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Scrittura

La decostruzione della realtà. La semiosfera di Philip K Dick (IV)

3.0 Verso altre semiotiche

Al pari di Thomas Pynchon e degli epigoni della generazione “postmoderna” a cui appartiene (da Jonathan Franzen a David Foster Wallace, a Richard Powers) Don De Lillo ha fatte delle sue narrazioni un osservatorio privilegiato delle tecnoculture e della civiltà dell’immagine. Proprio il cinema, quale esperienza principe della contemporaneità, imprime una qualità costitutivamente filmica alla sua scrittura, così giocata su un sapiente uso retorico del montaggio, del ralenti, del piano sequenza e di altre tecniche cinematografiche, da far dire allo stesso autore che i suoi romanzi non esisterebbero senza il grande schermo o, comunque, al di fuori di una salutare critica dei media. La recente partecipazione alle riprese di Game 6, un film tratto da una sua sceneggiatura del 1991 (e diretto da Michael Hoffman), promette nuove incursioni multimediali da parte di questo scrittore che a partire dagli idioletti della tecnica ha dato un nuovo impulso al romanzo americano contemporaneo, con un’opera che oggi vanta tredici romanzi, cinque pièce teatrali, un romanzo pseudonimo, e un numero imprecisato di saggi e racconti. (Premessa, in Nuova Corrente 2004)

Questo estratto esemplifica un passaggio fondamentale della semiosfera globale attuale: si dice spesso che viviamo in una società fatta di immagini e che l’immagine ha soppiantato la parola. Chiaramente sono formulazioni imprecise, ma sottendono una verità fondamentale che Lotman aveva già colto nella sua dinamica essenziale, ovvero che “quando un sistema semiotico assume il significato di sistema dominante, i suoi principi strutturali penetrano nelle altre strutture e nella cultura nel suo insieme”. Quindi parlando di civiltà dell’immagine, stiamo in effetti proponendo un’interpretazione della nostra cultura in funzione del sistema segnico audiovisivo così come lo conosciamo oggi. Lotman già identificava alcuni passaggi interessanti in questo processo di scambio semiotico, tra i quali il dominio del principio del “montaggio” nel ventesimo secolo, la contrapposizione di punti di vista diversi e l’attenzione al “dettaglio”, principi organizzatori del senso che ritroveremo nelle analisi di questo capitolo.

Ognuna di queste caratteristiche peculiari del linguaggio cinematografico penetra in altri sistemi semiotici come nel teatro e nella letteratura fissando – per così dire – i nuovi standard di narrazione/descrizione.

Ridley Scott e Philip K. Dick

A questo punto sarà più chiaro il motivo per il quale abbiamo deciso di iniziare il nostro discorso sulla semiosfera di Philip K. Dick partendo proprio dalle mutazioni occorse all’interno del linguaggio cinematografico. Qualsiasi immaginario che si voglia affermare nel sistema della cultura contemporanea deve ‘fare leva’ sull’immagine, e in questo capitolo ne vedremo alcuni esempi.

Si è detto a proposito del punto di vista, che ogni forma di discorso, sia essa visiva, musicale, verbale, contiene un certo sapere sul mondo organizzato secondo un preciso orientamento. La semiotica ci fornisce i mezzi per ricostruire tale orientamento, sia rispetto ai contenuti, sia in rapporto alle modalità di presenza del soggetto che lo ha prodotto. (Fabbri La svolta semiotica)

Ciò che Dj Spooky, i Radiohead, Moebius, Robert Crumb, Richard Fenwick e Andrea Traina fanno è creare mondi, sia nel senso semiotico di mondi possibili abbigliati figurativamente e strutturati narrativamente, sia nel senso bolelliano di fare mondi come pratica di resistenza all’ondata di informazione che ci viene vuotata addosso quotidianamente, che in alcuni casi provoca veri e propri collassi informativi. Giuliano Da Empoli (2002) ci mette in guardia sui casi di overdose informativa a cui stiamo assistendo, determinati da uno sviluppo virale e incontrollato dell’informazione senza precedenti.

Ancora una volta Dick lo ha capito prima e meglio degli altri, basti prestare attenzione a questo passaggio, letto in un discorso in Canada a pochi anni dalla morte, nel quale l’autore dichiara nei riguardi dell’overdose cognitiva che oggi sperimentiamo a livello quasi parossistico:

Secondo me, è successo che si è esagerato con i tentativi di persuasione. La televisione, i giornali, tutti i cosiddetti mass media hanno esagerato. Le parole hanno perso gran parte del loro significato per questi ragazzi, ne hanno dovute ascoltare sin troppe.

Questo non significa che il senso e la traduzione non siano più possibili, in quanto secondo noi non c’è nulla d’incommensurabile e qualsiasi attività umana origina e tende verso un’unità funzionale (Lotman), un’iper-struttura – come la chiamava Dick – che sostiene il complesso apparato di forme espressive compresenti nel mondo.

E l’intraducibile? È proprio ciò che vale la pena di tradurre. È la riserva di senso di una cultura (source) per l’altra (target); è quello che obbliga quest’ultima a rispondere in modo innovativo “con un grappolo di nuove metafore” Nel tradurre e nel trasporre sono all’opera racconti, metafore, argomentazioni; parola e scrittura certo, ma anche dispositivi visivi e musicali. Importante è il ragionamento, ma anche le diverse forme di intelligibilità implicate in tutti i generi discorsivi e in tutte le pratiche di senso. La narrazione si scopre esperimento mentale, l’antropologia – e la psicanalisi – racconto. (Fabbri 2003, p.188)

“La longevità del codice è determinata dalla costanza dei suoi elementi strutturali di fondo” assume Lotman e nel caso di Philip K. Dick è ravvisabile una costante presenza di determinate isotopie che si dispongono in maniera trasversale rispetto ai vari testi che prendiamo in analisi. Chiaramente in questo tipo di ricerca è impensabile ragionare in termini omnicomprensivi e parlare di “chiusura” rispetto ad un determinato ambito espressivo d’analisi, e forse questa è proprio la lezione più importante che deriva dall’adottare il costrutto della semiosfera e l’impianto sociosemiotico. Quasi ogni giorno nuovi elementi si aggiungono come in un puzzle (seguendo la fuzzy logic o altre forme di razionalità) e modificano continuamente l’assetto globale del sistema della cultura. Con Philip K. Dick ci spostiamo lungo zone periferiche ma non per questo meno importanti della semiosfera, che è costruita in maniera gerarchica.

Philip K. Dick con la sua riflessione sui simulacri si situa giusto sotto o appena dietro la nostra episteme contemporanea (come ricorda La Polla) e non finisce mai di stupire per la lungimiranza e la profondità delle sue idee, e per come queste costituiscano terreno fertile per una vasta schiera di creativi fino ad oggi.

Robert Crumb

3.1. Fumetto

Spingendosi verso altre semiotiche che hanno prodotto concrezioni di senso intorno al nostro autore di riferimento troviamo il fumetto d’autore di Robert Crumb e Moebius (Jean Giraud), due disegnatori di fama internazionale. I motivi sociosemiotici per cui abbiamo ritenuto pertinente la scelta di questi due testi è innanzitutto da ricercare nello status di mito che circonda i loro autori, ancora viventi. Robert Crumb è considerato uno dei massimi esponenti del fumetto underground americano grazie ad un lavoro pluridecennale in questo campo e una galleria di personaggi come Fritz il gatto, Mr Natural, The White Man e molti altri ancora che ne hanno decretato l’ingresso nel gotha del disegno internazionale. Moebius dal canto suo ha all’attivo numerose collaborazioni per il cinema di fantascienza, nonché ambiti di sperimentazione e di confine (la serie de l’Incal con Alejandro Jodorowski).

Gli autori del “fumetto d’autore” o della “avanguardia dei fumetti” fanno ricerca, perché vogliono far raccontare al fumetto quello che il fumetto non ha mai raccontato. Vogliono andare più lontano di quanto non siano andati i loro predecessori. Vogliono sfruttare al massimo le potenzialità espressive del linguaggio dei fumetti; più di quanto non sia mai stato fatto nel passato. (Barbieri 1998, p. 85)

Sia Crumb che Moebius sono giunti ad un livello di perfezione stilistica tale che ha permesso loro di confrontarsi con soggetti ed autori molto diversi dai rispettivi ambiti di azione semiotica. Crumb confessa che prima di cimentarsi con questo omaggio a Philip K. Dick lesse molto materiale informativo. Come egli stesso rivela nel documentario Crumb (1994) prodotto da David Lynch e girato da Terry Zwygoff,

Per l’inking ho fatto alcune ricerche, sui comic books degli inizi albori della fantascienza – Ghostly Weird – questo ragazzo, Jay Dizzbrow, amavo le atmosfere che riusciva a creare con questo inchiostro nero pesante.  Sentivo che finalmente avevo raggiunto una tecnica che mi permetteva di catturare qualcosa di realistico e mostrarla a tutti.

Precisiamo subito che i due testi di cui andremo ad evidenziare alcune caratteristiche formali condividono la loro natura di commento, come suggerisce Barbieri infatti,

Un commento è un testo secondo che ha il testo primo (o una sua parte) come oggetto. In questo senso un commento ha come scopo principale quello di fornire un’interpretazione del testo oggetto (o di una sua parte), o di farne uso per commentare qualcos’altro. È quindi diverso da una replica in quanto eventuali elementi identici al testo originale servono sostanzialmente per documentarlo a fini esplicativi. (Dusi e Spaziante 2006, p. 176)

In una prospettiva sociosemiotica riteniamo che in questi testi risieda un notevole grado di traduzione intersemiotica non solamente dal momento che determinate forme del contenuto sono riproposte a partire da un legame ben riconoscibile, ma anche e forse soprattutto poiché gli autori in questione condividono con l’autore di partenza determinate caratteristiche di ordine assolutamente personale. Questi parallelismi non devono sorprendere in sede d’analisi semiotica, dato che Lotman con la sua vita e con i suoi scritti sul decabrismo russo ha ampiamente dimostrato come il comportamento sia latore di tratti molto rilevanti ai fini di un’analisi sul senso (cfr. anche introduzione in Sedda 2006). Crumb sin da giovanissimo “fumetta” tutto ciò che gli accade: ogni cosa che lo circonda diviene oggetto di studio e discorsivizzazione visiva attraverso il fumetto: dalle liti in famiglia alle avventure del suo gattino (che poi maturando sarebbero diventate le fantastiche avventure di Fritz the Cat), continuando con le vicissitudini familiari e con ciò che Crumb pensava in determinati momenti della sua vita, tutto veniva via via assumendo la forma di un gigantesco fumetto[1]. Dick e Crumb, con le loro strategie discorsive “realistiche” intrise di un acuto humour nero riscoprono quella che per molti è la funzione dell’intellettuale: dire le cose come stanno.

3.1.1 Nuvole psichedeliche. The religious experience of Philip K.Dick di Robert Crumb

Robert Crumb - AutoritrattoLe otto tavole qui presenti sono la traduzione intersemiotica di un’intervista rilasciata da Philip K. Dick a Gregg Rickman[2] poco prima della sua morte. La fonte di riferimento viene esplicitata in fondo all’ultima tavola. Robert Crumb ha disegnato il fumetto in Francia, dopo aver smesso l’assunzione di droghe ed essere tornato ad una visione lucida della realtà, condizione che gli piaceva molto, permettendogli di concentrarsi sulle sue passioni – la vita domestica – nonché sugli aspetti tecnici del fumetto.

Come vedremo la particolarità di questo testo sta nel fatto che non si riferisce ad un testo più o meno conosciuto bensì direttamente alle esperienze avute da Dick nel 1974, anno in cui sperimentò il contatto con il divino e che furono riportate nell’Esegesi, suo testamento spirituale. Crumb sceglie un avvenimento e lo pone sotto la sua lente d’ingrandimento, la approfondisce per così dire. Grazie all’abilità del suo pennino, traccia tessiture che raffigurano le commistioni di realtà sperimentate da Dick.

È un fumetto iperrealistico, mimetico della realtà che si propone di rappresentare, ed è un’ipertesto, in quanto prende le mosse da un’intervista realmente accaduta ma si configura anche come un commento (nell’accezione sopra citata di Barbieri) e in ultima analisi come un’illustrazione in quanto “le illustrazioni sono più descrittive che narrative, tendono ad esprimere non tanto la dinamica dell’azione, rappresentando piuttosto le connotazioni emotive”. Inoltre come sottolinea Barbieri “ non bisogna mai dimenticare che il fumetto è, molto più della pittura e dell’illustrazione, un modo per rappresentare il tempo nello spazio, il tempo del racconto nello spazio della pagina”. E questo in Crumb si ritrova, il senso di spiazzamento e di continua commistione fra i piani temporali.

Il compito principale di un’illustrazione è, appunto di illustrare. È difficile però illustrare – anche se non impossibile – senza che nell’immagine stessa sia chiaro qual è l’oggetto del discorso. Poiché illustrazione è sostanzialmente un commento visivo a qualcosa di narrativo, è raro insomma che quel qualcosa possa essere non riconoscibile al suo interno. (Barbieri 1998, p. 122)

[…] nella nostra cultura a certe forme sono associati certi – generici o specifici – contenuti emotivi, e l’arte contemporanea ha molto contribuito a costruire queste associazioni. (Barbieri 1998, p. 122)

Introduciamo fin d’ora alcune considerazioni sulla natura della prima vignetta, che sintetizza le isotopie tematiche e figurative dell’intero testo.

La prima tavola di Crumb è un ritratto di Philip Dick, ne focalizza i tratti fondamentali, con la presenza di caratteristiche che una fotografia non coglierebbe. Il fumetto ha anche a che fare con la messa in scena, figure, di una realtà socialmente condivisa, in altre parole non della realtà ma della stereotipizzazione della realtà. Questa “forzatura” che Crumb compie ritraendolo secondo le convenzioni grafiche della psichedelia (le linee fluide delle correnti energetiche e il terzo occhio fanno parte dell’enciclopedia visiva controculturale di quegli anni e compaiono anche nei suoi personaggi più freak come Mr Natural), lo calano nella realtà dei figli dei fiori, associandolo immediatamente al consumo di sostanze allucinogene. Robert Crumb è – come lui stesso sostiene – un disegnatore di fumetti underground e il suo status di mito nella controcultura americana è indiscusso. Ai più è conosciuto per aver dato vita a personaggi come Fritz The Cat o Mr Natural, ma buona parte della controcultura hippie porta la sua impronta grafica, basti pensare che ha disegnato la copertina di Cheap Thrills di Janis Joplin e ritratto i Grateful Dead e altri esponenti della cultura lisergica in numerosi cartelloni.

Ci proponiamo adesso di passare le vignette al vaglio semiotico secondo il doppio binario di analisi narrativo e figurativo. Per rendere più scorrevole la consultazione del testo abbiamo tradotto dall’inglese, conservando in alcuni casi la dicitura originale nel momento in cui il termine italiano non copra l’intera ricchezza semantica dell’originale anglosassone. Trattandosi di un’illustrazione abbiamo ritenuto pertinente il procedere parallelo dell’analisi, evidenziando insieme alla parte narrativa la sua correlata enunciazione visiva, vale a dire il modo in cui l’autore ha deciso di complementare visivamente il testo proveniente dall’intervista. In questo modo abbiamo identificato i tratti salienti di ogni inquadratura, in particolare i soggetti e gli oggetti che catturano immediatamente l’attenzione del lettore ed i principali elementi di tessitura che concorrono a creare le differenti tipologie di alterazione.

Questa metodologia di analisi ci consente da un lato di rilevare il dato quantitativo, ovvero il numero di immagini in cui occorre un determinato elemento, dall’altro di differenziare la qualità delle trasformazioni.

LEGENDA (Elementi della sintassi visiva)

│N│:: significa che siamo in presenza di un contesto visivo appartenente al mondo naturale così come noi lo conosciamo, ci sono tutta una serie di riferimenti che ci fanno capire che è la nostra realtà, e non qualche realtà modificata.

│ALT│:: indica l’alterazione, che viene di seguito specificata dalla parola tra parentesi, che indica il tipo di alterazione occorsa all’immagine. Chiaramente esistono dei gradi intermedi come │ N + alt│ che significano la presenza di un alterazione in un setting di tipo naturale.

│R│:: indica che il setting è quello dell’antica Roma.

│M│:: indica che il setting è quello della Mesopotamia.

│Dick-alt│:: rappresenta il corpo di Dick ‘posseduto dal cristiano’, ossia lo spirito di Elia. Dick ci autorizza a parlare di due persone diverse (anche se a livello esteriore nulla è cambiato) in quanto utilizza la terza persona per parlare del cristiano imprigionato nel suo corpo.

Dick²::Dick elevato a una potenza sta a significare che in quella vignetta sono presenti più persone con le caratteristiche fisiche di Dick (in questo caso implica la commistione di piani temporali diversi).

│Famiglia│:: sta ad indicare la contemporanea presenza dell’intero nucleo familiare dei Dick, composto da Philip, la moglie Tess e il figlio Christopher.

│Moglie│:: al tempo degli eventi narrati la moglie è Tess.

│Uomo│:: si riferisce ad un ‘uomo qualunque’, quando la sua funzione non si evince dal testo, stesso dicasi per │Passante-i│ │Soldato-i│ │Romano-i│ │Poliziotto│ │Potenti│ │Chirurgo│ John │

│fish sign│ palm │ fish│ I Ching │:: oggetti che compaiono nel testo, ognuno con una simbologia particolare.

│ Y / palm│:: indica la particolare dissolvenza che si verifica tra la Y e la palma mesopotamica.

Abbiamo mantenuto la versione originale e commentato estesamente solo la prima vignetta, poichè contiene elementi fondamentali per la comprensione dell’intero testo.

 

Tavola 1

Vign 1 Philip K. Dick was a writer of science fiction. In 1982 he died suddenly of a stroke. His books often dealt with the illusory quality of reality as we know it.

In march Dick saw what he later described as a “vision of apocalypse,” and spent the rest of his life trying to understand what he had experienced. Was it the onset of acute schizophrenia , or was it a genuine revelation, and then again, is there any difference??

│ ALT (visionary) Dick │

Vign 1 Philip K. Dick era uno scrittore di SF. Nel 1982 morì improvvisamente d’infarto. I suoi libri trattavano della qualità illusoria della realtà, così come noi la percepiamo. Nel marzo 1974 Dick vide ciò che descrisse dopo come “la visione dell’apocalisse”, e passò il resto della sua vita cercando di capire cosa ha provato. Era l’inizio (the onset) di un’acuta schizofrenia, o è stata una genuina rivelazione mistica, e ancora, c’è una qualche differenza??

│ ALT (fire of mind) Dick  │

Per le indicazioni che vengono fornite dalla prima didascalia nella pagina iniziale possiamo rifarci a quanto afferma Brancato sulla componente narrativa dell’illustrazione.

Come si nota, qui la parola didascalica completa – nei termini illustrativi di un corredo iconografico d’impostazione classicamente letteraria – il racconto visivo, fornendo una chiave d’accesso alla trama stessa. Il monologo orienta la lettura immediatamente verso il nucleo tematico del racconto, individuando una strategia descrittiva in cui il senso profondo è nella parola mentre la grafica tende piuttosto a evocare. (Barbieri 2005, p.90)

L’intero svolgimento del fumetto è contenuto in nuce già in queste poche righe e soprattutto è possibile intravedere la presenza di una marca enunciativa nella domanda finale, dove un po’ per gioco un po’ seriamente il narratore-enunciatore pone sullo stesso piano la pazzia, nella sua accezione schizofrenica e la rivelazione mistica, dicendoci al contempo qualcosa su come la pensa sulla chiesa, su Philip Dick, su quello che è veramente successo, e di riflesso su di lui e le sue strutture cognitive. Un messaggio estremamente condensato.

Possiamo cogliere quattro differenti informazioni, condensate in altrettanti segmenti testuali:

[Philip… infarto] riassume in una riga gli estremi anagrafici.

[I suoi… percepiamo] riassume sempre in una riga la principale caratteristica dei suoi scritti.

[Nel marzo… provato] decrive in due righe l’evento centrale di cui si occuperà nel corso del fumetto.

L’ultimo segmento [Era l’inizio… differenza??] è il nucleo tematico del racconto.

La prima immagine del fumetto di Crumb appartiene all’ordine figurativo del ritratto, con il viso di Philip K. Dick in primo piano e una didascalia che ne illustra in maniera sintetica i tratti fondamentali della sua storia personale – chi è, cosa ha fatto, com’è morto – e presenta l’oggetto delle otto tavole che seguiranno. Il risultato conferisce un’estrema dinamicità che a priori non è una caratteristica abitualmente attribuita a questa tipologia espressiva, ma come aveva già notato Lotman

Per quanto possa sembrare strano, la dinamicità è una delle dominanti artistiche del ritratto. […] Il tempo del ritratto è dinamico, il suo “presente” è sempre gravido di memoria del passato e di presentimenti del futuro. (Lotman 1998, p. 66-67)

Riguardo l’iconicità che fuoriesce da questa particolare immagine e alla sua capacità di contestualizzare la figura di Philip K. Dick nel suo ambiente socio-culturale di riferimento (o almeno quello al quale viene genericamente associato), Lotman scrive righe importanti.

La scelta del tipo di ritratto per questo o quel personaggio era determinata dallo stereotipo culturale a cui era legato in quel dato caso il personaggio da raffigurare. (Lotman 1998, p. 80)

Questo passaggio si ricollega al discorso – già affrontato nel primo capitolo – sulla concezione stereotipata della realtà che consente di isolare (semplificandoli) i tratti salienti della stessa al fine di proporne una rappresentazione comprensibile a tutti. L’intero linguaggio dei fumetti si basa su questo meccanismo in quanto rientra nelle strategie secondo le quali percepiamo e assimiliamo le forme del mondo che ci circondano. Crumb sceglie visivamente di attivare il riconoscimento psichedelico del personaggio secondo una catena di implicazioni causali logicamente presupposte: Philip K. Dick scrittore di fantascienza – drogato – visionario – pazzo.

Robert Crumb è dotato di uno stile ben riconoscibile, riconosciuto da tutti come un grande disegnatore per il tratto del suo pennino estremamente preciso e “dettagliante”, ha suscitato più di una polemica per il suoi contenuti, spesso considerati espliciti e politicamente scorretti , quando non proprio osceni (cfr. Fritz il Gatto).

Vign 2 Fullerton, California, Marzo 1974: “Ho avuto un dente del giudizio estratto. Mi hanno dato una tremenda quantità di sodio pentotal. Sono andato a casa e mi sentivo veramente male. Non mi aveva dato nessun antidolorifico e mia moglie quindi chiamò la farmacia.”

│ N Dick │

Vign 3 Mi sentivo talmente male che, quando arrivò la ragazza, gli andai incontro. Portava un pesce d’oro di profilo infilato in una catenina. Il sole lo colpì e lo fece brillare, e io rimasi intontito (Dazed) da questa cosa.

│N-alt (ZAP) Dick Girl fish│

Tavola 2

Vign 4 Per qualche ragione fui ipnotizzato dal pesce d’oro abbagliante. Dimenticai il mio dolore, dimenticai la medicina, perché la ragazza era lì. Rimasi immobile a fissare il ciondolo a forma di pesce”

│ ALT (irradiation) Girl Dick │

Vign 5 Cosa rappresenta? Gli chiesi: la ragazza toccò il pesce d’oro con la mano e disse ‘Questo è un segno portato dai primi cristiani’ poi mi diede il pacco di medicinali.

│ ALT (irradiation) Girl │

Vign 6 In quell’istante, mentre guardavo il pesce d’oro luccicante (gleaming) e sentivo la sua voce, ho improvvisamente provato quello che dopo ho saputo essere un’anamnesi – una parola greca che significa, letteralmente, perdita dell’oblio.

│ Dick PP│

Vign 7 Ricordai chi e dove fossi. In un istante, nell’arco di uno sbattito di palpebre, mi ritornò in mente tutto. E non solo potevo ricordarlo, ,a potevo anche vederlo. La ragazza era una cristiana segreta e anch’io lo ero. Vivevamo nella paura di essere scoperti dai romani. Dovevamo comunicare in codice (cryptic signs). Me l’aveva appena detto e si era già avverato.

│R Dick Girl│ è la riproposizione in ambientazione romana della vignetta 3.

Vign 8 Ho visto che il mondo era quello dei cristiani apostolici, ai tempi della Roma Antica, quando il ciondolo a forma di pesce era in uso.

│R Dick + soldato │

Vign 9 Durò soltanto pochi secondi. Tornai in casa e presi l’antidolorifico. Avevo un’emorragia. Stavo sanguinando fortemente, con gran dolore (in great discomfort)

│ N Dick│

Vign 10 “E dopo un mese tutto cominciò a filtrare. Non c’era niente che potessi fare per impedirlo. La trasformazione ebbe luogo e durò per un anno… Vidi il mondo sotto l’aspetto dell’Apocalisse cristiana.”

│ N Dick²│

Tavola 3

Vign 11 “Non era come una realtà alternativa, era come quella che chiamo ‘invariabilità trans-temporale’(trans-temporal constancy)…Era una verità eterna, come il mondo archetipico di Platone, dove tutto avviene qui e ora, era sempre stato così e così sarebbe sempre stato.”

│ ALT (fire) Dick4 │

Vign 12 “Ma c’era una sorta di movimento, che non lo rendeva statico. C’era una temporalità, ma era una temporalità ma di tipo differente…Un tempo onirico, dove accadono le imprese (deeds) degli eroi. Tutto aveva assunto una qualità mitologica.”

│ ALT (vertigo) Dick vs Soldato│

Vign 13 “Ero capace di funzionare perfettamente. Non ero psicotico. Ero capace di gestire i miei affari – infatti li gestii meglio… Non ero scoppiato (screwed up)”

│N Dick + uomo│

Vign 14 “Invase la mia mente e assunse il controllo dei miei centri motori, agendo e pensando al posto mio. Io ero un semplice spettatore…questa mente, la cui identità era totalmente oscura per me, era equipaggiata con una tremenda conoscenza tecnica. Aveva memorie che risalivano indietro di due millenni…Parlava greco, ebreo, sanscrito, non c’era niente che sembrasse non conoscere.”

│ Dick PPP(dettaglio) + parole│

Vign 15 “Cominciò subito con il mettere a posto la mia situazione finanziaria. Licenziò il mio agente e il mio editore… Mia moglie fu impressionata dal fatto che, grazie alla tremenda pressione che questa mente esercitava sulle persone coinvolte dal mio business, guadagnai parecchi soldi molto rapidamente. Cominciammo a ricevere assegni per migliaia di dollari – denaro che mi apparteneva…”

│ N Dick + moglie │

Vign 16 “Non volevo coinvolgere mia moglie in questo affare. [ma] lei fu testimone di un evento cruciale. Era lì quando tutta l’informazione relativa al difetto di nascita del nostro piccolo fu trasferita in me. Mi vide seduto, mentre ascoltavo l’album dei Beatles con il fonografo.”

│ N Dick + moglie + musica │

Vign 17 “Sarebbe morto… era in pericolo imminente. Era solo questione di tempo… così io stavo seduto sentendo ‘Strawberry Fields Forever’, con gli occhi chiusi, quando dal nulla (all of a sudden) questa tremenda luce mi colpì.”

│ N Dick + bambino (flash)│

Tavola 4

Vign 18 “Nel vero senso della parola, vidi la luce. Ero cieco…pensai, Gesù Cristo! Cosa sta succedendo? Sono cieco, la testa mi fa male, non posso vedere niente. Tutto quello che posso vedere è rosa…(A PHOSPHENE AFTER IMAGE, LIKE YOU SEE WHEN A FLASHBULB FIRES OFF)”

│ALT (flash) Dick│

Vign 19 “Tutto quello che riuscivo a vedere era una nebbia rosa (pink haze) e le parole della canzone dei Beatles che mi circondavano tutt’intorno.” Testo nel flusso: “I tuoi occhi sono chiusi al difetto di nascita di tuo figlio… tuo figlio è in pericolo… ha un’ernia inguinale destra, che ha fatto fuoriuscire l’idrocele ed è andato nel sacco scrotale… lo devi portare dal dottore immediatamente.”

│ ALT(fire flow) Dick + bambino+ voce│

Vign 20 “Saltai in piedi…Tess era nell’altra camera cambiando Christopher – entrai e dissi, ‘Tess, ha un difetto di nascita che lo sta per uccidere. Dobbiamo portarlo dal dottore’.”

│ N famiglia │

Vign 21 “Ero così sconvolto che non riuscivo a guidare, così chiamò lei il dottore, e disse che c’era un’emergenza. ”

│ N Famiglia │

Vign 22 “Tornò un’ora più tardi ed era assolutamente pallida, Disse, ‘Ha un’ernia inguinale destra. Ed è giù nel sacco scrotale….Ho il nome di un chirurgo…Il dottore dice che dovrebbe essere operato subito”

│ N Famiglia│

Vign 23 “Lo portammo dal chirurgo il giorno seguente, e fissammo subito l’operazione. Il chirurgo disse ‘ il vostro bambino sarebbe potuto morire da un momento all’altro”.

│ N Dick + moglie + chirurgo│

Questo mini blocco narrativo, che va dalla vignetta 18 alla 23 e che copre quasi interamente la tavola 5 del fumetto di Crumb ha un’estrema importanza: costituisce, volendo, l’unica prova tangibile che Dick è stato contattato da un’entità che gli ha rivelato qualcosa che non poteva sapere, non avendo le competenze mediche, soprattutto dal momento che neanche i medici se n’erano accorti. Su tutto il resto della vicenda possiamo far calare il velo del dubbio, tranne su quest’evento. Dick stesso così ne parla nell’Esegesi,

Ripenso al passato. Seduto, a occhi chiusi, sto ascoltando [nel 1974], Strawberry Fields [la canzone dei Beatles]. Mi alzo. Apro gli occhi perché il testo dice «attraversare la vita a occhi chiusi». Guardo verso la finestra. La luce mi acceca; di colpo la testa mi fa male. Mi si chiudono gli occhi e vedo quello strano rosa simile al colore di un gelato alla fragola. In quello stesso istante la conoscenza viene trasferita in me. Vado nella stanza da letto dove Tessa sta cambiando i pannolini a Chrissy e racconto ciò che mi è stato comunicato: che lui ha un difetto, dalla nascita, che non gli è stato diagnosticato & deve essere portato dal dottore subito e devono fissargli un intervento chirurgico. La cosa si rivelerà vera. (cit. in Sutin 2001, p.254)

Vign 24 “Ma quella fu solo una delle cose che accaddero…ce ne furono molte altre. Quella è stata solo una…Non starei qui seduto con te (*1981 intervista con Gregg Rickman) se quello strano fuoco lucente (weird looking shiny fire) non fosse arrivato e mi avesse colpito (zapped) prendendo di mira i muri e gli interstizi delle porte…”

│N+ alt  (fuoco) Dick à reality altered │

Tavola 5

Vign 25 “Non c’è ragione plausibile che spieghi cosa fosse quella cosa che fluttuava intorno come il fuoco di sant’Elmo…e pensa! Sta dentro il mio cervello e mi fa pensare!…non pensa come tutti noi pensiamo…”│ ALT (fire) Dick│

INTERLUDIO

“…stavo prendendo degli appunti – sono passati sette anni da allora, e sto ancora prendendo appunti, nello sforzo di capire. Non pensava nella maniera in cui pensiamo noi. Noi pensiamo in unità (integers) digitali, sintattiche, verbali…[questa cosa] non pensava in termini verbali…pensava concetti puri, senza parole. Ma conosceva senza raziocinio. Trasferì nella mia mente concetti che sono stato capace solo ora di riassumere (reduce), dopo sette anni di tentativi di articolarli in parole.”

In una pagina dattiloscritta, trovata tra sua corrispondenza del 1975 Dick approfondisce questo pensiero, situato appena fuori da ogni espistemologia occidentale,

Un giorno i contenuti della mia mente iniziarono a muoversi sempre più velocemente, finchè cessarono di essere contenuti e diventarono oggetti percepiti. Non avevo più concetti sul mondo, ma lo percepivo senza preconcetti e senza mediazione intellettuale. A quel punto somigliava al mondo di UBIK.[…] Come se le informazioni (concetti-pensieri), una volta spinte al limite, subissero una metamorfosi in qualcosa di vivo. (Sutin 2001, p. 258)

Vign 26 “Alla fine ho trovato un modello che mi è stato suggerito da un amico professore. Funzionava come un computer binario, su una pulsazione ondeggiante (FLICKER PULSATION) di ‘spento’ e ‘acceso’. Non era una mente come quella che abbiamo noi. ”

│ N Dick │

Philip Dick cerca non solo una spiegazione plausibile per l’oggetto delle sue visioni, ma anche e forse soprattutto il meccanismo conoscitivo – dinamica mentale che gli ha permesso di relazionarsi fusionalmente con il mondo. Come nella migliore tradizione dei teorici dell’LSD, Dick sfodera una teoria dietro l’altra per rendere conto del possibile venir meno dei condizionamenti che la società impone da secoli (almeno dai Romani in poi).

Vign 27 due elementi testuali, uno disposto su una linea verticale, l’altro in orizzontale coprente le vignette 27-28-29

Elemento verticale “una delle mie esperienze – era il ’74 – [fu quando] comprai uno di quei simboli a forma di pesce con le lettere greche, e lo attaccai alla finestra.”

Elemento orizzontale “Un giorno stavo seduto là e la ipsilon, che era una Y capitale, improvvisamente si trasformò in una palma, e successivamente dischiuse l’intero mondo mesopotamico, il mondo medio-orientale.”

│ 27 N Dick + fish sign│ 28 ALT (Y/palm) │29 Meso palm │

Crumb dona nuova voce e potenza grafica alle esperienze fuori del comune sperimentate da PKD provenienti non dai suoi libri, ma direttamente dalla sua vita, e confluiti poi in quel diario esistenziale che sarebbe stato l’Esegesi.

Vign 30 “…quella personalità mi assorbì per circa un mese, e poi per circa un anno io fui quell’altra personalità..era così divertente – potevo sentire i suoi pensieri mentre mi addormentavo…una notte lo sentii, e stava pensando, ‘ c’è qualcun altro nella mia testa, e vive in un altro secolo’ riferendosi a me.”

│ ALT Dick² │

Vign 31 “Pensai, ‘Raccontami! Posso dire la stessa cosa! Alle prime pensava di essere tornato a Roma. Non aveva capito niente. Pensava che i romani stessero sul punto di prenderlo (acciuffarlo), che dovessimo sviluppare elaborati codici e cose per sfuggire ai romani.”

│ N Dick-alt + moglie + passanti │

Tavola 6

Vign 32 “Ha tentato di venirne a capo della cosa con Tessa, e lei ha continuato a dire, ‘Ma non ci sono romani! Roma se n’è andata 1600 anni fa!’”

│ Dick-alt + Moglie │

Vign 33 “ ‘No, no’ disse ‘adesso quando metto il mio dito sul bottone della mia camicia, significa che siamo in presenza di una mente…e possiamo parlare’ ”

│ N Dick-alt + Moglie│

Vign 34 “Aveva la sensazione di un regime che era omicida, non solo oppressivo, ma assassino. Pensava che il cristianesimo fosse una religione illegale. Aveva paura di essere ucciso per essere un cristiano, di questo aveva paura…la cosa più maledetta…”

│ N Dick-alt + Moglie + Poliziotto│

Vign 35 “Era abbastanza confuso dal contesto sociale che lo circondava. Continuò a interpretarlo in termini greco-romani…non aveva il controllo della macchina. Non riusciva a capire a cosa servissero i pedali e le altre cose.. così smisi di guidare per un po.”

│ N Dick-alt│

Vign 36 “Penso che lo spirito di Elijah si impossessò di me nel 1974. quel cuore e quello spirito tornarono in me..questo penso..perchè fu a Pasqua che successe, e c’era qualche spirito vigoroso in me, e non ero io ed era allo stesso tempo umano e più che umano”.

│ Dick-alt (Elijah)│

Vign 37 “è stato Tom Disch che per primo mi ha suggerito che potesse essere questo il mio caso. Dopo aver sentito la descrizione della mia esperienza alla fine del ’74 mi disse che sembrava al’enthousiasmos di Elijah… e mi piace quell’idea… l’ho trovata piacevole”

│ N Dick + Disch │

Tavola 7

Vign 38 “Si crede che lo spirito di Elijah ritorni alla terra periodicamente per infondersi negli esseri umani, e mi piace quest’idea (I mind of like)… è qualcosa di, sai, sensato per me.”│ ALT Dick² (Elijah) │

Vign 39 “è lo stesso di ricevere lo spirito santo..suppongo sia questo..potrei essere semplicemente un cristiano carismatico..non so. Io non penso che sia lo Spirito Santo… penso che è Elijah o… lo spirito divino. Non so… come posso saperlo? Intendo, chi può dire cosa sia? Non c’è libro da consultare che ti renda chiare le cose.”

│ N Dick│

Vign 40 “Io so solo che qualche tipo di spirito si è impossessato di me… attraverso il suo aiuto sono stato in grado di risolvere problemi e preoccupazioni, cose che non avrei potuto fare da solo… sembrava in grado di discernere ogni cosa su cui posava lo sguardo”

│ ALT (zap) Dick │

Vign 41 “…Io ho grandiose illusioni che lo spitiro di Elijah sia entrato dentro di me e mi ha fatto lanciare delle profezie… e per cosa? ”

│ N Dick│

Vign 42 “…perché le profezie siano adempiute, Elijah venne una prima volta, e poi una seconda, per rivelare la notizia, ossia quello che Giovanni Battista aveva fatto per Gesù… una volta finito svanì…”

│R John│

Due elementi testuali, uno verticale, uno orizzontale a coprire le vignette 43-44.

Elemento verticale: In realtà gli mozzarono la testa e, incidentalmente ho sognato di questo… Ero in un labirinto, un labirinto romano, e loro venirono e mi tagliarono la testa, presero un cavo e mi strozzarono, io lo sognai, ed era un mio ricordo di vita…io ero Giovanni Battista a cui tagliarono la testa.

Elemento orizzontale: “Mi ricordo di loro che vengono in quella cella, mi prendono la testa e me la tagliano via…era orribile, e sai cosa ho fatto quando enmtrarono da quella porta? Li maledii con tutta la furia che avevo… Non c’era assolutamente amore per loro… Giovanni era una persona veramente passionale, che era molto volgare, Io ero Elijah, e lui era me. ”

Vign 43

│ R John + soldati │

Vign 44

│R John + soldati│

Tavola 8

Vign 45 “La voce che ho sentito, che io chiamo la voce AI [*Artificial Intelligence]. È la voce che sentii Elijah… una voce sommessa, un mormorio debole… parlava con una voce femminile… l’ho sentita dire: TESTO 2  Il tempo che tu aspettavi è giunto… il tuo lavoro è completo, il mondo finale è qui… è nato trapiantato ed è vivo!

│ N-alt (fire) Dick│

Vign 46 “Ho chiesto a I Ching se veramente la ‘parousia’ (il secondo avvento) era qui, se Cristo fosse ritornato. Ho avuto [come risposta] l’oscuramento della luce; e la seguente riga, l’unica volta che ebbi questa riga…” baloon: ‘oscuramento della luce lo ferisce alla coscia sinistra. Riceve aiuto con la forza di un cavallo. Buona fortuna.’

│ N Dick + I CHING│

Vign 47 “…qui il signore della luce è subordinato ed è ferito dal signore delle tenerbre; ma la ferita non è fatale. È solo un ostacolo… Ne consegue che egli tenta con tutta la sua forza di salvare quello che può essere salvato… C’è un buon presentimento. Io interpreto queste parole come a dire veramente che il Cristo è tornato qui e si è subordinato, …il saggio, capisci?”

│ N Dick │

Vign 48 “Il Signore del Male è molto potente, abbiamo potenti avversari. Non lasciano volontariamente i loro interessi in gioco, il potere dev’essere loro preso. Siamo in una situazione di crisi come questo pianeta non ha mai visto prima d’ora. Abbiamo al governo pazzi (lunatics) che hanno la capacità di spazzare via il pianeta. Quindi se ci liberiamo da queste persone, il pianeta sopravvive; l’ecosfera non verrà distrutta”

│ N Uomini Potenti│

Alla luce dei complessi e delicati equilibri di potere dell’attuale situazione geopolitica, dove innumerevoli fiammelle d’odio religioso e spinte economiche autodistruttive sono in azione nel mettere a soqquadro l’equilibrio fisico e psicologico del pianeta intero questo discorso acquisisce ancora più senso.

Vign 49 “Nel 1976 ho cercato di uccidermi perché Elijah mi aveva lasciato…non c’è nulla di peggio al mondo, nessuna punizione peggiore di aver conosciuto Dio e di non conoscerlo più…le voci non mi parlarono più…non m’importava di vivere o morire…” baloon 3: “Oh mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (l’ultima frase che Cristo pronuncia sulla croce, ndr.)

│ N Dick │

Vign 50 “In sostanza, ho servito il proposito in Scorrete lacrime disse il poliziotto (uno dei suoi libri dove c’è un ‘codice’, un messaggio profetico segreto diretto a ‘persone particolari’, di cui Dick non era al corrente quando scrisse il libro nel 1974). Io mi ripresi dal tentativo di suicidio ma anche se non mi fossi ripreso sarebbe continuato tutto con o senza di me.”

│ N Dick │

Elemento scritto: Negli ultimi mesi della sua vita Dick finalmente localizzò quello che lui considerava come il migliore candidato per il ritorno del Cristo…il cosiddetto “Maitreya”…nel mezzo di questo ultimo febbricitante entusiasmo ha avuto un attacco cardiaco, e morì sedici giorni dopo, il 2 marzo 1982. THE END

Il tratto di Crumb

La costruzione della tavola è classica, anzi illustrativa. Anche il lettering segue un ritmo sostanzialmente omogeneo, con un rapporto verbo-visivo che propende decisamente in favore della parola. Il tempo di lettura è estremamente rallentato dalla presenza ingombrante di lunghi estratti dell’intervista.

Abbiamo già visto quanto la vita di Dick costituisca una narrazione (e quindi un testo) che manifesta numerose zone di sovrapposizione (overlapping) con la sua opera. Crumb ha dimostrato negli anni di prediligere le vite di personaggi fuori dell’ordinario all’interno del panorama letterario.[3]

C’è l’aspetto caricaturale, fortissimo in Crumb, ma qui declinato in maniera mimetica, realistica, anche iperrealistica in certi suoi aspetti. Crumb recupera l’arsenale visivo a sua disposizione e per ricombinazione ricostruisce l’esperienza dickiana, facendo parlare le immagini. Le parole, sempre presenti, sono quelle di Dick, che nell’intervista a Rickman racconta lo svolgersi degli eventi che lo hanno portato a sperimentare un diverso posizionamento lungo l’asse dello spazio-tempo, una diversa qualità spazio-temporale, come direbbe lui. La configurazione enunciativa è quella dell’illustrazione, con un piano narrativo che viene esplicitato dalle figure. La struttura della tavola segue le canoniche regole di rappresentazione, con tre strisce da tre o due vignette ciascuna con poche eccezioni o varianti.

Il fumetto è interamente in bianco e nero, una tonalità molto usata da Crumb che gli consente di modulare il suo tratto secondo l’effetto del chiaroscuro. Il tratto di Crumb è denso, espressivo, con una carica e un grado di coinvolgimento che tende ad un certo gusto gotico. Anche nei suoi fumetti più satirici e umoristici, da vero e proprio maestro della caricatura (basti pensare ai piedi giganti di White Man, che hanno iconizzato un’intera epoca), questa sarà una caratteristica ricorrente del suo stile grafico. Il gioco di ombre e luci è molto marcato, basti osservare attentamente la seconda vignetta nella quale troviamo un Dick intensamente assorto nel suo mal di denti, anche se statico il soggetto acquista un dinamismo costituito dal numero di linee usate e dal loro orientamento diagonale.

Riguardo l’alterazione percepita da Dick, nonché dall’evidente ruolo centrale della tessitura a partire già dalla prima vignetta

Come prima approssimazione, protremmo dire che l’uso non mimetico della linea trasmette informazioni non sul mondo rappresentato, bensì sulle modalità della sua percezione. (Barbieri 2005, p.196)

Notevole e per certi versi fondamentale la presenza della tessitura nelle tavole di Crumb, l’impiego del tratteggio con il pennino consente grazie alla sua straordinaria esperienza di creare mondi dentro i mondi di ogni vignetta. È sufficiente osservare la prima vignetta, dove, al di là della potenza espressiva generata dal volto di Philip K. Dick posizionato centralmente come emblema della controcultura californiana, abbiamo un’intensa attività celebrale che parte dal terzo occhio, topos visivo rappresentante l’apertura mentale a consapevolezze di ordine superiore (“un visionario tra i ciarlatani”, lo definiva Lem).

Nei volti di Crumb si ha sempre un perfetto (e dinamico) equilibrio tra linee di contorno, estremamente modulate, e linee di “tessitura emotiva” che segnalano sempre il grado patemico da assegnare alla situazione.

Focalizziamoci sulle «vignette alterate», vale a dire delle figurativizzazioni di esperienze che fuoriescono dal quotidiano e razionale corso degli eventi. Non essendoci alcun referente reale all’infuori dei personaggi, la tessitura diventa essa stessa parte della storia, determinando l’atmosfera ed il tipo di alterazione sperimentata dai personaggi.

Ravvisiamo sette tipologie di ALTerazione:

FIRE vignette 1,11,19,25 e 45
ZAP vignette 3 e 40
IRRADIAZIONE vignette 4,5 e 18
RABBIA 43
VERTIGO vignetta 12
FLASH vignetta 17
AURA vignette 36, 38,47 e 50

Crumb è particolarmente abile nel rendere questo stato d’alterazione mentale (famosissimo il disegno in cui si ritrae dopo l’assunzione di LSD con la testa esplosa dalla quale fuoriescono tutti i suoi personaggi, vedi Appendice Crumb fig.2). Talora questi momenti vengono circostanziati ed evidenziati da Crumb attraverso una tessitura che forma un’ «irradiazione» intorno ai personaggi e oggetti che la sperimentano o che ne sono i fautori.

Da notare che quasi tutte le “rese grafiche” delle esperienze che hanno a che vedere con una modificazione del corso naturale degli eventi si richiamano ad un repertorio figurativo appartenente alla cultura psichedelica degli anni sessanta. Il vortice, il fuoco, i flussi fanno parte dello stile percettivo (Alonso) della psichedelia, così come si sono configurate nell’immaginario collettivo di quegli anni.

3.1.2 L’immaginazione al potere. Philip K. Dick secondo Moebius

Moebius, ArzachMoebius mette in variazione uno dei romanzi più ‘pazzi’ di Philip K. Dick, Follia per sette clan, attraverso una rielaborazione personale, “libera” di temi e figure presenti nel romanzo.

Il testo appartiene ad una serie di “lectures moebiusiennes” dedicate agli eroi della fantascienza. Moebius è uno dei fondatori degli Humanoides Associés, l’ensemble francese che ha portato nuova linfa all’immaginario fantascientifico grazie alla storica rivista Metal Hurlant (poi trasformata  oltreoceano in Heavy Metal). Le sue Croniques non si rifanno alle cronache di tipo medioevale dove gli eventi venivano riportati “per filo e per segno”, senza alcuna aggiunta o interpretazione, bensì appartengono al commento/illustrazione/omaggio che il grande autore francese ha dedicato alla fantascienza per lo più lingua anglosassone. Tra gli altri autori omaggiati con strisce di dimensione e realizzazione molto diverse tra loro, troviamo scrittori come Robert Schekley, Norman Spinrad, Michael Moorcock o Stanislav Lem.

La tavola che vedremo è significativa non solo per la ricombinazione di frammenti del testo dickiano che sono evocativi per la penna del disegnatore, ma anche per l’incrocio, o la sovrapposizione di due mondi possibili. Due genialità messe a confronto.

Tavola unica

Analisi

La grafica della tavola è sicuramente più sperimentale del fumetto di Crumb, in quanto abbiamo otto vignette che trascendono la canonica divisione della tavola in strisce, mantenendo comunque una certa armonia d’insieme.

Moebius sceglie di figurare il suo omaggio/commento presentando otto vignette, disposte secondo una particolare direzione di lettura ed un particolare orientamento grafico, costituito dai rapporti matematici tra gli elementi geometrici della tavola. In particolare le vignette si dispongono secondo criteri d’altezza e lunghezza, in maniera proporzionale, sino a configurare una sorta di freccia diretta in basso a destra, verso il «fin» terminativo. Il lettering gommoso con cui Moebius presenta l’opera è «Dans Les Clans de la Lune Alphane de Philip K. Dick il y a», vale a dire un’indicazione di massima che non esplicita alcun criterio selettivo di queste «situazioni». Parliamo di situazione poiché per quanto concerne l’impostazione grafica della tavola in ben 5 vignette su 8 c’è una regia impostata su un doppio registro narrativo: da una parte il classico baloon contenente i dialoghi, dall’altra un parallelepipedo smussato agli angoli che reca indicazioni contestualizzanti, delle informazioni per comprendere la situazione. Nella fattispecie l’orientamento della vignetta procede dall’esterno all’interno, in una dinamica includente-incluso, e da sinistra verso destra, secondo lo standard di lettura occidentale.

Assolutamente primario è l’elemento cromatico che domina la scena rappresentata. Passiamo dal verde della prima tavola, al giallo della muffa gelatinosa di Ganimede mentre i personaggi possiedono un cromatismo blu (tipico del fantasy di Moebius) tranne nella vignetta 4.

Dominante cromatica, in ordine di importanza (tra parentesi le componenti di sfondo)

1° verde e blu
2° giallo-marrone (rosa e grigio)
3° contrasto blu-giallo.
4° verde (rosa-nero)
5° blu e giallo
6° giallo arancione e blu (rosa e nero)
7° arancione, giallo e blu
8° blu e arancione

Colore usato per denotare il viso

1° blu
2° rosa (normale)
3° blu
4° rosa e bianco cenere
5° blu
6° blu-verde, arancione, rosso (verosimile)
7° verde limone
8° giallo-arancione (verosimile)

Per quanto riguarda i frammenti, che vengono illustrati e ricombinati fra loro come fossero dei campioni, le vignette si riferiscono alle seguenti pagine del libro Follia per Sette Clan,

1° p. 17  (incipit romanzo)
2° p. 38
3° p. 38
4° p. 97 (incipit capitolo 7)
5° p. 110
6° p. ??
7° p. 215
8° p. 240 (ultima pagina)

Le vignette di Moebius entrano in risonanza con la superficie del testo di Dick, seguendo le peripezie dei personaggi in maniera casuale e senza alcun ordine prestabilito, tranne l’incipit del romanzo ed il suo momento finale, mettendo così in variazione il testo di dick secondo criteri e parametri assolutamente personali e non classificabili, come è nella tradizione francese del bricolage (su cui torneremo nel § 3.4).

Note

[1] Innumerevoli le strip (strisce) comparse con lo stesso Crumb protagonista, a volte raccolte in Dirty Laundry (panni sporchi) o negli sketchbooks The old songs are the best songsLet’s talk sense about this here modern America o ancora Uncle Bob’s midlife crisisThat’s LifeMy trouble with women, Part1I remember the sixtiesThe story of R.Crumb himselfWhat a world.

[2] L’intervista in questione è contenuta nel volume Philip K Dick: The Last Testament, 1995, Fragments West/ The Valentine Press.

[3] Crumb non è nuovo a questo genere d’operazioni, poiché oltre ad avere illustrato alcuni libri di Bukowski ha anche omaggiato con un intero libro la vita e le opere di Franz Kafka.

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