Giunto alla professione di fumettista dopo una carriera di ingegnere elettronico, Vittorio Giardino ha saputo ritagliarsi in brevissimo tempo (dal 1978 che lo vide esordire su Il Mago al 1982 in cui la gloriosa rivista Orient Express pubblicò il suo capolavoro Rapsodia Ungherese) il ruolo di autore di prima grandezza nel panorama fumettistico europeo.
Oltre a Max Fridman, protagonista di Rapsodia Ungherese, ha creato i personaggi di Sam Pezzo, Little Ego, Eva Miranda e Jonas Fink. Da anni, pur avendo lavorato nel frattempo ad altri progetti, Vittorio Giardino è impegnato nella realizzazione dell’ultimo episodio di Jonas dedicato alla maturità del protagonista dopo i volumi che ne hanno trattato l’infanzia e l’adolescenza.
Vittorio Giardino (VG): Prima che me lo chieda, la risposta alla prima domanda è “no”.
Luca Lorenzon (LL): Veramente volevo chiederle, e immagino che sarà la domanda che in molti le faranno…
VG: Jonas Fink è finito?
LL: Esatto.
VG: Mi ricollego a quanto ho detto sopra: no. Comunque è colpa mia, che ho ceduto alle insistenze della Rizzoli permettendo che mettessero delle pagine sul sito internet. Così ho fatto credere che il libro sia quasi finito. Ci sto lavorando, ma prima che esca il libro passerà almeno un anno. Come minimo un anno: non mettiamo limiti al massimo. Diciamo che spero che il massimo non sia tanto di più, ma non è vero che fra pochi mesi uscirà il libro, perché lo sto ancora disegnando.
Però posso assicurare che non farò altro; del resto già da tempo non sto facendo altro: Jonas Fink è il mio unico impegno nel prossimo futuro.
LL: Sa già dirci di quante pagine sarà?
VG: Neanche questo. So solo che sarà una storia molto lunga, quindi passerà sicuramente le cento pagine, però di quanto sinceramente non so. Non lo so perché, pur avendo una sceneggiatura (o meglio, non proprio una vera sceneggiatura, ma semplicemente i dialoghi), mentre si disegna qualcosa cambia.
LL: Come nel caso del terzo episodio di No Pasaran in cui ha dovuto creare in corsa delle situazioni per far rientrare Max Fridman proprio in occasione del saggio di danza della figlia.
VG: Sì. Allora, ripeto: qui la storia è molto lunga. Devo aggiungere questo: assurdamente è passato più tempo nella realtà che nella realtà letteraria. Nel libro sono passati dodici anni, nella realtà sono sedici anni dall’uscita dell’ultimo volume. Ahimé, le cose vanno così. Non sono capace di andare più veloce.
LL: La documentazione è quello che le porta via più tempo, mi diceva.
VG: Certo, ma ho fatto anche altre cose nel frattempo. Intendiamoci, non è che sia stato con le mani in mano. Però ci vuole il suo tempo. Io ho il grande privilegio di potermi prendere i miei tempi, di non essere impiccato dalle date di consegna, perciò ne approfitto. Ma questa è la realtà: più veloce di tanto non so andare.
Anche se anch’io sono impaziente di leggerlo.
LL: Anche per vederlo finito come oggetto, immagino.
VG: Prima di tutto per vederlo finito come storia, piuttosto che come oggetto. Ma temo che non sarà all’altezza delle aspettative dei lettori, perché ci sono lettori che lo attendono da sedici anni, e quando si attende una cosa da sedici anni, inesorabilmente, quando arriva è una delusione.
LL: Speriamo di no!
VG: Speriamo di no. Io sono il primo a dirlo.
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