// stai leggendo...

Scrittura

Freddy Longo: alla ricerca della sua vera altezza!

Copertina
Titolo: ISTANBUL BLUES
Autore: Freddy Longo
ISBN/EAN: 9788836621316
Formato: 16,8 x 24
Pagine: 128
N. illustrazioni: 6 in b/n e 64 a colori
Rilegatura: brossura con alette
Anno: 2011
Prezzo: 24,00 Euro

“Sono un medico, ma mi piace scrivere, fotografare, creare mostre”.
“Farete immagino un libro su Istanbul”.
“Sono di passaggio. Questa tappa non era prevista”.
“Mai programmare il lavoro. Soprattutto la nostra vita.
Bisogna vivere alla giornata. Sono sicuro che non sarà una
tappa non prevista la vostra. Buona fortuna”, conclude. Si
riposiziona dentro la sedia e richiude gli occhi.

Se il tempo non trascorresse così lento da lasciare accumulare chilometri di vita, non esisterebbe la letteratura. Se all’uomo bastasse mangiare e bere e dormire, non ci sarebbero le notti per scrivere poesie o canzoni. Se il mondo non avesse bisogno di sogni e di cambiare e di ritornare, nessuno avrebbe bisogno del cinema. Attraverso quella letteratura che racconta il trascorrere del tempo, quella musica e quella poesia che nascono nei momenti del silenzio e quel cinema che sfrega fino all’osso la vita della gente s’inerpica la penna di Freddy Longo. Una penna dal tratto sottile che si muove lenta sul foglio e scorre pigra sul dorso della nave. Dalla sua cabina, dove esercita la professione di medico di bordo, forse piena di manuali di pronto soccorso o pastiglie per lenire il mal di mare, Freddy sedimenta in poche asciutte righe il ricordo delle sue tante vite. Lo fa da diversi anni e con crescente successo di critica.

Freddy Longo

Le mani della madre che mescola la polenta sono il ritmo preferito nei suoi racconti. I viaggi senza limiti di tempo e di confine, gli amici più cari e ormai perduti, le spiagge deserte attraversate con il peso degli sguardi della gente, la solitudine che avvinghia la mente e offusca il cuore… chissà qual è lo spazio geometrico occupato dal mondo interiore di questo scrittore di storie, di vita e forse di niente.

Istanbul Blues è il titolo: perché il luogo è quello, il ritmo questo. Istanbul è una meta inattesa: il definitivo punto d’incontro con la madre; la resa finale d’un uomo che non ha mai accettato quella morte improvvisa. Istanbul è un luogo pieno di odori che si mescolano alle voci della gente e tra quei sapori e quei lamenti un uomo di sessant’anni trova la forza per l’ultimo saluto a chi lo ha generato.

Il racconto parte da un breve e forzato soggiorno nella capitale turca, dove una sensazione misteriosa coglie un uomo nel letto della sua stanza e lo richiama a ripercorrere gli attimi più offuscati della sua vita. Quell’uomo, forse, non è mai uscito da quella stanza, non ha infarcito la sua polaroid di vicoli, bar o negozi abbandonati, ma si è addormentato in quel letto e ha sognato una Istanbul che non è mai esistita. Forse, le foto di una città appesa al destino di un occidente incapace di trovare la sua strada per il futuro, la faccia di Omar o il volto della ragazza incontrata nell’hammam, sono solo delle immagini apparse in sogno. Quella notte, comunque sia passata, dovunque sia iniziata e terminata, porta Freddy a visitare spazi prima d’ora negati alla sua densa vita.
Nei bar turchi che frequenta non legge giornali e non osserva i movimenti della gente; viene risucchiato dal paesaggio inesplorato della sua infanzia, che sorvola in un viaggio dove appaiono improvvise le immagini dimenticate a causa dello scorrere del tempo. Proprio come in un film, Freddy Longo racconta tutto quello che prima di quella sosta inaspettata non pensava di potere ricordare. Il suo pensiero si spinge a cercare i luoghi più distanti. Procede per immagini, lentamente, fino a raggiungere quella per lui più importante: le mani della madre che lo avevano abbandonato senza avvisarlo per tempo.

Freddy Longo

Ora, ad Istanbul, in quel luogo così lontano, tra quegli odori orientali e quei dialetti poco frequentati, quelle mani si sfilano serenamente dal volto di un uomo per troppo tempo confuso dalla paura di scoprirsi. Sull’orlo del naufragio, il sereno irrompe prepotentemente nella sua vita. Il fascino narrato da questo viaggio è nel suo passo deciso verso il passato, che non è nostalgia e nemmeno ricordo.

Istanbul Blues, Silvana Editoriale (2011), è un racconto illustrato da leggere tutto d’un fiato. Non è il punto d’arrivo, ma forse il punto di partenza di uno scrittore dalle origini incerte e dal destino intrigante.

Istanbul Blues è il racconto di una giornata trascorsa da Freddy Longo – di professione medico, ma appassionato cultore di arte, fotografia, letteratura – a Istanbul.
Una tappa forzata e imprevista – causata dall’avaria dell’aereo che doveva portarlo a Barcellona – che condurrà il narratore a perdersi nelle strade ingarbugliate di questa città, vivendo incontri ed esperienze che, senza saperlo, gli avrebbero cambiato la vita. Un libro che alterna parole e immagini – quelle delle fotografie scattate dall’autore – in una combinazione intensa e appassionante, che non mancherà di coinvolgere tutti lettori.

Fonte: http://www.silvanaeditoriale.it/catalogo/prodotto.asp?id=3370

Commenti

Non ci sono ancora commenti

Lascia un commento

Fucine Mute newsletter

Resta aggiornato! Inserisci la tua e-mail:


Leggi la rubrica: Viator in fabula

Articoli recenti

Doc nelle tue mani 3: che il flashback sia con voi (fino allo sfinimento)

Doc nelle tue mani 3: che il...

Trieste Film Festival 2024

Trieste Film Festival 2024

Lascia che la carne istruisca la mente: Intervista a Anne Rice (II)

Lascia che la carne istruisca la mente:...

Lascia che la carne istruisca la mente: Intervista a Anne Rice (I)

Lascia che la carne istruisca la mente:...

Nel castello di Giorgio Pressburger al Teatro Stabile Sloveno di Trieste

Nel castello di Giorgio Pressburger al Teatro...

Lucca Comics & Games 2023: Incontro con Pera Toons

Lucca Comics & Games 2023: Incontro con...

Lucca (meno) Comics & (più) Games 2023:...

Lucca Comics & Games: Intervista a Davide Barzi

Lucca Comics & Games: Intervista a Davide...

Lucca Comics & Games 2023: Intervista a Matteo Pollone

Lucca Comics & Games 2023: Intervista a...

Il futuro (forse) del fumetto: Martin Panchaud

Il futuro (forse) del fumetto: Martin Panchaud

Femminismo all’ombra dello Shogun: Camille Monceaux

Femminismo all’ombra dello Shogun: Camille Monceaux

Lucca Comics & Games 2023: Intervista ad Andrea Plazzi

Lucca Comics & Games 2023: Intervista ad...

I quarant’anni della “scatola rossa”

I quarant’anni della “scatola rossa”

Trieste Science + Fiction Festival 2023: River

Trieste Science + Fiction Festival 2023: River

Trieste Science + Fiction Festival 2023: cortometraggi

Trieste Science + Fiction Festival 2023: cortometraggi

Il fiore del mio segreto (Almodóvar, 1995): la letteratura come seduzione

Il fiore del mio segreto (Almodóvar, 1995):...

Good Omens 2: amore e altri disastri

Good Omens 2: amore e altri disastri

The Plant: il romanzo incompiuto di Stephen King

The Plant: il romanzo incompiuto di Stephen...

The Phantom of The Opera per la prima volta in Italia

The Phantom of The Opera per la...

Pélleas e Mélisande di Claude Debussy: parodia del 1907

Pélleas e Mélisande di Claude Debussy: parodia...

Prigionieri dell’oceano (Lifeboat) di Alfred Hitchcock

Prigionieri dell’oceano (Lifeboat) di Alfred Hitchcock

Tutto il mondo è un Disco

Tutto il mondo è un Disco

Il commissario Ricciardi 2: quattro puntate di noia profonda

Il commissario Ricciardi 2: quattro puntate di...

Sanremo anche no

Sanremo anche no

Trieste Film Festival 2023: cortometraggi

Trieste Film Festival 2023: cortometraggi

Casomai un’immagine

bav-05 the-afghan-whigs-34 Edgar Allan Poe 20 pugh-04 35 34 murphy-33 murphy-27 pm-21 Rainbow640 holy_wood_15 cammello2 cor11 cas-08 sir-05 30 acau-gal-19 v mccarroll14 piccini_04 bis_IV_01 bon_sculture_11 002 petkovsek_08 petkovsek_04 kubrick-28 th-31 viv-33 viv-03
Privacy Policy Cookie Policy