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Matteo Venier

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Nota biografica

Matteo Venier, nasce a Udine l’11 settembre 1977. Insieme al papà Tito, alla mamma Bruna ed al fratello Ugo, approda nel 1991 nella località di San Daniele del Friuli dove, frequentando il Liceo Linguistico del luogo, incontra diverse esperienze artistiche che permettono il sorgere dei molteplici interessi che tutt’oggi lo accompagnano: scrive recensioni musicali per il giornale della scuola, studia chitarra con il chitarrista e violinista Giulio Venier, oltre che teoria musicale ed armonia con l’organista e cembalista Andrea Marchiol, sotto la cui direzione canta come tenore per oltre 6 anni nella formazione corale polifonica della locale Parrocchia di San Michele Arcangelo.
Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trieste e, nel frattempo, dividendosi tra Trieste e San Daniele, compare in diverse formazioni musicali pop – rock, con le quali incide due lavori indipendenti: nel 1998 Linea d’Ombra (con l’omonimo gruppo, del quale è cantante ed autore dei testi; ascolta Insensibile) e nel 1999 Stato Naturale (con il gruppo Comma, del quale in un primo tempo è cantante – chitarrista acustico e saxofonista e, poi, cantante – bassista, nonché autore di musiche e testi del disco, recensito anche da Il Gazzettino, a firma di Ugo Falcone; ascolta Stato Naturale).
Trasferitosi definitivamente a Trieste, si dedica alla musica barocca studiando canto con il soprano del locale Teatro Lirico Giuseppe Verdi, Patrizia Angileri, e coltivando, come contro-tenore, il repertorio della musica medievale e barocca con il quartetto vocale “Schola Victoriani”, dalla quale si accommiata agli inizi del 2007.
Avvocato civilista dal 2006, inizia a collaborare con Fucine nell’estate 2007.

Il nuovo album di Morgan

L’avevamo conosciuto, Marco Castoldi (Milano, 23.12.1972), come Morgan dei Bluvertigo, la band elettropop che ha presidiato con notevole visibilità la scena italiana degli anni ’90. Successi come l’album Metallo Non Metallo (1997, preceduto da Acidi e Basi, 1995), o Zero (1999), ce ne avevano fatto apprezzare la poliedricità strumentale, la teatralità del gesto di scena, […]