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Matteo Cavalli

Per Fucine Mute Matteo ha scritto 7 articoli.
Nota biografica

Matteo Cavalli, 24 anni, nasce a Fidenza (PR) il 3 agosto 1984. Nel marzo 2007 si laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli studi di Bologna e nell’ottobre dello stesso anno si classifica primo al Premio Ferrero (riservato ai giovani saggisti e critici di cinema), nella sezione recensioni, con un pezzo sul film L’aria salata di Alessandro Angelini. Attualmente frequenta a Bologna il II anno di Laurea specialistica in Linguistica italiana e civiltà letterarie. Tra i suoi registi preferiti, Nanni Moretti e Clint Eastwood; adora Margherita Buy, Kate Winslet e Meryl Streep.

Carnefici e vittime di un riflesso distorto.

Quel “guardone” di Tom non seppe fare a meno di spiare e ci rimise la vista. La leggenda narra di una nobildonna anglosassone, Lady Godiva, moglie del conte Leofrico di Coventry, che prese le parti dei propri sudditi e chiese ripetutamente al marito di alleggerire il carico fiscale che vessava la popolazione. Lui sosteneva che […]

Abitare il cinema (VI)

Segue da Abitare il cinema (V) Analfabetismo Una coppia perfetta: lui docente di pscicoterapia, lei avvocatessa specializzata in diritto di famiglia; sono sposati da dieci anni, vivono in una casa dalla quale trasuda la borghesia che hanno ereditato dalle famiglie, le riviste immortalano con fare trasognato la loro storia d’amore. Amore? A giudicare dal tono […]

Abitare il cinema (V)

Segue da Abitare il cinema (IV) In quanto tragitto muto, percorso di transizione in cui la direzione dello sguardo soverchia il movimento delle gambe, il corridoio viene normalmente considerato come un luogo che ha la funzione principale e unica di mettere in comunicazione ambienti separati, senza per questo poter ospitare quelle tonalità di vita multiforme […]

Abitare il cinema (IV)

Segue da Abitare il cinema (III) “Che topaia!”: tornando a casa con il marito George (Richard Burton) da un party organizzato dal padre, Martha (Elizabeth Taylor) cita una battuta di Bette Davis per descrivere il decadimento e il disordine che governano la sua abitazione, un posto piccolo, asfittico, in cui l’horror vacui schiaccia la possibilità […]

Abitare il cinema (III)

Segue da Abitare il cinema (II) Dopo essersi tolta la vestaglia, Marion la posa distrattamente sul water; le sue spalle nude s’incamminano verso la vasca da bagno. Tira la tenda, apre il rubinetto e dalla doccia comincia ad uscire l’acqua: lascia che le entri in bocca, sorride, ritrova forse un suo equilibrio interiore, dopo il […]

Abitare il cinema (II)

Segue da Abitare il cinema (I) Cucine in celluloide: sono nostre nel battito di ciglia che accompagna lo scorrere delle immagini. Le abitiamo per due, tre ore al massimo, poi lo schermo nero. Luoghi che ci diventano familiari nella crudele chiaroveggenza della loro fatuità, tuttavia luoghi, sempre e comunque. Alla luce delle “proposte d’arredo” esposte […]

Abitare il cinema (I)

“…poeticamente abita l’uomo…”: in uno scritto che porta questo titolo, il filosofo Martin Heidegger trae spunto dal verso di una poesia di Hölderlin per ritrarre l’abitare umano (nel senso ampio dell’esserci, dello stare al mondo) come qualcosa di illuminato dal riverbero rivelatore della poesia, che penetra tra le maglie dell’io e sprofonda nell’ultima essenza. Abitare […]