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Francesco Gizdic

Per Fucine Mute Francesco ha scritto 2 articoli.
Nota biografica

Nato circa cinque miliardi di anni fa, sono un nostalgico dell'Assoluto. Vivo nella mia isola che non c'è, come un Peter Pan del terzo millennio. Mi potete trovare sulla spiaggia, seduto proprio sul bagnasciuga, quella linea infinitamente tortuosa e sottile che separa la realtà dall'irrealtà.
Lì io canto i miei versi e le mie storie a chiunque mi voglia ascoltare.
Anche se una sola persona, per un solo momento, proverà qualcosa per le mie parole, mi riterrò soddisfatto, sicuro di aver compiuto la mia missione. Tutto il resto è insignificante.
Ho una laurea in fesserie, conseguita all'Università di Oz. Amo tutto ciò che non si può comprare con una carta di credito.
Sono membro onorario dei Cavalieri dell'Inutile: a causa di una rarissima perversione congenita amo tutte le cose bizzarre e stravaganti. Del resto, in un mondo governato dall'efficientismo e dalla banalità è necessario che qualcuno mantenga l'equilibrio.
Odio la storia, la geografia, e gran parte delle scienze: tutte discipline che uccidono il meraviglioso.
Adoro l'istante, l'eternità, il nulla, il tutto, gli animali, le piante, le galassie. Praticamente tutto, tranne la violenza e la spazzatura dei mass media.
La mia dimensione preferita è quella del gioco, quella dell'ironia, in ogni senso e in ogni luogo: come diceva il mio pentisnonno, l'unica salvezza è non prendersi troppo sul serio.
Io sogno sempre quel giorno in cui potremo strappare tutti i cavi, sfasciare i nostri computer, e potremo spedire Fucine Mute direttamente nel vostro cervello, direttamente nel cuore, mandando in malora tutti i bit e i byte della galassia.

Ma per il momento mi accontento.

Good Byte.

Versi perversi

Il cantastorie Era un vecchio saltimbanco ex attore di teatro generoso, un po’ sbadato, che viveva alla giornata e inventava come niente nuove storie per la gente; ma s’accorse quella sera d’una cosa quasi seria: nella foga del mestiere lui non visse la sua storia.   Contatto Lei cercava stelle doppie attaccata al telescopio, negli […]

La fessura

Eravamo felici, tutti e tre assieme, come un triangolo magico che nessuno poteva spezzare. Io con mia madre; mia madre e mio padre; mio padre con me. Un altro giorno stava per finire, mentre la luce del tramonto arrossava i nostri volti. Passeggiavamo senza meta, piccoli uomini con ombre di giganti. La città era tutta […]