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Palcoscenico

Teatro francese in allegria per situazioni di emergenza

Nella particolare situazione che stiamo vivendo in questo momento, ho pensato che la lettura di qualche copione teatrale allegro può contribuire a ridurre lo stato di preoccupazione causato da un evento imprevedibile di cui ancora non si conoscono gli esiti definitivi. Negli ultimi dieci anni mi è capitato di tradurre molti testi, soprattutto di teatro francese dell’Ottocento-Novecento e di genere vaudeville, alcuni dei quali ho deciso di mettere qui a disposizione, suddivisi per autore, per chi volesse distrarre un po’ la mente. I copioni sono disponibili, in formato .pdf, al link indicato alla fine della breve biografia di ogni autore.

Victorien Sardou1) Victorien Sardou (1831-1908): uno dei più celebri drammaturghi francesi della seconda metà dell’Ottocento, le cui opere saranno rappresentate anche negli Stati Uniti. Nutriva una tale passione per la letteratura da sfruttarla come fonte di ispirazione per le sue pièces. Questo gli varrà pesanti critiche e accuse di plagio da parte degli autori dell’epoca, uno su tutti: Emile Zola, a cui risponderà asserendo che l’umanità è sempre identica a se stessa e che, fin dall’antichità, artisti e scrittori riprendono l’opera dei loro predecessori. Tra le sue commedie spicca Le zampe di gallina (1860), la cui originalità consiste nell’essere la versione vaudeville di un’opera letteraria apparentemente impossibile da adattare in questo modo: i racconti di Edgar Allan Poe. Victorien Sardou, partendo da La lettera rubata, e passando attraverso La maschera della morte rossa, Lo scarabeo d’oro e altre citazioni più o meno implicite o esplicite, crea una pièce di grande inventiva e buffoneria destinata a portare sul palco le atmosfere del celebre autore americano trasformandole in puro divertissement. Il testo è leggibile e scaricabile a questo link: https://www.fucinemute.it/wp-content/uploads/2020/03/lezampedigallina.pdf
Una battuta: Mostratemi un uomo seduto su una sedia a dondolo americana come quella, davanti a un tavolo fiammingo ricoperto da un tappeto algerino, intento a bere in una porcellana di Sassonia un liquore cinese e a fumare del tabacco turco dopo una cena tipicamente russa, durante la quale si è rivolto alla moglie in inglese per parlarle di sport mentre lei gli ha risposto in italiano per parlargli di musica, e io vi dirò senza tanti giri di parole: “Ecco qua un francese!”.

2) Henri Meilhac (1831-1897): noto soprattutto per la sua collaborazione con il collega Ludovic Halévy, con cui compone libretti di celebri opere come Carmen, La bella Elena e Barbablù, si è distinto quale autore di un vaudeville destinato a raccogliere ampi consensi sotto forma di operetta. L’attaché d’ambasciata (1861), infatti, è la versione in prosa di quella che, per mano di Viktor Léon, Leo Stein e Franz Lehar, diventerà La vedova allegra. Per chi conosce l’operetta, il confronto con il testo originale sarà rivelatore di non poche sorprese, soprattutto nel rapporto tra i due protagonisti principali che si troveranno a vivere una storia d’amore con molti più battibecchi e quiproquo dell’esile trama che contraddistingue la versione di Léon, Stein e Lehar. Il testo è leggibile e scaricabile a questo link: https://www.fucinemute.it/wp-content/uploads/2020/03/attacheambasciata.pdf
Una battuta: Sono convinto che il vostro patrimonio vi porterà molti problemi, ma credo anche che una donna abbia bisogno di essere ricca per essere bella come voi siete… È una pura questione estetica… I vostri milioni vi calzano a pennello. E secondo me vi conviene tenerli, sia che vi facciano soffrire poco sia che vi facciano soffrire tanto!

Mamma Sabouleux3) Eugène Labiche (1815-1888): vaudevillista per eccellenza che con le sue opere ha saputo descrivere tutti gli strati sociali della società parigina mettendone in evidenza vizi e ipocrisie. Ha imparato molto da Eugène Scribe e, a sua volta, ha insegnato molto a Georges Feydeau. Tra le sue pièces meno note, Mamma Sabouleux (1852) è l’antesignana di quell’Uomo balia che Feydeau farà allestire in Belgio. La storia di un uomo costretto dagli eventi a travestirsi da donna sarà in seguito un argomento molto sfruttato in ambito teatrale e anche cinematografico. È uno dei pochi testi di Labiche che vede in scena anche una bambina, dal linguaggio colorito e dai modi campagnoli, destinata a diventare oggetto di contesa tra Sabouleux, che l’ha allevata dopo la fuga della moglie con un corazziere, e i veri genitori che l’avevano messa a balia, ancora in fasce, presso la moglie di Sabouleux. Equivoci a non finire e situazioni esilaranti. Il testo è leggibile e scaricabile a questo link: https://www.fucinemute.it/wp-content/uploads/2020/03/mammasabouleux.pdf
Una battuta: Cascina dell’uomo sodo. Grand’uomo da latte: Mamma Sabouleux vi svezza i poppanti. English spoken.

4) Maurice Hennequin (1863-1926): ai primi del Novecento fu uno dei vaudevillisti più rappresentati in Italia e nel mondo. Attualmente il suo testo più celebre, La presidentessa, è anche quello che più spesso viene replicato sui palcoscenici. Tra i testi da riscoprire, di un vasto repertorio che lo vede collaborare anche con altri autori, Le gioie del focolare (1894) si distingue per l’intreccio che rivela come la vita familiare, spesso e volentieri, possa condurre all’esasperazione totale. Il Barone De Térillac, protagonista della storia, è un libertino ultracinquantenne deciso a rinunciare a una vita di dissolutezze per godersi l’affetto della famiglia. Il nipote, infatti, si è appena sposato con una giovane che sembra l’incarnazione della bontà e questo spinge il Barone a illudersi di poter diventare, per nipote, nuora e consuoceri, oggetto di attenzioni e premure fino alla fine dei suoi giorni. La realtà, però, è ben diversa e il Barone, coadiuvato dall’inseparabile domestico, si ritroverà a combattere contro l’isteria, l’ipocrisia e l’egoismo dei suoi parenti che gli stravolgeranno completamente la vita. Battute al vetriolo in uno scenario da vaudeville. Il testo è leggibile e scaricabile a questo link: https://www.fucinemute.it/wp-content/uploads/2020/03/gioiedelfocolare.pdf
Una battuta: Eccola qua, la famiglia!… Eccole qua, le gioie del focolare!… Insomma, volete togliervi dalle scatole sì o no?

Georges Feydeau5) Georges Feydeau (1862-1921): uno dei più importanti vaudevillisti francesi il cui repertorio è stato riscoperto, e davvero apprezzato, soprattutto dagli anni Cinquanta in poi. Può a giusto titolo considerarsi il massimo esperto di rapporti coniugali e relativi tradimenti, che non vengono mai consumati. Una delle sue pièces ancora inedite è A chi tocca mia moglie?, mai rappresentata e mai proposta ad alcuna compagnia, in cui l’autore, ancora molto giovane, inserisce diverse idee e battute che troveranno pieno sviluppo nelle opere successive. Marcassol, il personaggio principale, ha contratto matrimonio con Clarisse dietro la promessa di divorziare qualora lei trovasse l’uomo della sua vita. Preso più che mai dall’amante, decide di ricorrere a ogni strategia possibile pur di far incontrare l’uomo giusto alla moglie e togliersela così dai piedi. Il testo è leggibile e scaricabile a questo link: https://www.fucinemute.it/wp-content/uploads/2020/03/achitoccamiamoglie.pdf
Una battuta: L’amavo tanto, ed ero convinto di aver trovato la donna giusta per me! Ah, certo! Solo che il matrimonio l’ha cambiata! Avevo sposato un demonio… e mi sono ritrovato con un agnellino, perfetto per il bollito con verdure!… Ed è da un anno che va avanti così! A questo punto credo che se iniziasse a cercarsi l’uomo dei suoi sogni sarebbe un bene! Cosa aspetta questo tizio a farsi vivo?…

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