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Cinema

Ferzan Ozpetek

Mine vaganti

Copertina di Ad Occhi Aperti«All’inizio mi sembrava una cosa per registi già arrivati, un po’ troppo per me, considerando che ho fatto solo sette film. Così, il regista italo-turco Ferzan Ozpetek commenta la calorosa accoglienza che gli ha riservato, lo scorso anno, la città di New York in occasione della presentazione di Un giorno perfetto. L’America ha dedicato al regista una mostra personale e una retrospettiva. E, con sorpresa dello stesso Ozpetek, molte delle proiezioni hanno registrato il tutto esaurito. Contemporaneamente, in Italia — firmato da Laura Delli Colli — è uscito un libro monografico a lui dedicato e intitolato Ad occhi aperti.

Valeria Blanco (VB): Quello passato è stato per lei un anno straordinario. Si aspettava tanto calore dal pubblico americano?

Ferzan Ozpeteck (FO): A dire il vero no. Mi ha stupito l’interesse e l’affetto del pubblico. Mi ha stupito anche la retrospettiva che mi ha dedicato il Moma (Museum of modern art) di New York. La mostra è stata impostata sul coraggio di affrontare le diversità delle culture e di fornire diverse immagini della sessualità. Quando l’ho vista ho pensato: “Ma guarda che ho fatto e non me ne sono neppure reso conto”. È stata per me una specie di illuminazione.

VB: Come si spiega tanto interesse nei confronti del suo cinema e tanto affetto da parte del pubblico straniero?

FO: Credo che il cinema di qualità, prima o poi, paghi. Poi, io faccio sempre quello che piace a me senza pensare troppo al giudizio degli altri. A New York, quasi tutte la proiezioni dei miei film hanno registrato il tutto esaurito. Ecco: fare quello che ci si sente e poi vedere che piace anche agli altri è la soddisfazione più grande che si possa avere.

Locandina di Un giorno PerfettoVB: A circa un anno da Un giorno perfetto è già pronto per girare un nuovo film. Questa volta si tratterà di una commedia…

FO: Un giorno perfetto è stato per me un film bello ma anche forte e cupo. Finito quello, avevo voglia di divertirmi, di lavorare in una bella atmosfera magari circondato da sole, buon cibo, bella atmosfera e gente simpatica. Mine vaganti (il titolo non è ancora definitivo, ndr) sarà un film rilassato, che farò senza riflettere troppo sulle cose. Ho deciso di girarlo in Puglia.

VB: Ci può dare qualche anticipazione?

FO: Io stesso non ne so ancora molto. È tutto programmaticamente campato per aria, perché a me piace l’emozione di scoprire il film giorno per giorno. So che girerò tra Lecce e i paesini della provincia. Avrei voluto iniziare a luglio, ma chi conosce la zona mi ha sconsigliato quel periodo perché fa davvero troppo caldo. Allora, presumibilmente, inizieremo a girare a fine agosto.

VB: Ha già un cast?

FO: Sì, ma non essendoci ancora nulla di definitivo, per il momento posso dire solo che sarà un cast grosso. Di sicuro ci sarà Riccardo Scamarcio. Mi piacerebbe anche avere Alba Rohrwacher come protagonista femminile. Per quanto riguarda la trama, invece, posso dire che sarà la storia di una famiglia che gestisce un pastificio. Mi concentrerò sul rapporto tra padre, madre e i tre figli: due fratelli e una sorella.

VB: Saturno contro è stato girato, in parte, in casa sua e comunque lei non ha mai girato fuori da Roma. Come mai, questa volta, ha scelto la Puglia?

FO: È una terra che amo molto, ci vado sempre in vacanza ormai da una decina d’anni. Quando sono lì sento una bellissima energia, mi sento attivo e di buon umore. Mi piace la gente: per me è l’unica regione in Italia in cui si riesce ad avere un atteggiamento amichevole nei confronti degli immigrati. Questo mi colpisce molto ogni volta che ci ritorno. In realtà, però, ho anche un po’ paura, perché è la prima volta che giro fuori Roma. Ma in questo momento della mia vita ho voglia di tastare, di vedere altri terreni. Sono pronto per mettermi alla prova.

VB: Tra i sette film che ha girato finora, qual è il suo preferito?

FO: Senza dubbio Saturno contro, e non solo perché è stato girato a casa mia. È un film in cui mi rifletto molto, potrei definirlo il film della mia maturità.

VB: Che genere di spettatore è, Ferzan Ozpetek?

FO: Uno spettatore solitario. Dal momento che spesso mi commuovo, sono un po’ infastidito se ho delle persone vicino. Allora preferisco vedere i dvd e guardare i film a casa. A volte, poi, mi piace proprio rivedere quelle parti che mi hanno fatto emozionare, allora metto i pezzi commoventi e mi guardo quei tre minuti…

Ferzan Ozpetek

VB: Qual è l’ultimo film che l’ha fatta piangere?

FO: Gran Torino di Clint Eastwood.

VB: Spesso ha chiamato a recitare nei suoi film persone che prima facevano un altro mestiere. Sulla base di cosa sceglie i suoi attori?

FO: Li scelgo in base alla parte, perché mi piace avere l’attore giusto nel film giusto e non ho problemi a scegliere qualcuna che fino il giorno prima, magari, faceva la ballerina di lap dance. Credo che attori si nasca, e penso a Luca Argentero o Stefano Accorsi. Luca è un animale, un bellissimo ragazzo e un bravissimo attore. Stefano è molto sottovalutato dal cinema italiano e questo mi dispiace.

VB: Per Mine vaganti, però, ha voluto Scamarcio, che è ormai un attore affermato e molto apprezzato…

FO: Riccardo è una star, ma non l’ho scelto per questo. Non credo che la notorietà possa creare un ritorno in termini di incassi: un brutto film in cui recita la star del momento rimane un film brutto.

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