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Musica

Marlene Kuntz

Gli amici, gli intenti malevoli e la Bellezza

Ci volevano i Marlene Kuntz su Fucine Mute. Ci voleva anche un disco come Bianco Sporco, disilluso e stufo, talvolta cupo, ma spesso anche poetico e soave.
Era un po’ che si corteggiava Marlene (vero Katja? Grazie), ed era un po’ che per colpa della musica non si cercava una donna così conosciuta, presi a “scoprire” — che so — R.U.N.I. e Zu, ma — come dice Cristiano — la Bellezza va cercata ovunque, persino dove c’è il logo della Virgin, che fa storcere il naso a qualcuno. L’importante è averla trovata, e questo è certo.
Per l’intervista ho parlato al telefono con Luca Bergia, batterista del gruppo, persona gentilissima e posata, sincera e convinta delle proprie scelte.

Immagine articolo Fucine MuteFabrizio Garau (FG): Ho avuto modo di vedervi quest’anno a Pordenone per l’esordio del vostro tour. Accanto a Luca, Riccardo e Cristiano c’erano due persone nuove (Gianni Maroccolo, loro primo produttore, nonché ex Litfiba e CSI e ora PGR, al basso e Rob Ellis, che ha collaborato — tra gli altri — con P.J. Harvey, alle tastiere, ndr): quali sono state le vostre prime impressioni nel suonarci insieme?

Luca Bergia (LB): È stata un’esperienza ovviamente nuova. Con Gianni già ci conoscevamo da tantissimi anni, lui è stato il nostro discografico per i primi quattro album. Da quando ci siamo incontrati è da sempre un nostro grande amico, ed è un grandissimo bassista e un grandissimo musicista. Per noi è stato molto immediato e spontaneo rivolgerci a lui quando il rapporto con Dan (Daniele Ambrosoli, bassista “storico” dei Marlene, ndr) è finito.

FG: E Rob Ellis? Dopo una collaborazione lunga due dischi, cosa vi ha lasciato e cosa avete “imparato” da lui?

LB: Con Rob il rapporto è diverso. Con lui, come tu saprai, abbiamo prodotto il nostro Senza Peso,mentre in quest’ultimo disco lui ha curato gli arrangiamenti di archi e tastiere, che ritengo molto azzeccati. La cosa che ci trasmette Rob, ma che ci trasmette anche molto Gianni, probabilmente per una questione sia di esperienza sia di carattere, è una grande serenità sul palco: è un qualcosa che secondo me alla fine trasmette sicurezza e piacevolezza nel suonare. In questo tour traspare un aspetto di maggiore serenità, che viene fuori anche dal punto di vista della performance…

FG: …ma con Gianni è come rivedere un vecchio amico e scoprire che vi divertite ancora o in realtà siete sempre usciti insieme e quindi nessuna sorpresa?

LB: (ride, ndr) In realtà non abbiamo mai suonato insieme, se non una volta durante un “primo maggio”, perché Dan si era infortunato una mano. Ti devo dire che l’esperienza in studio con lui è stata folgorante, perché, al di là della serenità delle quale ti sto parlando, abbiamo scoperto una persona estremamente creativa, molto energica e trascinatrice.

Immagine articolo Fucine Mute

FG: Quando ero lì ho potuto vedere persone mie coetanee, ventinove, persone sui trentacinque, ma anche molto più giovani. Un dato che dunque viene fuori è che persone lontane dalla vostra età si accostano a voi. Che effetto vi fa e secondo voi come si avvicinano alla vostra musica?

LB: Anch’io noto che c’è parecchia gente giovane ai nostri concerti, parallelamente a gente che ha, non dico la nostra età (siamo intorno ai trentasette, ndr), ma quasi. L’età media è sui venticinque anni, e probabilmente molto spesso entrano in contatto con noi attraverso il passaparola: ci sono alcuni nostri dischi, soprattutto il primo, Catartica, ma anche Il vile, Ho ucciso paranoia, che sono rimasti e che continuano ancora adesso a piacere… anche gli altri, ma Catartica è il disco che ha venduto di più dei Marlene e quello più conosciuto, amato anche dalle persone più giovani, nonostante sia uscito nel ’94. Raggiungere la sensibilità delle persone dopo più di dieci anni è una cosa che ci rende orgogliosi di quello che facciamo.

FG: Mi aggancio a Catartica allora, perché ho visto il sorriso, anche in Gianni, quando avete suonato i pezzi del passato. Che rapporto avete, ora che avete raggiunto una dimensione “più controllata”, con brani come Sonica o Festa mesta?

LB: Guarda, tu sei stato lì a testimoniarlo, io non credo che abbiano perso in energia e in efficacia, anzi… secondo me ci hanno guadagnato. Sonica addirittura ci ha guadagnato in sinuosità in qualche modo: l’arrangiamento di tastiera ora le dona una sfumatura in più e la rende anche più potente. I pezzi sono migliorati anche a livello di cadenza, e sono più potenti perché suonati con più consapevolezza.

FG: Volevo parlare ora di Bianco Sporco. Una mia prima curiosità è sull’artwork: mi ha molto colpito, è di grande impatto. È molto potente come immagine già al primo sguardo, anche perché è molto semplice. Cosa ne pensate voi?

LB: Prima di scegliere quella copertina avevamo selezionato varie proposte e questa è quella che ci aveva convinto di più, perché meglio l’associavamo al titolo. Poi, come dicevi giustamente tu, l’immagine, questo volto, era di per sé molto potente, una figura quasi enigmatica…

FG: …Inespressiva ma allo stesso tempo comunicativa.

LB: Assolutamente. Io sono molto soddisfatto di questa copertina, infatti penso che a livello di colpo d’occhio sia molto efficace.

Immagine articolo Fucine Mute

FG: Mi concedo la domanda del fan. Personalmente quando ho infilato il cd nel lettore sono rimasto impressionato dalle prime due tracce musicalmente, ma ti confesso soprattutto dal punto di vista dei testi. Se scrivessi un giorno che sono due pezzi in qualche maniera legati e che sono uno sfogo o un regolamento di conti, la sparerei proprio grossa o qualcosa di vero c’è?

LB: Mondo cattivo e A chi succhia, dici. Di questo sarebbe meglio che ne parlasse Cristiano, comunque hanno molto a che fare, sicuramente: sono dei punti di vista particolari sulla società.

FG: Si è parlato molto del vostro percorso artistico e dell’evoluzione del vostro suono. Alcuni hanno scritto a sproposito, altri meno, ma sta al singolo giudicare. Dall’altro lato, come capita per altri gruppi, che so, i Cure più pop o quelli più dark, i Black Sabbath più prog o quelli più rock, quando li senti suonare sai che quel sound è di quel gruppo. Anche nel vostro caso, pur nella differenza si sente l’unità, si capisce subito che è “il suono dei Marlene”. Se tu — è impossibile — dovessi trovare qualcosa di costante che vi ha accompagnato negli anni, un aggettivo, cosa diresti? (Pausa di riflessione di Luca, ndr) È la domanda da un milione di dollari…

LB: È la domanda da un milione di dollari, sì. È un suono molto ricco, che racchiude in sé la doppia natura dei Marlene, perché c’è una parte più intima e una parte più energica. È un suono ricco di emotività, pathos, non saprei trovare un solo aggettivo.

FG: È difficile in questo caso parlare di cose così proprie.

LB: Sì, anche perché secondo me alla fine conta molto l’ascoltatore che recepisce secondo la propria sensibilità, e giudica e decide. Mi fa molto piacere comunque che tu dica questa cosa, che esiste un “suono Marlene”. L’ultimo nostro disco è la meta di un percorso artistico, di un’evoluzione.

Immagine articolo Fucine Mute

FG: Fucine esiste solo su internet e mi ha incuriosito il fatto che il web per voi sia stato spesso fonte di polemica, come se anziché vederne il pregio pluralista, ne vediate il difetto, ovvero che la facilità di “pubblicarsi” sia il modo per far venir fuori con più facilità il “critichino”.

LB: Sì,anche perché è molto più facile confrontarsi con uno schermo che non personalmente, da vicino. È più facile che molta gente possa scrivere anche a sproposito, perdendo anche un po’ il senso della dialettica. Molto spesso si esagera, i toni sono violenti, è inaccettabile.

FG: Si può dunque dire che ci sia un impoverimento critico più che un arricchimento di opinioni in questo momento?

LB: Il problema di internet è che secondo me permette l’accesso a chiunque, cosa positiva e negativa allo stesso tempo. Come quando tu decidi di ascoltare musica su internet e hai di fronte il mondo musicale, però a quel punto diventa difficile scegliere in mezzo a un numero infinito di dischi. Sarebbe bello ci fosse un filtro o una selezione, però questo danneggerebbe la libertà.

FG: Alcune risposte di Cristiano a interviste pubblicate sulla rete erano molto feroci, seppur a scopo difensivo.

LB: Il discorso è quello che ti ho fatto prima. Sarebbe facile dire a volte: “Basta fregarsene”. In certi casi però trovi dei commenti e delle critiche altrettanto feroci, e a volte si perde veramente il senso, come se dall’altra parte quasi non ci fosse una persona. Quando tu leggi certe cose, rimani ferito. E probabilmente chi stava dall’altra parte non si rendeva nemmeno conto di questo. Si perde proprio il senso dello scrivere.

Immagine articolo Fucine Mute

FG: La classica domanda finale. Per un gruppo che cita come proprio amore Nick Cave, suonare con il suo violinista (Warren Ellis in Senza Peso, ndr) è un po’ il raggiungimento di un sogno. Poi Berlino, il budget maggiore, il produttore di alto livello e quant’altro… Quali altre soddisfazioni volete togliervi?

LB: Guarda, in realtà io non penso al futuro in questa maniera. Noi pensiamo a evolverci come musicisti. Il fatto di utilizzare colori sonori diversi, non rimanere ancorati al suono chitarra, basso, batteria, va in questa direzione, una direzione più raffinata. Ci importa veramente solo di crescere, non so dirti dove andremo a finire, ci sta dentro di tutto, magari anche l’elettronica… Noi seguiamo i nostri gusti quando componiamo, ci sentiamo molto liberi, anche di confrontarci con altre sonorità.

FG: D’accordo. Ultima cosa scherzosa: alla fine del concerto Gianni si è seduto e ha fatto l’espressione del fiatone a uno del pubblico. Voi lo prendete in giro, lo state drogando, o è tornato in forma?

LB: Rispondo anch’io in tono scherzoso: devo dire che è dimagrito! Il fiatone non ce l’ha più alla fine del concerto, anzi… Devo dire che è un trattore, come mi piace definirlo… è trainante.

Bianco Sporco


Mondo cattivo


A chi succhia


Il solitarioBellezza


Poeti


Amen


Il sorriso


L’inganno


La lira di Narciso


La cognizione del dolore


Nel peggio


www.marlenekuntz.com


www.insidemarlene.com

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