// Gli articoli dell\'autore

Ferruccio Filippi

Per Fucine Mute Ferruccio ha scritto 19 articoli.
Nota biograficaFerruccio Filippi è nato a Livorno nel 1970 ed è laureato in Scienze Agrarie. Ha collaborato per 13 anni (dal 1997 al 2010) con il magazine Grindzone, occupandosi di musica dark, elettronica, industrial, ambient e sperimentale. Fra gli artisti recensiti e intervistati ci sono: Siouxsie, Clan Of Xymox, Death In June, Sol Invictus, Chris and Cosey, Lacrimosa, Ataraxia, Argine, Der Blutharsch, Funkervogt, Vladislav Delay e molti altri. Dal 2010 ha iniziato una collaborazione con il magazine online Darkroom. Ha inoltre scritto insieme a Francesca Nicoli il libro/biografia degli Ataraxia Arcana Eco e ha collaborato alla stesura del libro Come to the Sabbat - I suoni e le idee della Britannia esoterica di Antonello Cresti (edizioni Tsunami), in uscita nell’ Autunno 2011.

Nightglory la nuova onda dei Kirlian Camera

Sono entrato in contatto, giornalisticamente parlando, con Angelo Bergamini, mente e fondatore di Kirlian Camera, nel 1999, anno dell’uscita di Unidentified Light. A quel tempo i Kirlian erano già un monumento dell’underground, avendo già scritto con gli album sin li pubblicati, pagine importanti per non dire fondamentali della new wave, del neofolk e dell’electro dark. […]

Dome, il lato oscuro dei Wire

Chi mastica un pochino di musica underground e chi ha vissuto il periodo fine anni Settanta – inizio anni Ottanta sa cosa abbiano rappresentato i Wire nell’evoluzione della musica pop, nel senso stretto del termine. Le loro strutture melodiche, ritmiche e armoniche diedero il via a quel gran calderone che fu la new wave, ingiustamente […]

Mark McGuire nella foresta delle chitarre volanti

A volte ritornano: una frase fatta, un titolo di un film ma anche una profonda verità. In questo caso però la frase corretta sarebbe: a volte ritorna. Si perché stiamo parlando della Musica Cosmica, la Kosmische Muzak che tanto successo ebbe negli anni Settanta grazie ad entità meravigliose come Faust, Tangerine Dream, Cluster, Amon Düül […]

Velveljin, sulle orme del Maestro

I Velveljin sono un duo giapponese (al secolo Yohei Yamakado e Mana Haraguchi) formatisi nel 2009 e giunto già al secondo lavoro. Dopo essersi spostati a Parigi per studiare cinema, i due sono stati messi sotto contratto dalla nipponica Noble Records e, da poco tempo, hanno dato alle stampe questo Nostalghia, album ispirato dal film […]

Skinny Puppy, il ritorno della bambola assassina

All’inizio degli anni ’80, quando la scena industrial sembrava già trovarsi in una fase di stallo dovuta ai rallentamenti di act storici come Throbbing Gristle e Cabaret Voltaire e al cambiamento dei gusti di un audience che cominciava a massificarsi sempre più, un manipolo di giovani incursori canadesi irrompeva sulla scena dalle fredde lande della […]

Tropics: meditazioni elettroniche a bordo piscina

Tardo pomeriggio in una giornata di mezza estate, quando le ombre si allungano ma il tepore degli ultimi raggi del sole è ancora piacevole. Mi trovo a bordo piscina con un cocktail dal nome esotico in mano, quando all’improvviso da un angolo dell’impianto cominciano ad arrivare le prime note  musicali. Il dj è un giovane […]

Tony Wakeford, Sol Invictus e il più crudele dei mesi

Da qualche mese a questa parte stiamo assistendo al ritorno dei grandi nomi del cosiddetto apocalyptic folk. Il raduno dei vecchi orsi è iniziato con Douglas P., che ha convocato di nuovo il demone Death In June, proseguito con David Tibet e Andrew King, per arrivare infine al nuovo lavoro di Tony Wakeford con i […]

Il Deus Ignotus di Andrew King

Uno strano attivismo sembra aver contagiato i protagonisti storici del folk apocalittico. Dopo Peaceful Snow di Death In June dello scorso anno, è arrivato prima il nuovo album di Current 93, recensito su queste colonne dal sottoscritto, e poi The Cruellest Month dei Sol Invictus, di cui spero di occuparmi presto. Il richiamo generato da […]

Current 93, Honeysuckle Æons

Ci sono gruppi, progetti e artisti che restano in una zona di semi-ombra per tutta la loro carriera, indipendentemente dalla durata. Vengono definiti “di nicchia”, e le motivazioni che li portano ad essere fruiti solo da una ristretta cerchia di ascoltatori possono essere le più varie, ad esempio: c’è chi propone musica radicalmente sperimentale, senza […]