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Nanni Moretti

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Nota biografica

Nato a Brunico (in provincia di Bolzano) il 19 agosto 1953 da una famiglia di insegnanti, Nanni Moretti è cresciuto a Roma, diventata a tutti gli effetti la sua città d'adozione. Già adolescente coltiva due grandi passioni: il cinema e la pallanuoto. Se per il primo amore bisognerà aspettare una certa maturazione umana ed artistica prima di vederlo all'opera, nella pallanuoto si getta a capofitto, riuscendo addirittura ad essere arruolato nelle file della Lazio in serie A e ad essere successivamente convocato nella nazionale giovanile.

Parlando di Nanni Moretti non si può non fare cenno al suo impegno politico da sempre centrale nella vita di questo artista. Per parecchi anni è stato infatti molto coinvolto nella politica di sinistra e, dopo un periodo di stasi, attualmente è tornato in auge come guida morale dei cosiddetti "girotondini".

Moretti ha perseguito la strada per il cinema con caparbietà. Dopo il liceo classico ha venduto la sua raccolta di francobolli per comprare una cinepresa, riuscendo così ha realizzare il sogno di girare due cortometraggi con un budget limitato: gli ormai introvabili "La sconfitta" e "Paté de bourgeois" (1973). Tre anni dopo realizza il suo primo, leggendario lungometraggio, quel "Io sono un autarchico", che è diventato quasi un modo di dire. Il film tratta dei rapporti interpersonali, degli amori e delle delusioni della generazione del post-68 e non poteva divenire, oltre che un inno generazionale, un film-simbolo di un clima epocale.

Nel 1978 Moretti approda finalmente nel mondo del cinema professionale con lo straordinario, lunatico ed eccentrico "Ecce Bombo". Un film da cui sono state saccheggiate miriadi di battute e situazioni-tipo, fra cui è rimasto memorabile il divertente episodio in cui il protagonista (Moretti stesso), colloquiando con un'amica, in risposta alla domanda "Come campi?", si sente dire: "Ma... te l'ho detto:giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose".

Dopo la fortuna riscontrata da Ecce Bombo sono seguiti altri film sempre di buon successo come "Sogni d'oro" (1981, Leone d'Oro a Venezia), "Bianca" (1983), "La messa è finita" (1985, Orso d'Argento a Berlino), "Palombella rossa" (1989) e uno dei capolavori assoluti del cinema italiano, "Caro Diario" (1993, premio per la migliore regia a Cannes); impossibile poi non citare "Aprile" (1998), altro pozzo da cui sono state attinte battute-tormentone. Infine, è recente il plauso unanime per una pellicola toccante ed altamente commovente, espressione inequivocabile di un artista profondamente umano, come "La stanza del figlio" (2001).

Moretti, che ha sempre difeso strenuamente la sua indipendenza e originalità anche sul piano produttivo (ha fondato allo scopo la pregevole "Sacher film"), ha partecipato da protagonista a parecchi film, molti dei quali a sfondo civile. Assai riservato il regista ha un pessimo rapporto con i media e raramente concede interviste. Parla solo quando ne sente davvero l'urgenza e usando, più che banali parole, la meravigliosa "arma" della sua arte.

(fonte: http://biografieonline.it)

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