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Musica

Gary Numan

Gary Numan – La purezza del rinato

Gary NumanSe siete appassionati di post-punk e musica elettronica, è praticamente impossibile che non conosciate Gary Numan.
Nel 1977, a soli 19 anni, fondò i Tubeway Army: con loro nei due anni seguenti registrò due album (l’omonimo e Replicas, entrambi ristampati in edizioni contenenti molte tracce inedite) ed ebbe successo con il brano Are Friends Electric?
All’inizio il suono dei Tubeway Army era più legato al punk e non aveva elementi elettronici, ma tutto cambiò quando la band andò a registrare un demo negli studi della Beggars Banquet e Gary trovò in sala di registrazione un sintetizzatore monofonico già programmato. Da quel momento il sound della band mutò e si tinse di colori scuri, grazie all’abbinamento delle tastiere con la batteria e il basso. Are Friends Electric? arrivò al primo posto in classifica e ci rimase per quattro settimane. Sfortunatamente il suo successo non venne bissato con Down In The Park, altro classico dei Tubeway Army, tra i preferiti dai fan.

Nel 1979 Numan decise di intraprendere la carriera solista e compose un singolo che divenne una hit immediata, andando al primo posto in Inghilterra ed entrando nelle classifiche americane e canadesi l’anno dopo. Cars sarebbe diventata un riferimento per la musica new wave e non solo: ricordo la versione che fecero sia i Fear Factory e Nine Inch Nails, entrambe in collaborazione con Numan. The Pleasure Principle aveva ancora dei pezzi influenzati dal suono punk dei Tubeway Army, mentre l’album seguente, Telekon, si staccò in maniera netta dal passato e diventò a tutti gli effetti una pietra miliare della new wave.
Così come accadde agli Ultravox, Numan lasciò le irruenze del punk per entrare in un terreno dove la ricerca sonora si mischiava con la melodia. This Wreckage, The Aircrash Bureau, Telekon e Remember I Was Vapour univano suoni elettronici e acustici (piano, violino e batteria) con una chitarra basso pulsante. Da questo album Numan iniziò anche a curare l’aspetto visuale, vestendo tute avveniristiche abbinate a tubi al neon. Questo look gli permise di ottenere anche col tour di Telekon gli stessi ottimi risultati di quello di The Pleasure Principle. Infatti, uscirono ben due album dal vivo: Living Ornaments ’79 e Living Ornaments ’80.

Le atmosfere soffuse ed oscure furono il fulcro del successivo Dance, dove, aiutato dal suono particolare del basso di Mick Karn, Numan sperimentò con successo delle novità, spaziando da lunghe canzoni (il brano d’apertura Slowcar To China dura ben nove minuti) a veloci dissonanti sprazzi di wave con sfavillanti riff di chitarra (vedi Crash o You Are, You Are). Anche in I, Assassin, Gary continuò l’esplorazione di atmosfere notturne, donando ai fan altri classici come Music For Chameleons o We Take Mistery To Bed. In questo disco faceva capolino una leggera influenza funky, grazie a un suono slappato di basso, e c’era anche un pesante uso della drum machine, indice di una costante voglia di cambiare.
Con Warriors (1983) finì la collaborazione di Gary Numan con la Beggars Banquet, etichetta che lo aveva supportato sin dagli inizi, e  cominciò anche una fase “discordante” dell’artista: la ricerca di nuove espressioni fece in modo che atmosfere funk e jazz (soprattutto portate dal sax come in I Am Render) comparissero qui e lì. In ogni modo, anche Warriors ha pezzi storici come The Iceman Comes o This Prison Moon. L’anno dopo Numan decise di fare il salto, fondare la propria etichetta, la Numa, e di dare alle stampe Berserk. Il disco univa synth wave, funk ed elettronica, con uso di cori femminili e discutibili assoli di chitarra.

Gary Numan

Con The Fury del 1985 e Strange Charm del 1986, Numan venne paragonato a Robert Palmer e Prince, forse perché in cerca di un suono che potesse consolidare il suo pubblico. Ormai lontano dai fasti dei primi anni, anche se stilisticamente ancora con delle frecce al suo arco, Numan si presentò con un completo bianco e un papillon rosso sulla copertina di The Fury, spiazzando forse i suoi vecchi fan.
Nei sei anni successivi, probabilmente in crisi creativa, pubblicò dischi che non raccolsero molto: due uscirono per altre etichette (Metal Rhythm e Outland), poi ci fu Machine And Soul (1992) nuovamente su Numa, un altro album di funk wave carino e in certo modo paragonabile a Notorius dei Duran Duran. Due anni dopo fu il turno dell’ultima uscita su Numa a suo nome (non contando Human, album in collaborazione con Michael R. Smith) con Sacrifice. In questo disco, Numan si rimise in discussione e finalmente iniziò un percorso di ricerca personale, che segnerà anche l’inizio della rinascita.

In Sacrifice le atmosfere si fanno pesanti, niente più funk né cori. Ogni tanto c’è ancora qualche strizzata d’occhio alla wave anni Ottanta, ma in generale abbiamo pesanti ritmi sincopati che si uniscono ad atmosfere epiche e tappeti sintetici. Quattro anni dopo abbiamo la controprova con l’uscita di Exile per la Eagle. Da lì, Numan conferma di essere tornato veramente in forma con Pure e Jagged, nei quali vengono introdotti granitici riff di chitarra e suoni semi-industriali. Il nuovo Dead Son Rising suggella la collaborazione tra Gary e Ade Fenton, unione artistica nata con Jagged.
L’album contiene nove pezzi inediti più due versioni al piano di For The Rest Of My Life e Not The Love We Dream Of. Il suono è bello potente, ma meno incentrato sulle chitarre. Queste sono presenti e vibranti, però non sono usate in tutti i pezzi. Sono gli intrecci ritmici a trovare molto spazio e se sentite Dead Sun Rising o For The Rest Of My Life, vi accorgerete che non c’è traccia di chitarra, ma non per questo risultano deboli. Dal punto di vista vocale, Numan è avvolgente ed energico e si sposa molto bene con le atmosfere oscure dei pezzi. Partito come assemblato di brani non utilizzati in album precedenti, Dead Son Rising si è tramutato in un disco molto buono, convincente e accattivante. Parte dei testi nascono da idee del musicista per racconti di fantascienza, ma di questo si parla nell’intervista che segue.

Gary NumanMaurizio Pustianaz (MP): È da Jagged del 2006 e Artificial Perfect di Ade Fenton, uscito nel 2007, che non collabori con quest’ultimo. Quali sono state le tue sensazioni durante queste registrazioni?

Gary Numan (GN): La relazione con Ade è cresciuta considerevolmente da quando abbiamo fatto Jagged. Prima si è unito alla band nel 2007 per tutti i miei live. Nel 2009 è diventato il mio co-manager insieme a Steve Malins e da allora abbiamo lavorato a Dead Son Rising, quindi si è rinforzato il rapporto. Adesso stiamo lavorando al mio prossimo album, intitolato Splinter, e così via. Ade è parte importante in quel che faccio ora, sia dentro sia fuori dallo studio, sia come musicista che come manager.

MP: Quanto di quello che avevi in mente all’inizio del progetto possiamo trovare nell’album finito?

GN: Dead Son Rising in origine era inteso come un album “riempitivo”. Qualcosa che pensavamo potesse essere ragionevolmente veloce da fare e che riempisse il buco tra lo scorso album Jagged e quello che doveva seguirgli, ovvero Splinter. Mi aspettavo di finire Splinter in due o tre anni, così far uscire qualcosa in mezzo avrebbe tenuto vivo l’interesse dei fan. Questo piano, però, non ha funzionato. Dead Son Rising doveva contenere canzoni non utilizzate negli album Exile, Pure e Jagged. Non sono finite su quei dischi per svariati motivi, però pensavo che fossero buone, solo non adatte agli album per i quali erano state pensate in origine. Avevo quattordici pezzi, che sentivamo di poter finire abbastanza facilmente e che potevano formare un buon album. Ade ha iniziato a lavorarci ed è tornato in velocità con un numero di brani convincenti e quasi finiti. A qualcuno ci ho lavorato anche io registrando le voci e scrivendo i testi di The Fall, per esempio. Si andava avanti, però quasi da subito non stava venendo come speravo. Iniziavano a non piacermi molte delle melodie e degli accordi che avevo scritto e più Ade ci lavorava e più sentivo che quello che facevo io affossava il progetto. Nel 2009 ammetto di essere arrivato al punto che non mi piaceva nessuna canzone e di aver abbandonato il tutto. Diciotto mesi dopo, mi trovavo in vacanza in America e ho sentito mia moglie Gemma suonare della musica fantastica in un’altra stanza. Mi sono precipitato a scoprire cosa fosse e Gemma mi ha detto che erano i pezzi di Dead Son Rising che odiavo così tanto. Ho chiamato Ade e gli ho detto che avevo cambiato idea di nuovo e che mi ripromettevo di finire l’album appena tornato a casa. Fortunatamente, Ade aveva continuato a lavorarci durante la mia assenza e aveva migliorato molte delle canzoni e così, quando ho ricominciato a metterci le mani, era diverso dalla prima versione ed era molto meglio. Ero diventato ossessionato e ci lavoravo ventre a terra aggiungendo altri testi e voci rispetto a quanto pianificato inizialmente. Alla fine il risultato è un album che non ha quasi nulla a che fare con i demo iniziali. È al 95% nuovo materiale, per nulla un riempitivo e ne sono molto fiero. Sono molto grato ad Ade per aver continuato e per avermici riportato dentro.

MP: La cosa principale che mi è saltata all’occhio la prima volta è che l’album si intitola Dead Son Rising, ma nella tracklist c’è la canzone Dead Sun Rising. C’è un qualche legame tra le due?

GN: Originariamente il titolo dell’album doveva essere Resurrection, ma il mio management riteneva che avessi scritto abbastanza di Dio e dei miei sentimenti ateisti e così voleva togliere ogni riferimento religioso o anti-religioso. Avevo pensato di intitolarlo Resurrection, perché all’inizio volevamo riportare vecchie canzoni “morte” a nuova vita. Non c’era nessun riferimento religioso. Quando mi hanno chiesto di cambiare titolo ho deciso di intitolarlo Dead Son Rising semplicemente per aggirare il problema, perché significa esattamente la stessa cosa di “Resurrection”, da un certo punto di vista. Ho tenuto il titolo Resurrection per uno dei brani strumentali. Molti dei testi vengono da storie che ho scritto per hobby nel poco tempo libero che ho avuto. Amo il fantasy, scrittori come Glenn Cook e Steven Erikson, e mi piacerebbe dedicarmi a questo a tempo pieno in futuro. Per ora, prendo quelle idee le condenso e ci faccio testi. Canzoni come Dead Sun Rising, We Are The Lost, When The Sky Bleeds e He Will Come sono tutte prese da mie idee per storie. Il titolo Dead Sun Rising non ha nessuna connessione diretta con quello dell’album, a parte l’ovvia somiglianza.

MP: Ho letto che Dead Son Rising, appunto, contiene elementi di un romanzo di fantascienza che stai scrivendo. Ci puoi dire di più?

GN: Ho descritto ad Ade una canzone con queste parole: “Immagina un futuro in cui l’umanità è stata eliminata dalla faccia della Terra. Tutto ciò che rimane sono un pugno di embrioni che vivono all’interno dei corpi morti delle madri. Un miracolo puro. Questi sono il futuro dell’umanità e la loro sopravvivenza sarà la sopravvivenza della razza umana, la loro morte segnerà la sua fine. Ciò che li protegge da un attacco, principalmente demoniaco ma non del tutto, sono i fantasmi delle persone che hanno causato questa distruzione”. Ecco di cosa parla. La storia principale guarda a questa situazione da una varietà di punti di vista differenti.