, thank you, sir. Thank you, sir. Hail Caesar and everything, sir! Oh. Mmm! Finished!

ROMAN SOLDIER STIG: Right. Now don’t do it again.

Esaltati da questo successo, i membri del Fronte cominciano a pensare in grande e progettano di rapire la moglie di Pilato per chiedere un riscatto e avanzare richieste politiche. Ma tra gli stessi cospiratori non c’è gran convinzione che ci sia proprio bisogno di sbarazzarsi dei Romani, e cominciano a chiedersi cosa mai abbiano fatto per il popolo della Giudea, e vengono a galla un sacco di cose buone che, in fondo in fondo, anche i locali apprezzano della venuta dei Romani. Così sono costretti a rifugiarsi in corner, dopo che Francis stesso (Michael Palin, uno dei membri del comitato direttivo) ammette che solo un popolo organizzato come quello romano poteva portare dell’ordine in una regione così confusionaria e tormentata da microconflitti (ahimè ancora oggi) come quella palestinese:

COMMANDO: Public baths.

LORETTA: And it’s safe to walk in the streets at night now, Reg.

FRANCIS: Yeah, they certainly know how to keep order. Let’s face it. They’re the only ones who could in a place like this.

COMMANDOS: Hehh, heh. Heh heh heh heh heh heh heh.

Immagine articolo Fucine Mute

REG: All right, but apart from the sanitation, the medicine, education, wine, public order, irrigation, roads, a fresh water system, and public health, what have the Romans ever done for us?

XERXES: Brought peace.

REG: Oh. Peace? Shut up![16]

La precedenza al conflitto locale diventa manifesta al momento di passare all’azione per il rapimento della moglie di Pilato[17]: Nelle fogne del Palazzo avviene l’incontro con un altro dei tanti gruppi fondamentalisti e separatisti, stavolta proveniente dalla Galilea, e l’azione contro i Romani passa decisamente in secondo piano. Dopo un breve confronto sulle intenzioni, ogni gruppo sostiene di avere pensato per primo al rapimento come mezzo di ricatto:

DEADLY DIRK: You bastards! We’ve been planning this for months.

FRANCIS: Well, tough titty for you, Fish Face. Oh! Oh.

RANDOM: All right.

WARRIS: Clever. You sly…

BRIAN: Brothers! Brothers! We should be struggling together!

FRANCIS: We are! Ohh.

BRIAN: We mustn’t fight each other! Surely we should be united against the common enemy!

EVERYONE: The Judean People’s Front?!

BRIAN: No, no! The Romans!

EVERYONE: Oh, yeah. Yeah. Yeah. Yes.

FRANCIS: Yeah. He’s right.

RANDOM: Look out!

RANDOM: Careful.

[footsteps]

DEADLY DIRK: Right! Where were we?

FRANCIS: Uhh, you were going to punch me.

DEADLY DIRK: Oh, yeah.

BRIAN: Brothers![whop] Oof![18]

Brian, unico sopravvissuto di quest’incursione contro gli odiati Romani, d’ora in poi non vitupererà più pubblicamente gli oppressori, anzi, sfrutterà (o meglio, cercherà di farlo) in ben due occasioni la ventura della sua ascendenza romana, prima tanto rinnegata, per potersi salvare la pelle di fronte al giudizio di Pilato. La prima volta, subito dopo la cattura:

PILATE: Now, Jewish wapscallion.

BRIAN: I’m not Jewish. I’m a Roman.

PILATE: A Woman?

BRIAN: No, no. Roman. [slap] Aah!

PILATE: So, your father was a Woman. Who was he?

BRIAN: He was a centurion in the Jerusalem Garrisons.

PILATE: Weally? What was his name?

BRIAN: ‘Naughtius Maximus’.[19]

PILATO: Allora, giudeo maVamaldo

BRIAN: Io non sono giudeo, sono un romano

PILATO: Un Vomano?

BRIAN: No, no, un romano! (schiaffo) ahi!

PILATO: Tuo padVe eVa un Vomano? E chi eVa?

BRIAN: Era un centurione della guarnigione di Gerusalemme, signore

PILATO: Sul seVio? E come si chiamava?

BRIAN: Minchius Maximus

Dopo essere riuscito a scappare in seguito ad un abbassamento della guardia dei soldati romani, occupati a ridere ai difetti di pronuncia di Ponzio Pilato, Brian incorre nel malinteso della folla che lo scambia per il Messia, e a causa della nuova notorietà i Romani riescono a rintracciarlo e ad incarcerarlo di nuovo. Nuovamente davanti a Pilato, nuovamente professa la sua romanità:

PILATE: Well, Bwian, you’ve given us a good wun for our money.

BRIAN: A what? [slap] Aaagh.

PILATE: This time, I guawantee you will not escape. Guard, do we have any cwucifixions today?

GUARD #1: A hundred and thirty-nine, sir. Special celebration. Passover, sir.

PILATE: Wight. Now we have a hundwed and forty. Nice wound number, eh, Biggus?

[…]

PILATE: Take him away.

BRIAN: I’m a Roman! I– I can prove it, honestly!

PILATE: And cwucify him well! Biggus.[20]

E ribadisce il concetto anche davanti all’ingenuo carceriere che assegna le croci per la sfilata dei condannati:

BRIAN: Could I see a lawyer or someone?

NISUS: Um, do– do you have a lawyer?

BRIAN: No, but I’m a Roman.

MR. CHEEKY: How about a re-trial? We’ve got plenty o’ time.

PARVUS: Shut up, you!

MR. CHEEKY: Miserable, bloody Romans. No sense of humour. Oooh.

NISUS: I’m sorry. Bit of a hurry. Can you go straight out? Line on the left. One cross each. Now…

Ma questa volta gli va male. Vediamo dunque con che opportunismo decisamente meschino e poco consono ad un Messia Brian cambi partito come gli convenga di più. L’attaccamento alla causa anti-romana è debole così com’è debole il suo attaccamento alle radici ebraiche, all’inizio così forte, sanguigno a parole. Ma c’è ancora il tempo di mutar parere un’altra volta, prima della fine del film. Già in croce, Brian si vede condannato ad una rapida morte, mentre il suo vicino lo rassicura che quasi tutti, di solito, riescono ad essere liberati dai loro famigliari. Per Brian, arrivano per primi i membri del FPG, che lui accoglie gioiosamente, dimentico di aver platealmente rinnegato davanti a Pilato ogni parentela con loro:

BRIAN: Reg!

REG: Hello, sibling Brian.

BRIAN: Thank God you’ve come, Reg.

REG: Ahh, yes. Well, I think I should point out first, Brian, in all fairness, that we are not in fact the rescue committee. […]

Ancora a calcare sullo stesso tasto, poco prima di queste ultime parole, c’è uno scambio di battute fra alcuni già in croce e il soldato romano che sta apprestandosi ad inchiodare il poveretto che voleva aiutare uno dei condannati e che si è ritrovato a portare la croce:

MR. BIG NOSE: I warned you. I’m going to punch you so hard, you Roman git!

PARVUS: Shut up, you Jewish turd!

MR. BIG NOSE: Who are you calling Jewish?! I’m not Jewish! I’m a Samaritan!

GREGORY: A Samaritan? This is supposed to be a Jewish section.

PARVUS: It doesn’t matter! You’re all going to die in a day or two.

GREGORY: It may not matter to you, Roman, but it certainly matters to us. Doesn’t it, darling?

MRS. GREGORY: Oh, rather.

GREGORY: Under the terms of the Roman occupancy, we’re entitled to be crucified in a purely Jewish area.

PHARISEE: Pharisees separate from Sadducees.

WELSH MAN: And Swedish separate from Welsh.

VICTIMS: Yeah…

PARVUS: All right! All right! All right! We’ll soon settle this! Hands up, all those who don’t want to be crucified here.

VICTIMS: Ooh. Oh. Uh. Uh…

PARVUS: Right. Next![21]

Mi sembra ce ne sia abbastanza per poter cambiare il titolo di questo paragrafo in “Giudei contro Samaritani”, oppure “Farisei contro Sadducei”, o anche “Romani contro i Farisei contro i Sadducei…” Il punto è che nel film è la mancanza di solidarietà tra le diverse etnie del territorio sottomesso che viene prepotentemente a galla, confrontata con un apparato statale romano solido al limite dell’ottusa fedeltà alle regole e ai comandi, in ogni caso inattaccabile dalle velleità indipendentiste di minuscoli gruppetti pseudo-terroristici. L’unica cosa che potrebbe essere veramente sovversiva (e di fatto è l’unica cosa che, nel film, preoccupa i Romani) è la predicazione dei sedicenti Messia, gli unici che riescano a radunare folle consistenti di persone, mentre le organizzazioni segrete non arrivano a contare che pochi membri sparuti.

II.1.3 Osservanza e disobbedienza

Romani ed Ebrei sono due popoli rimasti famosi nell’immaginario collettivo per la loro costante e fedele osservanza delle Leggi, osservanza che ha reso gli uni l’Impero più potente mai esistito fino allora, e gli altri un popolo che nonostante la dispersione forzata dalla sua terra natale per un periodo lunghissimo, ha mantenuto quasi intatte le tradizioni e la religione.

La legge romana, intendendo con essa tutto l’ordinamento statale imperiale, associata alla maniera più efficace per farla rispettare, ovvero l’esercito, era il cardine dello Stato originario dell’Urbe: i Romani avevano un pervicace senso della legge e del bene dello Stato. Non a caso a loro dobbiamo il concetto di res publica, la cosa pubblica. Romani erano i legislatori e gli oratori più famosi, e Romano appunto era l’esercito più efficiente del tempo, praticamente invitto per più di cinque secoli[22]. Clichés che sono arrivati fino a noi, quelli sull’efficienza e sull’obbedienza romana, come abbiamo già visto nella scena della correzione della grammatica latina[23], oppure come quando un plotone intero entra marciando nel covo del Fronte Popolare di Giudea e non riesce a trovare gli scaltri ebrei (ecco un altro stereotipo), nascosti dietro tende o dentro ceste di vimini, forse perché abituati a condurre una perquisizione sempre nello stesso modo, incapaci di vedere al di là del proprio naso, anzi “nasone”. Durante la perquisizione, il centurione intrattiene il vecchietto padrone di casa sulla soglia, raccontandogli le terribili punizioni romane:

CENTURION: We have reason to believe you may be hiding one Brian of Nazareth, a member of the terrorist organisation, the ‘People’s Front of Judea’.

MATTHIAS: Me? No. I’m just a poor old man. I have no time for law- breakers. My legs are grey. My ears are gnarled. My eyes are old and bent.

CENTURION: Quiet! Silly person. Guards! Search the house. You know the penalty laid down by Roman law for harbouring a known criminal?

MATTHIAS: No.

CENTURION: Crucifixion.

MATTHIAS: Oh.

CENTURION: Nasty, eh?

MATTHIAS: Hm. Could be worse.

CENTURION: What do you mean, ‘could be worse’?

MATTHIAS: Well, you could be stabbed.

CENTURION: Stabbed? Takes a second. Crucifixion lasts hours! It’s a slow, horrible death!

MATTHIAS: Well, at least it gets you out in the open air.

CENTURION: You’re weird.

SERGEANT: No, sir. Couldn’t find anything, sir.

CENTURION: But don’t worry! You’ve not seen the last of us, weirdo.

MATTHIAS: Big Nose.

CENTURION: Watch it.[24]

Il rispetto della legge è garantito e puntuale. I trasgressori sono perseguiti, ed a volte perseguitati, senza pietà e le punizioni sono tremende. Brian, incarcerato dopo il fallito rapimento della moglie di Pilato, si ritrova in una cella oscura assieme con un condannato ammanettato al muro da già ben cinque anni, che nonostante tutto dà ragione ai suoi aguzzini:

BEN: Now, take my case. They hung me up here five years ago. Every night, they take me down for twenty minutes, then they hang me up again, which I regard as very fair, in view of what I done, and, if nothing else, it’s taught me to respect the Romans, and it’s taught me… that you’ll never get anywhere in this life, unless you’re prepared to do a fair day’s work for a fair day’s pay! [25]

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BRIAN: Oh, shut up!

Da qualche piccolo particolare si può evincere che persino i componenti il FPG hanno già assorbito la lezione romana sull’ordine e il rispetto dello stato. Vediamo che, perfino durante l’azione della congiura, la raccomandazione di Francis ai fratelli del commando è di stare attenti a non sporcare le piastrelle nuove…dell’impianto di riscaldamento[26]:

FRANCIS: Once in the sewer, timing will be of the essence. There is a Roman feast later in the evening, so we must move fast, and don’t wear your best sandals. Turning left here, we enter the Caesar-Augustus memorial sewer and from there, proceed directly to the hypocaust. This has just been re-tiled, so terrorists, careful with those weapons. We will now be directly beneath Pilate’s audience chamber itself. This is the moment for Habakkuk to get out his prong.[27]

E, come già evidenziato prima[28], il commando riunito prima dell’assalto, puntualizza tra i vantaggi portati dall’arrivo dei Romani, il fatto che essi abbiano portato la pace. D’altronde, le punizioni severe per i trasgressori, molto spesso pene di morte, più raramente torture inenarrabili, erano all’ordine del giorno anche per gli stessi comportamenti fuori regolamento dei soldati:

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PILATE: Wait till Biggus Dickus hears of this.

GUARD #4: [chuckling]

PILATE: Wight! Take him away!

CENTURION: Oh, sir, he– he only–

PILATE: No, no. I want him fighting wabid, wild animals within a week.

CENTURION: Yes, sir. Come on, you.

GUARD #4: Ha ha haa ha, ha ha ha. Hooo hooo hoo hoo. Hoo hoo…

PILATE: I will not have my fwiends widiculed by the common soldiewy.[29]

Anche se, bisogna ammetterlo, chi avrebbe potuto mantenere un’impassibilità da Quirite di fronte a tanto sproloquio di ‘R’? Il costume romano delle regole rigide impera in ogni scena in cui compaiano degli elmi e dei corpetti di cuoio. All’appello per la sfilata dei condannati nel carcere, tutti incatenati e in fila indiana, condotto con rigore scolastico dal soldato Nisus Wettus (Michael Palin), è il turno di un burlone che dice di avere ottenuto la libertà, e il funzionario, incappando in una risposta non prevista, gli crede sulla parola:

NISUS WETTUS: Next. Crucifixion?

PRISONER #1: Yes.

NISUS: Good. Out of the door. Line on the left. One cross each. Next. Crucifixion?

PRISONER #2: Yes.

NISUS: Good. Out of the door. Line on the left. One cross each. Next. Crucifixion?

MR. CHEEKY: Ah, no. Freedom.

JAILER: Hmm?

NISUS: What?

MR. CHEEKY: Eh, freedom for me. They said I hadn’t done anything, so I could go free and live on an island somewhere.

NISUS: Oh. Oh, well, that’s jolly good. Well, off you go, then.

MR. CHEEKY: Naa, I’m only pulling your leg. It’s crucifixion, really.

NISUS: Oh, ho ho.

MR. CHEEKY: Heh heh heh hehh.

NISUS: I see. Uh, very good. Very good. Well, out of the door. One–

MR. CHEEKY: Yeah. I know the way. Out of the door.

NISUS: Line on–

MR. CHEEKY: One cross each. Line on the left.

NISUS: Line on the left.

MR. CHEEKY: Heh heh.

NISUS: Yes. Thank you. Crucifixion?

PRISONER #4: Yes.

NISUS: Good.[30]

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Ancora più efficace è il commento dello “sfacciato” in un pezzo analizzato precedentemente, dove commentava: “Miserable, bloody Romans. No sense of humour”[31]. La linearità della mente romana dà il suo meglio quando è il momento di liberare Brian; egli sta inveendo contro il FPG che se ne sta andando via senza liberarlo, e il centurione lo sta cercando. Alla risposta positiva, scatta il meccanismo della liberazione, e sembra che il centurione non ascolti nemmeno le voci che seguono la prima:

BRIAN: You bastards! You bastards!

CENTURION: Where is Brian of Nazareth?!

BRIAN: You sanctimonious bastards!

CENTURION: I have an order for his release!

BRIAN: You stupid bastards!

MR. CHEEKY: Uh, I’m Brian of Nazareth.

BRIAN: What?!

MR. CHEEKY: Yeah, I– I– I’m Brian of Nazareth.

CENTURION: Take him down!

BRIAN: I’m Brian of Nazareth!

VICTIM #1: Eh, I’m Brian!

MR. BIG NOSE: I’m Brian!

VICTIM #2: Look, I’m Brian!

BRIAN: I’m Brian!

VICTIMS: I’m Brian!

GREGORY: I’m Brian, and so’s my wife! (all victims claim to be Brian)

BRIAN: I’m Brian of Nazareth!

CENTURION: All right. Take him away and release him.

MR. CHEEKY: No, I’m only joking. I’m not really Brian. No, I’m not Brian. I was only– It was a joke. I’m only pulling your leg! It’s a joke! I’m not him! I’m just having you on! Put me back! Bloody Romans! Can’t take a joke![32]

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L’ordine e il bell’apparire regolano perfino la marcia dei condannati verso il luogo della crocifissione. Qui il momento più grave per un essere umano è trattato come una qualsiasi pratica burocratica o come un’ordinaria parata militare, generando un indubbio effetto d’abbassamento: per i Romani condannare tanta gente alla morte assieme era qualcosa, non diciamo di normale, ma perlomeno di non tanto strano, tanto che esisteva un preciso codice per l’eventualità; per Brian, il fatto di essere un condannato assieme a tantissimi altri, cancella d’un tratto la sua presunta “specialità” di Messia, finendo in maniera comune, mescolato tra la folla:

NISUS: Mhmm. Crucifixion party. ‘Morning. Now, we will be on a show as we go through the town, so let’s not let the side down. Keep in a good, straight line, three lengths between you and the man in front, and a good, steady pace. Crosses over your left shoulders, and, if you keep your backs hard up against the crossbeam,…

ALFONSO: Ohhh.

NISUS: …you’ll be there in no time.

ALFONSO: Ohhh.

NISUS: All right, Centurion.

PARVUS: Crucifixion party! Wait for it.

ALFONSO: Ooh.

PARVUS: Crucifixion party, by the left! Forward![33]

L’altra faccia della medaglia della Law and Order dell’epoca, erano i moti di ribellione, le infrazioni, le cospirazioni. Tutta la vicenda di Brian profeta parte dalla partecipazione ad un movimento anti-romano, per poi trasferirsi successivamente nel campo religioso. I suoi abili (e avidi) compagni di partito cercano di portare a vantaggio della loro causa (“conseguimento della supremazia mondiale entro cinque anni” è il quarto punto di uno dei tanti ordini del giorno del Fronte; c’è da domandarsi quali siano i primi tre, supponendoli più importanti del quarto…) l’insperato e coinvolgente sentimento popolare che ha visto in Brian il nuovo Messia, fornendo un apparato di supporto (e sfruttamento) al nuovo Salvatore, organizzando riunioni taumaturgiche, predicazioni sui monti, incontri (a pagamento) con l’Eletto.

C’è da notare che mentre l’ordine militare costituito è sempre ben presente nel film, lo stesso non si può dire dell’ordine religioso, dei famosi sacerdoti del Tempio, di un qualche Caifa del caso. La religione ebraica pare assente, se si fa eccezione per qualche “rabbino” pronunciato ogni tanto, comunque usato soltanto come esclamazione. L’unico segno della presenza (integralista) della “legge morale” è un ufficiale ebraico che, apprestandosi a condannare un poveraccio alla lapidazione soltanto per aver pronunciato invano il nome di “Geova”, si ritrova alla fine sopraffatto e lapidato egli stesso, da una folla di attori uomini che impersonano donne mascherate da uomini (perché “è scritto” che le donne non possono assistere alle lapidazioni, come motiva la madre di Brian alla logica domanda del figliolo). Dopo questa simbolica uccisione, la Legge non è più nominata.

Dai vangeli traspare tutta un’altra situazione: i sacerdoti erano nella realtà molto presenti e molto influenti, e schiere di viscidi delatori erano sempre pronte a denunciare presso di loro le mancanze del popolo nell’osservanza della legge. La loro assenza sulla scena di Brian secondo me può significare una sola cosa: mancando la rappresentazione della religione ufficiale del posto, si vuole sottolinearne la poca importanza, la poca rilevanza nella vita di tutti i giorni del popolo della Palestina. La preponderante rappresentazione di soldati romani, governatori et similia, sottolineerebbe invece quanto fosse più importante per la gente il fatto di vivere sotto un Impero oppressore sì, ma d’altra parte anche portatore di benefici pratici: è un innegabile fatto storico che i Romani abbiano introdotto nelle loro province le stesse facilities di cui poteva godere un civis di Roma.

L’entusiasmo generato dal nuovo Messia è tanto improvviso quanto breve: non si vede nessuno dei seguaci di Brian, prima tanto ferventi, ai piedi della sua croce, nessuno che muova spontaneamente un dito per salvarlo, tranne Judith, che poi però compirà un clamoroso voltafaccia, sposando l’interpretazione del FPG. Anche da questo dunque, si può vedere come i Pythons abbiano cercato in un modo anche abbastanza marcato, di porre l’accento più sull’esperienza terrena di Brian che su quella (supposta) soprannaturale.

L’unica, vera disobbedienza alle regole e ai pregiudizi, è paradossalmente quella di darsi una regola da sé. Questo è il centro del film, il nucleo del personaggio Brian, pronunciate nel silenzio della folla (questo sì davvero religioso) dal protagonista, affacciato alla sua finestra (le risposte sono tutte corali):

BRIAN: Good morning.

FOLLOWERS: A blessing! A blessing! A blessing!…

BRIAN: No. No, please! Please! Please listen. I’ve got one or two things to say.

FOLLOWERS: Tell us. Tell us both of them.

Immagine articolo Fucine Mute

BRIAN: Look. You’ve got it all wrong. You don’t need to follow me. You don’t need to follow anybody! You’ve got to think for yourselves. You’re all individuals!

FOLLOWERS: Yes, we’re all individuals!

BRIAN: You’re all different!

FOLLOWERS: Yes, we are all different!

DENNIS: I’m not.

ARTHUR: Shhhh.

FOLLOWERS: Shh. Shhhh. Shhh.

BRIAN: You’ve all got to work it out for yourselves!

FOLLOWERS: Yes! We’ve got to work it out for ourselves!

BRIAN: Exactly!

[silence]

FOLLOWERS: Tell us more!

BRIAN: No! That’s the point! Don’t let anyone tell you what to do! Otherwise– Ow! No!

MANDY: Come on, Brian. That’s enough. That’s enough.

La rivoluzione è proprio qui: il massimo dell’obbedienza che possa propugnare un Messia, è proprio di smettere di obbedire a ciò che è detto e scritto soltanto perché è tradizione rispettarlo. “Usare la propria testa” è un concetto che non era assolutamente applicabile all’epoca, non esisteva. C’è qui un’interpolazione moderna che funge da commento alla rapidissima formazione di un apparato religioso attorno alla figura di Brian, contro la sua volontà (e anche questo è un tratto poco plausibile, in quei tempi un Messia “designato” da altri avrebbe probabilmente colto la palla al balzo e sostenuto di esserlo), che però, come nello stile dei Monty Python, contemporaneamente sospende l’effetto di straniamento dello spettatore, ci porta a riflettere sul significato dell’azione, e ci fa applicare il messaggio anche al setting antico in cui è ambientata, generando un supplemento d’ironia.

II.1.4 Il sesso e il naso

Potremmo aspettarci remore nella trattazione di un argomento del genere, da parte di un gruppo che quasi sempre ha utilizzato i suoi componenti (tutti uomini) anche per i ruoli femminili, com’era costume del teatro elisabettiano. Come regola, interpretavano loro il maggior numero di ruoli possibili, alle donne sono ricorsi solo quando, come ha precisato Palin in un’intervista, “needed real tits” [34], e non va sottovalutato il fatto che, in drag, molti personaggi riuscivano ampiamente più divertenti.

In Brian abbiamo diverse donne con la barba, travestite per poter esercitare il loro sacrosanto diritto di assistere ad una lapidazione, le quali arrivano a condannare sommariamente persino l’officiante ebraico; abbiamo però soprattutto Terry Jones (il quale è anche il regista) che interpreta la madre del protagonista, di professione prostituta, possessiva e prevaricante nei confronti del “very naughty boy” scambiato per il Messia. È lui, pardon, lei che fa sempre riferimento al sesso quando Brian parla delle dimensioni del suo naso, intendendo nient’altro che il suo organo olfattivo, ed interpreta subito il tutto come un’allusione al sesso:

BRIAN: Have I got a big nose, Mum?

MANDY: Oh, stop thinking about sex.

BRIAN: I wasn’t.

MANDY: You’re always on about it… morning, noon, and night. ‘Will the girls like this?’ ‘Will the girls like that?’ ‘Is it too big?’ ‘Is it too small?’

Da uno sfogo genuinamente antiromano del figlio, trovando al ritorno a casa un sergente romano, lì per la madre, si origina la confessione di Mandy a proposito proprio del naso che questi si ritrova, il quale sarebbe un’eredità del padre, il centurione romano Minchius Maximus. Nonostante tutto continuano le allusioni ipocritamente scandalizzate della madre ogni volta che narici e dintorni sono nominati:

BRIAN: Bloody Romans.

MANDY: Now, look, Brian. If it wasn’t for them, we wouldn’t have all this, and don’t you forget it.

BRIAN: We don’t owe the Romans anything, Mum.

MANDY: Well, that’s not entirely true, is it Brian?

BRIAN: What do you mean?

MANDY: Well, you know you were asking me about your, uh…

BRIAN: My nose?

MANDY: Yes. Well, there’s a reason it’s… like it is, Brian.

BRIAN: What is it?

MANDY: Well, I suppose I should have told you a long time ago, but…

BRIAN: What?

MANDY: Well, Brian… your father isn’t Mr. Cohen.

[…]

MANDY: Yeah. So, next time you go on about the ‘bloody Romans’, don’t forget you’re one of them.

BRIAN: I’m not a Roman, Mum, and I never will be! I’m a Kike! A Yid! A Hebe! A Hooknose! I’m Kosher, Mum! I’m a Red Sea Pedestrian, and proud of it! (slams the door while going out)[35]

MANDY: Huh. Sex, sex, sex. That’s all they think about, huh? Well, how are you, then, officer?

Il naso è un elemento molto presente nel film; all’inizio è causa di dispute tra gli astanti nelle retrovie della massa accorsa ad ascoltare il discorso della montagna, con Gesù lontano ed intelligibile a fatica (tant’è vero che le parole sono storpiate in vari punti):

Immagine articolo Fucine Mute

MR. CHEEKY: See? If you hadn’t been going on, we’d have heard that, Big Nose.

JESUS: How blest are those who…

MR. BIG NOSE: Hey. Say that once more; I’ll smash your bloody face in.

MRS. GREGORY: Ohh.

MR. CHEEKY: Better keep listening. Might be a bit about ‘Blessed are the big noses.’

BRIAN: Oh, lay off him.

MR. CHEEKY: Oh, you’re not so bad yourself, Conkface. Where are you two from? Nose City?[36]

Successivamente, l’ex-lebbroso che aggancia Brian e la madre mentre tornano a casa non può fare a meno di notare questa prominenza del figliolo, mentre cerca di ottenere l’elemosina:

EX-LEPER: Spare a talent for an old ex-leper.

MANDY: A talent? That’s more than he earns in a month.

EX-LEPER: Half a talent, then.

MANDY: No, go away!

EX-LEPER: Come on, Big Nose. Let’s haggle.

BRIAN: What?[37]

E ancora, anche se con altro riferimento, quando tutte le guardie del palazzo di Pilato sono contorte dalle risa e Brian riesce a fuggire, mentre il governatore cerca di riportare ordine e di farlo riacciuffare, e intima a questo scopo che le guardie si soffino il naso e si ricompongano:

PILATE: Stop! What is all this?

GUARDS: Ha, ha ha ha ha ha…

PILATE: I’ve had enough of this wowdy webel sniggewing be’aviour. Silence! Call yourselves Pwaetowian guards? You’re not– Seize him! Seize him! Blow your noses and seize him![38]

Anche il centurione (John Cleese) si ritrova affibbiato un “nasone”, a testimonianza di quanto fosse comune come offesa e abbassamento in quel tempo, ad esempio quando comanda l’incursione nel covo del FPG:

CENTURION: But don’t worry! You’ve not seen the last of us, weirdo.

MATTHIAS: Big Nose.

CENTURION: Watch it.[39]

Ancora, “Nisus Wettus” è il nome del soldato romano incaricato di assegnare le croci per la sfilata lungo le vie della città, e al momento di mettere in croce un presunto giudeo, in realtà samaritano, il soldato Parvus dà del “nasone” esattamente al nasone dell’inizio, quello presente al discorso della montagna:

PARVUS: Up you go, Big Nose!

MR. BIG NOSE: I’ll get you for this, you bastard.[40]

Per quanto riguarda il sesso, esiste almeno un altro riferimento che non implica il ricorso al naso, come quello del signor Sfacciato che si rivolge a Brian suo vicino di croce:

MR. CHEEKY: Oh, now, now. We’ve got a couple of days up here. Plenty of time. Lots of people get rescued.

BRIAN: Ohh?

MR. CHEEKY: Oh, yeah. My brother usually rescues me, if he can keep off the tail for more than twenty minutes. Huh.[41]

Si potrebbe pensare poi ad una notte di passione fra Brian e Judith, dal momento che li ritroviamo il mattino, nello stesso letto, teneramente abbracciati ed entrambi senza vestiti. Ma questo è il riferimento più delicato possibile che si riesca a trovare nel film.

Note


[1] Vladimir J. Propp, Comicità e riso. Letteratura e vita quotidiana, Einaudi, Torino, 1988, pag.171 (tit. orig. Problemy komizma i smecha, Iskusstvo, Moskva, 1976).


[2] “Una volta avvenuta la scoperta o l’osservazione che ha suscitato il riso improvviso, la sua ripetizione non richiama più il riso.”, ibidem, pag. 172.


[3] Gérard Genette, Palinsesti. La letteratura al secondo grado, Einaudi, Torino, 1997 (tit. orig. Palimpsestes. La littérature au second degré, Editions du Seuil, Paris, 1982).


[4] V. Michail Bachtin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare, cit.; specialmente il capitolo V: ”L’immagine grottesca del corpo in Rabelais e le sue fonti”.


[5] “[…] In the most tacky Christmas postcard style, complete with glowing babe and singing choirs or angels”, Lloyd Baugh, Imaging the Divine. Jesus and Christ-Figures in Film, Kansas City, Sheed&Ward, 1997, pag. 48 (trad. mia).


[6] “[…] It sends up other “movies like The Greatest Story Ever Told and King of Kings,” with the pseudo-spectacular scene of the Sermon on the Mount which echoes the parallel scene in both of those films.” Lloyd Baugh, Imaging the Divine. Jesus and Christ-Figures in Film, cit., pag. 49.


[7] BUON PASSANTE: Lascia che divida il tuo fardello, fratello


ALFONSO: Oh, grazie (gli lascia la croce)


BUON PASSANTE: Ehi!


PARVUS (soldato romano): Ehi tu, che fai? Fermi il corteo?


BUON PASSANTE: Ah, non è la mia croce


PARVUS: Chiudi il becco e cammina!


SFACCIATO (altro condannato) ride: Quello ti ha fregato, eh? Così impari a farti gli affari tuoi!


[8] PARVUS: Mozione respinta. Un altro!


BUON PASSANTE: Senta, questa croce non è mia


PARVUS: Come?


BUON PASSANTE: Non è la mia croce. La stavo tenendo a un poverino che mi sembrava stanco


PARVUS: mettiti giù, che non ho tempo da perdere


BUON PASSANTE: No, capisco, eh, non vorrei dare fastidi


PARVUS: Senti, questa è una giornataccia, siete in centoquaranta da tirare su


GREGORY (altro condannato già in croce): Scusa, lui è un giudeo?


PARVUS: La vuoi fare finita?


GREGORY: Non vogliamo altri Samaritani in questa zona


PARVUS: Ma va’ a mori’ ammazzato!


BUON PASSANTE: Scusi, mi tirerete giù se ritorna?


PARVUS: Sì, sì, ti tireremo giù. Un altro!


[9] George Perry, The Life of Python, cit., pag. 166.


[10] BRIAN: Uh. Contemplate gli uccelli, allora


EDDIE: Quali uccelli?


BRIAN: Tutti gli uccelli


EDDIE: Perché?


BRIAN: Beh, ce l’hanno loro un lavoro?


ARTHUR: Chi?


BRIAN: Gli uccelli


EDDIE: Ma come, gli uccelli lavorano?


FRANK: Ma che, è ubriaco quello?


ARTHUR: Dice che gli uccelli sono scrocconi


BRIAN: No, ecco, il punto è che gli uccelli se la cavano benone, no?


FRANK: E allora buon pro gli faccia


EDDIE: Sì, beati loro


BRIAN: Certo, e voi siete molto più importanti di loro, giusto? Allora di che cosa vi preoccupate? è chiaro, no?


[11] Kim “Howard” Johnson, The first 28 years of Monty Python, cit., pag. 228.


[12] MANDY: Ecco, Brian…tuo padre non è il signor Cohen


BRIAN: Ma io non l’ho mai pensato


MANDY: Non essere sfacciato, eh! Era un Romano, Brian. Era un centurione dell’esercito romano


BRIAN: Vuoi dire…che ti ha violentata, mamma?


MANDY: Oh, da principio sì


BRIAN: Ma chi era?


MANDY: Minchius Maximus si chiamava. Le promesse che mi ha fatto, sai…mi avrebbe condotto a Roma, casa vicino ai Fori, schiavi, latte d’asina, carta di credito Roman Express. E invece, dopo che ha fatto i suoi comodi, pum!, sparito come un tappo di cloaca!


BRIAN: Che bastardo!


MANDY: E la prossima volta che parli di quei “maledetti Romani”, ricordati che sei uno di loro!


BRIAN: Io non sono un Romano, io non lo sarò mai. Io sono un Giudeo, uno strozzino, un rabbino, un naso adunco. Sono un Ebreo DOC, sono un pedone del Mar Rosso, e ne vado fiero!


[13] Nella traduzione italiana “antipastini da ricchi imperialisti”.


[14] Qui inspiegabilmente la battuta di Brian: “Oh, dead sure. I hate the Romans already” è stata tradotta con “SPQR: sono porci questi Romani!”


[15] REGGIE: Ok, sei dei nostri. Senti, le sole persone che odiamo più dei Romani sono quegli stronzi del Fronte Popolare Giudaico!


FPG: Sì


JUDITH: Parolai


FRANCIS: Anche quelli del Fronte Giudeo del Popolo!


FPG: Sì, sì, parolai


LORETTA: E il Fronte Popolare di Giudea!


FPG: Sì, sì, parolai


REGGIE: Cosa?


LORETTA: Il Fronte Popolare di Giudea! Tutti parolai!


REGGIE: Siamo noi il Fronte Popolare di Giudea!


LORETTA: Oh! Ma non siamo il Fronte del Popolo?


REGGIE: Il Fronte Popolare!


FRANCIS: E che fine ha fatto il Fronte del Popolo, Reggie?


REGGIE: Eccolo laggiù


FPG: Parolaio!


[16] Nella traduzione italiana, in questo elenco di benefici ci si è discostatati un po’, puntando più sul ridicolo delle innovazioni romane accessorie, mentre il testo originale voleva colpire alle attività fondamentali dello Stato. Per completezza ho riportato la versione italiana per esteso nella sezione II.3 La traduzione, alle pagg. 120-121.


[17] È un vero peccato che l’incursione vera e propria nella stanza della moglie sia una delle scene che sono state tagliate dopo la proiezione della prima versione del film (lunga 135’). La moglie era interpretata dal “six-foot nine-inch” John Case, un attore davvero massiccio, che demoliva i suoi sequestratori e riusciva ad evitare il rapimento. V. Kim “Howard” Johnson, The first 28 years of Monty Python, cit., pagg. 234-235.


[18] DIRK: Avete imbrogliato, siete brutti imbroglioni!


FRANCIS: Sei bello tu, occhi da rabbino!


RANDOM: Occhio per occhio!


WARRIS: Tiè!


BRIAN: Fermi, fratelli, siamo venuti qui per combattere!


FRANCIS: Che stiamo facendo, eh?


BRIAN: Ma non uno contro l’altro, dovremmo essere tutti uniti contro il nemico comune!


TUTTI: Vuoi dire il Fronte Popolare Giudaico?


BRIAN: No, no, i Romani!


TUTTI: Oh, già, sì


FRANCIS: Già


RANDOM: Attenti, il nemico ci ascolta! (passano le guardie)


DIRK: E adesso chi si ricorda dove eravamo rimasti?


FRANCIS: Stavo per darti un pugno


DIRK: Ah, sì


(lottano)


BRIAN: No, fratelli, fermatevi, vi prego, fratelli…


[19] La cattiva pronuncia delle ‘R’ da parte del governatore genera un gioco di parole purtroppo intraducibile in italiano. Vedi in II.3 La traduzione, pag. 118. Per gli altri effetti comici della pronuncia di Pilato, vedi in II.3 La traduzione, pagg. 125-128.


[20] BRIAN rovesciato per terra: Aaah!


PILATO: Eh, Brian, ci hai dato un bel po’ di filo da toVceVe, oggi?


BRIAN: Filo da che? (schiaffo) Ahi!


PILATO: Stavolta ti gaVantisco che non scappi. GuaVdia, abbiamo nessuna cVocifissione, oggi?


GUARDIA 1: Centotrentanove, signore. È una festa speciale, la Pasqua ebraica


PILATO: Bene, allora ne abbiamo centoquaVanta. NumeVo tondo, eh, Pisellonio?


[…]


PILATO: PoVtatelo via


BRIAN: Io sono un Romano, lo posso provare!


PILATO: E cVucifiggetelo peV benino. Vieni


[21] Anche in questo caso alcune parole chiave si sono perse nella traduzione: “Under the terms of the Roman occupancy, we’re entitled to be crucified in a purely Jewish area.” mi sembra più formale e “purely” in particolar modo mi pare indicativo della non volontà di mescolanza delle popolazioni. In italiano è stato reso: “Secondo la legge abbiamo diritto ad essere crocifissi in una zona riservata esclusivamente ai Giudei.” “And Swedish separate from Welsh.” È stato italianizzato in “E gli Svedesi separati dai Ceresi.” Vedi in II.3 La traduzione, pag. 119.


[22] L’ultima grave sconfitta prima del periodo dell’Impero fu contro l’esercito di Annibale, nel 218-216 a.C. sul Trebbia, sul Trasimeno e a Canne. Dopo i fasti e l’espansione del periodo imperiale, giunta al suo apice sotto Traiano (98-117 d.C.), primo imperatore non di origine italica (era infatti spagnolo), la sconfitta più grave, la prima entro i confini dell’Impero, fu quella di Adrianopoli (378 d.C.) contro i Visigoti, nel corso della quale morì anche l’imperatore Valente.


[23] V. il paragrafo precedente, II.1.2 Giudei contro Romani, pag. 56.


[24] Qui la traduzione è stata abbastanza aderente. “Weirdo”, “silly person”, “weird” sono stati resi tutti con “rimbambito”.


[25] Dall’inglese all’italiano si è passati da uno slogan comunista ad uno fascista. Ne parlo in II.3 La traduzione, pag. 123.


[26] L’ipocausto, nella casa romana, era un reticolo di intercapedini sottostanti al pavimento in cui s’immetteva in circolazione l’aria calda proveniente dal forno, utilizzandola come riscaldamento per il resto dell’abitazione.


[27] FRANCIS: Una volta nella fogna, la tempestività sarà essenziale. C’è un banchetto romano in tarda serata, quindi dobbiamo muoverci in fretta, e non vi mettete i sandali buoni, eh? Girando a sinistra, si entra nella fogna commemorativa di Cesare Augusto: da lì procederemo diretti all’ipocausto. Hanno appena cambiato le piastrelle, perciò congiurati, attenti a non sporcare. Ci troveremo proprio sotto la sala delle udienze di Pilato. E questo è il momento di uscire allo scoperto.


[28] V. in II.1.2 Giudei contro Romani, nota 16, pag. 61.


[29] PILATO: Quando lo Vacconto a MaVco Pisellonio…


GUARDIA 4 ridacchia


PILATO: AncoVa? PoVtatelo via!


CENTURIONE: Ma signore, ha solo…


PILATO: No, no. Lo voglio batteVsi contVo animali feVooci e Vabbiosi entVo domani!


CENTURIONE: Sì, signore. Vieni tu


GUARDIA 4 ride a crepapelle mentre viene portata via


PILATO: Io non peVmetto che i miei amici vengano deVisi da un soldato semplice!


[30] In italiano il “good” ricorrente è tradotto con “auguri”, e Nisus, mentre il mentitore rivela lo scherzo e si avvia da solo alla fila, aggiunge alla fine un “preparatissimo!”.


[31] V. in II.1.2 Giudei contro Romani, pag. 65.


[32] CENTURIONE: Dov’è Brian di Nazareth?


BRIAN: Brutti bigotti bastardi!


CENTURIONE: Ho l’ordine di liberarlo!


BRIAN: Stupidi brutti bastardi!


SFACCIATO: Sono io Brian di Nazareth!


BRIAN: Cosa?


SFACCIATO: Sì, sono io Brian di Nazareth


CENTURIONE: Tiratelo giù


BRIAN: Sono io Brian di Nazareth!


VITTIMA 1: Anch’io sono Brian


NASONE: Sono io Brian!


VITTIMA 2: Senti, anch’io


GREGORY: Io sono Brian, e anche mia moglie! (tutti si proclamano Brian)


CENTURIONE: Ma sì, liberatelo senza pietà!


SFACCIATO: No, stavo solo scherzando, non è vero che sono Brian. No, non sono Brian. Forza, rimettetemi a posto, vi stavo prendendo in giro, è solo uno scherzo! Non sono lui, vi volevo solo prendere in giro, rimettetemi in croce! Maledetti Romani, mai che capiscano uno scherzo


[33] NISUS: Gruppo crocifissi…di bel nuovo, riepiloghiamo: Attraverseremo la città sotto gli occhi di tutti, quindi cerchiamo di non sfigurare. Camminate in fila indiana, tre lunghezze tra voi e il compagno che vi sta davanti, e passo ben cadenzato. Croci sulla spalla sinistra, e se tenete dritta la schiena, il vostro portamento sarà decisamente più elegante


ALFONSO: Oooh


NISUS: puoi andare, centurione


PARVUS: Gruppo crocifissi…e aspettate a partire! Gruppo crocifissi…tutti insieme avanti. Marsch!


[34] “Servivano vere tette” (trad. mia).


[35] Per la traduzione degli epiteti familiari per dire Ebreo, vedi in II.1.2 Giudei contro Romani, nota 12, pag. 57, dove è riportata anche la traduzione di parte della scena.


[36] SFACCIATO: Se non chiacchieravi tanto, lo sentivamo, nasone!


NASONE: Ehi, dillo un’altra volta e ti spacco la faccia, scemo!


SIG.RA GREGORY: Ooh


SFACCIATO: Perché non lo ascolti? Magari adesso dice “Beati i nasoni”!


BRIAN: Dai, lascialo in pace


SFACCIATO: Anche tu non scherzi in quanto a naso. Ma da dove venite tutti quanti, da Nasonia?


[37] EX-LEBBROSO: Date un talento a un ex-lebbroso!


MANDY: Un talento? Questo non lo guadagna in un mese!


EX-LEBBROSO: Allora mezzo


MANDY: Ma va’ all’inferno, va’!


EX-LEBBROSO: Dài, nasone, trattiamo


BRIAN: Come?


[38] PILATO: Silenzio! Cos’è questa stoVia?


GUARDIE ridono fortissimo


PILATO: è abbastanza chiaVo? OVdino a voi Vibelli di faVe i bVavi. Silenzio, silenzio, cavolo di centuVioni! PVendetelo, pVendetelo, soffiatevi il naso e pVendetelo!


[39] V. anche in II.1.3 Osservanza e disobbedienza, pagg. 68-69.


[40] PARVUS: Eccoti bell’e sistemato, nasone!


NASONE: Questa me la paghi cara, brutto bastardo!


[41] SFACCIATO: Oh no, no. Staremo qui due o tre giorni, c’è tutto il tempo. Quasi tutti vengono salvati


BRIAN: Eh?


SFACCIATO: Oh sì. Mio fratello viene sempre a salvarmi, se riesce a non scopare per più di venti minuti!

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