// stai leggendo...

Cinema

Gianluca Maria Tavarelli

La chiave per la libertà

Immagine articolo Fucine MuteSerena Smeragliuolo (SS): Fucine Mute intervista Gianluca Maria Tavarelli autore del film Liberi, in concorso nella sezione Ippocampo al festival di Maremetraggio. Quali ragioni l’hanno spinta a scrivere e a dirigere Liberi? Come nasce questo film?

Gianluca Maria Lavarelli (GMT): L’idea è nata da un soggetto che lessi al Premio Salinas scritto da Angelo Carbone, un ragazzo del centro sperimentale di Pescara. Il soggetto mi piacque molto e decisi di trasformarlo in un film scrivendo la sceneggiatura con Leonardo Fasoli e lo stesso Angelo Carbone. Il film racconta tutto quello che Angelo ha vissuto, anche personalmente, soprattutto la parte della fabbrica, la Montedison. Poi in fase di sceneggiatura ognuno di noi ha riversato dentro anche delle cose più personali. Però l’idea è nata da questo soggetto che ho letto a Solinas.

SS: Dicevamo degli operai della Montedison. Il film racconta la storia di un operaio che perde il suo lavoro e delle conseguenze, anche tragiche, del suo licenziamento. All’inizio del film c’è anche una scena molto drammatica di un uomo che dopo aver perso il lavoro decide di suicidarsi.
Nel film lei ha coinvolto alcuni operai che veramente avevano perso il posto di lavoro alla Montedison. Com’è stato questo incontro, lavorare con delle persone che effettivamente avevano vissuto questa esperienza?

GMT: Tutta la parte che abbiamo girato a Bussi e alla Montedison, prevedeva come “attori” gli operai della Montedison, licenziati e non. Quindi l’esperienza è stata bellissima, perché ci siamo trovati a contatto con questa realtà, lavorare con persone che recitavano cose che o avevano vissuto personalemte o molto da vicino attraverso familiari e amici. Devo dire che poi il problema della Montedison si è aggravato. Noi siamo tornati a presentare il film un anno dopo e un articolo sul giornale descriveva il film come un film beffa perché sembrava che avesse quasi anticipato quello che poi stava per succedere, perché volevano chiudere integralmente tutta la Solden licenziando tutti gli operai. Non so come sia proseguita la vertenza e adesso c’è una situazione di grande difficoltà, con centinaia di posti di lavoro appesi ad un filo. Il film lo racconta come una cosa avvenuta, ma c’è il rischio che avverrà.

Immagine articolo Fucine MuteSS: Centrale all’interno del film il rapporto tra padre e figlio. Anche qui, la situazione di un figlio, Vince, che non comprende il padre, Cenzo: i due si scontrano, ma poi si incontrano e si aiutano. Bellissimo il loro saluto. Il figlio lo fa, e forse senza capirlo fino in fondo.

GMT: Credo che uno dei rapporti più complessi che si ha nella vita è quello con i genitori, da cui prendi tutto e respingi tutto. Per cui tutte le cose che in genere critichi nei tuoi genitori, poi le prendi in pieno, senza rendertene conto. Questo m’interessava. Nel film Vince crescendo diventerà come suo padre in qualche modo. E il loro gesto esemplifica questa situazione: nel senso che poi ci si scopre a fare gli stessi gesti dei genitori, anche se poi per ognuno di loro significa qualcosa di completamente diverso. Magari per te è un gesto di ribellione e per tuo padre è un gesto di conformismo, però la cosa importante è che il gesto è lo stesso, anche se poi per ognuno il significato può essere diverso.

SS: Vorrei parlasse del suo modo di lavorare, in quanto il film racconta questa storia che è sicuramente molto drammatica però con dei toni delicati, la drammaticità non è enfatizzata, il ritratto è onesto. Vorrei quindi capire come ha lavorato e come ha gestito il rapporto con gli attori.

GMT: Il film cerca di raccontare situazioni molto quotidiane, a parte la situazione di Cenzo che è veramente drammatica, tutte le altre situazioni sono drammatiche solo per chi le vive, perché riguardano solo la persona che le sta vivendo e già a chi sta ad un metro di distanza non gliene frega niente.
Per cui il film cerca di raccontare dei piccoli drammi quotidiani che poi sono degli enormi drammi per chi li sta vivendo. Ho cercato di raccontarli attraverso una lettura di superamento perché in qualche modo ogni personaggio del film riesce a trovare un suo specchio di libertà nella società, riesce a trovare la chiave per vivere serenamente accettando se stesso con i propri limiti e problemi e accettando gli altri.
Con gli attori abbiamo fatto un grosso lavoro, il mio cinema è fatto più di attori che di grandi immagini. Mi piace molto lavorare con gli attori, e quindi facciamo sempre un grosso lavoro di preparazione, di chiacchiere, di lettura, cercando il più possibile di entrare nei personaggi, in modo delicato, senza appesantire. Perché poi la vita è più leggera che pesante, a parte alcune rare situazioni in cui è difficile.

Immagine articolo Fucine Mute

SS: Passando invece ad un altro argomento: lei ha diretto un film per la TV su Borsellino. Vorrei ce ne parlasse.

GMT: Stiamo terminando, è un film di tre ore diviso in due parti di un’ora e mezza. Giorgio Tirabassi fa Borsellino e Ennio Fantastichini interpreta Falcone.
Il film racconta in due puntate la storia dall’Ottanta al Novantadue. La prima puntata racconta la stagione delle vittorie dall’80 all’86, con il pool antimafia, Chinnici, Cassarà, Montana, Caponnetto, arrivando all’istruzione del maxi processo. Mentre la seconda puntata racconterà la stagione delle stragi e poi il ’92, l’anno che ha rappresentato la fine di un sogno.
L’esperienza è stata straordinaria, ma al di là di un discorso registico, è stata un’esperienza umana: il lavorare a Palermo, l’incontrare la famiglia Borsellino, Manfredi e Fiammetta, i ragazzi delle scorte con cui sono entrato in contatto, i genitori e paranti delle vittime.
È stata un’esperienza fortissima soprattutto a livello umano, al di là di quella cinematografica.

SS: Per concludere, i prossimi progetti?

GMT: C’è un film che vorrei fare, è un po’ più sperimentale, controllato da me e con meccanismi produttivi più leggeri. Adesso non so ancora, vedremo se lo faremo.

Commenti

Non ci sono ancora commenti

Lascia un commento

Fucine Mute newsletter

Resta aggiornato! Inserisci la tua e-mail:


Leggi la rubrica: Viator in fabula

Articoli recenti

Il commissario Ricciardi 2: quattro puntate di noia profonda

Il commissario Ricciardi 2: quattro puntate di...

Sanremo anche no

Sanremo anche no

Trieste Film Festival 2023: cortometraggi

Trieste Film Festival 2023: cortometraggi

My Love Affair with Marriage

My Love Affair with Marriage

Love Is Not an Orange

Love Is Not an Orange

Il romanzo giallo e la fiaba: Hercule Poirot alle prese con Vladimir Propp

Il romanzo giallo e la fiaba: Hercule...

Four Against Darkness e oltre: Andrea Sfiligoi

Four Against Darkness e oltre: Andrea Sfiligoi

Hope: chi vive sperando (considerazioni su Lucca Comics & Games 2022)

Hope: chi vive sperando (considerazioni su Lucca...

Il fumetto è libertà: Lee Bermejo

Il fumetto è libertà: Lee Bermejo

Un fumettista che legge fumetti: Milo Manara

Un fumettista che legge fumetti: Milo Manara

Il manager del gioco di ruolo: Frank Mentzer

Il manager del gioco di ruolo: Frank...

Trieste Science+Fiction 2022

Trieste Science+Fiction 2022

Morgane: la genialità secondo i franco-belgi

Morgane: la genialità secondo i franco-belgi

Brian e Charles: l’incontro di due solitudini

Brian e Charles: l’incontro di due solitudini

Il mercante di Venezia ambientato a Las Vegas

Il mercante di Venezia ambientato a Las...

L’Elvis di Baz Luhrmann (2022): re del rock o della sovversione?

L’Elvis di Baz Luhrmann (2022): re del...

L’influenza della tecnologia sulle nostre vite

Dottor David Skrbina: L’influenza della tecnologia sulle nostre vite

Chiudendo fuori il mondo

Chiudendo fuori il mondo

Gli Spettri di Ibsen ossessionano ancora

Gli Spettri di Ibsen ossessionano ancora

Xenakis: Un intermediario

Xenakis: Un intermediario

Alle origini del fumetto

Dario Fontana: Alle origini del fumetto

Relaxed Performance: sei paesi per uno studio comparativo

Relaxed Performance: sei paesi per uno studio...

Avventure senza tempo

Avventure senza tempo

Commentare humanum est

Commentare humanum est

Personaggi a due o tre dimensioni: la disabilità nella letteratura per ragazzi

Personaggi a due o tre dimensioni: la...

Casomai un’immagine

viv-10 pck_13_cervi_big th-13 th-40 th-55 th-61 09 06_pm kubrick-32 kubrick-81 dobrilovic_05 bon_sculture_06 mccarroll05 06 krypton cor13 tav2 holy_wood_04 p13 s15 s18 Pb640 mis4big-1 mis5-big pm-13 murphy-08 galleria25 23 Jingle SCI-FI Greenhouse
Privacy Policy Cookie Policy