Nato quasi otto anni fa come costola del Pen Trieste APS, realtà culturale che fa capo al Pen International, il Pen Lettori si pone l’obiettivo di permettere a chiunque – lettori forti, lettori alle prime armi, lettori disattenti, non lettori – di confrontarsi su opere di diverso genere e stile che vengono proposte, con grande cura e attenzione, dalla coordinatrice del gruppo, Lina Morselli. Il punto forte di un’operazione di questo tipo è appunto la massima libertà lasciata ai partecipanti. Non c’è l’obbligo di aver apprezzato il libro, né quello di averlo finito, in quanto tra i membri si creano stimolanti discussioni che tengono sempre conto dell’opinione di tutti, nel massimo rispetto reciproco. Chi magari il libro non l’ha proprio letto – per mancanza di tempo o perché dopo poche pagine si è reso conto che non era il suo genere – può assistere all’incontro e, dall’interazione degli altri, magari incuriosirsi e decidere poi di leggere il libro abbandonato oppure scoprire aspetti legati alla vita e alla letteratura sui quali non aveva riflettuto. La possibilità, poi, di esprimere anche un parere nettamente negativo, malgrado gli altri abbiano tutti trovato la lettura gradevole, consente di prendere in considerazione aspetti dei quali non si era inizialmente tenuto conto e quindi scoprire un diverso modo di interpretare l’opera.
Attualmente il gruppo conta quasi una trentina di membri ed è arricchito da un percorso legato alla lettura di copioni teatrali, in collaborazione con il Teatro Stabile Sloveno di Trieste e il Teatro Rossetti, sempre di Trieste, – con possibilità di assistere, con uno sconto sul biglietto, agli spettacoli letti e analizzati presso il teatro in cui si terrà l’allestimento – e da un ulteriore percorso che prevede la lettura di opere da cui sono stati tratti dei film, celebri o meno. In quest’ultimo caso alla lettura del romanzo segue la visione del suddetto film e poi ci si confronta su entrambi.
Il percorso letterario di quest’anno è focalizzato sulla letteratura russa. Non quella più nota e classica, di Tolstoj, Dostoevskij, Gogol o Čechov, ma quella contemporanea che, come tutte le letterature, spazia tra generi diversi e li sviluppa secondo le proprie peculiarità culturali.
L’ultimo incontro del Pen Lettori, tenutosi pochi giorni fa, si è occupato in particolare dell’opera Punto di fuga di Mikhail Shishkin, vincitore nel 2022 del Premio Strega Europeo a pari merito con Primo sangue di Amélie Nothomb. Il romanzo, data la sua struttura insolita, è stato oggetto di un interessante dibattito che ha portato i membri del gruppo a sviscerarne il contenuto e lo stile rendendo evidente come ognuno di noi, nel momento in cui diventa lettore, sia indotto, soprattutto in questo caso, a cercare di attribuire agli eventi narrati una logica personale, magari influenzata proprio dal modo in cui ci si approccia al libro. Punto di fuga è un romanzo epistolare, e nella letteratura classica esempi di questo tipo non mancano di sicuro: Dracula, Frankenstein e, in ambito amoroso, Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos. Shishkin, però, non va a imitazione ma crea qualcosa di diverso, che ricorda un po’ gli slittamenti temporali di Jorge Louís Borges e anche la sua Biblioteca di Babele. Volodja e Saŝka, un lui e una lei per i quali le parole e la scrittura hanno un’importanza primaria, sono innamorati e scrivono. Scrivono raccontando le loro esperienze, le loro sofferenze – lui si muove in un contesto di guerra, lei affronta una vita quotidiana difficile – e sopravvivono grazie al profondo sentimento d’amore che nutrono, che continua a infondergli forza, e alla possibilità di mettere tutto su carta in racconti sempre più lunghi che diventano come un’attestazione della loro esistenza. Shishkin, tuttavia, ama giocare con il lettore, e attraverso una prosa fortemente poetica, lo spinge a fare una scelta: lasciarsi trasportare dalla narrazione senza porsi domande sui legami, reali o illusori, tra i due personaggi; oppure cercare, nei dettagli, quel filo conduttore che ci dà sicurezza perché diventa la proiezione delle nostre stesse speranze.
Domande del tipo “Ma i due interagiscono veramente tra di loro?”, “Vivono in due epoche diverse?”, “Sono due solitudini che trovano consolazione in un’ipotetica corrispondenza con l’altro?”, “Sono due rette parallele destinate prima o poi a incontrasi?”, “Sono l’una viva e l’altro morto?”, stimolano la discussione e rendono evidente come l’autore sia riuscito con abilità a creare un mondo narrativo in cui immergersi senza il timore di non possederne la mappa. I due personaggi da lui concepiti fungono inoltre da cornice a tutta una serie di episodi in cui si affrontano temi importanti come la vita, la morte, la guerra, la malattia, i complicati rapporti genitori-figli, le relazioni amorose e, soprattutto, il coraggio di andare sempre avanti fino in fondo nonostante le avversità. L’incipit si riallaccia magicamente al finale come in una chiusura del cerchio, e non importa come ognuno di noi ha interpretato la storia, l’importante è averla letta con il cuore.
Titolo: Punto di fuga
Autore: Mikhail Shishkin
Traduttrice: Emanuela Bonacorsi
Editore: 21lettere
Pagine: 448
ISBN: 9788831441315
Prezzo: 19,50€
Per contattare il Pen Lettori di Trieste o diventarne membro:
Coordinatrice: Lina Morselli
Indirizzo mail: pentsgruppolettura@yahoo.com
Gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/1480821372176515/
I vari percorsi iniziano a partire da settembre.
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