// stai leggendo...

Musica

Essere Pravo

Immagine articolo Fucine Mute“Penelope la melodia l’odiava invece tutti quanti volevano quel magico notturno di Chopin ispirato fino al décolleté…”. Il sipario si apre e le prime note di “Penelope” scivolano giù subito, una dopo l’altra. Patty Pravo sta seduta in mezzo ai musicisti, scalza a dispetto dell’influenza che ha fatto spostare all’ultimo momento di cinque giorni il concerto della tappa goriziana del “Nic Unic Tour”. Una serata attesa e importante anche perché il teatro Verdi di Gorizia è stato scelto, per il suo particolare impianto acustico, come sede ideale per registrare dal vivo il DVD dello spettacolo che sarà commercializzato da Natale. Proprio per questo motivo la cantante interrompe “Penelope” dopo pochi istanti e chiede scusa al pubblico per un suo errore. “Sono una professionista, stiamo registrando e mi sembra meglio ricominciare”, dice semplicemente Patty Pravo e il teatro esplode in un caldo applauso dimostrando di essere già conquistato dalla personalità sul palco. “Penelope” ricomincia e si sviluppa meravigliosamente, la tensione e i postumi della malattia sono esorcizzati adesso. Inserita nell’album “Oltre l’Eden” e uscita nell’89, la canzone appartiene al repertorio più nascosto di Patty Pravo, un brano intenso e bellissimo amato all’epoca dai critici musicali e dagli intenditori e oggi riscoperto dall’artista e proposto al pubblico teatrale che sembra apprezzare sinceramente. Nella produzione di Patty Pravo non sono poche le canzoni che potremmo definire all’avanguardia, canzoni capite e apprezzate in ritardo rispetto alla loro uscita.

D’altra parte capita spesso così ai fuoriclasse. E Patty Pravo è una di loro perché ha saputo coltivare il suo personaggio attraverso le mode e le epoche, raccogliendo sempre nuova linfa per le canzoni, riuscendo a colpire non solo per la sua voce. Dal beat alla canzone d’autore, dal pop al rock, dalle suggestioni orientali al country. La curiosità ha caratterizzato la sua carriera e non manca nell’ultimo album uscito nel 2004 “Nic Unic”, che sta per Nicoletta Unica (il suo vero nome è Nicoletta Strambelli, ndr) e che dà il nome all’attuale tour. Il secondo brano viene proprio da quest’ultimo lavoro e s’intitola “Tristezza moderna”. È una malinconica ballata folk coprodotta dai Bandabardò che nel disco cantano i cori. La chitarra di Andrea Braido insegue la voce di Patty e insieme giocano con la melodia come bambini impegnati in un girotondo.

Il resto della band si esprime al meglio nel brano seguente, “L’immenso”. Andrea Innesto (sax), Alessio Graziani (piano e tastiere), Max Po (batteria), Andrea Rosatelli (basso e contrabbasso) e Andrea Valentini (chitarra) ricreano l’atmosfera di Sanremo 2002 quando sul palco del teatro Ariston Patty presentò la canzone suscitando una valanga di polemiche per essersi tolta con le dita un chewing gum dalla bocca in diretta televisiva e averlo appiccicato sul microfono prima di cominciare a cantare. Una provocazione, dissero in tanti. Una semplice dimenticanza prima di entrare in scena, aveva minimizzato lei. Ma lo sappiamo: i miti si alimentano proprio con questi episodi. E un brano che fece discutere, quando uscì nell’estate del 1978, è anche quello che la cantante intona subito dopo. Parliamo di “Pensiero stupendo”, un manifesto di libertà per più di una generazione, raffinata, ironica e ammiccante creazione di Ivano Fossati che inneggia ai rapporti amorosi a tre e alla promiscuità. Il pubblico goriziano tributa all’esibizione una standing ovation.

Si passa a “Tender Chiara”, altro pezzo dell’ultimo lavoro “Nic Unic”, testo sensuale e melodia soft, e poi la sala s’infiamma di nuovo per quello che è diventato un nuovo classico della canzone italiana, “…e dimmi che non vuoi morire” canzone scritta da Vasco Rossi e Gaetano Curreri, presentata nel 1997 al festival di Sanremo, che ha decretato il grande ritorno di Patty Pravo e ha fatto da traino all’album dal vivo “Bye bye Patty”, un enorme successo di vendita. Le voci dalla sala accompagnano la cantante: guardandosi attorno si scorgono persone di tutte le età, giovanissimi ventenni che si portano sotto il palco che si mescolano a chi ha i capelli bianchi, tutte le generazioni sono rappresentate. Un pubblico trasversale ed eterogeneo che è quasi una tribù.
Senza perdere il ritmo, tra un cambio d’abito e una battuta con gli affiatati musicisti, Nicoletta interpreta “Orient Express”, punta di diamante dell’ultimo album, di cui lei stessa ha scritto il testo, una ballata suggestiva che aveva proposto in anteprima nel febbraio 2004 all’inaugurazione del Carnevale di Venezia (nell’edizione intitolata proprio “Oriental Express”) durante un memorabile concerto affollatissimo in piazza San Marco. Patty, come un novello Marco Polo, che canta nella sua città in una cornice unica. La magia prosegue con “Sconosciuti cieli”, brano composto da Vangelis ormai quasi trent’anni fa, arricchito da un’ottima interpretazione dal vivo.

Dopo l’intervallo lo spettacolo riprende con Patty Pravo e Alessio Graziani rispettivamente seduti a un pianoforte a coda nero e a uno bianco. Un salto tra i ricordi. Ecco “Pazza idea”, tenera e morbosa e sempre amatissima dal pubblico, “Se perdo te” che si riascolta ogni volta con piacere, “La bambola”, una delle canzoni italiane più conosciute al mondo, “Ragazzo triste”, brano di debutto della Pravo, “Qui e là” proposta in versione da cabaret, “Il paradiso”, successo siglato Mogol-Battisti, “Tutt’al più” cantato a cappella e “Notti bianche”, riuscita cover di una canzone di Bonnie Tyler.

Immagine articolo Fucine Mute

La cantante ritorna al repertorio più recente con “Niente”, dall’album “Radio Station” (2002) e “Fiaba”, da “Nic Unic”, brani di cui ha scritto le parole: parole amare per la fine di una passione nel primo caso, proiettate a un viaggio fantastico per due nel secondo. Poi Patty intona “Love Letters” di Victor Young accompagnata alla chitarra dal bravissimo Andrea Braido che canta la seconda voce, seguono “Sempre”, un omaggio sentito all’amica Gabriella Ferri, e “Malafemmina” di Totò che anticipa il prossimo progetto di incidere dal vivo un disco di canzoni napoletane con gli Avion Travel. “Siamo passati da Roma a Napoli… potremmo arrivare dalle nostre parti ma cosa abbiamo? Marieta monta in gondola?…”, scherza col pubblico. C’è ancora il tempo per un altro brano da riscoprire, “Cocci di chissà che cosa”, di nuovo dall’album “Oltre l’Eden”, e infine per la travolgente “Siamo sicuri che…”, singolo lanciato la scorsa estate, un pop-rock scatenato targato Strambelli-Clementi. Intanto accompagnano lo spettacolo, alle spalle dei musicisti, le immagini della scenografia e le videoproiezioni create da Danilo Bucchi e da Nicolay Pennestri, mentre la supervisione musicale è affidata a Mauro Paoluzzi e la regia è curata dalla stessa Patty Pravo.

La divina esce di scena tra applausi e grida entusiaste che la spingono a tornare sul palco dopo poco. “Sento che l’influenza mi è passata del tutto”. E allora si può concedere anche un bis che, trattandosi del concerto di un’artista con un ragguardevole bagaglio musicale, è una canzone non ancora proposta durante la serata. Patty sceglie “Col tempo” di Leo Ferré, struggente e disperato come pochi altri brani, un pezzo perfetto da cantare in teatro che è tutt’oggi una delle canzoni che la Pravo preferisce del suo repertorio. L’esibizione è vibrante, emozionante. Un’interprete sa come creare con la voce tutte le sfaccettature dell’animo umano. Il concerto si conclude e così la registrazione del DVD. Un concerto che Patty Pravo, ambasciatrice di pace dal 2003, ha voluto dedicare alla pace e alla libertà come testimonia la seguente dichiarazione: “Pace e libertà sono fondamentali per vivere bene. In questo momento storico il mondo ne è privo. Non sono solo le guerre che ci vengono raccontate ad affliggere l’umanità. Anzi queste sono guerre mediatiche, quelle che devastano sono proprie dei paesi meno abbienti, come alcuni del Sud Africa e dell’America Latina, dove centinaia di bambini perdono la vita ogni giorno. Stranamente queste carneficine sono occultate dai media.
È quindi molto importante confrontarsi, e farlo sensibilizzando attraverso la musica e la cultura in genere mi sembra particolarmente efficace. Usare linguaggi comprensibili a tutti, come quello della musica e della cultura, porta solidarietà e armonia. È proprio perché manca l’armonia che il mondo si ritrova in questa situazione. Personalmente mi sono impegnata, per quanto possibile e senza farlo sapere, facendo beneficenza e recandomi nei luoghi disastrati, e da un anno ho accettato l’incarico di ambasciatrice per la pace, conferitomi dal Parlamento Mondiale per la Pace e la Sicurezza nel Mondo. Questo perché spero di poter consolidare il mio apporto sia attraverso la musica che con iniziative atte a migliorare la qualità della vita dei meno fortunati”.

Commenti

Non ci sono ancora commenti

Lascia un commento

Fucine Mute newsletter

Resta aggiornato! Inserisci la tua e-mail:


Leggi la rubrica: Viator in fabula

Articoli recenti

Doc nelle tue mani 3: che il flashback sia con voi (fino allo sfinimento)

Doc nelle tue mani 3: che il...

Trieste Film Festival 2024

Trieste Film Festival 2024

Lascia che la carne istruisca la mente: Intervista a Anne Rice (II)

Lascia che la carne istruisca la mente:...

Lascia che la carne istruisca la mente: Intervista a Anne Rice (I)

Lascia che la carne istruisca la mente:...

Nel castello di Giorgio Pressburger al Teatro Stabile Sloveno di Trieste

Nel castello di Giorgio Pressburger al Teatro...

Lucca Comics & Games 2023: Incontro con Pera Toons

Lucca Comics & Games 2023: Incontro con...

Lucca (meno) Comics & (più) Games 2023:...

Lucca Comics & Games: Intervista a Davide Barzi

Lucca Comics & Games: Intervista a Davide...

Lucca Comics & Games 2023: Intervista a Matteo Pollone

Lucca Comics & Games 2023: Intervista a...

Il futuro (forse) del fumetto: Martin Panchaud

Il futuro (forse) del fumetto: Martin Panchaud

Femminismo all’ombra dello Shogun: Camille Monceaux

Femminismo all’ombra dello Shogun: Camille Monceaux

Lucca Comics & Games 2023: Intervista ad Andrea Plazzi

Lucca Comics & Games 2023: Intervista ad...

I quarant’anni della “scatola rossa”

I quarant’anni della “scatola rossa”

Trieste Science + Fiction Festival 2023: River

Trieste Science + Fiction Festival 2023: River

Trieste Science + Fiction Festival 2023: cortometraggi

Trieste Science + Fiction Festival 2023: cortometraggi

Il fiore del mio segreto (Almodóvar, 1995): la letteratura come seduzione

Il fiore del mio segreto (Almodóvar, 1995):...

Good Omens 2: amore e altri disastri

Good Omens 2: amore e altri disastri

The Plant: il romanzo incompiuto di Stephen King

The Plant: il romanzo incompiuto di Stephen...

The Phantom of The Opera per la prima volta in Italia

The Phantom of The Opera per la...

Pélleas e Mélisande di Claude Debussy: parodia del 1907

Pélleas e Mélisande di Claude Debussy: parodia...

Prigionieri dell’oceano (Lifeboat) di Alfred Hitchcock

Prigionieri dell’oceano (Lifeboat) di Alfred Hitchcock

Tutto il mondo è un Disco

Tutto il mondo è un Disco

Il commissario Ricciardi 2: quattro puntate di noia profonda

Il commissario Ricciardi 2: quattro puntate di...

Sanremo anche no

Sanremo anche no

Trieste Film Festival 2023: cortometraggi

Trieste Film Festival 2023: cortometraggi

Casomai un’immagine

000 Metropolis n-3 16 esplosa-03 sla-gal-7 sla-gal-2 murphy-13 pm-27 holy_wood_28 lortv-05 tycrbg busdon-10 bra-big-03 mccarroll03 malleus_02 sir-19 petkovsek_19 petkovsek_07 petkovsek_04 petkovsek_02 deck73 thole-10 28_pm 03_pm 12 th-80 th-48 th-26 pck_10_cervi_big viv-25
Privacy Policy Cookie Policy