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Musica

Sleeping At Last

Night must end

Fucine Mute ha incontrato uno dei gruppi emergenti dell’area di Chicago, gli Sleeping At Last, capace di stregare con il proprio emo-rock anche Billy Corgan (Smashing Pumpkins, Zwan) che, dopo averli ascoltati in un club, si è subito impegnato a produrre il loro esordio ufficiale…

Immagine articolo Fucine Mute

Umberto Lisiero (UL): Com’è nata l’idea di formare un gruppo? È vero che il nome della tua band, riprende il salmo della Bibbia “My soul finds rest in God, for he is my salvation”? In che modo pensi che la tua città natale abbia influito sulla tua musica?

Ryan O’Neal (RO): Quando avevo circa 13 anni ascoltavo molto la musica alternativa dei primi anni ’90 e cominciavo a capire come fosse un incredibile e potente mezzo di comunicazione. Vedevo le band che amavo fare musica e pensavo che forse anch’io avrei potuto provare qualcosa del genere, quindi ho iniziato ad imparare a suonare la chitarra, e dopo circa un anno, ho cominciato a cantare. Allora ho messo insieme una piccola formazione. Per quanto concerne il nome, Sleeping At Last significa trovare la calma in un irrequieto, pazzo mondo, che è ciò che è sottointeso nel verso della Bibbia.

UL: La vostra musica per intensità e spessore è stata paragonata a quella degli U2, degli Zwan e dei primi Radiohead: a tuo giudizio, quali sono le maggiori influenze che si riflettono nelle sonorità della band? Come voce la tua mi ricorda quelle di Thom Yorke e Chris Martin…

RO: Oh, molte grazie. È un fantastico complimento quello di essere paragonato a Thom e Chris. Le nostre prime influenze sono state: Sunny Day Real Estate, Smashing Pumpkins, Radiohead, U2, Beatles, Bjork…

UL: La cosa che mi più piace dei tuoi testi è il loro approccio poetico, la loro capacità di parlare di amore, di fede e contemporaneamente di disperazione e depressione, tipiche delle crisi giovanili: come riesci a fondere questi lati della vita apparentemente così in antitesi?

RO: Apprezzo molto quello che hai detto. Penso che la combinazione venga in maniera naturale… la vita è pericolosa e bellissima.

UL: In Currents canti “God will you help us understand the meaning of it all?/Will you send your angels down to us at our every call?”: personalmente, qual è la tua idea, qual è il mondo che vorresti che chi ascolta la tua musica percepisse?

RO: Questa è una buona domanda… il mondo può essere molto, molto scoraggiante. Ma, credo che fuori da quelle tenebre, c’è la speranza che attende ognuno di noi, in questa vita e oltre.

Immagine articolo Fucine MuteUL: Il vostro primo Ep di quattro canzoni There’s a quiet understanding, risale all’aprile del ’99. Nel 2001 avete pubblicato, sempre per un’etichetta indipendente, il vostro primo album Capture che vi ha resi famosi anche al di fuori di Chicagoland. Ora il vostro ultimo lavoro, Ghosts, con l’etichetta Interscope Records e il tour con i Switchfoot e i Bleu per promuovere il vostro disco. Ci potresti spiegare questa scalata, gli avvenimenti salienti che ti hanno portato alla ribalta nazionale, quali i cambiamenti positivi e quali quelli negativi?

RO: Ci sentiamo davvero dei privilegiati per l’opportunità che abbiamo. Da quando abbiamo firmato per la Interscope, suppongo che nelle nostre menti sia scattato qualcosa che ci abbia fatto capire che adesso la musica è il nostro lavoro. Il quale può essere molto eccitante ma a volte anche un po’ spaventoso. Perché la musica è qualcosa di creativo, e nella creatività, tu non puoi forzare nulla, non puoi alzarti, lavorare le tue ore e poi tornare a casa col tuo lavoro del giorno, finito. Puoi solo fare quello che t’ispira. E quando questo diventa qualcosa che tu in un certo senso, devi fare, ti frena, ti ostacola un pochino. Ma, ciascuno di noi ama così tanto la musica che non potrebbe essere più contento e onorato di fare questo nella vita. Speriamo di continuare il più a lungo possibile!

UL: Com’è stato lavorare nello Steve Albini’s Electrical Audio studio con persone del calibro di Bjorn Thorsrud (Dandy Warhols, Zwan, Smashing Pumpkins) e Alan Moulder (U2, Depeche Mode, Nine Inch Nails)? Non temi che, magari solo a livello inconscio, l’approdo ad una grande etichetta, possa mutare il tuo modo di fare e di concepire la musica?

RO: È stato assolutamente un onore lavorare con tutte quelle fantastiche persone! L’Electrical Audio è uno studio sensazionale con delle persone veramente meravigliose. Bjorn lavora molto ed è anche un buon amico. Alan è grande, è una persona gentile e con un talento estremo, che ha reso il tempo in cui ha prodotto il nostro album, un periodo per noi meraviglioso. Per la nostra concezione della musica, non è cambiato assolutamente nulla. Tutti, incluso la Interscope, hanno creduto in noi incoraggiandoci a fare la nostra musica.

UL: In Trees (Hallway of Leaves) suggerisci “the darkest of fights prove we’re almost there”: come credi proseguirà il cammino degli Sleeping At Last?

Immagine articolo Fucine MuteRO: Quel verso significa molto per me, perché noi l’abbiamo sentito nelle nostre vite, dentro e fuori gli Sleeping at Last. Ogni volta che qualcosa diventa scoraggiante, finisce sempre per trasformarsi in una cosa importante e necessaria per la giusta direzione della nostra vita. E guardando in dietro al periodo delle nostre afflizioni, capiamo finalmente perché le cose siano andate come sono andate. Perciò, crediamo sempre che quando sembra non esserci speranza, allora siamo invece sulla strada giusta.

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