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Cinema

Nicolás López

Santos, un’esilarante indigestione digitale

A soli 25 anni, Nicolas Lopez — scrittore, conduttore televisivo e regista — sta già lavorando al suo terzo progetto cinematografico e ha diretto una delle produzioni più costose mai realizzate in Sud America. Simpaticissimo e irriverente, nell’ambito del Science+Fiction 2008, il regista cileno ha presentato a Trieste Santos, il suo secondo film.

Nicolas Lopez

La storia è quella di un fumettista un po’ sfigato che si ritrova, suo malgrado, a dover salvare il mondo nei panni del supereroe – per modo di dire! – Niño Bola (letteralmente “Bimbo Palla”). Ci sono naturalmente anche la bella fidanzata contesa, un miglior amico dominato dalle forze del male e un maestro antropomosco con qualche debolezza di troppo…
Il film è un concentrato di effetti digitali e di umorismo che attraversa con ironia tutta una serie di generi, dal cartoon alla fantascienza, per culminare nella più classica delle storie d’amore.

Cristina Favento (CF): Abbiamo qui con noi Nicolas Lopez, il regista di Santos, che ha iniziato la sua carriera prestissimo…

Nicolas Lopez (NL): Parecchio presto, sì…

CF: Leggo qui nella tua presentazione che a dodici anni già scrivevi e stavi lavorando! Confermi? Come è iniziata la tua carriera?

NL: Ho iniziato scrivendo per un giornale cileno, tenevo una rubrica settimanale raccontando quel che succedeva al mio liceo. E il contenuto era talmente “hardcore” che mi hanno espulso già alla terza uscita della rubrica! Ho continuato però a scriverla per circa tre anni, dai tredici ai sedici-diciassette anni. Il mio primo film, Promedio rojo, che ho girato a 21 anni, si ispira proprio dai contenuti della rubrica. Nel frattempo ho fatto anche altre cose: corti, videoclip e ho condotto anche un programma su MTV del quale ero protagonista.

Facevo le solite stupidaggini, come faccio sempre sia sul lavoro che nella vita. Ecco qua una mia presentazione in breve. Adesso ho realizzato il mio secondo film e ho 25 anni, anche se sembra che ne abbia 45 perché quando fai un lavoro del genere inizi pure a perdere i capelli…
Santos è stata una delle più grandi produzioni mai realizzate in America Latina: è costato sei milioni e mezzo di dollari. Ci sono effetti realizzati in digitale tra Spagna e Stati Uniti perché la società Travel Maker Studio, di Robert Rodriguez, che si è occupata degli effetti visivi, ha polverizzato gran parte del capitale, in sintesi.

CF: Ci hai raccontato che alcune volte ti sei sentito un po’ scemo a dirigere gli attori che recitavano con uno schermo vuoto dietro. Com’è stato lavorare quasi interamente in digitale?

Set del film Santos di Nicolas Lopez

NL: Girare Santos per certi versi è stato assurdo! Perché era tutto verde, il fondo intendo, e gli attori dovevano interagire col nulla… All’inizio eravamo un po’ disorientati, gli attori si sentivano strani, ma dopo un po’ si sono abituati perché infondo è stato un po’ come tornare alla recitazione di base, quella teatrale, dove devi immaginare oggetti che non esistono. Della serie: “Sta suonando il telefono!” ma il telefono non c’è, oppure “Attenzione al precipizio” ma non c’è precipizio, oppure “Oddio arriva un mostro gigante!” ma non c’è nessun mostro, te lo devi immaginare. Solo in un secondo momento ho aggiunto tutto ciò che mancava in digitale.

CF: E con il fumetto che genere di rapporto hai? Il film sembra molto vicino a quel mondo.

NL: Sono sempre stato un accanito lettore di fumetti, sin dall’infanzia. Quando mi chiedono quale sia il migliore cinema indipendente rispondo sempre che sono certe serie di fumetti, perché sono talmente indipendenti che non hanno neppure bisogno di attori o di luci…

Credo che stiamo vivendo un’epoca d’oro in relazione al fumetto perché si stanno prendendo molto sul serio, ad esempio, le graphic novels. E succedono cose incredibili come la trasposizione cinematografica di Watch Man, che stanno realizzando ora. C’è sempre stata una relazione molto vicina tra il mio universo e il mondo del fumetto. Io ho cominciato con un sacco di tavole e mi sono sempre sentito molto libero di fare quello che volevo. Ora lo sono molto meno con le immagini reali!

CF: Per Santos sei anche l’autore della sceneggiatura. A che cosa ti sei ispirato? Quanto hai attinto al mondo del fumetto e quanto invece è puramente farina del tuo sacco?

Locandina del film Santos di Nicolas LopezNL: La pellicola è piuttosto autobiografica, anche se purtroppo ancora non sono in grado di creare un campo di forza né di salvare il mondo… Credo che questo film sia piuttosto originale, d’autore direi, perché ha delle peculiarità molto personali che però ho infilato dentro alcuni precisi contenitori di genere. Ci ho messo dentro un po’ di tutto, dalla fantascienza, al fantasy puro, alla commedia, però principalmente c’è molto di mio. È evidente che il protagonista mi assomiglia, anche fisicamente. È uno schifoso atto di egocentrismo insomma..

CF: Quindi non ti sei ispirato a nessun fumetto realmente esistente, neppure in parte?

NL: No, assolutamente. Tutto l’universo di Santos è stato inventato per il film. La mia idea era proprio di creare al cinema un universo che poi potesse continuare attraverso un fumetto, un videogioco o altro…

CF: È interessante perché normalmente succede il contrario…

NL: Proprio così, l’esatto contrario. La maggior parte dei film di questo tipo si ispirano a fumetti preesistenti, dove le azioni sono già state definite. Non è il cinema che ha inventato Spiderman e il suo universo, per esempio, perché già esistevano, così come Hulk o Batman. Tutto è già stato fatto.

E comunque riuscire a crearmi un contatto con una Major americana e girare un film tratto da un personaggio dei fumetti sarebbe stato piuttosto difficile. Quindi ci siamo detti: “beh, creiamocelo da soli!”. Un po’ come George Lukas quando voleva fare Guerre Stellari: avrebbe voluto girare Flash Gordon ma la cosa era talmente complicata che ha pensato di inventarsi qualcosa di simile. Ecco, per Santos è successa una cosa così, con le dovute differenze s’intende, visto che io ancora non ho un impero multimilionari con videogiochi e action figure. Ma spero che un giorno accada!

CF: E del tuo stile così serio che ci racconti? (ironica, nda)

NL: (Ride, nda) Nient’affatto serio vuoi dire…

CF: Già, il tuo film sembrava un po’ la parodia di molti generi differenti, no?

Un scena del film Santos di Nicolas Lopez

NL: Più che essere una parodia, lo definirei una visione “affettuosa” di ciò che mi piace particolarmente. Ciò che succede ai personaggi è qualcosa di serio ma, a chi vede la storia dall’esterno, non possiamo certo pretendere di parlare seriamente della fine del mondo con un tipo che si chiama “Antropomosco” e che sniffa merda! Un certo senso dell’umorismo è necessario, c’è una sorta di ironia generale che caratterizza l’intera pellicola. Direi che il tono è quello della farsa o della parodia.

CF: Ho trovato in rete alcuni siti che parlavano di un tuo film intitolato 168 Jack Johnson, è un progetto che stai preparando?

NL: Il film nasce da una mia idea ed è stato comprato da Ventanazul, la produttrice è Salma Hayek (attrice messicana, nda) assieme MGM, la Metro Gold Meyer. Per il momento ho presentato il mio progetto per la sceneggiatura ma stiamo parlando di Holliwood, quindi potrei ricevere risposta domani oppure tra dieci anni.. Al momento la MGM si sta separando da Ventanazul e la situazione è un po’ confusa, però è un progetto che mi piace molto. Vediamo, se sarà questa la prima esperienza negli Stati Uniti perché ho anche un’altra idea. Quel che è certo è che ora ho voglia di dedicarmi a un film che non mi impegni così tanto come Santos. Ci ho messo quattro anni della mia vita a fare questo film, stiamo parlando di 1500 scene con effetti digitali! Adesso vorrei qualcosa del tipo giriamo e montiamo, con al massimo 3 schermi verdi in tutto il film, non 1500!

CF: Abbiamo visto scorrere il nome di Tarantino nei titoli di coda, come mai?

Il regista Nicolas LopezNL: Lui ha visto il mio primo film, Promedio rojo, e per fortuna gli è piaciuto molto. In un attacco di follia disse addirittura che era la pellicola più divertente che avesse visto in tutto l’anno il 2005. Grazie a questo suo apprezzamento, ho ricevuto molte proposte. Ci sono state diverse persone che si sono interessate al mio lavoro e mi hanno offerto collaborazioni. È stato un po’ come vincere alla lotteria. Ancora oggi quando lo incontro mi parla sempre di Promedio, gli è proprio piaciuto il mio primo lavoro. È per questo che l’ho ringraziato in Santos. Non credo che sarei riuscito a fare questo secondo film se lui non mi avesse appoggiato così tanto.

L’edizione zero/otto di Science+Fiction — il festival internazionale della fantascienza — manifestazione dedicata all’esplorazione dei mondi del fantastico, dei linguaggi sperimentali e delle nuove tecnologie nelle produzioni di cinema, televisione, arti visive e dello spettacolo — si è svolta a Trieste negli spazi del Cinecity multiplex (Torri d’Europa) dall’11 al 16 novembre.
Anteprime, retrospettive, sezioni concorso, eventi speciali e incontri con autori del cinema e della letteratura, hanno formato lo scheletro di quest’edizione di Science+Fiction.

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